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Dramma personale: aiuto urgente in zona Genova

di alberto 03

Scrivo per cercare aiuto e per risolvere in qualche modo una situazione personale di una cara amica la cui soluzione non può essere più rimandata.
Si può pensare di morire per mancanza di soldi e per la mancanza di lavoro? Si può scegliere di morire perché si è persa la speranza e la voglia di vivere? Purtroppo casi del genere stanno aumentando e non sono più frutto di casualità e di fragilità personali

Ci sono situazioni di difficoltà che i protagonisti, per pudore e per dignità vivono in silenzio e senza clamori. Voglio, di mia iniziativa, provare a fare qualcosa per lei. Non posso rassegnarmi a essere spettatore passivo di una persona che sta ogni giorno aumentando le sue sofferenze e paure.
S. ha 56 anni e vive sola. Non ha fratelli nè sorelle nè parenti stretti. Quasi 3 anni fa le muore il padre che era l’unica fonte di sostentamento economico. Nel 2006 le è mancata la madre dopo 24 anni di dialisi e con gli ultimi anni inferma a letto. Una vita familiare segnata e condizionata da questa malattia che necessitava dell’aiuto di tutti. Il padre, in concomitanza dell’inizio della dialisi, va in prepensionamento per seguire la moglie e S. per essere di supporto alla famiglia decide di interrompere il lavoro.
Da allora in poi non riesce per sfortuna e non per scelta ad avere una situazione sentimentale stabile. I tempi della vita familiare e i rari momenti di libertà condizionano le possibilità di conoscenze e di scelta della persona giusta e passano anni e anni senza che S. abbia una relazione.
Dalla fine del 2010 S. è sola. Il padre, la cui pensione era l’unica fonte di sostentamento, le lascia qualche piccolo risparmio che però dopo quasi 3 anni si è esaurito. Tra 2 massimo 3 mesi sarà COMPLETAMENTE senza risorse.
S. è consapevole delle difficoltà e cerca in tutti i modi di cercare un lavoro. Ha svolto nella sua esperienza lavorativa mansioni di impiego ma si adatta a qualsiasi tipo di proposta. S. è dinamica estroversa e si propone con disponibilità ma riceve solo risposte negative. Le ultime proposte, umilianti, sono state quella di una prostituzione mascherata dietro un annuncio che si presentava differente ( e con svilimento sulla sua persona) e quella di una persona anziana che prometteva uno stipendio garantito “se avesse fatto la carina “ con approcci espliciti seguiti alla proposta.

S. continua a cercare ma ormai è rassegnata. A complicare la ricerca sono le condizioni di salute che non le permettono di eseguire lavori pesanti: ha problemi di cervicale con un’invalidità al 40%
insufficiente al percepimento dell’assegno previsto in questi casi. Per cercare di andare in qualche modo avanti ha deciso di mettere in vendita la casa nella quale vive sin dalla nascita e dove ci sono i suoi ricordi ma l’edificio è popolare e l’appartamento bisognoso di ristrutturazione per cui il ricavato, complice la crisi, sarebbe modesto e si aprirebbe un altro problema abitativo con pagamento di un affitto che in pochissimi anni la porterebbe allo stato attuale.
Per cercare una soluzione da tempo ha parlato con l’assistente sociale della Asl di competenza che al di là della solidarietà e comprensione della situazione non ha saputo dare risposte e soluzioni.
Ha parlato recentemente con il sindaco del paese che l’ha rimandata dalla stessa assistente sociale e quindi il problema è lontano dall’essere risolto.
In queste settimane sta cercando aiuto economico da amici e conoscenti ma quasi tutti le voltano le spalle.
Non può permettersi il riscaldamento perché”le costerebbe troppo” e si arrangerà, nei casi di emergenza, con una piccola stufa elettrica nonostante una piccola bronchite cronica.
L’ho chiamata recentemente e mi ha parlato seriamente di togliersi la vita. ”Se non l’ho fatto sino ad adesso” ha detto”è perché sono vigliacca e ho paura di soffrire. Ho pensato alla soluzione più innocua con il tubo di scarico della macchina. Mi addormento e non sento più niente. Ma non l’ho fatto perché la verità è che voglio disperatamente vivere “ mi ha detto tra le lacrime.
S. sta aspettando un conto alla rovescia al termine del quale il suo futuro sarà una totale incognita.
S. non ha bisogno di guadagni particolari ma di lavori che le permettano un’autosufficienza almeno dignitosa. È una persona di onestà cristallina e sarebbe un’ottima commessa o un’ottima autista.
Ho scritto questa lettera ai 2 principali genovesi che non solo non hanno dato riscontro al problema ma neanche mi hanno dato risposta. È la loro indifferenza che mi ha colpito non un’eventuale e scontata risposta negativa.

Ora non voglio scambiare un blog e un forum per un ufficio di collocamento alternativo. Non è questa la sede e mi rendo della gravità generalizzata del mondo lavorativo. Questo tuttavia è un caso urgente perché non si tratta di sopravvivere con delle poche risorse: qui NON CI SONO RISORSE.

Vi chiedo solo perlomeno UN SUGGERIMENTO E DELLE INDICAZIONI SUL DA FARSI E SE CI SONO ENTI ONLUS E ASSOCIAZIONI DA CONTATTARE CHE POSSANO DARE AIUTI DI QUALSIASI GENERE (Gli assistenti sociali e i sindaci hanno allargato le braccia).
Non vorrei leggere tra qualche mese (e c’è il rischio concreto) la cronaca di un”Suicidio che poteva essere evitato” da parte di qualche quotidiano locale, pronto a fare notizia ” dopo” e indifferente “prima”.
Sarebbe una beffa e personalmente mi darebbe profonda rabbia.
Ringrazio in anticipo di cuore le persone che mi vorranno dare suggerimenti.

Lettera pubblicata il 24 Ottobre 2013. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Cantautore. -

    Ciao Alberto, ho letto con molta attenzione e dispiacere il caso disperato della tua cara amica e quindi non posso rimanere indifferente.
    Io una soluzione ce l’avrei per aiutarla un po’.
    Contattami subito a questo indirizzo: Cantautore68@hotmail.it
    A presto.
    Un caro saluto.

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