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Lettera pubblicata il 14 Novembre 2008. L'autore, bimba64, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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progetto che comunque aveva dei lati interessanti, e poi, effettivamente, il mio era proprio istinto, non era un qualcosa di decodificato per cui la potessi proprio considerare un ragno.
(e ciò dimostra invece quanto l’istinto ha ragione!!!).
In realtà poi avevo avuto poco a che fare con lei ma non avevo visto grandi problemi e quindi ero io stessa incuriosita della mia istintiva perplessità. Be’, posso dire che è stato un ragnone incredibile, che in due sole settimane ne ha tentate di combinare e manipolare a josa :O
all’inizio l’altra mia amica non vedeva, perché le sembrava impossibile che questa fosse così ragnaccia.
anche perché la ragnaccia la lusingava, ma quando la maschera è caduta – le interessavo io, non lei, lei era il tramite, lei era mostrare che io avessi torto – e sono venuti fuori i controsensi (le lunsighe vuote nei suoi confronti, i ricatti, il tentativo di usare lei come aveva tentato di usare me) la mia amica era :O
e ha detto: caspita se avevi ragione :O :O :O :O
mi sono accorta quasi subito che avevo ragione, ma dovevo portare a termine una cosa prima di andarmene. Tuttavia la ragna in sole due settimane è riuscita a richiedere una notevole quantità di energie, a creare situazioni imbarazzanti, a girare la realtà, a farne di cotte e di crude. E a cambiare registro – lo giuro, è vero! lupo/agnello – se eravamo sole io e lei o c’erano altre persone. Questa era una cosa talmente pazzesca che mi dava quasi i brividi…
anche a mandare delle email che dicevano l’una il contrario dell’altra.
ad un certo punto ho capito che il modo per neutralizzarla (a parte andarsene al più presto) era non parlare e non spiegare più, perché lei voltava ogni parola, e ti stancava immensamente fingendo di ascoltare e non capire.
insomma, cose complicatissime e tutte create da lei :O ma davvero. Una roba da arzigogololo mentale spaventoso :O
quando penso a questa vicenda mi dico:
a) ascoltare l’istintoooooo !
b)che liberazione è stata una chiusura a 3/1mandata
si si che si era capito, Luna, il motivo della tua non-risposta a quel tizio… non c’era modo migliore di reagire con lui. All’inizio, io chiedevo se ci sarà mai un modo per fermarli, questi ragni? con i comportamenti della ragnaccia hai descritto i comportamenti in cui io ho passato la vita …. ma mentre la tua ragnaccia è stata annullata dal tuo silenzio, i miei ragnacci, pur con il rapporto chiuso a tripla mandata continuano a perseguitare, per mezzo della manipolazione costante degli altri familiari. Se stai vicino a loro è un inferno, se stai lontana ti portano via fratelli, padre, figli, nipoti … è una tortura… e continuano continuano continuano, sia che ci difenda o che si porga l’altra guancia, sia che si reclamino i propri diritti sia che si rinunci a farlo. Ci sarà mai modo di fermarli?
Per ora non ho trovato di meglio che rafforzarmi al massimo, vivere la mia vita con gioia, costruirmi, sperimentare, comunicare e scambiare amore con gli altri, reclamare i miei diritti e procedere un passo alla volta per far emergere la verità … luce in una stanza buia … ma servirà a dissolvere le ragnatele e fermare le trame dei ragnacci velenosi?
Questi ragnacci, cara Fl53, tentano sempre, probabilmente, di manipolare, anche a distanza.
Poiché per loro il controllo è importantissimo, se non una ragione di vita penso certamente una modo di stare al mondo, il fatto che qualcuno esca dal controllo è per loro fonte di frustrazione.
Non ci stanno. Dunque continuano ad investire energie nell’esserci, e male, a distanza. In modo certo più o meno invasivo. Quando ci sono di mezzo famigliari è peggio… ma anche se leggerlo può spaventare, vale comunque sempre la pena di mettersi sulla strada di recidere i fili e farsi una nuova vita. Far intendere che non sia possibile è una delle caratteristiche del ragno. Invece si può. Il ragno enfatizza la difficoltà, anche quando c’è comunque non vederla più attraverso gli occhi del ragno fa la differenza.
Chi esce dalla loro tela assapora la libertà, e non vede l’ora di recidere ogni filo con la ragnatela. Impegnato a vivere, una volta liberato dalle moleste influenze interne lasciate dalla vita con il ragno, costruisce un’altra “casa”, un altro spazio, il suo spazio, e va avanti.
Tempo fa una persona mi parlava di “vampirismo psichico” e di una sua amica che, avendo a che fare con un ragno, per motivi di lavoro, per diverso tempo aveva avuto dei sintomi psicosomatici molto evidenti. Che sparivano tutte le volte che si allontanava dal ragno.
Una volta allontanatisi dal ragno, come dici tu, a poco a poco le energie rifioriscono.
