Sono dipendente da un essere umano di sesso maschile da circa un anno e tre mesi.
Passo tutta la mia giornata pensando a cosa starà facendo in quel momento, a quanto odierei quello che starebbe facendo, a quanto vorrei farlo anch’io. Non ho amici, non ho interessi, non ho speranze. Nonostante io provi spudoratamente a copiare la sua filosofia di vita la mia permane, e mi impedisce di vivere davvero. Ho attacchi di panico frequenti, per questo ormai ho paura di qualsiasi cosa, di qualsiasi situazione che non sia camera mia illuminata dalla luce del sole, opaco o brillante che sia. Ho paura delle altre persone, ho paura di quello che potrebbero dire o fare, ho paura di guardare fuori dal finestrino dell’autobus, ho paura quando rimango sveglia fin’oltre le otto di sera. L’invidia che provoca odio verso la vita di lui, la mia debolezza e malformazione cerebrale mi rinchiudono in una specie di regolamento, un regolamento di precise regole comportamentali che mi bloccano in una dimensione che non mi piace, ma necessaria per assomigliare il più possibile a quelle persone “normali”. Non posso rimanere sveglia di sera, a costo di non finire il lavoro per domani. Non posso andare in vacanza, non posso stare con te per troppe ore consecutive, non posso conoscere persone nuove. Sono rinchiusa in una disperazione teiste che spesso si sfoga nell’alcol. Nell’alcol pomeridiano, visto che alle otto io devo andare a dormire. La mia sottomissione a questo regolamento, che dovrebbe servire a cercare di avere meno paura, mi spinge a una totale perdita della speranza. Riconosco che non potrò mai avere una vita normale, che non riuscirò mai ad essere al livello di quelle persone che giornalmente mi dimostrano di essermi al di sopra, che giornalmente prendono in giro i miei sentimenti, che giornalmente mi reputano insensata. Non sono sopportabile. Lo so.
Fumo una sigaretta e vado a letto.
I miei polmoni si riempiranno di pensieri, mentre il mio cervello e il mio cuore, piano piano, ma con pennellate violente, diventeranno sempre più neri.
È tardi
di
Peggio
Lettera pubblicata il 8 Febbraio 2009. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Peggio.
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ma perche t devi convincere di queste cose che dici? piu le pensi piu c credi e piu diventano parte di te.
devi pensare di meno e agire di piu. anche io ho attraversato momenti bruttissimi cn me stessa pero ho reagito, non mi sono fatta inghiottire da questo male.
devi solo provarci, provare a capire e accettare la vita per quello ke è..
AIUTATI, solo tu puoi farlo!
Ho riletto varie volte questa lettera,ma non riesco a capire se hai un problema patologico o e lui che ti costringe a vivere in questo modo. Scusa questo dubbio,avrai senz’altro una vita difficile,hai scritto di getto con rabbia,ma cosa significa che alle otto devi essere a letto? E ritorniamo alla prima domanda,sei in cura o ti costringe lui a tutto quello che dici? Diventa difficile dialogare,bisogna che trovi un attimo di serenità e spieghi meglio, vorrei azzardare qualche consiglio,mi blocca il fatto che se non sciogli questo dubbio, potrebbe essere dannoso per te. Cara Peggio,vuoi descrivere in modo semplice e avere uno scambio di idee che possa aiutarti? Penso che anche altri sarebbero felici di darti una mano.Allora cerca di calmarti ed esponi in modo chiaro quello che ti sta succedendo ok? …mario
ti sei creata tu questa gabbia, tu sai dove stanno le fondamenta e la chiave l’hai sotterrata tu
comincia a scavare, trovala, apri questa gabbia perchè nella vita c’è solo una cosa a cui non c’è rimedio
…e vedi di non arrivarci troppo presto co sto stile di vita.
so BENISSIMO di cosa parli. ho fatto ANNI con accanto una persona simile a te, che non si buttava sul fumo e alcolici perchè non poteva farlo con tanta leggerezza, avendo una serie di sturbi psicosomatci correlati all’ansia e al panico.
rompi i tuoi schemi. è un obbligo! ma non farlo facendo del male ad altri. io ho subito questo trattamento ignobile e non perdonerò mai. è una ferita che resterà per sempre.
se tieni a lui, se nn lo vedi cm un semplice appiglio per dare un senso alla tua vita come faceva la mia ex, sii corretta, parlate di tutti i cambiamenti che prima o poi vorrai fare, anche se dolorosi.
