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Lettera pubblicata il 18 Ottobre 2008. L'autore, Raganella3, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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@Stella88 è finita a giugno e ad ottobre stai gia’ con un’altra persona dopo 7 anni?
anche la mia storia è finita a giugno ma io non sto ancora con nessuno…per me è presto. Forse dovrebbe esserlo anche per te, dopo 7 anni…voglio dire sono passati appena 4 mesi, forse ti ci vuole piu’ tempo per dimenticare.
Non vorrei che questo nuovo ragazzo rappresenti per te un salvagente a cui aggrapparti per dimenticare l’altro…forse tu non lo vedi così ma nel tuo inconscio lo vivi così.
Non mi sembri pronta da come parli…cioè non è bello se stando con lui ti riaffiorano ancora i ricordi dell’altro. Significa che questo nuovo ragazzo non ti coinvolge abbastanza oppure che in generale non sei pronta ancora per un altro amore.
Bisogna avere la mente sgombra e il cuore libero per vivere appieno un’altra storia…altrimenti la vivi a metà e ne condizioni immancabilmente anche la riuscita.
Io la vedo così 🙂 poi, ovviamente, è la tua vita e sei tu a decidere.
Ma quale tempo che deve passare. Ma fatevi fare la plastica al cervello, se ancora non superate le cose e pensate all’ex. Ancora a dar loro importanza. Un giorno ve ne pentirete, deboli!
ragazzi tutti, quanto mi siete di aiuto.
@Raganella3, si è vero… sette anni non si dimenticano cosi di botto e non avevo permesso a nessuno neanche di entrare a casa per un aperitivo, lo vivevo come un “tradimento”. assurdo vero?
Lui non mi ha concesso mai un umano contatto, mai mi ha detto in faccia che non voleva piu vedermi… l’ha fatto dopo mille mie insistenze, e dopo che una mattina ha sbattuto la porta della mia vita sparendo mi ha mandato una email con queste frasi “Siamo partiti insieme per un percorso di vita che adesso è arrivato al capolinea.
Quello che è stato non lo rinnego ma mi ha sempre creato uno stato di sofferenza mio che tu hai sempre saputo.
Il problema non sei tu ma i nostri sentimenti da sempre diversi. Ho deciso di ricominciare da zero nella mia testa, perchè ormai era un pò che così non stavo più bene. Ho voglia di ricominciare senza pensieri una vita senza segreti e inganni verso me stesso.. continuare non aveva più senso.. sono stato felice ma sempre con un senso di angoscia, se un pò ci tieni lasciami andare senza rancore.. tu non centri nulla.. sono io che ho trascinato una storia senza fare subito chiarezza soprattutto con me stesso.
Non mi cercare ancora, sarebbe inutile, come anche parlare, per esperienza diretta ti dico che creerebbe solo odio tra due persone che sono state felici.Ti ho risposto ma ti ripeto non mi cercare ancora..”
Sette anni… ed un pugno di sabbia che quando ho stretto è volato via.
Poi è arrivato lui, con tanta dolcezza, con un matrimonio finito alle spalle. Con tanta pazienza e impazienza.
Non lo sto illudendo. Gli ho chiesto di crescere insieme con questo nostro rapporto, con le mie e le sue paure, con le mie e le sue esperienze.
Siamo quasi a novembre. tra poco ritornerà quello che per me era un anniversario e per lui una “ricorrenza”.
Erano proprio diversi quei sentimenti. Ora che il dolore sta scemando, capisco che l’amore era solo da parte mia.
@Luna… si me lo fa capire… sempre…. ed io apprezzo questo suo dolce imporsi.
Ho voglia di amare e di essere amata. e come dice una vecchia canzone degli 883 “nessun rimpianto nessun rimorso
soltanto certe volte capita che appena prima di dormire mi sembra di sentire il tuo ricordo che mi bussa
ma io non aprirò.”
grazie di esserci ragazzi….
