Ho infranto cristalli
con pugni di rabbia,
urlando una vita
da questa morbida gabbia.
Solo parole e bugie,
fili invisibili
che ti avvolgono come serpenti,
e avvelenano il tuo sangue
con il miele dei loro denti.
Rimangono frammenti di luce,
sul pavimento,
che lasciano ferite.
Sgorga ancora vita,
di un rosso scarlatto,
che chiede un altrove per vivere
ancora
il suo domani.
Lettera pubblicata il 29 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Route66.
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Categorie: - Cultura
Sentivo proprio un bisogno… uno stimolo inenarrabile…
Qualcosa che mi pesa e che mi opprime…
Scappo.. Corro.. Ma lo stimolo aumenta
E giù
È giù
La pancia!!!!!
Forse dovevo solo andare a c….
@R…t
per quanto sia brutta, grottesca e ridicola, la mia lettera rispecchia un reale malessere.
Questo commento mi fa capire quanto sia stato stupido a scrivere, in questa come in altre occasioni, su questa forum, mettendo quanto ho vissuto e vivo alla mercè del ludibrio e del facile giudizio di persone grette e arroganti come l’autore di tale post.
Io valgo molto di più di questo mio errore, che ho iniziato la vigilia di Natale del 2010 e che nn ripeterò più.
Davide Carminati,
e non “Route66”, che è solo un ridicolo nickname ed un’anonima maschera.
Ciao Davide,
l’unica cosa stupida che tu abbia fatto è rispondere a quel post, di cui nessuno si ricorderà mai. La mediocrità spesso si compiace di se stessa, ma dobbiamo capirla, è l’unica cosa che certa gente ha.
Quello che provi e che hai scritto rimane, e ci fa pensare. Ci fa pensare che sgorga ancora vita, e brilla. E un altrove verrà raggiunto, se quella vita ancora c’è e corre.
Non cambiare per la cattiveria degli altri, la tua forza sta in ciò che sei e che provi, e il messaggio arriva.
Simone Berlingeri
(Geko)
Davide, penso che questa poesia sia densa di significato ma comunque comprensibile, l’ho capita anch’io, pensa te! dico così perchè di solito non capisco una mazza :)) Ecco per esempio non capisco il commento di Robert, forse, boh, voleva fare il simpatico con una parodia della poesia (parodia che purtroppo non ho colto). Comunque Robert a me questo tuo commento ha fatto lo stesso effetto, per commenti di sto tipo magari firmati come “Falqui” che così basta la parola e non leggo il resto.
Scusa Davide ma ora che ci penso t’avevo incontrato anche in un’altra lettera e ho avuto l’impressione che facessi di tutto per essere criptico e non far capire un tubo. Cioè crei delle poesie, le esponi e poi, insomma è come se le abbandonassi là ma non capisco il tuo intento. Se hai voglia sarò felice di sentire un tuo commento. Scusate se mi sono intromessa ma sto seguendo il consiglio di Geko, il quale mi ha detto che è sempre meglio prendersi la briga di dire quello che si pensa, e a me sembra un gran bel consiglio, che applico appunto con questo ped(s)ante commento. Ora vado perchè tutti e tre avete dei nomi super sexy e mi trovo un po’ in imbarazzo. Buona serata.
@Geko/Simone–@Dolcevita
le parole di questa mia brutta letterea le ho scritte in un momento di sconforto. I pugni non sono una figura, una metafora…li ho dati per rabbia contro un vetro. i frammenti di luce che lasciano ferite, sono le lame che ho usato una sera e spesso uso per infliggermi tagli sul braccio, ormai abitudine per me. Le urla sono le mie in una casa che odio e da cui ho tentato di uscire per due anni vivendo in un monolocale di 20 mq, una soffitta dove d’estate avevo 35 gradi, ed in cui ho provato la vera fame e solitudine, non avendo soldi per due o tre giorni. Lavoravo 11 ore al giorno in un call center per 30 euro netti. Passavo giorni senza parlare con nessuno. Sono dilaniato, esausto, l’unico fonte di gioia è un amico danese, che ormai conosco da un anno, senza averlo mai incontrato, e con cui scambiamo msg di ineffabile bellezza. Io sono gay. E amo la poesia in ogni cosa: un tramonto, una canzone, un’amicizia, un gesto gentile. MA mi scaglio con violenza contro l’arroganza, la superficialità e l’incapacità di capire…anche se spesso la ritorvo in me, e cerco di combattere questo nemico
Grazie di cuore per i vostri interventi
@ Simone, ho apprezzato molto la tua firma, amche se non dovevi… è di conforto sapere che le mie parole abbiano lasciato una traccia, anche se effimefra, in qualcuno. E in me la vita c’è ancora…
@Dolcevita…. quella mia poesia era indirizzata a lui…e in quella sera avevo la terribile sensazione di averlo perso per sempre. Scriverla mi aveva dato conforto. Ho poi parlato di musica, perchè è il modo con cui comunichiamo, ascoltando assieme su internet le stesse canzoni, è come vivere le stesse sensazioni ed essere vicini…”Coloro che a vicenda si tengono vivi non muoiono mai”…sapendo che io ho ho la mia vita e lui la sua. E il nostro rapporto non è una catena, ma una gioia condivisa
Un caro saluto, Davide
( il nick Route66 l’avevo scelto perchè è è il nome di una strada, di un cammino, come è la vita, dove si puoò partire soli, ma si conoscono persone e storie da condividere )
come diceva il poeta Rimbaud “io è un altro” e bisogna cercarlo “altrove”. C’è sempre un altrove, un posto, un luogo, una persona, un pensiero, un verso, dove possiamo essere noi stessi, quelli veri.