Si allargano le energie, lo spazio vitale e la stessa percezione di spazio proprio e vitale.
Quasi mai ho sentito dire: chissà cosa fa “il ragno ora”, passata la rabbia, ovvia. Perché il senso di liberazione e di apertura è superiore.
Il ragno invece spesso continua a chiedersi cosa fai tu.
perché il ragno, in fondo, vive nel proprio circuito chiuso, e percepisce gli altri attraverso se stesso.
Ecco che, allora, nel dare via i mobili del tipo che dicevo non leggerei soltanto la vendetta, la risposta
all’abbandono, ma anche il fatto di voler esserci, ancora, un esserci malato. comunicare: controllo.
La sua ex aveva fatto prima dei tentativi recuperare i suoi mobili e aveva capito che più lei chiedeva (anche se aveva ragione) e più il ragno si gonfiava. E che aveva più voglia di comprarsi una cucina nuova o di mangiare sul solo bollitore da campeggio, ma senza avere la pancia rivoltata, che dover combattere con il ragno o sua madre che dava a lei della ladra.
E’ chiaro che a nessuno piace un’ingiustizia, ma in quel caso non c’erano di mezzo persone, ma cose. Cose che davano potere al ragno.
Alla fine lei ha valutato (ripeto erano cose, e rinunciabili) che gli avrebbe lasciato l’osso, mentre lui se lo mangiava ringhiando.
La ragna tempo dopo è risbucata. Tentando di impormi un regalo formale, di tipo 10 euro, x kiudere la partita recitando una parte pseudo-chic(vergognosa, visto il suo palese lerciume precedente).Ha chiamato la mia amica dicendo: mando tutto a te. In modo da evitare di affrontarmi,x impormi la cosa per vie traverse, far semmai fare alla mia amica da parafulmine di fronte al fatto che io avrei detto “no!” o far stressare gli altri per capire come liberarsi della sua idea CHIARAMENTE inopportuna senza dover sprecare energie. Ma ho liberato subito la mia amica da questo gioco del ragno. E anche me. La mia amica, per sè, le ha scritto “ok, grazie”. Io le ho scritto due righe, due, dicendo elegantemente che preferivo desse quei soldi a tale ente benefico o uno a sua preferenza. Non ha mai risposto. Per lei contava fare quel colpo da teatro, imposto,che avevo fatto cadere.E senza dirle ficcati il regalo in quel posto 😉 ma tramutandolo in un’altra cosa utile quanto inutile per i suoi fini.Tanto che neanche l’altra ragazza ha mai ricevuto nulla.La ragna le sorride, eh, ma avuto un’immediata amnesia riguardo la chiccheria nei suoi confronti. L’altra è disgustata rendendosi conto di quell’ennesimo tentativo di manipolazione, attraverso lei, puro mezzo.
si… quando i ragnacci sono inesperti, fanno così. Sbagliano: manipolano le persone sbagliate o usano metodi sbagliati (sbagliato nella loro logica, ovviamente); tengono comportamenti doppi, ma in modo errato, e vengono scoperti. Io ho assistito alle metamorfosi, avvenute attorno ai cinquant’anni, di persone che sono passate dai comportamenti tipo quelli della tua ragnaccia, a comportamenti strategici costruiti con tattiche precise, lucide, programmate. Ho visto ripetersi in 4 persone lo stesso decorso, come fosse quello di una malattia: fino ad un certo punto si accontentano di manovre disordinate ed istintive. Poi, sotto la pressione di eventi della realtà (difficoltà economiche e/o malattie e/o circostanze che rischiavano di ‘scoprirli’) si ritraggono nell’ombra: letteralmente, per un periodo di uno-due mesi, paiono improvvisamente quasi estranei alla vita consueta. Parlano poco, e solo in termini tragici, scompaiono per giorni interi. Intensificano sfiducia, pessimismo, vittimismo, delusione nei confronti di tutti(figli, coniugi, ecc.) e stringono la morsa sulla persona -di solito uno dei figli- su cui già avevano ascendente (psicologico ed economico), chiedendole collaborazione fattiva in atti precisi:attacchi legali,incombenze amministrative, posizioni di aperta alleanza (ottenuta con manipolazioni mentali e calunnie che inducono odio e ostilità aperta verso una ‘vittima’, la ‘colpevole di tutto’). Ottenuta dall’apprendista stregone la ‘dimostrazione di fede’, partono all’attacco, dichiarano la guerra a viso aperto, mettono con le spalle al muro altri del gruppo partendo da quelli più deboli economicamente: non danno denaro (o ne danno poco), ma lo promettono sotto forma di “eredità SE”. Gli alleati aumentano con progressione geometrica: focalizzati contro il ‘puntaspilli’ (la vittima), tutti lavorano per le strategie del ragno, che appaiono come logiche e razionali, proprio come perfetta appare
la struttura geometrica della ragnatela. Ed è questo che inganna tutti: la razionalità della trappola. Tanto peggiore quanto più intelligente, colto, prestigioso, è il ragnaccio. Tutti furiosi contro un ‘nemico’ responsabile di tutto, i soldatini vedono le prefette, razionali manovre e obbediscono agli ordini: avviano cause, testimoniano in tribunale, diffondono le calunnie. E’ un inferno. Chiunque si imbatta nella ragnatela, viene gestito dal ragnaccio: o crede alle sue elucubrazioni e si fa alleato, oppure è catalogato come nemico e respinto all’esterno oltre la cortina della rispettbilità familiare. Se è vicino o all’interno della famiglia,i casi sono due: o si adegua al ragno o gli viene riservato lo stesso trattamento usato con la vittima (il ‘puntaspilli’). Due dei 4 ragnacci sono morti: portati alla tomba in pompa magna, tra discorsi commossi di preti e autorità. Le loro vittime: alcune morte di crepacuore, altre di tumore. I loro soldati: vita sprecata, professionalmente larve, socialmente buchi neri. Nipoti, nipotini: castighi, regole, percosse. Violenza pura, psichica e fisica.