STELLA: Raganella ha ragione, saggia donna, come sempre 😀 😀 😀
Come ha ragione a dire che ciascuno poi ha i suoi tempi e modi 😀
Non avevo capito che fossero passati solo 4 mesi, dopo 7 anni.
In realtà (come Raganella, penso) non è tanto una questione di tempo quanto di come una si sente.
Sul “tirare la corda” capisco il concetto, d’altra parte, mi ripeto, ti manca solo di pensare che non devi tirare la corda per non perdere qualcosa che in questo momento non sai accogliere per mettere ancora carne al fuoco al tuo stato di stress e “ricostruzione interiore”.
Non è che tiri la corda, sei quel che sei adesso.
Se sei stata sincera con la persona che frequenti e questa persona sceglie di attendere io dico anche che esiste il libero arbitrio. Diverso è se tu prendi in giro una persona non essendo ancora pronta, cosa che non gioverebbe né a questa persona nè a te.
Comunque non si possono fingere razionalmente sensazioni che non si provano solo per non tirare la corda.
Anch’io penso che il ritrovare il proprio asse dopo un abbandono sia fondamentale, prima di buttarsi in un’altra relazione che magari, ci si illude, possa essere un chiodo schiaccia chiodo. Perlomeno a farsi molto male è il chiodo…
Ma vivere una relazione non appagante perché non si è pronti, d’altra parte, non fa che far pensare che la relazione precedente fosse tanto meglio. In realtà allora eravamo anche noi ad essere diversi. Non cercavamo un chiodo schiaccia chiodo, o qualcuno che ci amasse, magari, no? magari non cercavamo niente e ci eravamo innamorati.
Una bella differenza.
Se parti pensando che questa relazione potrà guarirti è diverso da vivere quello che senti e vedere dove ti porta.
Non è che per forza devi sentirti innamorata oggi, le relazioni crescono, ma non pensare che devi innamorarti per guarire, perché altrimenti ci metterai troppa ragione, e la ragione ti offuscherà anche il cuore.
D’altra parte quando ho letto il tuo primo post io non avevo collegato giugno con pochi mesi fa, pensavo ad un giugno che poteva risalire anche ad anni fa (io ho un luglio terribile, che per me è data storica, e per quello non ci ho pensato) e pensavo che ti fosse rimasta la paura del dopo abbandono, non che pensassi ancora all’altro. E’ lo stesso? No, non è la stessa cosa. Ripercorrere i ricordi attraverso la paura di stare male un’altra volta non è la stessa cosa che sentire che una persona ci manca per davvero. Ora non riesco a spiegare la differenza, però c’è, davverooooo
Un abbandono, oltre alle varie implicazioni sentimentali, è un distacco, un lutto, e produce dei sintomi post traumatici. Più o meno forti.
E’ – esempio scemo, mi rendo conto – come fare un incidente in macchina e avere paura di guidare per un po’. O temere che qualcuno sbuchi dallo stop all’improvviso e ci travolga.
Più l’abbandono è stato traumatico (tradimento, distacco improvviso, la persona che amavamo che ci rivela un’immagine diversa da sè, scoprire cose che non sapevamo in precedenza, avere un progetto in ballo che improvvisamente decade, dover rinunciare non soltanto alla persona ma al mondo che circondava quella persona ed era diventato il nostro e al mondo che avevamo costruito insieme… ci si sente in balia di un evento esterno – il disamore dell’altro – che è uscito come una macchina da uno stop, cambiandoci la vita per come l’avevamo creduta lineare sino a quel giorno, ecc ecc).
Quindi – so che dico cose ovvie!!! – non si tratta solo del dolore per la perdita sentimentale vera e propria, ma anche di tutta una serie di cose connesse con quella perdita.
Quindi per questo io dico che… i rigurgiti (che schifo di parola sto usando) di ricordi e di sensazioni e di paure possono essere naturalissimi e paragonabili ai rigurgiti di ricordi e di paure che avvengono dopo qualsiasi “incidente”.
E si mescolano all’effettivo mal d’amore, nella ricostruzione della propria identità, dei propri confini vissuti come sicuri, nel concetto di una fusione con l’altra persona sano, e non vissuto come un pericolo.
