Un amico questa mattina mi ha fatto notare un problema che propongo volentieri: che controllo c’è sulle entrate dei sindacati?
Mi diceva l’amico che una recente inchiesta ha fornito cifre di tutto rilievo riguardo alle entrate dei sindacati: circa 600 milioni di euro dai prelievi sulle buste-paga dei lavoratori, altri 300 milioni circa dall’INPS, più altre entrate da patronati, ecc., in totale saremo sui 1200-1300 milioni di euro annui, euro più euro meno.
Non certo una bazzecola, eppure i sindacati sono le uniche associazioni in Italia ad essere esentate dalla pubblicazione di un bilancio, che certifichi l’impiego e la destinazione di quelle risorse.
E’ noto che in passato i sindacati si sono sempre opposti all’ipotesi di registrazione prevista dall’art. 39 della Costituzione italiana, con la motivazione che la registrazione avrebbe consentito un controllo troppo invasivo delle loro risorse economiche e della loro attività.
Ma questa motivazione, è evidente, può essere sostenibile in un regime non democratico, non certo in una moderna democrazia, nella quale qualunque soggetto e organizzazione deve permettere un controllo, soprattutto se le risorse che raccoglie non sono modeste, ma sono centinaia di milioni di euro.
Con che coraggio alcuni sindacalisti vengono a lamentarsi del sommerso e dell’evasione, quando proprio le loro organizzazioni non permettono ai cittadini e perfino ai loro iscritti di sapere come vengono impiegate le risorse economiche di cui dispongono?
Senza considerare che, quando un’organizzazione così grande raccoglie risorse così ingenti, è facile che possano esserci sprechi, inefficienze, o addirittura illeciti.
Le associazioni, per quanto buone e rispettabili, sono pur sempre fatte di persone, e le persone possono sbagliare.
Insomma, sarebbe ormai ora che anche i sindacati accettino le regole democratiche, tra cui registrazioni e controlli, che se valgono per tutti non si capisce perchè nopn dovrebbero valere anche per loro.
vogliamo parlare del fatto che i sindacati applicano i contratti di lavoro come e peggio delle imprese?!
o del fatto che erogano compensi in nero ai sindacalisti o ex sindacalisti di cordata?!
o vogliamo discutere della legalità di applicare tariffe d’iscrizione proporzionali al livello reddituale dell’iscritto, manco fossero l’ufficio delle Imposte?!
o delle responsabilità del sindacato, praticamente CGIL-CISL, nella bancarotta dell’INPS e nella malagestione dell’Alitalia?!
la questione che tu sollevi è solo la punta di un iceberg che si chiama corruzione, clericalismo, mafia e demagogia dell’Italia post-bellica.
tirano sempre fuori l’anti-fascismo, la resistenza e Portella della Ginestra, ma spero che ormai ad essere convinti dell’onestà intellettuale di certi speculatori siano rimasti solo in 3.
tempo addietro si usava classificare i comunisti con la ben nota frase “quel che è mio è mio e quel che è tuo è pure mio”, verità storica come quell’altra: “la religione è (diventata; ndr) l’oppio dei popoli”.
il guaio è che anziché prenderli tutti a calci in culo, brigatisti compresi, lasciamo ancora che abbiano spazi istituzionali e televisivi.
Usul, io non starò certo a negare l’importanza di un sindacato moderno in una società industriale e post-industriale complessa come quella attuale.
Ma se pensiamo che con gli anni il sindacato è diventato una lobby politica che tutela poco i lavoratori, e molto il proprio apparato e i propri dirigenti, è evidente che moltissime cose vanno cambiate, e sapere come vengono utilizzate tutte quelle risorse è importantissimo.
Un esempio: buona parte degli infortuni sul lavoro sono cadute dall’alto che avvengono nei cantieri edili, dove impiegano operai in nero, spesso clandestini extracomunitari facilmente ricattabili.
Ci vorrebbe poco a far finire questo sconcio.
Controlli a tappeto in ogni cantiere, gli operai che lavorano sulle impalcature non si possono nascondere, ci vuole poco a beccare gli irregolari, se lo si vuole, e si volessero fare davvero i controlli.
A qualcuno risulta che il sindacato abbia utilizzato le sue risorse per battaglie vere, scioperi, ecc. contro gli infortuni nei cantieri edili?
Il fatto che vi siano sindacalisti che poi finiscono per diventare presidente della Camera e del Senato, oppure finiscano sempre a gestire le risorse dell’INPS, o vadano al ministero delle Finanze, in base a non si sa quali competenze e meriti, è un’ulteriore prova di quanto le cose si siano incancrenite negli anni.
Anni fa, in epoca “tangentopoli”, Sergio D’Antoni, che allora era segretario della CISL, venne processato per corruzione perchè aveva ricevuto somme di denaro nello svolgimento della propria attività.
Però poi venne assolto, NON, si badi bene, perchè non avesse preso i soldi, ma solo perchè non essendo il sindacato registrato pubblicamente come associazione, non era giuridicamente corruzione, non essendo egli un pubblico ufficiale, ma un semplice privato.
Ecco, questo è un esempio di come la mancata registrazione dei sindacati permette attività segrete di ogni genere, e al di fuori di ogni controllo.
se ci fossero i giovani di un tempo con le palle e con le giuste motivazioni e convinzioni non ci sarebbero i ladri e gli extracomunitari ma piu rappresentanti statali su una sedia a rotelle
Se i sindacati sono quelli che abbiamo tanto vale non averne, ormai sono diventati solo un altro sprecco di soldi come molti politici e come tutti i contributi che diamo a partiti e testate giornalistiche. E ora di finirla di dare soldi a chi non ne ha bisogno e sfrutta le nostre risorse per farsi i cavoli suoi.