Sono autrice di copioni teatrali, senza alcuna speranza di poter vedere rappresentate mai le mie opere in un teatro vero. Mi sono rivolta a molti teatri,piccoli e grandi, ma spazio per gli emergenti non ce n’è! Ogni teatro, ogni compagnia ha già il suo autore. I concorsi spesso sono organizzati in modo tale che è solo un bel flusso di denaro, perchè è prevista una quota di partecipazione per cui conviene solo agli organizzatori.Che vergogna!!! Poi si lamentano che il teatro è in declino! Certamente vengono messi in scena certi obbrobri che piacciono solo a che li ha scritti.
I miei testi sono molto divertenti, e non me la suono e me la canto…. me lo dicono quelle poche persone che li conoscono e che purtroppo possono solo dare un giudizio spassionato. Invito a leggerne qualcuno sul mio sito all’url http://tinasilv.beepworld.it/
Concetta Silvestri
Nella vita una “maestra irrequieta”, nel tempo libero “una scrittrice per caso”
È dura per gli autori teatrali
di
maestrairrequieta
Lettera pubblicata il 8 Novembre 2008. L'autore, maestrairrequieta, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
La lettera ha ricevuto finora 21 commenti
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Per il momento ho letto solo “il portafoglio”. Sono un autore anch’io, cominciai 20 anni fa. Deluso dai grandi e con mia moglie maestra tranquilla, le scrissi una canzone natalizia per i bambini.Ebbe un certo successo, l’ho data a più di 10 scuole,poi mi venne l’idea di allestire uno spettacolo completo a fine anno scolastico. Ho una certa esperienza,oltre il recitato,aggiungevo molte canzoni,che poi è il mio mestiere vero.
Ho sempre pensato che era importante far divertire i bambini,mandando dei messaggi ai grandi.Sarò sincero,questa scenetta del portafoglio io la riscriverei,sconvolgendola.è un po piatta, quando non c’è uno o due, diciamo protagonisti, la rappresentazione non ha ritmo. Nel senso che (devi sempre metterti dalla parte del pubblico) i personaggi finiscono per confondersi uno con l’altro.Qualche colpo di scena, un guizzo che spiazza tutti, attori e spettatori,e compito molto difficile,la conclusione. Non basta restituire un portafoglio per far gridare Viva la Legalità.
La situazione a Napoli (siamo compaesani)é questa,
Se ti rivolgi ad un teatro loro ti accetteranno, potrai fare quello che ti pare,pagando naturalmente,il pubblico devi averlo tu,chi vuoi che vada a vedere uno spettacolo se non c’è qualche grosso nome?
E sapessi quanto si fanno pagare!
Mi dispiace di averti detto come stanno le cose. Comunque io provavo più soddisfazione a rappresentare gli spettacoli nella scuola,i bambini sono a loro agio,puoi coinvolgere le colleghe,ma fai attenzione ai “consulenti”,sono spesso dei semplici animatori,e sparano cifre che…non ne parliamo. Io ho smesso tre anni fa,in seguito alla morte di mia moglie,non sarei capace,come non sono capaci le ex colleghe di lei.
Leggerò qualcosa ancora, scusa se ho commentato in modo sincero, ma ho vissuto e rappresentato coi bambini per molti anni e non voglio atteggiarmi a gran sapiente. Anzi ti ringrazio,perchè con il tuo argomento ho rivissuto alcuni dei momenti più belli e veri della mia vita. Ciao Mario
cara mia
immgino sia difficile, ma per questo solo alcuni arrivano alla fine, comabatti e vinerai.
Ascolta questo e mi capirai
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2007/10/08/lultima-lezione-di-randy-pausch/
Caro Frattinima hai trovato proprio le parole giuste per tirarmi su di morale!!!!
Ho letto il portafoglio. I tuoi dialoghi sono vivaci 🙂
Lo rileggerò con più calma, cmq.
Forse il finale è un po’ a… saracinesca, e poiché il resto ha un buon ritmo potresti magari farlo più d’effetto.
Perché non lo proponi a qualcuno per farne un cortometraggio?
Se hai voglia di vedere le cose che scrivi prendere vita, intanto, potrebbe essere un’idea. Naturalmente dovresti cavartela con il linguaggio cinematografico per realizzarlo da sola. Ma se invece il tuo dispiacere è quello di non poterlo vedere rappresentato forse qualche compagnia amatoriale o qualche persona o ente che realizza cortometraggi a basso budget, nella tua zona, potrebbe essere interessato.
Non guadagneresti denaro, ma soddisfazione sì.
