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Lettera pubblicata il 28 Gennaio 2016. L'autore ha condiviso 17 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore maria grazia.
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Cassandra…condivido il tuo commento n 57…tranne che il padre di erika ha avuto la forza di guardare avanti e perdonare…ho sempre odiato con odio allo stato puro quei genitori di merda falliti che dopo una settimana che il figlio ha commesso un omicidio loro confessano di averlo perdonato!
No cassy…quello non è amore!
Un genitore VERO non puo’continuare ad amare un demone come in questo caso si è rivelata essere erika insieme a quell’altro demone del suo fidanzatino!Se la difende è perdona è perché o è correo all’omicidio o un demente totale incapace di intendere e volere che non riesce a rendersi conto di nulla!
Solo in questi due casi un genitore puo’perdonare certi orrori dei figli!
Il padre di erika non amava ne suo figlio ne sua moglie e ho sempre pensato che avesse partecipato anche lui all’omicidio! e lo penso ancora!
Cmq non mi interessa di parlare di genitori di merda come questi qui..quello che volevo dirty cassy è che condivido il tuo pensiero sull’amore e mi spiace molto per la madre che hai avuto,davvero,quando una madre è totalmente incapace sia di crescere e amare i figli come la tua,una volta arrivata nell’aldila’be…non andra’subito in dimensioni tanto luminose.
C’è ne’vorra’un po prima…dovra’capire tante cose e crescere molto…sicuramente l’hanno aiutata!anche se nella sua prossima vita dovra’ subire cmq tutto quello che ha fatto a voi… Solo così la legge del karma funziona…e non l’ho fatta io!
Tu nonostante tutto sei stata una brava figlia ed è ammirevole che te ne sia presa cmq cura fino alla fine!
È venuta a trovarti in sogno e ringraziarti proprio perché una volta di là si prende consapevolezza della vita e di tutti gli errori fatti! Ecco perché è venuta!
È un grande passo se sei riuscita a perdonarla dentro di te ed ad accettare quello che è stata!
Anche se incosciamente il non aver avuto una madre te lo porterai sempre dietro…
La sua malattia non è stato un caso….era già l’inizio del karma che doveva scontare per essere ciò che è stata!
Sei stata forte cassy e in questo caso ti ammiro molto!
@maria grazia, io sono contro il masochismo, l’ho scritto perfino in alcune lettere. Forse devi leggere meglio, senza aver la foga di ribattere.
Pensa e respira.
@Sofia mi ritengo fortunata di avere avuto una madre così, perché da giovane io ero timidissima e la sua pura cattiveria mi ha sbattuto in faccia le due possibilità che consigliavo io stessa ad un u-tonto dei nostri: soccombere o reagire.
Io ho reagito in tenera età e questa, per me, è stata davvero una benedizione.
Sì, sono passata attraverso alti e bassi, tentativi di suicidio e psicanalisi ma infine più che perdonata io l’ho compresa.
Il perdono non può esistere senza comprensione, senza uno sforzo personale attivo.
Ho compreso da dove derivavano le sue fragilità e le sue mancanze ed ho compreso che se io non avessi chiuso questo percorso, avrei riversato sui miei figli le medesime cose.
Per uscire dal masochismo inculcatoci dalla religione cattolica non basta FINGERE DI NON VEDERE, non basta tenere lontano i pericoli con la PAURA, occorre affrontare e riuscire a superare.
Il padre di Erika, per me, ha compreso i disagi psicologici di sua figlia e sta cercando di darle una mano, probabilmente in questo modo dà anche una mano a se stesso.
E’ una bella cosa… io lo ammiro.
Il padre di Erika fa del bene a se stesso, oltre che a sua figlia perché condivide un percorso di crescita che lo mette in discussione come genitore.
Ecco, secondo me la chiave di tutto sta qui: chi riesce a mettersi in discussione può utilizzare il sentimento d’amore per crescere.
Viceversa, chi ha regole e paletti, paure e chiusure… beh… affari suoi!
:))))
Magari se torna in sogno, con una punta di sano egoismo da primo piolo, spiegale che non esistono solo i ‘grazie’, ma anche le quaterne e le cinquine… se a te non interessano me le puoi sempre passare che me le gioco sulla ruota di Venezia che se vinco mi passa il mal del simioto che affligge anche me quando leggo certi post.
