Ho 27 anni e non ho mai fatto nulla di veramente concreto per la mia vita. Sono andato all’estero per tre anni, ho voluto provare, ma mi sono sentito schiacciato dal peso di dover studiare e rapportarmi in una lingua diversa dall’italiano, così sono tornato in patria. Ovviamente, qui non trovo nulla, e si fa spazio in me l’idea che forse, non sarei mai dovuto nascere, perché sto continuamente deludendo chi mi sta attorno: mia madre mi ha sempre spronato ad andare avanti, mi ha dato una motivazione, una strada, ed io sento che la sto deludendo, anche se lei non dice nulla e sembra accettare che per ora sia disoccupato. Non ho un mestiere, nonostante la mia età, e questo mi pesa moltissimo, perché non so che fare della mia vita. Non c’è nulla che mi piace veramente fare, non ho passioni in particolare, se non i videogiochi. I lavori nel campo dei videogiochi non fanno assolutamente per me, in quanto odio matematica, fisica, materie artistiche come disegnare modelli al computer… insomma, neanche so quale strada prendere, nonostante qualcosa abbia già provato, senza successo (corso di panetteria, corso di assistente OSA, andati tutti non a buon fine perché non mi sono piaciuti come lavori). Sento che però non posso continuare a provare ed andare a tentativi, perché il tempo passa, mi avvicino ai 30 e mi sento patetico. Non ho un mestiere, non ho un auto, non ho un’indipendenza economica. So che è un problema diffuso tra i giovani della mia età, ma non è una giustificazione, perché io davvero vorrei fare qualcosa nella vita e dare soddisfazione alle persone che amo. Non nascondo che ho anche pensato di farla finita e togliermi la vita e nessuno lo sa, a parte me. Penso che però, così facendo, farei soffrire di più le persone che mi amano e, a prescindere, non ne avrei davvero il coraggio. L’idea del suicidio però si fa spazio nella mia testa sempre più con prepotenza, tanto che a volte penso che potrebbe succedere in un raptus di follia, quindi potenzialmente potrei arrivare a compiere tale gesto, anche in mancanza di coraggio. Mi sono ridotto in sovrappeso, la notte neanche dormo più, assalito dai pensieri su cosa devo fare, come muovermi. Vedo i miei nonni anziani e sofferenti e penso che un giorno diventerò anch’io così, e non vorrei mai arrivare a quel punto. Ho una fidanzata che amo tantissimo, e sono ricambiato. Ma sento già che la sua pazienza, e quella dei suoi genitori, si sta esaurendo, perché “quello non lavora, non ha la macchina, dipende dalla madre” e sento tante pressioni su di me. Lei stessa ultimamente è sempre nervosa e distaccata nei miei confronti, tanto che ho pensato che dovrei lasciarla, dicendole che il problema sono io e la mia indecisione. Forse il problema è proprio il fatto che penso troppo. Dovrei pensare meno, ma non ci riesco, perché ogni giorno, come tutti, mi trovo ad affrontare dei problemi, e viene automatico (nel mio caso) pensare ad una serie di problematiche riguardanti un futuro che forse mai avrò. Io non sogno una villa di lusso e un conto in banca miliardario: voglio solo sposarmi, non avere figli, lavorare con uno stipendio che mi permetta di vivere dignitosamente e coltivare la mia passione nel tempo libero. Non sono una persona cattiva o che cerca di approfittarsi degli altri, eppure vedo che quest’ultima categoria di persone riesce sempre a farsi spazio nel mondo. Io non riuscirei a snaturarmi e diventare un’opportunista solo per lavorare o stare meglio, non a discapito degli altri. Vedo sempre gente che si sposa, si realizza, fa progetti e riesce a realizzarli. Poco importa se quelle persone poi avranno altri problemi. Si sa che tutti hanno problemi. Però loro intanto non si fanno troppi pensieri come me, agiscono. Poco fa mi è stato chiesto che cosa volessi fare “da grande” e non ho saputo rispondere, perché non lo so, effettivamente. So cosa mi piace e cosa non mi piace, ma non ho più voglia di perdere tempo a studiare o frequentare corsi. Voglio lavorare e farmi una vita, crearmi un’indipendenza economica. Mando curriculum a destra e manca, ma vedo che le opportunità scarseggiano e penso di essere stato un’idiota ad aver lasciato la nazione estera per tornare in Italia. Non so più cosa fare. Non sono semplicemente disperato, peggio: rassegnato. Non combatto per crearmi opportunità, e ho smesso di credere che in questo mondo ci sia spazio per uno come me. Per chi frequenta abitualmente questo sito, sarà la solita Cantilena depressa del solito giovane di turno, ma tant’è, volevo sfogarmi…
Dove sto andando a parare?
