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Lettera pubblicata il 20 Giugno 2011. L'autore, Solamente, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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silvana_1980
Si, siamo tutti disillusi. Ma da cosa? Dall’avere conosciuto la vita, dalla nostra esperienza. In pratica dalla realtà, la nostra realtà. Le idee si cambiano proprio a seconda dell’esperienza. Una idea che è frutto di un vissuto è più vera di un ideale. Purtroppo è così. Prima si conosce e si accetta la realtà prima si vive meglio.
In fin dei conti amore non coincide quasi mai con l’amore disinteressato verso una persona. L’amore forse è più complesso di quanto si creda.
Fondamentalmente è un prendersi cura di una persona dalla quale ci aspettiamo lo stesso trattamento: è un prendersi cura di se stessi. Se l’amore fondamentalmente non fosse il più alto atto di egocentrismo non staremmo così male. Se un’altra persona non ci vuole più non vuol dire che sta morendo o soffrendo, anzi il contrario. E allora cos’è l’amore?
E’ amore per noi stessi.. ma allora perchè dovremmo avere bisogno dell’altro per amare noi stessi?
Credo che l’amore, cosi inteso, sia un tipo di amore sbagliato, nocivo.
Credo che l’intero nostro sistema relazionale sia in fin dei conti male impostato…
Una persona che si ama a prescindere dall’altro è una persona serena, forse più felice di una persona che per raggiungere la sua stessa felicità ha bisogno di “amare”.
Questo è quello che spero di raggiungere.
E questa idea, seppur semplice di fondo, la capisci molto meglio quando lasci che un’altra persona si impadronisca completamente del tuo io. Poi può farci quello che vuole, come dimenticarlo. E tu ti ritrovi vuoto. Solo i tuoi pensieri puoi controllare e le tue volontà. E’ qui che si deve lavorare. Il nostro Io deve rimanere solo nostro. Lo dobbiamo custodire gelosamente, perchè è l’unica cosa su cui abbiamo potere decisionale. Amare un’altra persona dovrebbe essere amare il suo Io e farsi amare. Ma mantenendo sempre una distanza. Se piantiamo le nostre radici in un’altra persona correremo sempre il rischio che se le porti via. Le radici devono rimanere dentro di noi. Poi possiamo fondere i nostri rami e le nostre foglie con un altro albero e creare così una composizione fantastica: ma quand’anche arrivasse un gelido inverno che ce ne privasse, rimarremmo comunque sempre ben ancorati al terreno.
silvana_1980: ottima osservazione..davvero ottima…
ma credo che quello che chiedi sia impossibile. Il carattere di una persona per forza di cose (e per natura) si adatta alle esperienze di vita.
Voglio dire…fai crescere un bambino in mezzo alla strada…vedrai che imparerà a difendersi e a non fidarsi di nessuno…perchè vedrà il mondo da quella prospettiva.
Quindi è giusto quello che dici, molto giusto. Ma forse (io per primo) non abbiamo le palle per rimanere quello che siamo o per continuare a credere nei nostri valori, se incontriamo solo gente che ci calpesta.
Ciao Solamente, il tuo è un ragionamento molto sensato e in linea di massima sono d’accordo con te. Osservando il fenomeno in maniera sociologica come hai fatto tu emerge un dato significativo: l’uomo è l’unica specie animale che ha stravolto il proprio modo di essere e i proprio ruolo. Leoni e leonesse vivono in un determinato modo da milioni di anni, così come tutti gli altri animali. Pensa se ad un certo punto la leonessa si sentisse il re della foresta e il leone si rasasse a zero la criniera..ai nostri occhi sembrerebbero ridicoli e incomprensibili. In fondo è quello che è accaduto alla società umana.
Con quale risultato? Che alla fine gli uomini di oggi, ricreati a piacimento delle donne, non piacciono nemmeno più tanto a loro.
La passività è un modo di vivere che implica sempre la morte interiore come continua repressione dei propri impulsi vitali, può una persona scegliere quindi se continuare a vivere passivamente rinunciando per sempre alla felicità se non solo quella fisica. Una donna emancipata può essere sì la causa della rovina di una relazione naturale con il patner, ma anche l’unica ancora di salvezza da uno stato emotivo profondamente alienante.
So che è passato tantissimo tempo e che probabilmente nessuno leggerà quanto scriverò, ma volevo comunque dire la mia opinione.
Io ritengo meschino che gli uomini (e da quanto leggo anche alcune donne), per consolarsi delle proprie delusioni amorose, pretendano che le donne debbano tornare ad un ruolo di inferiorità e passività, credendo che in questo modo saranno risolti tutti i problemi di coppia attuali. “La donna è debole per natura, la donna è passiva per natura, è innaturale che la donna voglia essere pari all’uomo”.
