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Lettera pubblicata il 17 Febbraio 2015. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Simoneff.
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Rossana,
questa mia fiducia è diminuita proprio verso il termine. Concordo che chi rifugge da queste terapie, per paura di essere giudicato, o perché crede che riguardino solo i pazzi, o per altri motivi… sì, spesso sono i primi ad averne bisogno. Guardarsi dentro significa sapersi mettere in discussione, e tante persone purtroppo peccano di superbia in questo. Anche i terapeuti stessi hanno fatto questo percorso. Alcuni pensano che sia come andare dal prete (sono ateo), ma non penso proprio sia la stessa cosa!! Nonostante tutto ritengo che quasi tutti dovrebbero intraprendere una psicoterapia, sia che duri alcuni mesi, sia che si protragga oltre due anni. Per quanto riguarda la mia terapeuta, forse può nascere qualcosa, forse no… ma la mia vita va avanti comunque. La mia autonomia suppongo che l’abbia ottenuta grazie a lei, in qualunque modo la faccenda si sviluppi.
Come ti hanno spiegato altri utenti secondo me devi lasciare perdere. Lei ha sbagliato a lasciarsi andare con te e tu nella lettera poni una domanda sbagliatissima: “lei ci starà?”. Il titolo giusto è “dubbi sulla psicoterapeuta”. Hai fatto perfino delle ricerche per capire se lei ci starebbe o non ci starebbe e se i suoi gesti hanno un significato in questo senso.
Ora io non sono un’esperta nel campo, però c’è qualcosa di tremendamente sbagliato in questo. Io stessa se fossi nei panni della tua terapista mi allontanerei da te in ogni senso, soprattutto professionalmente. Perché non posso certo contribuire al tuo benessere psichico se tu provi qualcosa per me.
Però potrebbe essere anche che la tua sia solo una infatuazione considerando che tra psicologo-psicoterapeuta e paziente c’è una relazione speciale che si chiama transfert. Questo è presente in tutte le relazioni, ma lo psicoterapeuta dovrebbe utilizzarlo in maniera corretta per poter portare avanti il percorso psicoanalitico. E’ simile a una storia d’amore, dove ci sono forze di attrazione e anche forze di repulsione. Sta alla capacità dell’analista e alla buona volontà del paziente saperle gestire.
Io queste cose le ho studiate alle superiori, ma spero che tu abbia compreso il senso delle mie umilissime parole.
Non solo rischi di andare incontro a delusione, ma anche lei corre un enorme rischio. Se s’invaghisse di tutti i suoi pazienti sai che cosa succederebbe? Non potrebbe fare quel lavoro. Parlagliene e cambia psicoterapeuta ai fini della tua guarigione.
Ha fatto bene a dirti di rivedervi casomai tra un anno, perché tra un anno, una volta che il transfert è venuto meno, probabilmente anche le emozioni che proverai tu saranno cambiate.
Ciao
Elle, non mi pare il caso di cadere in battute simili. “Traumatizzato” dagli abbracci… manco fossi un ragazzino di 15 o 20 anni. E stai tranquilla che non le faccio pena, sono sicuro al 100%, anche da come parla, che sono un ragazzo maturo etc etc. Quindi confuto la tua ipotesi. Parli di farmaci addirittura, come se fossi un caso patologico: taglio corto e mi fermo qui a commentare le tue corbellerie. Non so quanti anni hai.
Per quanto riguarda quello che dice cami, mi dispiace dirlo, ma hai ragione anche tu come altri utenti… e purtroppo io, ma mi sono svegliato tardi. Ma dannazione, avrebbe potuto fermarmi. Ho scoperto che è sempre responsabilità del terapeuta in questi casi, mantenere i confini. Mi sono fatto una cultura al riguardo e ho scoperto che invaghirsi di un paziente capita, però è necessario che l’analista ci lavori sopra di suo, e inviare il paziente altrove se non riesce a gestire la dinamiche intime. Non sto dicendo che lei provi attrazione per me, può essere tutto o niente, ma non è stata professionale. Io ho sbagliato qualcosina, ma lei molto più di me.
Allora agisci di conseguenza. Cambia terapeuta e chiudi i rapporti con lei, sia quelli professionali sia quelli sentimentali.
Un saluto !!