Ecco perché io pensavo ti riferissi alla paura di buttarti non connessa al fatto che vorresti stare con un altro, il tuo ex, ma al fatto che potessi avere paura di vivere un’altra relazione.
Comunque sia… viviti questa fase con calma. Non pensare di dover buttarti, ma accogli le tue sensazioni.
Anche quelle belle. Non porti una meta precisa, vivi, se non la meta precisa di guarire sul serio, prendendoti cura di te.
@Luna: grazie per tutto quello che scrivi e mi dici. veramente grazie.
quel primo di giugno è cosi lontano e cosi vicino. il primo mese l’ho passato in casa a piangere e disperarmi, a cercare dentro di me il motivo per cui lui fosse FUGGITO via…
Gli amici provavano a farmi uscire ma io mi barricavo tra le quattro pareti della mia casa come un animale ferito.
Giugno 2008. e chi lo dimentica. Improvvisamente capire che quei sette anni erano stati speciali solo per me. Per lui no, erano stati una sorta di trappola che gli toglieva il fiato. e la domanda era una sola…. ma chi lo tratteneva??? cosa soprattutto lo tratteneva?
Forse io, testardamente cieca che quello che ricevevo in cambio erano solo briciole…poche briciole…
a luglio ho deciso pazzamente di divertirmi, di fare solo quello che avevo voglia di fare senza pensare alle conseguenze. Ho sbattuto subito contro un muro. Non avevo bisogno di falsi rifugi o di sesso mordi e fuggi. non ne sono mai stata capace.
Agosto, ho preso coscienza che quello che volevo non era ne crogiolarmi nel mio dolore ne avere intorno uomini di passaggio. Mi sono messa in attesa, non cercando nulla…. Nel frattempo ricevevo notizie da amici comuni che il mio ex si stava divertendo alla grande e che il giorno stesso in cui mi ha lasciato ha passato una giornata fuori con gli amici…. cosa che con me non aveva mai fatto (tipo solitario, non usciva spesso…)
Ma che gli ho fatto mai a questa persona se non amarlo con tutta me stessa? e lui si comporta come se fosse un prigioniero uscito di carcere. Fa male, fa tanto male.
Poi è arrivato lui. il mio “amico” attuale. Piano piano è entrato nella mia vita, a volte mi chiede troppo, altre è comprensivo. Gli ho chiesto tempo e ci siamo dati una possibilità. nessun chiodo da schiacciare, sarebbe stupido. Ora sta uscendo l’orgoglio, quello che ti aiuta a capire che non è giusto essere trattati da straccio vecchio da chi invece credevi ti volesse bene… il colpo allo stomaco è stato forte, ma ora piano piano piano sto riprendendo a respirare.
ps. questi miei sette anni non sono il primo schiaffo. Prima, sempre dopo sette anni, ho divorziato da mio marito… Ecco da dove deriva la paura…
grazie Luna….
LUNA: ritengo che la metafora dello “stop” che ti cambia la vita sia azzeccatissima.
Così come lo shok procurato non è dovuto solo dal fatto che si è stati lasciati, ma anche (e forse soprattutto)dal crollo di tutto ciò in cui si è creduto e di tutto ciò che ruotava attorno alla relazione… proprio come quel giochino di mettere le carte una appoggiata all’altra e che, con una leggera pressione, queste cadono AD UNA AD UNA, proprio come la caduta dei sogni. Ogni giorno ne cade uno e si frantuma per terra in 1000 piccoli pezzettini.
23 sono stati gli anni passati insieme a mio marito…. 23 anni che lentamente si stanno frantumando, uno ad uno. A volte mi chiedo ma con chi c**** sono stata una vita intera? Chi è davvero lui? CHI E’???????????? Non è possibile, è tutto così incredibile!
“Perdere l’amore …….. prendere a sassate tutti i sogni ancora in volo” … ve la ricordate qs canzone? E’ tutto tremendamente vero.
