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Dubbi sulla psicoterapia

di Simoneff
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Febbraio 2015. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 24 commenti

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  1. 11
    rossana -

    Simoneff,
    ti do anch’io qualche risposta.

    1) Il traguardo può essere o non essere posto, a seconda dell’indirizzo terapeutico adottato dalla tua psicologa e degli adattamenti adottati nelle sue modalità operative. secondo me, dovresti proseguire le sedute fin quando non ti senti abbastanza sicuro di te. tutto non può essere risolto mai: l’importante è conoscere se stessi quanto basta per non essere sovrastati dai problemi, ed essere quindi in grado di affrontarli con le proprie forze e le proprie esperienze.

    2) non è tanto una questione di cuore o di cervello. mi sembra corretta l’ipotesi di lasciar passare almeno un anno prima di pensare a un incontro fuori dallo studio. in questo lasso di tempo già saresti diverso da ora, sperabilmente più sicuro di te, e quindi meno preoccupato della possibilità che lei ricordi sul tuo conto particolari troppo intimi. questo sarebbe più che possibile ma lei, come te, tenderebbe a lasciarli fuori dalla vostra nuova relazione, presumibilmente amichevole. sarebbe per entrambi qualcosa di diverso da prima, forse pur mantenendo tu un certo livello di sudditanza nei suoi confronti, ed è questo che di solito scoraggia il proseguimento su altre basi del rapporto, che per l’ex paziente spesso mantiene una forma anomala inconscia di radici.

    3) temo che il suo comportamento professionale sia stato scorretto: a quanto so, non avrebbe dovuto abbracciarti, nemmeno se tu avessi 15 anni e lei 50. nella sua azione d’analisi o di sostegno una psicologa dovrebbe agire solo sulla psiche, evitando accuratamente altri tipi di coinvolgimento.

    4) quasi certamente si tratta proprio di una tua “immaginazione di troppo”. nemmeno inconsueta, però. nell’analisi si definisce transfert quella inclinazione pseudo-amorosa che il paziente sente, in una terapia ben riuscita, nei confronti del suo analista. inclinazione quasi indispensabile per potersi aprire totalmente e affidarsi con fiducia. forse avviene in forma minore anche in altri tipi di terapia. non tenerne conto e, appena decidi di terminare le sedute, fai di tutto per darle l’importanza che aveva nel contesto in cui è nata.

    SE, poi, dopo un annetto decidete di rivedervi, riprenderai allora a pensare, eventualmente, a lei negli stessi attuali termini d’infatuazione. quasi certamente di questo si tratta, né più né meno.

    un abbraccio, con un in bocca al lupo!

  2. 12
    Simoneff -

    Insomma mi sembra di capire che non ci sono speranze che io possa piacerle (è un poco più grande di me). Per come sono fatto, e mi conosco molto bene, se mi rifiutasse non la prenderei così a male. E come immaginavo, c’è chi dice che vedersi dopo la terapia sia dannoso, e chi la prende più alla leggera. da parte mia suppongo che circa un anno sia un giusto lasso di tempo.

  3. 13
    Golem -

    Simoneff, se sei al punto di chiederti se potrai mai piacerle, vuol dire che ti stai facendo delle fantasie che quasi certamente non hanno nessun collegamento con la realtà. Se le piacevi, avrebbe già fatto “molto” di più per fartelo capire. Non farti paranoie che ti farebbero star male. Allora si che dovresti tornare dallo psicoterapeuta.
    Visto quello che dici dopo un anno e mezzo di terapia, a te basterebbe un vero amico o una fidanzata disposta ad ascoltarti. Risparmieresti un sacco di soldi avendo lo stesso risultato. E con quello che risparmi ti fai una vacanza come dio comanda. Con la fidanzata.
    Auguri. E non pensarci più. Scegli un uomo la prossima volta se proprio devi.

  4. 14
    mari -

    Simoneff, sono una studentessa prossima alla laurea e queste cose basilari le so anch’io! Il comportamento che riferisci mi stupisce in negativo.

    Questo è il codice deontologico al quale ogni psicologo iscritto all’albo deve attenersi http://www.psy.it/lo_psicologo/codice_deontologico.html in particolare leggi l’articolo 28… In base a quello che racconti (siamo su internet e ne stiamo solo parlando in linea generale) c’è stata una scorrettezza. A onor di cronaca voglio spiegare il percorso formativo di uno psicologo e psicoterapeuta serio e riconosciuto: Laurea magistrale (3+2) in Psicologia, dopo la laurea si sostiene un tirocinio obbligatorio di un anno per poter accedere all’esame di stato e conseguente iscrizione all’albo. Solo a questo punto si otterrà il titolo di “psicologo”.
    Successivamente, per poter trattare i pazienti con patologie psicologiche, si devono frequentare altri 4 anni di scuola di psicoterapia, in seguito ai quali si ottiene il titolo di “psicoterapeuta”. Alla scuola di specializzazione in psicologia possono accedere solo i laureati in psicologia e quelli in medicina e chirurgia.

