Stasera ho bisogno di sintonizzarmi con il cuore.
C’è un ragazzo che tanti anni fa quel cuore l’ha catturato in pochi giorni. Era un cuore sofferente, sfiduciato e selettivo. Quell’essere così buono, carico di dolcezza, pazienza e premura, l’ha rapito con tante parole e ancora più carezze. Il mio primo amore. L’ho amato di un amore intenso, profondo, l’ho amato di un amore forte e tenace, l’ho amato di un amore protettivo e quasi materno, l’ho amato di un amore bambino e tenero, l’ho amato di un amore possessivo e folle come forse solo la prima giovinezza regala. Perchè l’ho considerato un regalo. Lui altrettanto. Turbinii di brividi ci avvolgevano quando ci abbracciavamo forte, scosse di rabbia quando litigavamo, impetuosi nella nostra giovinezza. Ma poi fare la pace spazzava via tutto e si ritornava quella coppia giovane che proseguiva negli anni con le passeggiate mano nella mano.
Eravamo sempre insieme. Siamo stati felici. Lo posso affermare con serenità. Ci bastava poco, in fondo, e forse è proprio questo il segreto, essere riusciti ad assaporarci la semplicità e trarre da lei il piacere più genuino e un po’ ingenuo. Passeggiare nelle sere d’estate, riuscire a strappare il permesso ai genitori proibitivi per dormire insieme ogni tanto, addormentarci con i piedi intrecciati, fare colazione insieme il giorno dopo, qualche tuffo al mare, le domeniche pomeriggio a parlare del futuro.
Ci siamo amati tanto. Anche di questo sono sicura.
Abbiamo fatto già giovanissimi l’uno per l’altra scelte importanti, di quelle che ti condizionano e cambiano la vita, che per molti nostri coetanei erano improponibili. Non mi pento di nulla. Ci spingeva l’amore, ci muoveva la gioia di ricordarci quanto eravamo fortunati giorno per giorno, ci incoraggiava la fiducia nel futuro. Eravamo ragazzi e ci sentivamo vivi. Io studiavo, lui anche. Abitavamo vicini, ci vedevamo quasi tutti i giorni. E ci bastavamo. Nonostante i problemi.
Perchè al di là della rosea armonia che c’era tra di noi, di problemi, in realtà, ce ne erano diversi. La difficile situazione che vivevamo nelle nostre rispettive famiglie, la timidezza che mi caratterizzava non facilitava le amicizie, a scuola con i voti me la cavavo ma la vivevo con ansia, e la mia ipersensibilità hanno spesso portato quell’eterea figura che avevo accanto, così matura per la sua età, ad asciugarmi spesso le lacrime, a consolarmi. Lui d’altro canto per non farmi soffrire consegnava alla sua introversione il dispiacere nel vedermi spesso sconsolata, o i suoi problemi, ingoiava quel che poteva senza farmeli pesare mai.
Crescendo la nostra quotidianità è inevitabilmente cambiata. Altri ambienti, altri soggetti diventavano via via scenari e comparse nelle nostre vite. Abbiamo visto amici venire e andare, piccole aspettative disattese, ma noi eravamo sempre lì, con le nostre passeggiate mano nella mano. Di delusioni ne abbiamo avute tante e non potrei non scegliere il plurale, quando uno dei due soffriva, soffriva anche l’altro. Quando io piangevo sul suo volto si disegnava la disperazione dell’impotenza e quando i suoi occhi si appannavano facendosi lucidi mi sentivo il cuore strappare. Parlo al passato, ma tutto questo appartiene anche al presente. Perchè abbiamo resistito a tutto e a tutti e siamo ancora due persone che si guardano e si vogliono un gran bene. Non so se posso definirlo Amore, o se l’Amore altro non è che continuarsi a voler un gran bene anche passato il batticuore, certamente se questo fosse, oggi ha tutt’altra forma di quello dei primi anni. Ma quello che conta è che continuiamo, nonostante sbagli e litigate, a prenderci cura l’uno dell’altro con una tenerezza che supera tutto.
Tra tanti alti e bassi, siamo ancora qui, non vediamo l’ora di poterci parlare, riconoscere sul volto dell’altro l’espressione che già conoscevamo prima di iniziare i discorsi, che per tutto il giorno abbiamo immaginato e aspettato di ritrovare. Cerchiamo l’uno gli occhi, le orecchie, la bocca e le mani dell’altro quando succedono le poche cose belle, quando si susseguono quelle brutte.