è in questi casi che la coppia dimostra se ha le “palle sotto”. te lo dico perchè poi, dopo aver commesso certi atti, nn si torna più indietro e si perdono le persone care. il dopo, le moine, le chiacchiere, i messaggi d’affetto e di stima, nn servono più a nulla.
ripeto: rompi lo schema, ma abbi rispetto di chi hai di fianco. se sn intelligenti, se ti amano davvero, soffriranno di certi cambiamenti, ma alla fine ti resteranno vicino.
molti dei tuoi blocchi sn solo nella tua testa.
vuoi dimostrare coraggio? lascialo, ma nn cercare di farti altre storie. resta sola e combatti a muso duro quella brutta bestia che so benissimo quanto fa male quando monta dentro… l’ho provata pure io, su di me, a causa della mia ex.
vuoi un esempio di cosa significhi essere buttati nella spazzatura? io a lei insegnai a fare una cosa per renderla indipendete. una cosa banale, ma molto importante. ora, se fa la fi.. in giro, magari con il suo amichetto nuovo, lo deve SOLO A ME che mi sn sbattuto come un co...... per parecchi mesi, quasi ogni sera, dopo lavoro… malgrado fossi stanco o semplicemente scazzato. io ho lavorato per quell’indipendenza che poi mi si è ritorta contro. pensaci…
Cercherò di riprodurre in maniera più sensata quello che ho già detto.
Ho già detto che dipendo da un essere umano di sesso maschile, da circa un anno e tre mesi; ho già detto di essere dentro un regolamento; ho già detto che non mi piace.
“Questo” ha avuto inizio il giorno in cui ho deciso che la sua vita doveva essere la mia. Mi sono attaccata morbosamente a lui nei primi periodi, per poi farlo soffrire nei periodi centrali, per poi allontanarlo in questi ultimi. Il ragionamento è sempre stato uno: non posso dimostrargli amore, non posso mostrargli la mia debolezza, devo solo rimanere a guardarlo ed imparare da lui. Quello che mi ha sempre scombussolata è il fatto che essendo debole non avevo la forza per nascondergli la mia debolezza, essendo desiderosa della sua vita diventavo invidiosa e così ogni pretesto era buono per togliergli quello che aveva, essendo sola non avevo nient’altro da fare.
Quindi rimanere ferma a guardarlo mi risultava impossibile, soffrivo terribilmente ogni volta che lo sentivo ridere a telefono, dovevo essere lì con lui per poter catturare quel sorriso e beneficarne solo e unicamente io, altrimenti dicevo qualcosa di malvagio in modo che sentendo la sua paura o la sua rabbia avrei potuto compensare tutto quello che pativo io per lui, ingiustamente. Addormentarmi con il pensiero che lui stia soffrendo mi ha sempre migliorato il sonno. Soffrivo terribilmente ogni volta che mi rendevo conto che aveva altre persone con cui condividere quei sorrisi, non ero gelosa, ero e sono sempre solo invidiosa, quelle altre persone dovevano essere le mie. Le mie le ho perse per imanere a guardare la sua vita sclerando. Spesso piangevo davanti a lui e andavo in crisi così pateticamente profonde e immotivate che mi sembrava persino di avere ragione. Lui non è mai riuscito a trovare un rimedio ne tantomeno riusciva mai a placare le mie crisi. Lui crede ancora che in quel periodo ero stata molto possessiva e gelosa. Io so che non è questo,o almeno non avevo il desiderio di possedere la sua persona, ma solo volevo avere il potere di stracciargli quella vita, che doveva essere assegnata a me.
E’ passato un pò di tempo e come ho già detto ora sono nell’ultimo periodo, quello in cui lo allontano. Ci vediamo solo il sabato sera e ogni volta ho molta paura di vederlo anche solo quel giorno, gli ho anche chiesto di non sentirci durante la settimana, per la mia indipendenza.
Sto provando a curarmi da questa invidia che provo, sto provando a pensare a quello che ho io e ad accontentarmi. Ma inutilmente non faccio altro che pensare a quanto sarebbe bello poter fare come lui, agire senza pensare, senza aver per forza ogni volta paura delle coseguenze.
Sento di odiarlo ancora, ancora molto, sento di odiare anche me. Sono in una continua contraddizione dove il mio bene rimane sempre fissato sulla stessa linea del suo male. Non posso allontanarmi per qualche minuto dalla mia situazione attuale o perdo il controllo e non so più come gestirmi, ogni mia atti
bravo spectre, acuto come sempre
Non è bello leggere “essere umano di sesso maschile”. Lo spersonalizzi quasi fosse un totem sul quale scaricare la tua frustrazione. Senza “quasi”.
Sì, assomigli proprio a quella lei che avevo vicino, ma pure io ho assomigliato a te per alcuni frazioni di quel che scrivi. Anche ora, mi rendo conto di essere un po’ tale e non mi piace. Che lotta! Il mio rapporto è stato simile all’avvicinare due lanterne semi spente che cercavano luce dall’altro, l’occasione di illuminarsi di luce riflessa, ma finivamo per mangiarci quel poco senza nutrirci. Mutualità. Nel tu caso la lanterna fioca è una sola, l’altra non può farci nulla se brilla. Non è una sua colpa. Perché lo punisci?
