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Donne che lasciano: odiano, maltrattano, spariscono e umiliano

di panda

Breve premessa: ovviamente faccio questa domanda perché sono stato lasciato, dopo 4 anni e mezzo, da circa tre settimane. Non è stata una cosa improvvisa, la crisi era nell’aria da qualche mese, io ho le mie colpe. La mia ex ha iniziato a lavorare, per di più in una nuova città, ed io non ho saputo accettare i tanti cambiamenti che inevitabilmente sono intervenuti in lei: da timida e inconsapevole dei suoi pregi, sempre presente (a tratti asfissiante) e comprensiva a donna sicura di sè, vanitosa e bisognosa di “nuove libertà” e “nuovi spazi”. Essendo io “rimasto indietro”, essendo il mio primo amore ed avendo poca esperienza, non ho saputo gestire la situazione e, mostrando il mio disagio, l’ho persa. Penso che non sia tutta colpa mia (non ho mai compiuto alcun gesto “grave” nei suoi confronti, solo litigi) e credo che sia una colpa anche pretendere di stravolgere il modo di essere di un rapporto dalla sera alla mattina, senza comprendere che l’altro può soffrire e può “ingelosirsi”. Ma, probabilmente, parlare di colpa non ha senso, forse semplicemente le persone cambiano, le relative esigenze mutano e l’amore si spegne… anche se la situazione poteva essere gestita meglio da entrambe le parti, forse la fine era inevitabile.

Quello che in tutto questo dolore più mi ha spiazzato, e di cui faccio fatica a capacitarmi, dato che non riesco in nessun modo ad immedesimarmi in lei, è come una donna che lascia possa umiliare, insultare, ignorare e maltrattare in ogni modo una persona cui comunque dovrebbe volere almeno un briciolo di bene o, almeno, di pietà.

A riguardo, a parte alcune testimonianze prive di spiegazione, di donne che dopo aver lasciato “non sopportavano” anche solo la voce al telefono del proprio ex, ho trovato solo queste parole (Francescio Alberoni, “Appunti sull’amore”):

“È la donna che lascia bruscamente e per sempre. L’uomo lascia, ma può riprendere, per amicizia o per desiderio sessuale. La donna rompe in modo brusco perché vuole un amore vero e, quando è delusa, prova collera, odio. Ma non vuole che trapeli nemmeno inavvertitamente. Lui non deve immaginare nulla, sospettare nulla fino al giorno in cui lo caccerà via, via per sempre. Sarà una vendetta terribile dirgli che non lo amava, lo disprezzava, le faceva schifo, rinfacciargli le sue cattiverie, le sue meschinità lasciandolo sconcertato, impietrito, distrutto. E vederlo brancolare, piangere, scongiurare come un bambino piagnucoloso rafforzando così ancora di più il suo disprezzo”.

La domanda la rivolgo alle donne che hanno lasciato e che ci sono passate… perché? Premesso che, alla fine dei conti, sicuramente è un bene per chi viene lasciato, premesso che non cambia la dura realtà dei fatti… perché alcune donne si comportano con crudeltà con chi hanno appena lasciato, perché arrivano a non sopportare anche il semplice suono della sua voce?

Ovviamente mi riferisco alle relazioni in cui il partner non ha mai mancato di rispetto o compiuto gesti gravi nei confronti della donna. I casi in cui, a dire della donna, l’amore si è semplicemente “spento”.