Ci continuiamo a sentire fortunati nel prenderci ancora per mano, nel baciarcela e nel stringerci in abbracci disperati. Ma non siamo più felici. Perchè se ai problemi ci siamo abituati, se una volta passavano, spesso si rivelavano transitori, meno importanti di quello che sembravano, stavolta una via d’uscita non la vediamo.
La nostra serenità è impedita dai seri problemi pratici e reali che condizionano le nostre vite. Non riusciamo a crearci un futuro, a trovarci un lavoro, né uno nell’altra. E nonostante mille tentativi, dalla formazione, ai corsi, alle ricerche assidue di un’occupazione, alla flessibilità in qualsiasi mansione e agli orari, nonostante la buona volontà e la motivazione, la preoccupazione non riesce a lasciarci. Ci addormentiamo preoccupati e ci svegliamo preoccupati, non facciamo altro che pensarci. Gli anni, i mesi, si rincorrono l’un l’altro e la speranza cala, e con lei la capacità di reagire. Spesso finiamo per prendercela l’uno con l’altro, rendendocene conto e scusandoci poco dopo reciprocamente, ma il malumore e l’amarezza salgono. Ne parliamo praticamente tutti i giorni, e lo sconforto è alto. Siamo fortunati, per l’ennesima volta, perchè nonostante tutto, troviamo conforto l’uno nelle braccia dell’altro. Ma ci sentiamo tristi perchè costruire una famiglia era tutto quello che volevamo, che abbiamo sempre voluto, e che vogliamo. Eppure, non so se il destino esista, ma in tal caso sembra essere conto di noi. Abbiamo continui problemi, uno dopo l’altro, alcuni quotidiani e con un po’ di sforzo superabili ma aggiunti a quelli più gravi e invalidanti, ci chiediamo perchè questa situazione dovesse succedere proprio a noi. Questa situazione che, in parte personale, in parte socio-economica, sta rovinando l’unica cosa veramente bella che mi sia capitata nella mia esistenza, l’unica (e grandissima) fortuna che abbia avuto.
Tutti dicono “non mollare”, “pensa positivo”, “prova a fare / prova ad andare..”, “hai provato..?” e sì, ci abbiamo seriamente provato, mesi e mesi di “lavoro su noi stessi”, passati ad accogliere consigli e provare ad attuarli, con tanta e sincera buona volontà. Ci siamo candidati anche per le mansioni più umili, inutilmente. Siamo arrivati al punto, esausti, di non crederci più, di pensare che nulla cambierà e non sapere cosa fare. Non mi aspetto che questo discorso lo possa capire chi non ha mai provato situazioni simili o chi, dopo aver trovato una soluzione, non ricorda più l’amarezza, l’ansia, il senso di smarrimento, di rabbia e di paura, il sentirsi “falliti” (per quanto abbia ancora dei momenti di lucidità in cui personalmente lo considero un concetto deviato, che però in questa società mi sembra essere il metro di misura d’eccellenza). Ciò non toglie che un lavoro sia necessario.
Questo è uno sfogo scritto con un nodo in gola. Avevo bisogno di farlo, nella speranza di incontrare qualcuno che si trovi, o si è trovato, in una situazione simile, più che altro confidando in un supporto psicologico da parte di chi sa cosa significhi vivere questo dramma, perchè i brutti pensieri che mi girano in testa mi fanno paura. Sto attraversando un periodo emotivamente molto difficile, stavolta mi sembra di non scorgere neanche un tenue spiraglio di luce in fondo al tunnel.
Grazie.
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Categorie: - Amore e relazioni - Lavoro
Nel titolo hai detto tutto. Purtroppo i problemi pratici rischiano di rovinare l’equilibrio del rapporto. Non permettetelo ! L’Amore è la cosa più salda su cui potete contare ed è fatto anche di malumori e momenti di tensione. Non spaventatevi per questo, anzi continuate a vivere il vostro Amore con ancora maggiore intensità .
Ciao,
nella lettera non scrivi di dove siete,non so se sia stata una scelta o meno. Per quanto riguarda la definizione della parola amore, io comincio a credere che sia proprio questo,e che non si possa pretendere un continuo batticuore in gola che caratterizza la fase dell’innamoramento. Ritrovarsi e ricercarsi on continuazione. Nonostante tutto. Si,cogli cosi l’essenza dell’amore.
Al momento non posso pienamente capirti,faccio parte di quella fetta che descrivi che hanno, per il momento,una qualche soluzione,almeno per temporeggiare e non smettere di crederci. Però ricordo l’amarezza, quel senso di vuoto e fallimento, quella paura e ansia che spesso ancora mi coglie date le situazioni attuali di entrambi,comunque non stabili.