    Consiglio, prima di intraprendere un percorso terapeutico di informarsi se: lo psicologo è anche psicoterapeuta, ed eventualmente farsi consigliare sull’approccio più adatto al proprio problema (ne esistono tantissimi); se non si hanno grossi problemi si può intraprendere un percorso di counseling (consulenza) con uno psicologo, ma è meglio controllare che sia iscritto all’albo, per ulteriori verifiche controllare la sua effettiva iscrizione nell’albo regionale.
    Per qualsiasi problema rivolgersi sempre all’albo di appartenenza dello psicologo che potrà disporre di indagini e risoluzione dei problemi. In qualsiasi caso consiglio di tenere gli occhi aperti e mantenere un atteggiamento critico informandosi per conto proprio. ciao!

  5. 15
    Simoneff -

    Ciao Golem, permettimi di dissentire su una parte del tuo discorso. Cosa intendi che avrebbe fatto “molto” di più? Atti espliciti come baciarmi? O frasi più sottili del tipo che tiene molto a me, che un terapeuta può anche fare sesso con un ex paziente, che sono una bellissima persona o altre cose? Attento che questi professionisti NON sono tenuti a far capire a un paziente la loro attrazione, anzi ti dirò, che il loro codice deontologico gli proibisce severamente qualsiasi tipo di immischiamento fra quello che succede nello studio e la loro vita privata. Sai cosa accade se si venisse a sapere che un terapeuta “ci prova” esplicitamente con un paziente? Radiazione dall’albo. E credo proprio che rischiarsi il lavoro per un’ora di sano sesso non sia il massimo. Quando la terapia è finita, e SE è passato diverso tempo e SE gli obiettivi sono stati raggiunti, allora sarà un altro discorso. E anche quella cosa che basta un vero amico o una fidanzata per ascoltarti, non è giusta; in terapia si va proprio per dire delle cose che non diresti neanche a loro. e ti dico anche che non mi sono sognato di raccontare queste faccende ai miei amici, solo accennato che vado in terapia a 2 dei più intimi. Probabilmente puoi aver ragione che le mie sono solo fantasie, ma se non sono così ossessive e se ci sta della speranza, perché non coltivarle? (Forse per come ho scritto sembra che non riesca a fare i miei doveri, che penso solo a lei!! Ma non è così. La penso spesso, ma non a questo livello). Poi certo, se proprio dovessi riandare in terapia, o mi sceglierò un uomo, o una babbiona. Ti auguro una buona giornata e un sereno weekend 🙂

  6. 16
    Golem -

    Ma certo Simoneff, la speranza nell’innamoramento e’ la benzina che alimenta il fuoco del desiderio, e la fantasia il vento che aumenta le fiamme , figuriamoci.
    Certo e’ una donna, giovane credo, e ha le sue pulsioni e simpatie, ma credo che sia solo andata oltre i suoi doveri deontologici. Oggi non è difficile che accada, essendosi di molto abbassata la qualità in tutte le professioni. Quelle mediche comprese.
    Peccato che tu non abbia amici che possano capire la tua situazione. Uno di questi, ma vero, e’ meglio di qualunque psicoterapeuta.
    Auguroni.

  7. 17
    rossana -

    Simoneff,
    “quella cosa che basta un vero amico o una fidanzata per ascoltarti, non è giusta; in terapia si va proprio per dire delle cose che non diresti neanche a loro.” – continua a pensare con la tua testa!

    chi è refrattario a una seria terapia psicologica non potrà mai trarne alcun beneficio, né immaginarne la validità…

  8. 18
    Simoneff -

    No Rossana. Quella frase che hai quotato è intesa in un altro senso. Vale a dire che iniziai la terapia proprio perché riguardava fatti che non avrei mai e poi mai raccontato a nessuno: familiari, migliori amici, fidanzata… e questo vale per tutti quelli che la cominciano, nessuno escluso! Per questo lo psicologo deve essere un completo estraneo. I miei dubbi sono nati perché… quest’ultima cosa mi sembrava andasse scemando, sebbene stessimo alle ultime battute. E onestamente scusa, ma la seconda parte del tuo pensiero proprio non capisco su quale base poggi.

  9. 19
    rossana -

    Simoneff,
    scusa, sono stata io a esprimermi in modo nebuloso. concordo che a volte non basta la disponibilità di un amico fidato ma occorre un professionista per affrontare e risolvere situazioni intime complesse.

    se non hai fiducia in un medico o in una terapia, questi non potranno mai dare risultati positivi. ci sono persone che rifuggono dalle terapie psicologiche ed è abbastanza frequente che si tratti di quelle che maggiormente ne avrebbero bisogno. ci vuole molto coraggio per guardarsi dentro senza nascondersi nulla!

  10. 20
    elle -

    non sarai rimasto traumatizzato da tutti questi abbracci? 😀
    può darsi che ti abbia abbracciato solo perché le hai fatto pena, senza stare a cercare chi sa quale motivo.

    se hai problemi ad affidarti ad un terapeuta dell’altro sesso, cercati un professionista uomo valido della tua zona e segui la sua terapia, che sia farmacologica o solo di psicoterapia. sarà a lui a dirti quando non ne avrai più bisogno, o il tuo stesso organismo, in caso di farmaci.

    già che ti fai tutte queste pip. mentali, fossi in te, una chiacchierata ce la farei… quanto a lei, si, poteva evitare

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