Io mi sono dato queste spiegazioni:

1. Delusione: semplice rabbia verso il partner che ha tradito le proprie aspettative e non si è rivelato “all’altezza” dei propri sogni e dei progetti;

2. Egoismo/immaturità/meccanismo di difesa dal senso di colpa: scaricare tutte le colpe sull’altro, anche cose sulle quali non si è mai discusso, trovare ed evidenziare qualsiasi suo difetto è un modo per soffocare il proprio senso di colpa, per non pensare al proprio fallimento e ai propri errori, e al fatto che non ci si vuole perdonare di aver smesso di amare (o magari di amare qualcun altro) e di stare facendo del male a una persona cui si vuol bene, che non se lo meriterebbe;

3. Egoismo/liberarsi quanto prima dell’altro: nel caso in cui, per esempio, si ha qualcun altro in testa o per le mani;

4. Auto-convincimento/meccanismo di difesa: quando la scelta è stata travagliata, cercare di trovare e rinfacciare i difetti altrui e del rapporto è un modo per auto-convincersi di aver fatto la cosa giusta e, quindi, reprimere il senso di colpa;

5. Esasperazione/frustrazione: quando la scelta è stata molto travagliata, si esplode irrazionalmente, gettando sull’altro tutto il dolore e l’ansia che quella scelta ha comportato;

6. Egoismo/altruismo: si sceglie, consapevolmente, di tagliare i ponti in questo modo, per consentire a se stessi (o nel migliore dei casi a entrambi) di superare la rottura prima.

7. Un miscuglio di tutte le precedenti.

Potete, e mi rivolgo in particolar modo alle donne, darmi qualche testimonianza? Mi sarebbe di grande aiuto… per farmene una ragione.

Lettera pubblicata il 5 Ottobre 2013. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 63 commenti

Pagine: 1 2 3 7

  1. 1
    Angelo -

    Caro Panda, non sono un grande esperto in materia, ma vorrei dire qualcosa. A me è capitato con una ragazza quando avevo 19 anni: lei mi ha cercato, lei mi ha lasciato, senza che io avessi fatto nulla di male. Non ha nemmeno voluto parlarmi: mi ha fatto dire da un’altra ragazza che mi lasciava.. Ho poi scoperto che,durante un periodo di lontananza, aveva iniziato una relazione con un altro ( spiegazioni n.2 e n. 3 ).L’anno successivo mi ha cercato di nuovo, ma io avevo capito che non era la persona giusta e non l’ho chiamata. Non ce l’ho mai avuta con lei, ma anch’io sono rimasto amareggiato per la sua insensibilità. Tu hai presentato delle argomentazioni molto valide e mature. Per quanto concerne Alberoni, probabilmente in parte ha ragione, ma credo che non si debba generalizzare, come spesso si fa. A volte sono gli uomini che vorrebbero un amore vero e che rimangono delusi, come è capitato a me. In ogni caso,vendicarsi su chi ti ha deluso ( ma è stato sempre corretto, come tu ben precisi ) non mi sembra una giustificazione valida, ma semmai un’aggravante, anche perchè chi si vendica si pone su un piedistallo dal quale giudicare senza lasciarsi giudicare. Ci vorrà tempo, ma ne uscirai perchè sei una persona intelligente. Lasciamo la parola alle donne: ne sanno spesso più di noi e credo che spesso siano più determinate ( le ammiro per questo )….A proposito, dopo quell’esperienza sono trascorsi lunghi anni di solitudine, ma alla fine ho trovato la donna della vita, tutt’altro tipo di donna: è valsa la pena soffrire un pò e aspettare. Coraggio e in bocca al lupo!