Sinceramente, quando leggo frasi del genere mi sento molto offesa. La donna è sì diversa dall’uomo biologicamente, ma non capisco il voler insistere che “diversa” significhi passiva, inferiore, a voler ostinatamente negare alla donna gli stessi diritti e le stesse possibilità che ha l’uomo nella società. Non capisco il dover per forza rilegare la donna all’ambito domestico, con la giustificazione che siccome è sempre stato stato così allora è sicuramente giusto, che è “naturale”. Non capisco perché non vogliate accettare il fatto che le donne siano esseri con coscienze e personalità distinte che vogliono essere libere di scegliere come vivere la propria vita, senza per forza dover sottostare a dei ruoli di genere rigidi e invalidanti. Io ritengo che ci possa essere equilibrio in una coppia anche in maniera diversa dalla tradizionale divisione “lei in casa a curare bambini e marito, lui fuori a lavorare”.
Poi, sinceramente, non vedo perché ci deve essere tutto questo scandalo se una donna parla di sesso o si comporti “virilmente”, e allo stesso modo non capisco lo scandalo creato dagli uomini che si curano o che si depilano. Un po’ mi irrita sapere che la società pretende che io donna debba essere sempre depilata perfettamente altrimenti si schifa, che non devo parlare di certi argomenti o non mi posso comportare in un certo modo perché sennò non sono conforme al mio ruolo di genere.
Buonasera,non posso contraddire l opinione, e giustamente in parte sfogo, della signora. Però non posso non notare il notevole cambiamento in peggio, generato da una confusione immatura dovuta forse al fatto, che non ci siano radici profonde a favore del ” gentil sesso” .Non c e’ torto o ragione, ci stiamo evolvendo.Troppo in fretta, la complicanza e’ dettata anche da questo.Io personalmente sono un uomo di 36 anni,non credo più nei rapporti duraturi dall età di 15 anni.Bisogna imparare ad arrangiarsi e abituarsi hai cambiamenti, uomini e donne, senza imprigionarsi.E’ triste e privo di sentimento il mio discorso, ho sempre frequentato ” donne libere” ma non credo più nella fedeltà femminile.Basta guardarsi attorno e notare la maggior parte dei casi.Sono per l indipendenza femminile, ma …uomini forza e coraggio
La fedeltà femminile, ha sottolineato matteo, è un concetto piuttosto superato.
O forse, la donna pretende di vivere le medesime esperienze che sono state per secoli appannaggio quasi esclusivo dell’uomo.
L’uomo, generalmente, non è stato fedele e le donne hanno taciuto.
Ora che le donne si prendono le loro libertà, l’uomo ne fa un dramma.
Bah… io non ci vedo nulla di drammatico.
Io credo che si possa accettare il nuovo concetto di sentimento innanzitutto e poi di famiglia.
Un sentimento privo di possesso fisico che rivede i ruoli all’interno della famiglia spesso allargata dove l’uomo talvolta disoccupato fa anche il mammo.
Il crollo psicologico maschile non lo comprendo. le nostre nonne hanno retto benissimo matrimoni pieni di corna ed infelici, lavorando come schiave. Possibile che voi non possiate reggere altrettanto?
Arrangiarsi ed adattarsi è l’unico modo per sopravvivere!
Poi, certo, se l’uomo riuscisse ad essere un tuttofare, stantuffatore, psicologo, idraulico, elettricista, cuoco, agricoltore ed ingegnere, oltre che mammo, sarebbe perfetto!
Dai, rimboccatevi le maniche! 🙂
Sono d’ accordo con Cassy. L’ uomo oggi si lagna per cose che noi donne abbiamo sopportato per secoli. è il chiaro segnale di chi – venendo detronizzato – si trova all’ improvviso senza i suoi consueti privilegi. Però penso anche che da parte di alcune persone, sia uomini che donne, non portati alla fedeltà e alla vita di coppia, sarebbe più sensato fare scelte di vita più consone alla propria natura di creature “indomabili”, invece che sforzarsi di incasellare se stessi in un ruolo che gli è stretto. Chiaro che questo tipo di vita comporta delle rinunce ( come ad esempio il non potersi fare una famiglia ), ma dobbiamo capire che non ci siamo soltanto noi e quello che desideriamo, perchè nel momento in cui le nostre attitudini e i nostri comportamenti potrebbero andare a influire sulla vita di qualcun altro, dobbiamo tener conto di questo e non possiamo pensare solo a noi stessi.
Ci si può fare una famiglia anche senza incasellarsi 🙂
Cassandra,
verissimo: ci si può fare una famiglia o vivere un amore ANCHE senza incasellarsi!
basta sapere cosa si desidera e non adeguarsi forzatamente agli schemi. bisogna, però, trovare un partner che la pensi nello stesso modo, e qui, spesso, casca l’asino!
due ne ho avuti, ma… nessuno dei due perfetto in tutto e per tutto. e già mi è andata meglio di quanto mi potessi aspettare…