di
Natosbagliato
Lettera pubblicata il 16 Novembre 2016. L'autore, Natosbagliato, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Caro natosbagliato è evidente che non hai voglia di far nulla,nemmeno le cose che dici di desiderare, solo che non ci credi e allora te lo dico io che ho qualche anno piu di te,tra l’altro ti definisci un ragazzo ma a 27 anni non lo sei nemmeno piu.io non ho capito bene cosa sei andato a fare all’estero ma se non hai buona volontà non troverai niente nemmeno nel paese delle mille opportunità.consiglio?cercati un supporto psicologico qualcuno che ti aiuti ad uscire da questo stato a costo di ricorrere ai farmaci altrimenti sprofonderai sempre di piu nell’oblio e nemmeno troverai il coraggio di farla finita perche sara troppo faticoso.alla tua intelligenza capire che la mia non è una critica fine a se stessa.P.S.non dire alla tua ragazza che non vuoi figli o prendera il volo pure lei e le puttane costano care
i problemi sono dentro di te risolviteli.
Sei un parassita che vive alle spalle dei tuoi. Da quel che scrivi di occasioni ne hai avute e speri che i problemi te li risolvano gli altri. Minacci larvatamente il suicidio. La vita di quelli che hai intorno migliorerà se sparisci, a meno che non cambi radicalmente. In pratica ammazzati o cambia.
@Angwhy io avevo voglia di fare, ma non riesco a riuscire in nulla. Io ho provato. Ma continuare a provare senza mai arrivare a nulla, non è gratificante dopo tanti tentativi. La mia ragazza sa già che non voglio dei figli ed è d’accordo.
@Pace a me non mi definirei un parassita che vive alle spalle dei miei. Non credo di averlo mai detto, quindi non capisco come tu possa essere arrivato a questa conclusione. Vado a lavorare il sabato e la domenica a 30€ per 12/14 ore a fare il cameriere pur di non chiedere soldi ai miei. Ho dei soldi da parte, che uso con gran parsimonia, proprio per evitare di “farmi campare”. E non ho mai minacciato il suicidio, se solo leggessi attentamente. È una cosa che ho sempre tenuto per me e sfogato SOLO in queste pagine. Non potrei mai dirlo ai miei cari, MAI. Le occasioni le ho avute, sarò stato io a non averle sapute sfruttare, ma dopo tanti fallimenti, cosa dovrei pensare? La storiella del “pensa positivo” non me la bevo più.
non leggere chi ti critica. Ti capisco pienamente. Non perdere le speranze, la società di oggi ci porta ad essere così, senza obiettivi, senza speranza, soffocati da corsi di formazione che non formano nulla. Mi dispiace molto, cerca di torvare forza dentro di te e vedi il suicidio come un atto da codardo e afferma a te stesso che tu un codardo non sei. Cosa ti consiglio ? continua ad inviare cv e qualcosa vedrai che salterà fuori e appena la trovi mettici tutto te stesso perchè senza il massimo non si raggiunge nulla. Se vuoi parlarmi in privato scrivimi : marcopitone91@outlook.it Forza e coraggio !
Pace a te e agli altri la pace eterna?
Natosbagliato, uno dei ragazzi più intelligenti e meravigliosi io conosca ha vissuto come te fino ai 33 anni. Non ha terminato gli studi, non guida, ha sempre fatto piccoli lavoretti. Poi, arrivato a toccare il fondo, ha incominciato a vivere, si è rimboccato le maniche ed ora è come se fosse rinato. A volte il meccanismo si inceppa ed è come se si rimanesse bloccati in un presente cristallizzato. Bisogna far ripartire l’ingranaggio, quindi cerca di tirare fuori il carattere, di obbligarti a portare a termine una cosa, una qualsiasi. Dal mutamento trarrai nuova energia. Ti consiglio comunque di non essere troppo selettivo, prima di scartare le possibili strade bisogna percorrerle.