  2. 2
    Never -

    Scusa se mi intrometto, pur non essendo una donna, ma hai toccato veramente un tasto a me caro 🙂 Essendo da mesi che cerco come te e come tanti,le medesime spiegazioni. Poi magari le donne commenteranno anche le mie riflessioni.
    Io credo di aver capito una cosa, che il concetto di grave è molto diverso, cioè anch’io mi dico, non l’ho mai picchiata, trattata male, tradita. Ma magari per loro questo NON è grave. Magari è più grave un insieme di aspetti caratteriali che le limitano in qualche modo che due ceffoni dati una volta. Con questo non dico sia giusto, ci mancherebbe, ma magari noi mettiamo il focus su cose sbagliate, magari è più grave per loro non vedersi proiettate in un futuro con noi per qualche nostra mancanza che il fatto che un paio di volte si alzi la voce e le si insulti. Ho sentito più volte donne giustificare comportamenti per me inaccettabili e non transigere su cose risolvibili (sempre per me). Uomini che escono dopo insulti sbattendo le porte e donne dire “che ci vuoi fare è fatto così” e magari dare contro a uomini pacati e tranquilli, ma magari idolenti. Per cui punto primo, il concetto di grave secondo me andrebbe molto ridiscusso. Sull’elenco che fai direi che sono un insieme di cose, via via applicabili alle singole situazioni. La donna secondo me è molto più emozionale e non ragiona minimamente con i nostri percorsi logici. Molte volte ho sentito lamentarsi perchè la storia non “evolve”. ma cosa significa? Significa che la donna probabilmente non si siede mai, è sempre alla ricerca di una nuova emozione, è curiosa. L’uomo tende più a cercare e quando trova si “accontenta”. Secondo me c’è proprio una differenza sostanziale nel carattere e se non hai dei valori alla base molto solidi, sei destinato a fallire.

  3. 3
    panda -

    @ Angelo: grazie per le tue parole 🙂

    @ Never: ogni spunto di riflessione è ben accetto. Sul concetto di gravità sono d’accordo con te, come ogni cosa è personale, diciamo che facevo riferimento al significato generale dell’espressione.

    Nel mio caso, io riconosco la mia colpa principale: sono stato “soffocante” e principalmente la “mancanza di fiducia” la ha “allontanata di più” (parole sue). Prima che mi lasciasse sosteneva che non riusciva a perdonarmi 4 o 5 mesi di “gelosia” (che poi gelosia non era, ma paura di trovarsi davanti una persona sensibilmente diversa dalla tua ragazza da un giorno all’altro), nonostante io avessi cambiato atteggiamento. Per lei era stato, appunto, troppo “grave”.
    E già qui le cose cominciano a non tornare: ho fatto di tutto per riparare, ho chiesto scusa, ho accettato critiche che andavano anche ben oltre le mie reali responsabilità. Poi, vedi che da un lato ti dice che sei “soffocante”, dall’altro ti rimprovera sostenendo che non sei un uomo perché non hai “lasciato tutto” e sei “andato a vivere con lei”: il che è palesemente contraddittorio… ti soffoco e vuoi che viviamo insieme?
    Poi, ancora, vedi che quando fai un passo verso di lei proprio in questa direzione, lei non vuol più, proprio nel momento in cui il sogno poteva realizzarsi.
    Poi, infine, ammette di non riuscire più a parlarti, nemmeno della sua giornata lavorativa.

    Allora cominci a pensare che, forse, per quanto quello che tu hai fatto possa esser stato “grave” per lei, tutte le incongruenze e le colpe insensate che ti sta gettando addosso siano solo una “scusa” per scaricarti, perché ha capito di poter avere e quindi di volere di più, rispetto al fidanzatino dell’università, che ancora non lavora, che dipende economicamente dalla famiglia e che vive in un’altra città.

    Tutto questo per dire che non credo che nemmeno in cuor suo i miei errori siano stati “gravi”. Semplicemente, le fa comodo convincersi che sia così.
    Ovviamente posso sbagliarmi e, nel dubbio, correggerò comunque i miei atteggiamenti per il futuro. Però… è troppo difficile da credere che gli errori stiano da una parte sola… se in 7 mesi una storia di 4 anni si spezza, proprio alla prima crisi vera, proprio quando c’è un cambiamento notevole è evidente che le “colpe” non stanno da una parte sola. Anche se a chi lascia fa comodo far sembrare che sia così.