Quando ti sembra di non aver nulla da perdere è assolutamente più facile rischiare. Quando hai qualcosa,per quanto non sia quello che vuoi,non sia soddisfacente e neanche sufficiente, hai paura di perderlo. Anche le briciole,quando le hai,le tieni strette.
Non so quanti anni voi abbiate,per cui non userò frasi fatte perché non è vero che non è mai troppo tardi per farsi una famiglia, ma i tempi non sono comunque cosi stretti. Non permettete alla situazione attuale di corrodere il vostro amore. I litigi sono molto facili quando si è tristi. Anche i più piccoli momenti di serenità,teneteli stretti. Godeteveli lasciando il resto alle spalle.
Una frase fatta pero voglio usarla: progetta come se la tua vita fosse infinita,vivi come se dovesse finire domani. Non perdere la speranza nel progettare,provare strade diverse,anche le più assurde per gli altri se pensi possano appartenerti. Ma ritagliatevi del tempo per vivere da vero come fosse l’ultimo giorno. Chiudendo la preoccupazione, imponendovelo, solo per quel momento.
Io immagino questa risposta non abbia un’utilità, la soluzione in tasca non la ho purtroppo,ma ricordo il vuoto, e rischio di riviverlo perché, come ti ripeto, sono attualmente precaria,molto. Se mi soffermassi a pensare a questo, non riuscirei a vivere nulla.
La prima qualità dell amore, a mio parere, è la forza. Forza d animo, forza interiore, disciplina interiore. A parte le vostre meravigliose passeggiate e l affetto, devi inserire progetti. Progetti duri da scalfire. Le parole sono stupende, ma non fanno che confondere le idee. Vi amate, bon. Tanto basta. Stringere i denti e auguri un abbraccio
Ciao tecla. É molto intensa e commovente la tua lettera ed é straordinario sapere che esistono amori veri come il tuo. Mi rendo anche conto di come la situazione di precarieta economica possa avvelenare quest amore e mettervi a dura prova. Peccato. Dalla tua parte, ti posso dire che questa situazione non sará eterna, c é sempre speranza e possibilita di trovare un impiego. Io conosco coppie che hanno ben altri impedimenti: malattia, infertilita o semplicemente non si amano davvero. E qui c é poco da fare. Lo so che in questo momento non vedi via d uscita, ma credimi per voi C’É !! stringete i denti. Ciao
ciao Tecla
ti rivelerò una cosa, una cosa che tutti di solito ignorano: E CIOE’ CHE NON E’ OBBLIGATORIO DOVERSI “CREARE UN FUTURO”. si può anche vivere da “poveri” e sentirsi COMUNQUE FELICI. L’ importante è riuscire a mangiare tutti i giorni. Certamente venti/trent’anni fa la vita era più facile per le coppie e per le famiglie italiane: se si sceglieva un dato lavoro si aveva la possibilità di mantenerlo nel tempo, con quello che si guadagnava si poteva comprare una casa e mantenere una famiglia, si potevano fare tanti progetti a lungo termine. oggi è cambiato tutto, si vive alla giornata e quello che vale oggi domani non esiste più, perchè la precarietà della vita è ormai un fenomeno globale. ma non è detto che questi cambiamenti siano necessariamente un male. so che sarò impopolare ( come sempre ) dicendo le cose dal mio punto di vista, vorrei però che le persone riflettessero sul fatto che se il vecchio sistema capitalista sta crollando, evidentemente è perchè quel sistema non reggeva più, o aveva delle falle. quindi probabilmente questi cambiamenti che stanno avvenendo sono necessari, anche se dolorosi. e non pensare che dico così perchè la mia vita è senza problemi ! anch’ io come tutti sono stata colpita duramente dalla crisi. ora il punto secondo me è questo: se il vecchio sistema è crollato, noi non possiamo regolarci in base a logiche nate da quel sistema, ma dobbiamo invece adattarci ai nuovi cambiamenti e valutare opzioni alternative rispetto a quelle tradizionali. tu dici che con il tuo compagno CERCATE UN LAVORO… ma se questo benedetto lavoro nessuno ve lo da, perchè NON VE LO CREATE VOI ? non è necessario investire grandi capitali o indebitarsi per avviare un’ attività. ci sono anche soluzioni semplici che non richiedono impegni economici di vasta portata o procedimenti burocratici infiniti. c’è la possibilità ad esempio di avviare piccoli commerci ambulanti o piccole attività autonome con il solo permesso del comune, o al limite prendendo accordi con la guardia di finanza e gli enti locali facendo presente la vostra situazione, dicendo che le licenze vi servono assolutamente, o facendo domanda per ottenere agevolazioni fiscali. potete anche valutare l’ idea di lasciare l’ Italia se qui non avete sbocchi di nessun tipo, e di trovare un lavoro all’ estero magari nella stessa azienda, o di avviare direttamente un’ attività in proprio perchè all’estero in queste cose creano molti meno problemi.