Non so proprio a chi rivolgermi in questo campo! Per quanto riguarda il finale, effettivamente è stato frettoloso ma perchè avevo l’esigenza di non allungarlo troppo per i ragazzini che erano di Terza elementare e poi per farlo rientrare nel progetto legalità, finalità per cui era stato scritto. Con questo copione i miei alunni hanno partecipato al concorso “Edenoscar” una rassegna teatrale per le scuole e il protagonista ha vinto la targa come migliore attore ed era il partecipante più piccolo in gara. Perchè non leggi “Di questa tivù non se ne può più che dal sito “Gli antinati” è stato scaricato più di 5000 volte e nessuno mi ha mai pagato i diritti Siae, questa è un’altra cosa che non capisco. Anche a livello amatoriale non si dovrebbe pagare la Siae in forma ridotta? Ti invito a leggere il mio ultimo copione”Da Eva a Rosy Bindi” che tra poco sarà pubblicato sul sito “Gli antinati” e sul mio.
Non mi intendo, ma credo che a livello amatoriale si paghi sì la siae per poter rappresentare lo spettacolo, ma che non sia automatico che venga pagato anche l’autore.
Di solito gli amatoriali lavorano tutti per la gloria, come si suol dire, con molta passione, spesso molta bravura e zero denaro, e quindi credo che non vengano pagati neanche gli autori, se cedono il loro lavoro per la rappresentazione.
Forse (ma ripeto, mi invento, non lo so) il pagamento presuppone che ci si metta d’accordo prima, con la compagnia o con il teatro, in tal senso.
Inoltre non credo neanche che l’iscrizione alla siae come autore sia così automatica: tu sei iscritta alla siae? Non so bene quali siano gli estremi per potersi iscrivere, forse avere già rappresentato qualche proprio testo in forma pubblica?
Per quanto riguarda il fatto che non conosci nessuno in quel campo puoi solo muoverti per cercare di entrare in contatto con quella realtà, se ti interessa.
per quanto riguarda invece le parole di Frattimina: sul fatto che debba pagare tu e portarti il pubblico non ne so nulla, e certamente lui ti ha portato un’esperienza per certi versi disincantata… ma anche incantata.
In fondo ti ha regalato un po’ della sua di storia.
In poche righe ti ha raccontato un mondo, di arte, emozioni ed affetti.
Sarò una sentimentale, ma io ne sono rimasta colpita.
Per il resto, invece di darti una pacca sulla spalla o di dire “non mi piace” ti ha fatto una critica, condivisibile o no, per come la vede lui, ma comunque costruttiva.
Quindi alla fine anche se da un lato ti ha smontata, dicendoti, come sai, che il mondo che ti interessa è difficile, ti ha anche spronata. O forse io sono un’ottimista… però io nel suo commento ho visto anche questo.
Al di lè della siae o dei diritti d’autore.
Baci.
Frattinima mi ha tanto colpito che ho pensato un po’ su prima di rispondergli, mi ha fatto tanta tenerezza e poi ci ha resi partecipi del suo grande dolore e questo è disarmante, significa che il suo cuore è pieno di solitudine.Un abbraccio grande grande Frattinima.
Riguardo al teatro,che ora mi sembra poca cosa di fronte alle grandi sofferenze della vita, dicevo…. il teatro è una passione e come tale è tanto ma tanto irrazionale al punto che non solo non ci guadagno un quattrino ma ci perdo, infatti avendo rappresentato ogni mio copione ho avuto l’opportunità di depositarli alla S.I.A.E. per cui ho versato il primo anno € 250 e gli anni successivi circa € 100. Ecco che ti fa fare la passione…Paghi per un’eventualità remota di essere rappresentata ma se non succede ci hai solo perso.E la cosa più illogica è che nonostante tutto continui a passare ore e ore al computer per scrivere…scrivere…per cogliere ogni attimo significante della vita e portarlo là in quel mondo irreale che prende vita sotto le tue dita
@E la cosa più illogica è che nonostante tutto continui a passare ore e ore al computer per scrivere…scrivere…per cogliere ogni attimo significante della vita e portarlo là in quel mondo irreale che prende vita sotto le tue dita
più che una cosa illogica mi sembra una cosa molto bella, no?
penso che comunque sia una cosa che ti fa stare bene e si sposa con la tua visione del mondo, il modo in cui lo osservi, altrimenti non la faresti. Risponde comunque ad un tuo bisogno.
A questo punto, forse, cerca di godertelo di più in quanto tale, perché è un vero peccato che un piacere diventi una frustrazione.
C’è un sacco di gente che scrive, ma il salto al mestiere della scrittura, si sa, non è così semplice. Guadagnarsi il pane scrivendo è molto difficile. E’ un settore in cui anche chi lavora quotidianamente ha difficoltà a campare, quindi figurati chi deve ancora entrare nel giro.