Karma, non precipitiamo. È ovvio che le carenze identitarie nascono nella famiglia di origine. La mancanza di un “riconoscimento” in età infantile porta inevitabilmente ad una alterata visione del “SÈ”. Non ci vuole una laurea in psicologia comportamentale per capire che un individuo che in età adulta tende a “idolatrare” un altro individuo ne sta cercando (inutilmente) il riconoscimento, proiettando le proprie carenze nelle presunte “superiorità” dell’altro, che “accettandole” eliminerebbe il continuo dubbio di non valere o di essere “inferiore” per le ragioni accennate prima. Sforzo inutile e deleterio, a maggior ragione se si tratta del frequente fesso qualunque, che si sente investito di un “potere” che non ha, ma che a causa di quella “dipendenza” altrui PENSA di possedere, con quali aberrazioni del rapporto che si possono immaginare. Se questo comportamento è contenuto psicologicamente entro i limiti del fenomeno antropologico, quando è rivolto a figure carismatiche prodotte dallo show business e dalla religione, è grottesco quando lo è verso l’oggetto del nostro “amore”, proprio per l’alterazione di visuale che nasce da uno “squilibrio” emotivo. Condizione perfetta per commettere errori di valutazione. Per esempio, mia moglie, a suo tempo innamorata “ormonalnente” di uno scioperato che imbrattava delle tele con segni che uno scimpanzé con una pennellessa in mano e tre barattoli di colore avrebbe fatto allo stesso modo, “voleva” vederci un artista che non c’era, ma che “essendoci” le avrebbe confermato che si era “innamorata” di un essere “superiore” la cui attenzione ne avrebbe “elevato” la scarsa opinione che aveva di sè in quei momenti. Questo per accontentare anche la sua etica ed educazione che la obbligavano a volere un riscontro “socialmente” riconosciuto per giustificare senza “vergogna” la voglia di sco.... con chi inspiegabilmente (cioè istintivamente, quindi indipendentemente dalla volontà) le faceva “sangue”, sangue che a vent’anni reclamava i suoi bisogni naturali. A circa 45 finalmente ha “capito” cosa le facesse vedere il nuovo Basquiat in un povero imbianchino. Cosa che poi la vita ha confermato.
Quanto ai sogni e alla oniromanzia lascio a chi ci crede le considerazioni del caso. Io credo solo che certe cose che cento anni fa sembravano provenienti da altre dimensioni, oggi sono pacificamente spiegate dalla scienza. E questo è sempre successo nella storia dell’uomo.
Quindi Karma e gesso con le credenze, buffet e controbbuffet.
Non ho numeri da darti, caro Yog, e comunque il mal del simioto non si cura col denaro.
Tienti stretta la boccia, sentiammè!
“Forse devi leggere meglio, senza aver la foga di ribattere.
Pensa e respira.”
Rimando questo consiglio al mittente, che secondo me ne ha molto più bisogno di me. Come d’ altra parte, molte altre donne che intervengono in questo sito e molte altre che incontro nella vita…
in certe cose mi sento sempre più “un maschio”, anzi un UOMO. devo ammetterlo.
per il resto, non ho il tempo materiale ( e francamente nemmeno la voglia ) di andarmi a rileggere tutte le passate discussioni. mi limito a commentare quello che vedo scritto nei commenti attuali.
spero mi scuserai. ciao.
Cassandra,
ho un figlio adulto, che né io né suo padre siamo stati in grado di proteggere adeguatamente nell’infanzia. ne ha riportato gravissimi danni, che mi arrecano costante sofferenza.
non mi sono mai aspettata niente da lui, e forse questo eccesso di libertà, come tutti gli eccessi, non ha giocato a suo favore.
anch’io apprezzo molto le persone come il padre di Erika, che sanno amare anche nel dolore, senza venir meno per nessuna ragione ai loro affetti.
Rossana…(discorso a parte sui genitori come il padre di erika che amano i demoni perché sono correi e per me non sono da apprezzare anzi mi fanno venire il vomito!)
…
Io non so nulla di te…della tua vita e sinceramente mi spiace molto per ciò che è successo a tuo figlio!
Ora ti ripeto..non so nulla di cosa sia successo ma mi spiace che abbia avuto dei problemi e che tu stia soffrendo!
È incredibile…ognuno di noi qua ha sofferenze e cicatrici dentro..altre già rimarginate…altre non si chiuderanno mai più… Eppure siamo qua e consigliamo..aiutiamo e sosteniamo …
Molto bello questo..
Un abbraccio sincero Ross.
cara Sofia,
ti ringrazio MOLTO per la partecipazione, al di là di sensazioni divergenti su altri temi. non possiamo essere tutti omologati.
NON ho mai scritto qui per avere supporto, e ciononostante, quando in una specifica circostanza ho precisato le ragioni di un costante dolore, sono stata definita “la piangente”. COME TE, a modo mio, ho cercato e cerco di dare un aiuto o un incoraggiamento quando mi sento di farlo. alla mia età non ci sono più molte occasioni di dare qualcosa a qualcuno (il più delle volte si ha sempre più bisogno degli altri, per incombenze pratiche) e mi fa piacere immaginare di poter essere ancora minimamente utile, soprattutto dopo aver provato sulla mia pelle, a suo tempo, l’importanza di un’attenzione.
è scontato che quasi chiunque si affacci qui ha un suo problema, piccolo o grande, superabile o meno… anche chi si illude di esserselo lasciato alle spalle.
abbraccio ricambiato (TUTTI i miei abbracci sono sinceri!)
“è scontato che quasi chiunque si affacci qui ha un suo problema, piccolo o grande, superabile o meno… anche chi si illude di esserselo lasciato alle spalle.”
fare improbabili allusioni serve a poco. è invece acclarato che il trovare compiacimento nei mali altrui ( veri o presunti che siano ) per molti è l’ unica consolazione nè più nè meno di quanto non lo siano gli amori illusori.
Una delle mie più grandi fortune è stata quella di scoprire e di capire cosa si cela veramente dietro i discorsi di tanti “benpensanti”.
sul fatto di essere utili agli altri scrivendo qui dentro, meglio non farsi troppe illusioni. chi viene qui lo fa quasi esclusivamente PER SE STESSO. inclinazione che qui troviamo in abbondanza.