    Quanto alla tua considerazione sulla natura delle donne… non fa ben sperare 😀

  4. 4
    Never -

    E lo so, panda ma grave è una parola, come bene o male…se non hai un metro di paragone Assoluto sono parole prive di senso. Per me le cose di cui tu parli non sono affatto gravi, perchè cmq risolvibili…quando una parte si mette in condizione di dire, ok, sbaglio ma sono pronto a migliorarmi è già un grosso passo avanti. Ma lo si deve fare insieme…invece molte volte si molla e si preferisce lasciar perdere tutto. (sia uomini che donne). Parlo di valori perchè stare insieme dovrebbe essere anche una scelta NON di comodo, e invece come le cose iniziano ad andare malino, pronti via tanti saluti. Io non mi reputo un santo ci mancherebbe, ma sarà un caso che non ho mai lasciato nessuno? Anche a costo di provare a risolvere sempre? Anche a costo di sacrificare parte della mia felicità? Non credo…Al contrario invece di fronte al primo problema non ci hanno pensato 2 volte 🙂 E capisco io, va bene, sarò fatto male. Ma anche tu? Anche tutti gli altri? Inizia a essere un po’ troppa la casualità. Infatti io credo sia proprio un mal vezzo che si è diffuso nei tempi moderni. Le persone perdono i valori e la società si sfascia, c’è poco da fare.

  5. 5
    Kid -

    Fai un giusto elenco dei meccanismi irrazionali sottesi ad un abbandono.
    Ti sbagli però sull’ultimo . Il lasciare non può mai essere egoismo-altruismo , insieme .
    Primo, perché l’uno nega l’altro.
    Secondo, perché l’abbandonare l’oggetto del proprio amore , o di quello che è stato , equivale alla massima affermazione di se stessi , dell’io , rispetto al “noi” ed anche al “tu”.
    E’ , quindi , una scelta naturalmente egoistica.
    L’opposto sarebbe,infatti, proprio non lasciare e combattere le difficoltà .
    Non è un caso che si leggono storie di persone che vengono lasciate in momenti particolari della loro vita , tanto da chiedersi come sia possibile.
    Per esempio dopo che hanno subito un lutto , in prossimità di un compleanno o di una festività che normalmente si passerebbe insieme ,in prossimità di esami ospedalieri o di un ricovero, quando si concepisce un figlio , se si ha un parente malato oppure quando si deve sostenere un concorso che impegna tempo e concentrazione.
    Non , a caso , l’abbandono , implica la lontananza, cioè la non vicinanza, ed in questo esso consiste . Nel non voler essere più materialmente e moralmente al fianco dell’altro per sostenerlo , per “stargli vicino” , mettendo da parte se stessi , come quel ruolo formale richiederebbe .
    Nel non volerlo fare , proprio perché , in quel momento , non si potrebbe negare di farlo . E questo comporta un impegno, un mettersi da parte o la partecipazione emozionale , ed allora si scappa via.
    Beh , queste sono le prove della vita , le prove della profondità di un sentimento ma anche della capacità relazionale , se così si può chiamare , della persona che abbandona . Mi riferisco alla capacità di essere dentro il rapporto sentimentale in maniera completa e pura . Non parlo di altruismo, non è la definizione esatta .
    Esiste invece il voler essere parte dell’essere altrui , trascendendo da se stessi e aprendosi verso l’altro con l’intenzione di volere il suo bene .
    Giusto ieri ho visto raccontata la storia di un uomo , che arrestato giustamente , ha passato tre anni in carcere . Ogni giorno con la moglie , rimasta sola per colpa di lui ed in quanto non avevano figli , si scrivevano . Il giorno che è uscito dal carcere , quella donna seduta su di una panchina era ad aspettarlo. Si abbracciano a lungo.
    Lui ricorda quel momento come “quello che ha cambiato il mondo ” .
    Capisco bene quel che ha voluto dire e invidio la sua fortuna 🙂

  6. 6
    panda -

    @ Never: che ci sia una generale perdita di valori nella nostra società penso sia un fatto evidente, soprattutto se si guarda alle generazioni degli anni 90 e successive. L’idea utopica che si debba sempre puntare alla felicità personale assoluta e perfetta nella vita e nella coppia, propugnata anche da sedicenti psicologi alla Paolo Crepet (leggi un suo libro e capirai perché parlo di utopia), anche se astrattamente condivisibile, porta ad un inevitabile individualismo e ad un egoismo sfrenato. Il pensiero che si afferma di conseguenza, di cui ho letto mille espressioni su questo forum: “In questo periodo non sto più bene con il mio fidanzato (o peggio con mio marito) e ho tutto il diritto di mandarlo a cogliere pomodori, dopo tutto quello che c’è stato (magari anche se ci sono figli di mezzo) o peggio di tradirlo. Io, come essere umano, ho il diritto di essere felice, mi spiace se qualcuno ci passa di mezzo, gli passerà”.