E francamente non è così solo perché i circoli sono molto chiusi, come noti anche giustamente tu, ma anche perché l’offerta (anche di qualità, comunque) è molto superiore alla domanda.
Oltre alla bravura ci vogliono impegno, tenacia, fortuna, e anche originalità e duttilità. E neanche l’incrocio di queste variabili molto spesso è sufficiente a dare una sicurezza economica o comunque una soddisfazione economica.
Però attenzione a non inacidirti riguardo al fatto che ci sia molta monnezza in giro che non lascia spazio ai talenti. E’ vero che c’è diversa monnezza in giro, però non è neanche vero che in giro ci sia solo spazio per la monnezza che toglie spazio ai talenti. Il fatto è anche che ci sono molti talenti, e non ci può essere spazio per tutti.
Con questo non ti invito a mollare, anzi, a perseverare, ma a continuare ad amare quello che fai piuttosto a inasprirti o deprimerti a causa del sistema. Proprio perché non fai parte di quel sistema puoi viaggiare più leggera con le dita sulla tua tastiera.
Per la Siae: costosetta, sì…
so di persone che se la cavano con quella… detta dei poveri, cioè con lo spedirsi le cose da soli con una raccomandata. Non so esattamente che valore legale abbia in caso di eventuale plagio, però so che si tutelano così.
Grazie! Sono molto giuste le tue considerazioni.Continuerò a scrivere anche perchè, come giustamente hai compreso. è un bisogno per me, talvolta anche catartico, perchè mi libera da tante tensioni che nascono dal quotidiano.Veder rappresentate le mie idee, resterà sicuramente un sogno, ma forse i sogni sono belli anche per questo perchè sono irreali
cara irrequieta, rispondo solo oggi perchè ho la connessione con la telecom,e sono rimasto 5 giorni nel buio più totale.mi presento meglio. Sono un musicista, di quelli veri, ho lavorato fra Capri ed ischia con il mio magnager, prendeva il 25% e io mi facevo serate massacranti,tanto che a volte speravo in una serata di pioggia…Avevo in repertorio quasi tutta la musica del mondo,un pianista e peggio di un cameriere, devi tenerti aggiornato, hai un pubblico esigente…e mi pagavano bene. Questo mestiere non esiste più. ora vanno in giro con le basi, cantano su tonalità sbagliate e si accontentano di pochi soldi.Normale, se vai in giro per i locali un po. Molti miei amici elemosinano una serata. Ho detto basta nel 94,quando viene la ragazzina di turno a chiedermi la canzone di gigi d’alessio. Per me la musica è sempre stata un’altra cosa, puoi intuire cosa.Si parlava di teatro. oggi per guadagnare qualcosa scrivo musiche inedite per compagnie teatrali amatoriali,sono tutti professionisti in altri campi, dottori avvocati imprenditori…sono uno dei più richiesti, perchè sottoponendomi i copioni, gli spiego cosa non va, e mi limito molto! Chi scrive un copione considerandola una sua creatura, faccio venire a galla cosa ha copiato e da chi ha copiato.Non esistono scrittori emergenti, la polvere del palcoscenico è una malattia rara e bisogna respirarla con umiltà. Con i bambini non ho mai voluto strafare, mettergli in bocca parole e concetti che non appartengono al loro quotidiano,è pura e semplice violenza. sono stato chiamato come esperto in varie situazioni. Le mie peggiori nemiche in quel contesto, erano le autrici o pseudo tali.Ho sempre voluto che i bambini giocassero con le parole che usavano tutti i giorni, ho fatto scrivere a loro quello che si sentivano di dire. Tu non fai distinzione fra Teatro e rappresentazioni scolastiche. Alcune cose che hai scritto, per farle udire al pubblico, se no tutto diventa vano, ci vogliono delle attrezzature costosissime, da vero teatro, microfoni panoramici, sale insonorizzate, pubblico silenzioso….e dove le trovi tutte queste cose? Nel teatro dei gran nomi, professionisti che si avvalgono di altri professionisti…e alla fine per contenere il prezzo del biglietto, gli attori veri, sono quelli che guadagnano di meno. Uno spettacolo che ho fatto di recente, sempre amatoriale, con la pre-vendita dei biglietti(peggio dei volantini delle elezioni politiche)in cui ogni attore, essendo affermato professionista nel suo campo, e perchè aveva invitato…voleva far bella figura. il regista professionista anche lui,mise in discussione una mia musica, troppo d’avanguardia secondo lui,e dato che per scrivere le musiche devi “entrare nella testa” dell’autore, ho sorriso. gli ho svelato il gran segreto…era una rielaborazione di “anonimo veneziano” non la musica del film , ma lo spartito vecchio di secoli e molto suggestivo. All’autore piaceva tantissimo, il regista piano piano entrò nel clima che suscitava -continua-