– Monk
Ma quale tempo che deve passare. Ma fatevi fare la plastica al cervello, se ancora non superate le cose e pensate all’ex. Ancora a dar loro importanza. Un giorno ve ne pentirete, deboli!
Allora, @Monk, puoi benissimo non essere d’accordo ed esprimere la tua opinione. Ma i toni offensivi, per cortesia, lasciali da parte perchè quando trascendi in questo modo dai prova di un’aggressività gratuita e assolutamente fuori luogo.
Quanto al discorso di aspettare un po’ prima di buttarsi in un’altra relazione, non lo si fa perchè si vuole dare importanza all’ex o perchè si è ancora innamorati. Lo si fa perchè è normale che dopo una storia di molti anni in cui hai investito energie e sentimenti, non ti senti subito pronto a buttarti in un’altra storia. Lo si fa anche per elaborare ciò che è successo, per capire meglio i propri obiettivi e così da poter scegliere in futuro una persona veramente affine. Perchè una storia che fallisce, per una decisione presa o una decisione subita, ti mette comunque davanti a te stesso. Se non è andata c’è un motivo. E allora vale la pena riflettere e capire i propri errori e quelli dell’altro, vale la pena capire perchè quella persona era sbagliata e cosa dobbiamo modificare nel nostro modo di scegliere.
Se non hai consapevolezza del tuo passato, mi spieghi come puoi porti verso il presente, e dunque, il futuro? Essere confusi e non sapere cosa si vuole, significa destinarsi immancabilmente a commettere gli stessi errori e a scegliere di nuovo persone sbagliate. E allora l’esperienza a che ti serve? E per acquisire consapevolezza dell’esperienza, non ci vuole un po’ di tempo??
Con questo NON dico che bisogna chiudersi e non frequentare nuove persone, anzi. Bisogna sì fare una vita sociale, magari conoscere altre persone ma sempre nel rispetto dei propri tempi e delle proprie necessità.
Ognuno è diverso: c’è chi si lascia dopo anni e dopo un mese è già pronto per stare con un’altra persona, e chi magari ha bisogno di quei 5, 6 mesi per ripartire. Io non mi sento di giudicare in nessuno dei casi perchè nei sentimenti bisogna sentirsi liberi di esprimere se stessi.
Questo è il mio modo di vedere e di vivere la fine di una storia. Non è un modo giusto e non è neanche sbagliato. E’ un modo e di sicuro non mi rende una persona debole.
Semmai una persona che vuole vivere e scegliere con consapevolezza.
– Monk
Ma quale tempo che deve passare. Ma fatevi fare la plastica al cervello, se ancora non superate le cose e pensate all’ex. Ancora a dar loro importanza.
Un giorno ve ne pentirete, deboli!
Allora, @Monk, puoi benissimo non essere d’accordo ed esprimere la tua opinione. Ma i toni offensivi, per cortesia, lasciali da parte perchè quando trascendi in questo modo dai prova di un’aggressività gratuita e inutile.
Quanto al discorso di aspettare un po’ prima di buttarsi in un’altra relazione, non lo si fa perchè si vuole dare importanza all’ex o perchè si è ancora innamorati. Lo si fa perchè è normale che dopo una storia di molti anni in cui hai investito energie e sentimenti, non ti senti subito pronto a buttarti in un’altra storia. Lo si fa anche per elaborare ciò che è successo, per capire meglio i propri obiettivi e così da poter scegliere in futuro una persona
veramente affine. Perchè una storia che fallisce, per una decisione presa o una decisione subita, ti mette comunque davanti a te stesso. Se non è andata c’è un motivo. E allora vale la pena riflettere e capire i propri errori e quelli dell’altro, vale la pena capire perchè quella persona era sbagliata e cosa dobbiamo modificare nel nostro modo di scegliere.
Se non hai consapevolezza del tuo passato, mi spieghi come puoi porti verso il presente, e dunque, il futuro? Essere confusi e non sapere cosa si vuole, significa destinarsi immancabilmente a commettere gli stessi errori e a scegliere di nuovo persone sbagliate. E allora l’esperienza a che ti serve? E per acquisire consapevolezza dell’esperienza, non ci vuole un po’ di tempo??
