Ho passato anni della mia vita a fare da spalla agli altri. Sono stata sempre a disposizione, pronta a comprendere, a supportare, a sacrificare il mio tempo, sospendere le mie cose e correre da chi avesse bisogno di aiuto… di ogni forma!
Ho passato una vita a mettermi nei panni degli altri, indossandoli, portandoli addosso come se fossero miei. Sopportando scarpe strette e scomodità. Molto spesso ho indossato gli acquisti sbagliati degli altri, avete presente i capi in saldo che non si possono cambiare? Perché io sono quella che si comprende e si sacrifica, ed era un sacrificio dovuto.
Poi ad un certo punto mi sono resa conto che ero io ad aver bisogno del mio supporto, della comprensione, di aiuto e pazienza. Dei miei tempi e spazi. Di aver bisogno di me intera e non un pezzetto, di essere protagonista e non figurante della mia vita.
Nonostante i miei 30 anni, la mia è una vita dal finale aperto. E non mi importano i vicoli ciechi degli altri.
Dicono che sono cambiata, che non posso fare così, che sono egoista, mi intimidiscono e cercano di farmi provare del senso di colpa che è stato sempre un limite invalicabile per me. Un limite di cui mi sono liberata, scappo ancora più lontano e veloce da chi cerca di trascinarmici dentro ancora una volta.
E’ ingiusto o è giusto che gli attacchi arrivino da chi ho sempre aiutato in ogni situazione, spesso mettendo in stand by me stessa? Non lo so e non mi importa… non lascerò più che le pretese degli altri vengano ancora una volta prima delle mie. Chi mi ama mi aspetta.
Per una volta vivo il mio momento ed essere egoista non è necessariamente una connotazione negativa, significa prendersi cura, ogni tanto, della propria vita, avere dei momenti per se stessi, coltivare obiettivi e benessere.
Se questa è una colpa non intendo espiarla!!!! Sono egoista? Si, c***o se lo sono (e mi piace un sacco).
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Categorie: - Me stesso
Ma fai benissimo… fino k il tuo “egoismo” non si rivela dannoso a te stessa. Nel senso.. prima pienamente e infinitamente disponibile.. in un secondo momento una chiusura totale? Ti consiglierei di trovare un equilibrio.. e magari spiegare ciò che hai provato alle persone vicine .. che vivono questo tuo cambiamento sicuramente con confusione. Purtroppo, spesso, chi aiutiamo non riconosce o non vede i sacrifici fatti.. dandolI per scontati. Ma se una volta aperto e condiviso il proprio pensiero. La situazione non muta.. beh. La chiusura è l unico Step . Xoxo
Esempii pratici? Non si può generalizzare
Finalmente! Non essere lo zerbino degli altri non è egoismo. Nelle interazioni si da e riceve e nulla è dovuto o scontato.
Alla mia età l’unica cosa che mi potrebbe pesare è la castità, per il resto penso di aver guadagnato in tutto la mia indipendenza. L’indipendenza emotiva è un obiettivo importante. Intendiamoci: non mi pesa la castità in sé. Dico semplicemente che le mie scelte future ruotano intorno alla mia vita intima. Ad un certo punto cominci a prendere coscienza di quello che puoi fare e di quello che non potresti fare per cause esterne alla tua volontà (sensibilità, carattere, ecc.). Ci sono tante storie in cui umanamente riesco a calarmi, ma che mi creano delle inibizioni che dipendono dalla mia libertà personale. Non amo i vincoli, e le rinunce, che incidono sul mio umore o sul modo in cui mi vedo. Oggi mi piaccio abbastanza. Mi sembra un buon inizio. Ti auguro buona serata! Un grande abbraccio 🙂
Vabbè,che tu abbia scoperto l’acqua calda è davvero rilevante. Piuttosto dicci: i capi in saldo te li davano gratis o no? È qui il discrimine tra essere scemi intraprendenti ed essere gnucchi a riposo.
l’indipendenza emotiva è importante ma non quanto quella economica.
difatti,
l’indipendenza economica non prevede castità o ne limita fortemente gli effetti.
mi sembra un buon inizio ma la fine quando arriva?
sono le 8 del mattino ed era proprio quello che avevano bisogno di sentire le mie orecchie.
Basta, e senza sensi di colpa. Dire no agli altri significa dire si a se stessi. Al tempo che si vuole dare al proprio corpo o alla propria volontà. E’ questa che reprimi ed è questa che prima o poi si trasforma in zerbinaggio.
Leila vai avanti cosi. Sti c…I!!
La “sindrome della crocerossina” è un classico,
conosco persino una ragazza che si è sposata
per quel motivo con uno sfigato, dicendo
“se non lo prendo io non lo prende nessuno”
(lo sfigato non sono io, per fortuna;)
Ma comunque basta con questa storia dei sensi di colpa,
il troppo “stroppia”.
Non è il primo caso che sento di persone che hanno passato una vita a sacrificarsi per gli altri
e a un certo pensano che hanno sbagliato e magari passano all’estremo opposto.
“In medio stas virtus”(La virtù sta nel mezzo), come sempre…
Partiamo dal presupposto che nessuno/a si sacrifica REALMENTE per gli altri ( a meno che non si tratti di suore o preti missionari ). Chi fa certe affermazioni lamentandosi per la propria condizione, è solo perchè non ha il coraggio di vivere la vita che veramente vorrebbe. La generosità autentica è cosa diversa dalla pigrizia e dalla vigliaccheria.
Grazie a chi ha compreso appieno le mie parole e mi ha offerto il suo sostegno… un po’ meno a chi si è messo a predicare su un pulpito parlando come se la sua dimensione fosse il metro di misura del mondo.
Ma non siamo tutti uguali (viva Dio).
Purtroppo mi sono sempre accollata i problemi di molte persone, affrontandoli sempre come se fossero miei. Non sono un prete o una suora missionaria (parliamo delle loro pseudo opere di carità?). Sono solo una persona che ha visto la sofferenza in famiglia e ne capisce le conseguenze e le sfumature… sono nata altruista!
A chi sostiene che nessuno si offre totalmente al prossimo, dico che mi dispiace per lui/lei per le esperienze e mi sento vicina al suo vissuto. Dopotutto anche io avrei voluto un’amica come me.