Caro Direttore,
spesso si sente dire che negli ospedali si venga trattati come numeri o pacchi. Ultimamente mio malgrado sono stato ricoverato per una severa malattia presso il Reparto di Chirurgia di Piacenza dove oltre alla professionalità dei chirurghi nota da tempo, ho scoperto una “Eccellenza” dell’ assistenza. Non credevo che tanta umanità potesse regnare in un reparto così . Tutta l’equipe degli infernieri e con loro anche le signore delle pulizie (le dottoresse dei pavimenti) hanno espresso nei miei confronti la massima umanità. I loro occhi diventano gli occhi di mia mamma , la carezza della sorella, l’abbraccio di mio padre. Le aste delle flebo a volte non andavano per le rotelle ma ad un loro gesto diventavano amiche con cui restare. La mia gratitudine resterà nel mio cuore per sempre e desidero ringraziare pubblicamente tutto il Reparto di Chirurgia di Piacenza perchè le vere “Eccellenze” lavorano nell’ombra e non hanno bisogno dei riflettori. Grazie non tanto per me ma per tutti i piacentini che verranno dopo di me. Viva il Reparto di Chirurgia di Piacenza e Viva Piacenza per questo primato.
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Categorie: - Salute
Contenta per te. Ognuno utilizza i talenti che ha a disposizione. Il mio non è l empatia!
Quante donne oggi, per la superbia della carne, mostrano in maniera provocante il loro corpo! Senza pudore! Senza disagio! Con la più grande naturalezza, fingendo di non rendersi conto che stanno provocando scandalo a tante persone e favorendo così la propria e l’altrui rovina eterna. Quanti e quanti uomini, infatti, e quanti e quanti bambini sono portati a guardarle con malizia! Guai a chi pecca e fa peccare in questo modo! Sono costretto a dire che una donna che non è vestita correttamente talvolta pecca senza esserne pienamente consapevole, ma non per questo è senza colpa, perché genitori, sacerdoti ed educatori almeno qualche volta le hanno parlato del pudore, e se anche non fosse stata educata in questo senso glielo grida la sua coscienza che un certo abbigliamento diventa provocazione e tentazione per chi la vede così poco vestita. E così, quando si ostina a ignorare questo, induce molti uomini e molti bambini e giovani a pensieri peccaminosi, li rende facilmente vittime della passione della carne e li porta a peccare gravemente.
Ciao,
la tua lettera è molto bella… ma io penso, come hai giustamente osservato, nel nostro tempo manchi la capacità di godere delle piccole cose. Io ad esempio – senza offesa- ho un portamento che mi permette di trasformare una festa in un evento… si tratta di un dono del buon Dio che riflette i miei desideri più profondi. Se cercassi solo l’apparenza delle cose mi potrei addirittura sentire in cola… invece il mio punto di riferimento continua ad essere la recita scolastica. In passato non avrei disdegnato altri tipi di esperienze… ma il mio essere mi ricorda che è bello godere dei piaceri della vita. Non capisco da dove nasca il desiderio di voler apparire da bosco e da riviera… si tratta di un tipo di ostentazione che non comprendo. I giovani avrebbero bisogno di messaggi diversi. Io ho un ottimo rapporto con il mondo dell’estetica, ma mi rifiuto di sentirmi insicura perché nella vita mi piace sperimentare e come ti ho detto non sono una bigotta. Nelle mie contraddizioni cedo la differenza tra pubblico e privato… non capisco il moralismo. Secondo me rischiamo di confonderci sui valori e di dare ai giovani messaggi che li disorientano.
Piccola ha ragione, io per esempio d’estate impazzisco e non vedo l’ora che arrivi l’inverno così le femmine si coprono e io smetto di sudare nervosamente e posso dismettere i mezzi di contenzione che mi autoinfliggo. Tornando alla lettera, spero che “infernieri” non sia un lapsus freudiano ma solo un banale refuso. Simpatica in ogni caso la locuzione “dottoresse dei pavimenti”, davvero carina: è pur vero che per essere assunti a fare le pulizie in Italia oggi come oggi ci vuole una laurea magistrale, ma almeno si vede il risultato.