Si è tanto parlato di quote rosa in politica. Ora vorrei porvi una riflessione, rispetto alla prima repubblica il numero di donne in politica è aumentato di molto, ma secondo voi c’è stato un miglioramento? Guardando l’operato delle varie ministre e onorevoli: Gelmini, boldrini, kyenge, lorenzin, boschi, ecc…, hanno saputo amministrare meglio l’italia rispetto ai loro colleghi uomini? O non è cambiato quasi nulla?
Lettera pubblicata il 7 Agosto 2017. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Aloneinthedark.
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Categorie: - Politica
I tempi non sono stati dei migliori. Le donne in politica non sono solo da vedere come una forza progressista. La donna negli ambienti in cui si trova ribadisce la subalternità del mondo all’ordine divino. Il suo personale senso della giustizia viene percepito come un “errore” perché la divisione dei ruoli e la collocazione gerarchica tra politici e cittadini, tra sacerdoti e fedeli, tra attorie e spettatori -e via dicendo- consentono di dare delle giustificazioni di natura teorico –dottrinale a quel tormento che causa l’angoscia esistenziale di ogni uomo. Per dirla in parole povere è come se si toccasse un nervo scoperto soprattutto quando si mettono in discussione gli antichi privilegi. Quando sfoglio il quotidiano mi rendo conto che le lezioni di carità e di giustizia dipendono da tanti fattori. Dipendono dal tipo di notorietà, dalla religione del momento (es. il lavoro), insomma: da tanti fattori… gli stessi che ti portano a dubitare del detto “i soldi non hanno odore”. Anzi, in molti casi quando si porta il ritorno d’immagine a giustificazione di quel senso di vertigine- che ogni atto di compassione e di misericordia verso il prossimo bisognoso (o verso la comunità) scava nella coscienza- la situazione rientra. Si tratta di un mistero che accende la nostra parte irrazionale. La sinistra ha sempre maneggiato con grande cautela una materia che gli è sembrata talmente delicata da portarla a correggere alcune intransigenze dottrinali.
Io stimo Barbara Palombelli, ma riconosco anche che ha alle spalle una storia professionale che le ha consentito di poter affermare la sua indipendenza senza apparire troppo intransigente. Quando passa questa immagine la gente si chiude in difesa dei propri egoismi. Parliamo di una donna che ha una certa dimestichezza con il mondo dei media e che quindi può permettersi di dare corpo ad un ideale di emancipazione che non ha colori politici. La signora Clio Napolitano ha interpretato il suo ruolo in maniera veramente ineccepibile. Chi l’ha preceduta non è stata da meno. La moglie del presidente della repubblica ha sempre svolto un ruolo di pacificazione tra le diverse forze politiche.
E:peggiorato, la Kyebge è venuta in Italia per sfuggire dal Congo Che ha il più alto tasso di morte infantile al mondo, non ha fatto un c.... e si becchera’il vitalizio. Con la laurea in medicina che si ritrova poteva rimanere in Congo
Non mi risulta proprio che essere ministro comporti un vitalizio.