Con questo NON dico che bisogna chiudersi e non frequentare nuove persone, anzi. Bisogna sì fare una vita sociale, magari conoscere altre persone ma sempre nel rispetto dei propri tempi e delle proprie necessità.
Ognuno è diverso: c’è chi si lascia dopo anni e dopo un mese è già pronto per stare con un’altra persona, e chi magari ha bisogno di quei 5, 6 mesi per ripartire. Io non mi sento di giudicare in nessuno dei casi perchè nei sentimenti bisogna sentirsi liberi di esprimere se stessi.
Questo è il mio modo di vedere e di vivere la fine di una storia. Non è un modo giusto e non è neanche sbagliato.
E’ un modo e di sicuro non mi rende una persona debole.
Semmai una persona che vuole vivere e scegliere con consapevolezza.
STELLA E AGATA: adoro quella canzone, Agata, il tema, certo, non è piacevole, ma la trovo di un’intensità straordinaria.
(anzi, ma voi cantate in questa fase? cantate che vi fa bene! Anzi, vi racconto una cosa buffa: un giorno esco di casa, dopo una mia terapia canterina sotto la doccia, e la mia anziana vicina mi dice: “che bello sentirti cantare, in quel modo strano”… non era ironica, ma ancora mi domando cosa intendeva per “strano”, ahahahahahahahahaah… forse sembrava il lamento ululatoso del lupo ferito della foresta? ;P O forse con “Perdere l’amore” e “Almeno tu nell’universo ci avevo dato già di brutto in quanto a metterci passione, ahahaha… comunque, visto che mi ha pure dato il permesso, io canto… che mi frega se stecco? mica devo fare un concerto!!! 😉 :P) Se poi il vicinato mi farà una lettera di diffida canterina ci penserò 😉 :PPPPP
Scusate, divagazione musicale a parte:
A Stella voglio dire che NESSUNO TRATTIENE NESSUNO, questo ricordatelo, per piacere.
Attenzione, Stella: ci si sceglie, si sta insieme in due, le dinamiche si sommano e si contaminano.
Credo che si chiami “Innamoramento e amore” quel libro di Alberoni che spiega (se non ricordo male) che molto spesso quando una persona cambia, ha nuove esigenze, vuole fare la sua rivoluzione incolpa la persona con cui è stato sino a prima di avergli tarpato le ali. Ci sono davvero persone che tarpano le ali, ci sono storie di molestie in cui persone si ritrovano a perdere la loro identità, la loro volontà perché schiacciate da una personalità troppo forte, narcistista e colpevolizzante (cito, ancora una volta “MOLESTIE MORALI”, libro che consiglio di leggere a chi si sia sentito braccato per davvero) ma ci sono anche persone che usano l’alibi della gabbia, si nascondono dietro al partner (e diventano loro i veri molestatori, in un certo senso, anche se sembrano a tutti delle acquette chete) e quando decidono di andarsene, perché l’amore è finito, perché a loro va bene così, scaricano sull’altro la responsabilità.
COMUNQUE SIA: non ti serve a niente ma proprio a niente rimuginare sulle parole del tuo ex a riguardo.
Una buona e sana autocritica sì, ma non un flagellarsi nel gioco della colpevolizzazione e dello scaricabarile.
Per quanto riguarda le briciole, tu confermi la mia teoria che molto spesso quel paradiso in cui credevamo di vivere non esisteva, e quindi la perdita non è un male, quanto un’opportunità, anche data dal destino, per vivere un’altra fase della vita, farci uscire da un tunnel (a volte i tunnel non hanno pareti, e riconoscerli è ancora più difficili) in cui non sapevamo nemmeno di stare. Per tunnel non intendo situazioni limite, ma situazioni in cui magari ci si porta tutti i giorni dell’insoddisfazione in tasca, ma senza neanche rendersene più conto, abituati come si è ad accontentarsi o a mediare.