Ma bisogna cercare. Non è facile, e pochi ci riescono.
La tua poesia diceva tante cose di te, anche se non le avessi spiegate in seguito.
La firma l’ho messa per far cadere la maschera, per non nascondermi dietro un Geko, che sarebbe l’immagine che ho di me stesso.
Ciao Davide, grazie a te per aver avuto la pazienza di spiegarmi ed avermi aperto un po’ il tuo mondo. Ho riletto il tuo commento non so quante volte sai! Tante, ed ogni volta ci trovo qualcos’altro. Indubbiamente c’è tanta vita, c’è solo vita, quella strada è ancora così lunga e piena di sorprese… Anche se tante, troppe volte veniamo assaltati come carovane dai banditi, che razziano tutti i nostri tesori più belli. L’entusiasmo, la fiducia nel prossimo, calpestano senza rispetto tutto quanto! Quanto è dura a volte! Si deve sempre stare in campana, con gli occhi ben aperti e la paura che possa succedere qualche altro guaio. Che palle, dico io. Io vorrei solo amare e apprezzare la bellezza della vita, finchè vivo, eppure dobbiamo fare i conti con miriadi di circostanze e sbatterci contro, ferire ed essere feriti, pensiamo di aver trovato qualcosa e un istante dopo, fiuuuuu è sparita di già! Mah, chi ci capisce è bravo. Mi viene prepotentemente alla mente questa canzone dei Metallica:
“New blood joins this earth
And quickly he’s subdued
Through constant pained disgrace
The young boy learns their rules
With time, the child draws in
This whipping boy done wrong
Deprived of all his thoughts
The young man struggles on and on, he’s known
A vow unto his own
That never from this day
His will they’ll take away ”
che insomma, è di una tristezza infinita e non condivido, ma che ha dentro di sè quella speranza e quella consapevolezza che può salvarci, proprio in quest’ultimo pezzetto:
“il giovane continua a lottare,
Un giuramento a se stesso
Che mai d’ora in poi
Gli porteranno via la sua volontà”
Cacchio mi porta proprio indietro nel tempo, è così bella… Forse Davide, faccio delle ipotesi eh, dobbiamo fare come i ninja. Non hanno paura di niente loro, e sanno che qualsiasi circostanza la sapranno affrontare, perchè sono forti e snodabili e saltano sui tetti senza sfracellarsi. E si allenano prendendo un sacco di legnate. Però sanno anche concentrarsi ed essere gentili, e fanno quegli strani esercizi al mattino prestissimo, sui prati appena bagnati, quegli strani movimenti così lenti che sembrano senza senso, invece un senso ce l’hanno eccome! Come se si muovessero al tempo di una musica antica e soave, e diventano un tutt’uno con la musica, e il mattino, e l’universo intero.
Quella tua poesia, come questa, è bellissima e dimostra che anche dalle esperienze più brutte sgorgano continuamente “frammenti di luce”, e forse dice anche che costruire è più difficile che distruggere, ma ancora mi risuona dentro e devo coglierla. Rispetto a quell’altra però, resto ferma su quel che ti scrissi in quei commenti. Grazie Davide, ti abbraccio.
E’ trascorso molto tempo da questo scritto. E’ passato un ricovero in psichiatria con T.s.o., e un anno e mezzo di comunita’. Ora sto meglio. Lavoro, ho iniziato a vivere. I miei problemi, irrisori e ridicoli di fronte a chi non ha da mangiare, e’ malato ed è solo, non si sono risolti, me li porto con me, e l’oscuro a volte si fa risentire. Ma almeno vivo. E provo emozioni. Anche se non mi leggerete, grazie a Simone e a Dolcevita, per la tua bellissima lettera. E un grazie ad una persona incontrata su questo forum, che un mio meschino errore, ha allontanato da me.
Davide Carminati
Sono trascorsi 9 anni da questa lettera. Ora sono in una comunita’ dopo un tentato suicidio che purtoppo mi ha lasciato in coma solo per due giorni. Rimane angoscia e paura di un domani che non ci sara’
Davide
Leggo casualmente questa poesia meravigliosa piena di dolore e sento di scriverti perché so com’è.
Caro Davide, la vita è stata con te molto pesante. Il tuo dolore non può essere cancellato ma puoi fare del tuo talento un modo per sentirti vivo.
Vivere in una comunità non è una cosa bellissima, però se pensi all’aiuto che puoi ricevere e che forse altrove non avresti avuto… non ti senti comunque grato? Nonostante tutto. Ti sei salvato e ti auguro di sentirti meglio e sereno. Scrivi altre poesie perché sei bravissimo.
Grazie per la condivisione.
Trova la luce dentro di te. Chiedi aiuto.
Tanti auguri di cuore