    Nel mio caso io posso capire, non c’era alcun impegno ufficiale, siamo giovani, la storia non era lunghissima, non ci sono state “porcherie” (almeno che io sappia, il tempo me lo dirà) e se una persona non ti ama più è bene che ti lasci, perché comunque non potrà renderti felice. Certo, sulle motivazioni e sulle tempistiche ho qualche perplessità morale, penso sia uno schifo lasciare una persona perché hai cambiato vita e ti senti finalmente una donna arrivata, ma non penso che la mia ex sia una persona superficiale e priva di valori. Penso solo che è una persona immatura, cosa che per certi versi ho dimostrato di essere anche io. Io l’ho capito e cercherò di crescere, lei, scaricando ogni colpa su di me, non so cosa stia imparando dal nostro fallimento… ma sono problemi suoi. Le auguro di rimpiangermi, perché io i valori di cui parliamo ce li ho eccome.

    Quanto alla marmaglia che popola il pianeta, che poi si permette di chiamare “moralista” una persona come me o come te, beh… chi è contento di vivere nella superficialità, se gli piace viva come vuole… questa gente deve solo sperare di essere sempre “carnefice” e mai “vittima”. Perché quando poi sei vittima capisci che certe regole, anche di “onore”, certe parole date, DEVONO esistere anche nelle relazioni amorose, altrimenti non si potrebbe e non si dovrebbe nemmeno provare a costruire un serio rapporto di coppia o, peggio, un matrimonio!

  7. 7
    kiky9326 -

    Parlo da ragazza che non ha mollato mai nessuno per motivi stupidi (eccetto l’ex, perché mi tradiva). Molte volte è la paura che ci fa fare le cose di soppiatto. Paura di cosa? Di esser date per scontate. Se per esempio io parlo al mio ragazzo di un suo comportamento ingiusto/menefreghista (anche non grave) nei miei confronti e lui continua a fare di testa sua, allora smetto di parlargliene e dopo un po’ che continua, io esplodo. Perché una come me, con le mie esperienze, ha bisogno di sentirsi coinvolta nella relazione e sicura che chi ho a fianco non sia uno che mi voglia imbrogliare/usare/dare per scontata. Poi c’è donna e donna, ma per me è così. Io apprezzo molto quando mi dice di accompagnarlo in giro, magari perché cerca qualcosa, quando capisce che ho bisogno di lui oppure che ho bisogno di stare da sola. Ecco, io apprezzo l’uomo che mi capisce, che mi fa capire che sono importante e se viene a mancare questo, mi crolla tutto (anche se per me è una cosa molto istintiva purtroppo). Dopo è possibile che chieda scusa per una parola di troppo o un comportamento stupido, ma in quei momenti penso le cose peggiori (anche su di me). Lo psicologo lo ha definito come un’autodifesa “lo mollo io prima che lo faccia lui”, però ci sono molti uomini che nonostante gli si parli con calma o senza, glielo si dica 2000 volte qualcosa che da fastidio, procedono instancabilmente (magari per orgoglio) a fare questa determinata cosa e allora una sopporta e dopo si convince che sia meglio mollarlo, perché “non ascolta”.