Le soluzioni Tecla sono tante, io te ne ho dette solo alcune, ma ti assicuro che alla vostra situazione c’è rimedio ! basta cercarlo e valutare tutte le opzioni possibili e immaginabili ! se volete mettere da parte un pò di soldi, dovete anche valutare l’ idea ( se non lo avete già fatto ) di accettare di svolgere lavori fuori dal comune, se questi possono darvi un’ opportunità. c’è ad esempio gente che si guadagna da vivere leggendo i tarocchi, o facendo animazione nei locali e nei villaggi turistici, c’è chi si improvvisa pescatore o piadinaro e poi vende le sue leccornie nelle piazze in modo itinerante. c’è chi raccoglie soldi affittando locali per conto di altri in cui si organizzano feste e ricevimenti per la gente danarosa che vuole divertirsi, una specie di PR in versione extra-discoteca…non c’è nulla di male a fare questi lavori, se vengono svolti con serietà e onestà; dalle mie parti ( in veneto )la gente si inventa le più disparate mansioni in proprio, anche a domicilio, perchè ormai le aziende stanno chiudendo tutte e di lavoro non se ne trova più da nessuna parte se non sei la moglie di questo o l’ amico di quell’ altro. non entro nel merito della vostra situazione perchè non la conosco dal vivo, ma da quello che scrivi mi pare di capire che non le avete tentate proprio tutte… poi se ti va sarai tu a darmi una risposta… un grande saluto !
Ciao Tecla, la tua lettera è molto intensa e commovente, mi è piaciuta molto perchè mi ricorda la mia relazione più importante. Per tanti anni, quelli dell’Università, è stata proprio come l’hai descritta tu, e i problemi che hai riportato al termine degli studi, sono esattamente quelli che mi trovavo davanti io con la mia lei. Leggo la tua lettera con tanta speranza per te, per voi due. Nel mio caso gli stessi problemi che hai descritto, hanno portato inesorabilmente alla chiusura della storia. Voi invece no, state andando avanti con forza, e dovete continuare. Credimi, il vostro amore è solo appannato dai problemi, ma c’è ancora, e si percepisce chiaramente da come scrivi. Te lo dico perchè a distanza di anni, col senno di poi, penso lo stesso della mia storia, così simile alla tua e finita nel peggiore dei modi. Questa convinzione è per me talmente forte che nonostante il tanto tempo trascorso ancora mi addolora. Quindi, se il mio senno di poi può esserti di aiuto, ben venga, e per questo motivo spero che il mio “non mollare” ti sia almeno un pochino più di conforto degli altri.
Vi auguro il meglio, rigorosamente insieme.
Ciao a tutti.
Tonyk182: leggendoti ho pianto, percepisco che sono parole sentite, volevo fartelo sapere d’impatto. Grazie di cuore.
A tutti gli altri: vi ringrazio per le vostre parole, per essere passati di qui e avermi lasciato, ognuno a vostro modo, un sostegno. Oggi, scusatemi, è proprio una giornata nera. Conto però di rispondervi in modo più dettagliato quanto prima, quando mi è più facile concentrarmi in quello che scrivo. Grazie ancora.
Angelo, ti ringrazio per le tue parole, sono molto belle, ma purtroppo la situazione non aiuta ad amarsi con maggiore intensità. Ci sono momenti di profonda comprensione e disperazione l’uno per l’altra, momenti quasi ..”spirituali” tanto ci si sente uniti in questo vicolo cieco, che probabilmente un benessere generico non permetterebbe. Questo sì. Ma continuare così è molto più dura delle belle parole, che tuttavia, apprezzo molto e ti ringrazio.
Dreamer, quello che mi hai scritto è dolce. Mi sono sentita capita, mi è servito e mi serve tanto. Concordo su quello che dici, dalla facilità di litigare quando le cose vanno male, che sembrerà anche scontato ma a provarlo è tutt’altra storia, alla paura di perdere il poco che si ha. Ti auguro davvero che le cose vi vadano per il verso giusto. Vi sono vicina. Tanti cari auguri Dreamer!