Non voglio fare il maestro, per cui prendi quel che dico solo come “annotazioni”: conta quanti “io” hai usato esplicitamente, o implicitamente. Sono però degli “io” inutili, perché sono “io” passivi per la tua persona, ma diventano attivi solo se sono rivolti contro l’altro, quando invece dovrebbero essere degli io di luce. Non di buio. Scusa le parole un po’ da santone, ma mi paiono funzionali al discorso.
Anche io mi sono sentito tirato dentro nel suo gorgo da una persona simile a te, e quando provavo ad uscirne mi faceva sentire in colpa, perché non riuscivo a non starle vicino amandola per quello che era, in tutto il suo male al tempo invisibile ai miei occhi. Lei non era cattivissima con me, lo è stata alcune volte ferendomi, ma ho avuto la bruttissima sensazione, quella profonda che ti solca l’anima, che lo sia stata più di quel che potessi immaginare, anche quando giocavamo. Io giocavo… lei forse sfogava la sua frustrazione su di me. Non con me. Costrizioni, prevaricazioni leggere che non le riuscivano fino in fondo perché con me non è facile essere cattivi davvero. Sì può essere cattivi con un buono?
Lui non ti ha fatto nulla, e stai attenta a nn perdere qualcuno di importante a causa del tuo “io” distruttivo. Lo dico perché ne ho le scatole piene di conoscenze che alla fine finiscono sempre a parare lì.
Ci tengo: quando prima o poi spiccherai un balzo, ricordati di chi hai vicino. Non sono tuoi nemici. non solo causa dei tuoi dolori se nn ti hanno fatto davvero del male.
@Spectre …se non ti hanno fatto davvero del male…Ma di che parliamo? Io ho chiesto a “peggio” di chiarire alcune cose. Ha risposto in parte, ma tu, Spectre soffri ancora per chi ti ha usato? SI?, nella mia logica non trovano posto sentimenti simili.In Amore è giusto dare se stessi?! Ma andiamoci piano, qua siamo a livello paranoico. Sapevo che avrei usato questo termine e non è facile diagnosticare un amore con la paranoia.Ora ho tutti gli elementi per dire ciò che penso.Ci sono persone che hanno bisogno di qualcuno che le guidi,niente di male se si fa tutto per amore e si conduce l’altro al di la dei propri limiti attuali, ma non che si debba subire in eterno la personalità maggiore, almeno io ritengo tale chi soffre di frustazioni o di una crescita rallentata…L’amore può aiutare ma qui non c’è. “ognuno si sceglie il padrone che si merita” non è una frase vuota, il vuoto è in chi confonde l’amore con altre cose e quello che stà subendo “peggio” è sopraffazione.Capita ancora oggi a molte donne, vuoi per l’educazione o diseducazione per dire meglio, che si subisce in famiglie ancorate a principi antiquati, ma chi si sente oppresso deve puntare alla LIBERAZIONE non ai sotterfugi. Di lupi o lupe ce nè ancora molti in giro,e stranamente, esecitano una forte influenza, non si riconoscono subito, perchè lupi si diventa, particolarmente se hanno la preda giusta a tiro. E’ sacrosanto allontanarsi,non IMITARLI, da queste persone.Non voglio sbilanciare oltre il mio dire, perchè se non si ha un parterre culturale adeguato, finisce tutto in lacrime e in un blog…meglio essere cauti.Allora mi limitero a parlare dell’amore. L’amore non chiede,da 10 volte quello che che ci aspettiamo, l’amore è rispetto reciproco, l’amore non usa la bilancia, l’amore non ha dubbi, se ci sono, è un’altra cosa, ma non è amore…amore e svegliarsi prima per fare il caffè. Chi mi contesta questo, deve ancora imparare ad amare. …mario
OK guerriero?
toroseduto, concordo
@toroseduto
il discorso sull’amore per una fattispecie del genere è a dir poco semplicistico.con tutto il rispetto per te,toroseduto,parli così perchè forse non hai mai conosciuto tale realtà(fortunatamente per te) che va(purtoppo) moooolto oltre i sentimenti.Nasce come un rapporto d’amore per finire a trasformasi in una vero e proprio do ut des dove una delle due personalità ha solo BISOGNO e dove l’altra vuole solo DARE.la parte che ha bisogno dà con la sola presenza e l’altra si fà in quattro per dare tutto quello che può.
Questi due prototipi di personalità sono sempre destiinati ad incontrarsi…..e non sono io che lo dico……morale della favola,alla fine di queste relazioni c’è catastrofe naturale.
cara peggio,te ne sei accorta in tempo.non è tardi.lascia la tua metà e prova a vivere …credimi,questa è l’unica soluzione possibile…e come ti ha suggerito spectre non buttarti in altre relazioni,perchè come ha ben detto,provochi solo altre sofferenze a te e a chi ti è intorno,ma SOPRATTUTTO sarebbe solo un ulteriore forma di dipendenza…con un altro nome.deve passare tempo e tempo…