  8. 8
    Never -

    panda
    Hai detto le cose come meglio non si può 🙂
    Con questo io non mi ergo a moralista o perfezionista,di errori ne avrò commessi anch’io eccome. Ma almeno un percorso di analisi lo sto facendo su me stesso. E poi sicuramente queste persone non erano convinte fin da subito, o per lo meno mettevano in forte conto che potesse finire. Per cui cmq non rinunciano a nulla dato che appunto la loro felicità viene prima di tutto. Col senno di poi non mi sento neanche di dargli torto più di tanto, perchè come ti appoggi a qualcuno e tenti di costruirci qualcosa sembra che becchi solo mazzate 🙂 Il fatto è che io ero soddisfatto della mia vita, non solo in funzione sua ci mancherebbe, però è innegabile che lei fosse una componente importante. Ma cmq è giusto così, se no la gente non si metterebbe mai assieme a qualcuno se si bastasse da sola.

  9. 9
    Angelo -

    kiky9326, apprezzo la tua analisi che è sintono di una bella persona ma non sono d’accordo. Per me hanno ragione Panda e Never quando parlano di egoismo e di una società in cui tutto concorre all’affermazione personale a dispetto del prossimo. Inoltre, perchè volere a tutti i costi cambiare una persona in base ai propri canoni? Lo/la mollo perchè non mi ha ascoltato non mi sembra giusto. Ciascuno è quello che è e se l’altro lo ama, lo ama anche per la sua diversità. Alla fine, la causa è sempre la stessa: egocentrismo, superbia, presupponenza, alimentati da esperti e soloni che sanno sempre la risposta giusta, come gli psicologi di cui parlava Panda. Grazie a Dio, non siamo tutti uguali, ma tutti dobbiamo vivere in questo mondo sempre più difficile.

  10. 10
    panda -

    @ Kid: sono d’accordo, parlavo di altruismo nel senso di “trattar male” la persona che hai lasciato per tagliare i ponti e permetterle di “guarire” prima. Lo so che chi ci molla lo fa all 99,9% per sè. L’altro 0,1% se molla per il bene dell’altro, evidentemente ama ancora.

    @ kiky9326: quindi tu chiudi una relazione, “trattando male” l’altra persona fondamentalmente perché sei molto delusa da essa. Immagino, quindi, che il bilancio della relazione per te sia negativo quando arrivi a prendere una decisione del genere.

    Nel mio caso i problemi c’erano, ma il bilancio non era negativo, anche a dire della mia ex. Prima che lei partisse “non aveva alcun dubbio su di me”. Parole sue mentre mi lasciava. Per 7 mesi in cui c’è un cambiamento importante per una relazione, in cui potresti capire che il tuo ragazzo soffre e si “ingelosisce” perché, laureato a 24 anni, a 26 ancora non lavora mentre tu sì, mentre ti sei trasferita in un’altra città e cominci, tu per prima, a cambiare modo di fare e carattere, per 7 mesi in cui un equilibrio di coppia è perso perché la situazione è oggettivamente dura per entrambi, tu butti all’aria una storia con una persona che ti ha dato TUTTO, ogni attenzione, ogni soldo, ogni pensiero, ogni istante della sua giornata per 4 anni interi? Se la mia ragazza mi ha lasciato davvero perché delusa dal mio comportamento, significa che non ha un briciolo di comprensione e meglio averla persa. Ma dato che la comprensione l’ha sempre avuta, penso proprio che ci siano altri meccanismi mentali dietro. A meno che, come dicevo con Never, per lei il mio comportamento non fosse effettivamente “grave” e non perdonabile. Mah.

    @ Never: io probabilmente ho sbagliato, perché ho sempre messo la sua felicità davanti alla mia. Ne ho accettate di cotte e di crude (non entro nei dettagli per amor proprio), perché su alcune mie mancanze passava sopra anche lei. Non lo rifarò più, perché è sbagliato e troppo rischioso. Ma comunque hai ragione, se uno stesse totalmente bene in solitudine, non cercherebbe la coppia… è inevitabile e giusto affidarsi in qualche misura all’altro.

    @ Angelo: mi fa piacere vedere che ci sono diverse persone che la pensano come me 🙂

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