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Lettera pubblicata il 30 Gennaio 2019. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore hope10.
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Ho fatto belle cose negli ultimi anni per fortuna: mi sono innamorata, ed è stato arduo combattere per poter fare la vita da ragazza fidanzata oggi (i miei volevano la promessa di matrimonio già prima del primo appuntamento e che io uscissi la sera tornando alle nove, magari guardata a vista dal fratello!). Ho voluto studiare, ho quasi finito ormai. Mi sono aperta ad esperienze nuove, e questo mi ha fatto cambiare, ho scoperto cos’è adatto al mio carattere, e ho sofferto di constatare che per me certamente essere una brava persona è fondamentale per andare a dormire la sera tranquilla con l’animo in pace, ma che non sono proprio la femminuccia passiva che vorrebbero che io fossi. Eppure, i grandi sforzi, quelli definitivi, ancora devo farli, come se non trovassi il coraggio più che la forza: ed è qui che ho capito che devo fare come per il resto, devo essere me stessa e basta, e vedere che succede semplicemente, vivere, e non averne più paura, essere chi voglio essere.
La parte più dura è dover essere sempre spenta: se torno a casa con un sorriso in più, vengo duramente aggredita con qualche scusa banale, o presa in giro, o mi si fanno i dispetti finché non mi irrito pesantemente che ci vogliono giorni per riprendermi, magari proprio nei giorni che sto lottando per una scadenza con un esame, perché non si vuole vedere la serenità, la felicità dell’altro, e questo è un qualcosa di insopportabile. Perché qui essere spenti, esauriti, infelici di vivere è proprio la normalità, ed è un circolo da cui non si esce mai. Chi alza la testa e odora di qualcosa di diverso rischia la vita, se è donna poi non ne parliamo: silenzi manipolatori, dispetti, etc… quindi è duro per me fare la terapia dell’affermazione da una parte e dall’altra resistere a quest’aria a cui si riesce a resistere solo facendo vedere che nella propria vita non c’è niente di bello proprio come nella loro.
Vabbè Hope, un poco hai anche rotto. Se non ti comoda l’ambiente, leva le tende e te ne vai altrove, chiunque trova da campare facendo pizze, pulendo condomini o lavando i cessi dell’autogrill, e intanto magari studiare. Peraltro credo che ti farebbe bene. Andartene, intendo. Sei maggiorenne, che stai a lamentarti? O ti fa comodo che sia tua madre a lavare, stirare e cucinare? La vita è tua, organizzetela. Anche le persone “non brave” dormono il sonno del giusto. Anzi.
“La parte più dura è dover essere sempre spenta: se torno a casa con un sorriso in più, vengo duramente aggredita con qualche scusa banale, o presa in giro, o mi si fanno i dispetti finché non mi irrito pesantemente”
Hope, questo è il tipico comportamento a cui ti induce la vicinanza con persone altamente tossiche, i cosiddetti vampiri energetici. Sono individui che bisogna far di tutto perchè non entrino nella nostra sfera esistenziale, o perchè ne escano se ne fanno parte, altrimenti ci rovinano la vita. Può trattarsi di amici e conoscenti, colleghi, vicini di casa, ma a volte purtroppo anche di partners e familiari. E in questi ultimi due casi vale la stessa regola: l’ allontanamento. Non ci sono altre soluzioni efficaci per sottrarsi dalla loro nefasta influenza.
infatti hope, devi farti la tua vita. pianta questi inutili genitori e comincia a vivere.
Bah. E se i genitori non fossero poi così inutili come suggerisce lilly e il vagabondo (vabbè, il vagabondo ci sta di istituto)?
In fondo il padre porta a casa i sghei, la matre lava-stira-cucina, la Hope ti torna in casa ridacchiando e questi si incazzano come magrebini quando non gli paghi l’hashish.
Ci sono vari livelli di lettura della vicenda, le campane bisogna sentirle tutte; in realtà Hope non risolverà nulla, continuerà a navigare nel suo minestrone, perché il cambiamento richiede volontà.
Non mi dà l’idea di una che vuole superare la propria zona di comfort.
Anzi.
Professore, come sempre condivido la sua lucida e ferrata analisi. Hope comunque dovrebbe tener conto del fatto che sacrificare la libertà per un piatto di lenticchie, sul lungo periodo non è mai una scelta saggia, e che il cambiamento comporterebbe in fondo solo un iniziale periodo di assestamento, un pò come quando il rapinatore, compiuto il colpo e riemerso dallo scarico fognario, trova un riparo pulito e tranquillo e si concede un rinfrancante bagno caldo, accanto al suo meritato e ricco bottino. In certe situazioni adopero in me questo tipo di proiezione, nel mio caso funziona alla grande.
Forse perchè noi fasci ormai siamo piuttosto avvezzi alle fogne, chissà.
“dovrebbe tener conto del fatto che sacrificare la libertà per un piatto di lenticchie”.
Essì Maria Grazia. Ma non lo farà. Lei non vuole cambiare, si capisce lontano un miglio, e camperà male, è storia scritta. Poi, personalmente, io sono ghiotto di lenticchie e mi piacciono pure con il musetto, il cotechino e gli altri salumi di terza dai nomi ignoti che oscillano vaghi come desideri nelle mie campagne. Sacrificherei la libertà per un piatto di lenticchie solo se ben accompagnato da pietanze di carne, da un vino rosso mosso (banalmente: Lambrusco di Castelvetro o Gotturnio), e da abbondante narda finale. Al dolce rinuncio, non li amo.
Come non convenirne Professore. Momenti estatici di luculliana memoria.
Ragazzi, sono già due anni che cerco lavoro, concorsi compresi, va tutto bene con i punteggi finché non devono scegliermi nella fase finale. Prendono sempre gli altri. Se poi parlate di lavoretti tipo le pulizie e simili, ci ho pensato e sto cercando anche quelli ma nel mio paesino del sud non posso con la dieci euro che mi mettono in mano fare la vita mia, ci vuole almeno uno stipendio minimo per sopravvivere.
Voi avete ragione che mi sono fatta vecchiotta e ancora non lavoro, ma ho deciso comunque di laurearmi e ripeto, non riesco a trovare la mia occasione nonostante, per quanto riguarda i miei sforzi, mi sembra che stia andando tutto bene e non posso lamentarmi, ovviamente c’è da migliorare tantissimo e non lo nego.
Però non voglio trovare scuse e so bene che devo intensificare i miei sforzi.
Comunque non penso che se io usassi la schiena per pulire casa allora loro sarebbero tranquilli e pacati.