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Lettera pubblicata il 25 Luglio 2006. L'autore, simona, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Gamberone, dopo 9 anni puoi anche riscoprirla (in senso letterale) e cavarti qualche soddisfazione: non buttare il bambino con l’acqua sporca.
Giustino, ma non ci hai argomentato le motivazioni di un simile gesto drastico ed estremo.
Sono QUELLE che interessano, il resto tienitelo come mancia!
be cara Esther le motivazioni possono essere molte quando mi lasciò per telefono la buttata come si suol dire in caciara non è stata tanto chiara ma poi scoprì che già si vedeva con un altro e mi lascio dopo 3 anni di relazione per telefono . Alla fine mi vennero a dire che se lo sposo a sto tizio ora è riapparsa con l’amicizia su facebook ridicola come cosa e dopo molti anni
il telefono.. la tua voce!
quì batto tutti: lasciato dopo 11 anni, via telefono e nel bel mezzo di un lutto importante (genitore).
Ha iniziato a cucinarmi il solito piattino fatto di freddezza, scontrosità, insofferenza e frasi sibilline nel periodo peggiore della malattia (in cui io non avevo la testa per interpretare e ingenuamente credevo fosse solo un periodo dovuto ai tristi fatti) per poi servirmelo ad un mese dal decesso.
Alla richiesta di motivazioni è seguita la ben nota sequela di rinfacciamenti di eventi vecchi, distorti ed ingigantiti, volti ad addossare le colpe.
Mesi di no contact e sono ancora incredulo e furioso, credo sia impossibile dimenticare senza avere un confronto.
Avete presente quando si dice che “la fine di una relazione è COME un lutto…” con tanto di parallelo delle varie fasi? ecco: io che caspita dovrei dire?
Pensa che per l’addio c’è chi ha ricevuto un telegramma. “Non amoti più stop addio stop”.
Eugen,
mi sa che sono la consuetudine e la superficialità dei tempi a favorire certi mezzi di comunicazione, in alcune circostanse del tutto inadeguati.
secondo me, più che alla modalità di conclusione, dovresti prestare attenzione all’intera evoluzione del rapporto, dai reciproci iniziali criteri di attrazione/scelta al delinearsi della quotidianità e all’orientamento dei comuni obiettivi.
l’analisi di quanto sopra già ti sarebbe utile per una comprensione più asettica e meno fuorviante rispetto a un confronto con la ex, che temo tenderebbe solo a imbrogliare i vissuti e a creare confusione.
Ben venuta nel mondo dei “maschi” dove è facile essere piantate in asso alla prima occasione, è sempre così.
Carla, secondo me ( e sottolineo il SECONDO ME ) dobbiamo imparare a fare come fanno i maschi: cioè ad essere emotivamente distaccate. I retaggi culturali della nostra società impongono che l’ uomo debba essere il seduttore imperturbabile che una volta “saziatosi” a dovere si allontana, mentre noi donne ogni volta dobbiamo lasciarci il cuore. Ma non sta scritto da nessuna parte che debba per forza essere così. Possiamo anche noi imparare a gestire più razionalmente la situazione e a rimanere lucide e obiettive, investendo affettivamente solo quando siamo sicure che dall’ altra parte c’è una REALE rispondenza ai nostri sentimenti. Tra l’ altro, quando comincerai ad essere più indipendente e più sicura di te stessa i maschi lo noteranno e a quel punto sarà l’ uomo a trasformarsi in un cagnolino implorante la tua presenza e le tue attenzioni, fosse pure il più stronzo che c’è su piazza. Lo scopo non è quello di farli soffrire malamente, ma è solo quello di proteggere noi stesse da inutili sofferenze.
Bisogna comunque tenere presente che l’insistere, da parte di un uomo, non sempre è indice di vero interesse. Certi uomini continuano a ricercarti anche dopo che li hai liquidati perchè sono egocentrici e non tollerano di essere mollati per primi..
.. In quel caso per l’ altro sei un gioco, una sfida ma niente di più, quindi occorre regolarsi di conseguenza.