Katy, capisco il tuo punto di vista anche se non lo condivido. Per me amare qualcuno è più semplice ed immediato della “disciplina”. D’altro canto se non ci fosse un sentimento forte (che è appunto istintivo e non razionale) alla “disciplina” non ci sarebbe alcuna motivazione, ma questo è il mio modo di vivere un rapporto di coppia, tu hai giustamente il tuo. Credo che sia naturale che ci siano dei progetti in una coppia. Il problema è più pratico. Inoltre, andrò anche controcorrente, ma sto provando sulla mia pelle che la volontà non può tutto. Grazie comunque.
Lana, ti ringrazio per il tuo messaggio. Grazie per l’incoraggiamento, per quanto non mi consoli sapere che ci sono persone che vivono situazioni terribili, apprezzo tanto il tuo tentativo di ricordarmi che c’è chi sta peggio. Semplicemente siamo esseri umani e ognuno sente il proprio malessere. Grazie ancora.
Maria Grazia, non lo so se tu sia solita sentirti controcorrente, ma non solo ho apprezzato molto il tuo intervento, sono proprio d’accordo.
Partendo dal discorso della “povertà”. Credo che tu intenda la “povertà” relativa, intesa come un’impostazione di vita più sobria, semplice, essenziale. Con “crearmi un futuro”, forse mi sono espressa male, intendevo questo. Non mi interessano chissà quali cose. Potermi rendere indipendente economicamente, poter avere un tetto sopra la testa, poter mangiare, vivere con il necessario, magari il più possibile fatto da noi, e qualche piccolo sfizio ogni tanto, tutto qui. Non ho mai avuto un legame con gli oggetti, o gli abiti, o i possessi in generale, non è questo che sogno. Mi manca tanto un pò…
..di serenità.
Per quanto riguarda i tuoi utili suggerimenti, l’idea di creare un lavoro anziché cercarlo l’ho pensata tante volte. Forse complice la zona di provenienza (abito vicino a te, al nord), sono sempre stata parsimoniosa e ho sempre risparmiato tutto quello che potevo, quando ho lavorato ho accantonato quasi tutto, e anche il mio ragazzo. Ma è ugualmente troppo poco. Oltre alle iscrizioni a informagiovani, centri per l’impiego, agenzie, contemporaneamente a decine di cv inviate ogni giorno (ci siamo candidati per decine e decine di lavori diversi, dalle pulizie alle mansioni per cui abbiamo studiato, dai vendemmiatori ai dog-sitter, dagli annunci più stravaganti ai più “ambiziosi”) a corsi e a cercare tattiche per risparmiare, ho preso appuntamento 3 volte alla camera di commercio negli ultimi anni. La mia speranza erano dei progetti di finanziamento per i giovani, o per le donne (io rientrerei in entrambi). Ma tutte e tre le volte (2 con la responsabile del settore, una con un’altra dipendente), oltre ad essere stata scoraggiata ad avviare un’attività senza esperienza e senza risorse, è stato risposto che i finanziamenti erano da considerarsi come rimborsi. Ossia prima bisogna anticipare i soldi, e poi vengono rimborsati.
Tra l’altro, neanche a farlo apposta, le mie diverse idee erano legate ad attività semplici, ambulanti o agricole.
Ad esempio, Maria Grazia, io mi alzerei volentieri alle 4-5 del mattino, l’ho già fatto, e mi piaceva! Andrei volentieri anche a lavorare al mercato. Dalle mie parti noto che le bancarelle che ancora funzionano sono alimentari. E anche se dovessi acquistare un furgone, dovrei cercarlo refrigerato, e solo quello ha un suo costo che difficilmente riuscirei a coprire. Senza contare la merce, suppongo certificati, e forse corsi necessari, assicurazioni e quant’altro. Credimi, sarei contentissima, il sacrificio avrebbe senso non per arricchirsi ma per vedere almeno uno spiraglio di luce, per sentirsi di nuovo utili.
Sto cercando da mesi in internet storie di persone che dal niente hanno rivalorizzato, ma per quasi tutte c’erano già delle basi (un terreno ad esempio) , ho sentito di molti progetti agricoli ad esempio, li ho trovati bellissimi. Se avessi un terreno già mi inventerei qualcosa, coltiverei frutta e verdura, ci metterei un bel cartello “produzione propria” e porterei un pò di volantini in giro. E credimi sarei tanto contenta! Ma così non so cosa inventarmi. Ci vorrebbe un pò di fantasia, e fortuna.