Le carte sono state distribuite con il risultato delle elezioni. Ora in analogia col gioco del “bridge” bisogna vedere quale giocatore si aggiudicherà, tramite le “dichiarazioni” il “contratto” .
Ma ci vorrà molto tempo.
L’elezione dei presidenti delle camere non chiarirà nulla, poiché è scontato che una andrà al M5S e l’altra alla Lega.
Quindi, nei prossimi 9-11 mesi Gentiloni continuerà a tenere il deretano sul suo scranno, ma con le ali tarpate. Nessun voto di fiducia, nessun DEF lacrime e sangue, nessun ius soli. Di positivo c’è che, chi comanda in Europa, gli permetterà quasi tutto in materia economica.
Di seguito ipotizzo le “dichiarazioni” temporali che seguiranno:
1a dichiarazione
Di Maio restituisce l’incarico esplorativo ricevuto dal Mattarella, perché la campagna acquisti nel PD e LeU non è sufficiente per raggiungere la maggioranza.
2a dichiarazione
Salvini restituisce l’incarico esplorativo ricevuto dal Mattarella, perché i renziani arruolati non coprono la differenza per raggiungere la maggioranza.
3a dichiarazione e aggiudicazione del contratto
Tra il prolungamento del governo Gentiloni e l’inizio di questa terza dichiarazione, Renzi e renziani, per assicurarsi una sopravvivenza politica, lasceranno il PD, quando questo partito deciderà per un supporto organico ad un governo M5S. Questi fuorusciti, transitati al senato al gruppo misto ed alla Camera in un nuovo gruppo parlamentare, costituiranno l’embrione della dirigenza di un nuovo partito.
Mattarella affida l’incarico pieno ad una personalità della Lega diversa da Salvini (Maroni?) o a un esponente di FI (Tajani?). Questa personalità che apparirà più moderata del segretario della Lega, o ben voluta in Europa, ottiene il supporto dei renziani fuorusciti dal PD e raggiunge una risicatissima maggioranza. Accetta nei ministeri chiave delle finanze e dell’interno, i nominativi “suggeriti” dal Quirinale. Un siffatto governo “galleggerà”, forse, per un paio di anni, sino a quando i renziani “governativi”, organizzandosi in partito, non lo faranno cadere per andare a nuove elezioni per contare le potenzialità di questo nuovo partito.
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Quali conseguenze a medio termine?
LeU rientrerà nel PD, ormai ridotto ai minimi termini, (Emiliano ed altri quattro?), recupererà un po’ di voti andati al M5S, ma sarà l’ennesimo colpo alla sinistra-sinistra, forse l’ultimo, prima dell’estinzione delle teorie politiche antistoriche ed “old fashion” di costoro.
Il nuovo partito socialdemocratico ancora “quasi” renziano, assorbirà una parte dei voti di FI (lunga vita a Berlusconi, ma non è un highlander), anche se quest partito avrà bisogno di almeno un quinquennio per recuperare i voti degli ex-PD moderati, di astenuti e neo-elettori, per proporsi come reale antagonista del centro destra.
La Lega incrementerà, di poco, la propria base, per i forzisti che non sono transitati nel nuovo partito socialdemocratico.
I pentastellati saranno leggermente ridimensionati, a causa della perdita di voti a favore del residuato di PD e dei delusi dalla promessa non mantenuta del “reddito di cittadinanza”.
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