Nella vita è importante avere una motivazione. Quando mi si è palesata l’occasione, perché alla fine si trattava solo di quello, di andare all’estero ho rifiutato perché in quel contesto mi sarei sentita un’intrusa. Io sono una persona umile, ma non mi accontento della mia statura quando mi viene proposto un cambio. Non fosse altro che per avere una mia autonomia. Non domando altro. E’ stato un bene per tutti se le cose sono andate in un certo modo. Non erano preparati a questo incontro e io mi sono limitata a prendere atto della situazione. Gli ho fatto un favore. Per me sarebbe stato molto imbarazzante, ma loro avrebbero perso molti clienti perché io non parlo inglese. Non tutto il male viene per nuocere. Ti parlo di quel contesto di vita perché nessuno mi toglierà dalla testa che l’integrazione comincia all’interno della relazione. La cultura è relativa, anzi: contribuisce ad arricchire il tuo bagaglio. Quando c’è il ragazzo che t’interessa o il lavoro che fa per te il clima diventa subito un clima di festa. Questo per dire che non vale la pena scoraggiarsi: basta prendere atto della realtà e aspettare che i tempi ci consentano di voltare pagina. Quando non vogliamo aspettare ci dobbiamo assumere la responsabilità delle nostre scelte per guadagnare un posto di rilievo nel contesto in cui ci troviamo ad operare. L’etica ha proprio questa funzione. Fino a qualche anno fa stavo in famiglia con l’animo di chi vorrebbe emanciparsi. Non nascondo che non mancavano i momenti di leggera tensione. Oggi ho fatto una scelta, mi guardo intorno, ma non aspetto niente di diverso dal lavoro. Cerco di tenere la mente allenata, ma non mi faccio troppe domande sulla mia vita sentimentale perché sono allergica ai vincoli troppo stretti e incontrare un ragazzo oggi significa aprirsi al suo mondo. Ma è giusto così. Che dire? Mai dire mai… tutto sta a incontrare un uomo che desidera stare con te.Il conoscersi per conoscersi mi fa sentire sotto esame. Ti auguro buona serata!
@Marco 91 grazie mille delle belle parole di supporto. Comunque non mi danno fastidio le critiche, le accetto tutte, purché siano motivate. Il secondo commento mi è sembrato completamente fuori luogo per il semplice fatto che ha capito fischi per fiaschi ed ha avuto la presunzione di dire certe cose, senza conoscere dettagliatamente la situazione. Sono proprio queste persone che mi fanno pensare al peggio e mi scoraggiano ad andare avanti. Il tipo di persone che nel primo messaggio definisco opportuniste (perché oltre all’opportunismo, tale gente è talmente frustrata da mal interpretare le parole altrui e scaricare la propria frustrazione su chi non le ha nemmeno sfiorate). Comunque il problema dei curriculum l’ho già affrontato con altre persone, che mi dicono la stessa cosa che dici tu, ma le cose non si muovono mai. I corsi di formazione, slittati di mesi, quasi un anno. Per fare l’esame di secondo anno ci hanno fatto aspettare 10 mesi e non abbiamo nemmeno avuto i soldi promessi con i rimborsi spese dei mezzi. Ma vabbeh, alla fine dei sacrosantissimi soldi che toccavano a noi studenti e che non sono arrivati, posso anche farmene una ragione e pensare che alla fin fine ho pur sempre imparato qualcosa e fatto esperienza. Ma a forza di “fare esperienze” mi rimane qualcosa che alla fine non mi è piaciuto e i titolari che dicono, come al solito, il fatidico “ti faremo sapere”, ti fanno perdere fiducia in te stesso. Mi sento io quello inadatto al lavoro a questo punto. Il lavoro di cameriere nel weekend non mi soddisfa. Io vorrei fare un lavoro senza contatto con la clientela, ma negli uffici non cercano mai e poi mai…
Sì, solo che sul CV che gazzo ci scrivi? Goditela, finché puoi, e poi vai di narda (che però costa troppo per i miei gusti, a me resta solo il denaro per il canone TV, che poi finisce in narda pure quello).
Ho letto ciò che hai scritto. Rileggiti. Le colpe sono sempre degli altri. Cammbia atteggiamenti od obiettivi. A parlare di suicidio sei stato tu. Svegliati e smettila di lamentarti. Con lavoretti che fai bo sei mantenuto totalmente o parzialmente. Ci sono persone della tua età che hanno lavoro, famiglia e figli. Stranamente o meno gli obiettivi li raggiungono più facilmente quelli che si impegnano veramente.
Botcella cita ancora la sua statura come un fattore determinante in alcune decisioni che le avrebbero cambiato la vita. Ma allora, quanto diavolo è alta insomma? È una pennellona o una nana? Professor Yog, lei cosa ne pensa? Come se l’ immagina? A me viene in mente Olivia di Popeye. È da subito che me la vedo cosí.