Tra i soldati, qualcuno oltre ai soldi, raccoglie l’eredità infernale: imparata la lezione, diventa ragno.
I ragnacci n.3 e n.4 sono ancora vivi: e io sto rompendo le uova nelle loro ragnatele. Ho squarciato il bozzolo paralizzante, cambiando tutto della mia vita. Tutto il lavorìo di menzogne e manovre dei ragni serve a non farli scoprire, quindi bisogna scoprirli, rendere visibili le ragnatele illuminandole con la luce: la verità è luce. Non so se funzionerà, di qui la mia domanda sui ragnacci.
Il vecchio detto ‘i panni sporchi si lavano in famiglia’ non serve alla persona, ma serve alla società per mantenere se stessa: è il meccanismo con cui la mafia del sud e quella -senza nome- del nord concimano se stesse.
Se i panni sono molto sporchi, si portano in tintoria.
Questo per dire a chi a paura … di parlare con gli altri, di cercare aiuto…
@Se i panni sono molto sporchi, si portano in tintoria.
la ripeto perché mi pare una frase che contiene, già da sola, un messaggio molto molto importante. Per tutti coloro che quei panni invece se li tengono addosso, sentendosi sporchi, pesanti, disperati, intrappolati come se… dormissero nel letto dalla parte dei piedi, con la faccia intrappolata nelle coperte.
e non solo sono panni che si possono togliere, ma vengono scambiati per la propria pelle, ormai, e soprattutto sono i panni sporchi di qualcun altro.
La ragnaccia è stata un po’ “dilettante” è vero… tuttavia ti posso dire che mi ha dato del filo da torcere, perché se è vero che il mio istinto l’ha sgamata dopo i primi tre secondi, per delle stonature, degli atteggiamenti (che con il senno di poi riconosco davvero come patologici) e se il disagio era evidente, e l’ho ascoltato (l’istinto dovevo ascoltare, prima, ma ho peccato di buonismo e ho sottovalutato il pericolo… anche perché davvero un film come quello che ha tirato non mi sarebbe mai venuto in mente… e sì che ho fantasia ;), se non avessi avuto a che fare con altri ragni in vita mia probabilmente, visto le sue dinamiche assurde, il disagio mi avrebbe confusa al punto da non riuscire a vedere i fili. Non avrei dato il giusto valore al disagio e al fatto che quello che vedevo, sentivo era, per quanto assurdo.
Fuori dalla ragnatela lei è sgamabilissima. Se parlavo con qualcuno mi diceva: certo che hai ragione tu. Questa è fuori di testa. Ma dentro la ragnatela lei girava la realtà come un calzino. Ed aveva creato una situazione molesta, sia che io decidessi di andarmene sia che io decidessi di restare. Questo era il problema.
Sapevo che avevo a che fare con una fuori di capoccia, ma la fuori di capoccia, di fatto, in qualche modo mi aveva dato scacco, prima, prima che io capissi quanto era fuori e le sue dinamiche. Mi aveva dato scacco fregandomi attraverso il mio senso etico.
E adesso comunque mi toccava sprecare energie tirandomi fuori dallo scacco. Sapendo che, in ogni caso, comunque lei avrebbe avuto da guadagnarci e io da perderci. Fantastico, no?
Di fatto lei ci ha guadagnato.
Io comunque mi sono stressata e basta.
Questo è un fatto. Ficcata nel suo film io ho perso tempo, energie.
Anche se posso ballare la samba in soggiorno perché la cosa è stata breve, il danno minimo, me ne sono accorta in tempo e me la sono tirata fuori dalle ba… prima che potesse creare dei danni più grossi. E il bello è che in quel film io ero entrata per farle un favore.
Fuori, dicevo, lei è sgamabilissima.
Però all’interno della ragnatela c’è chi non si è assolutamente reso conto, sul serio, di cosa sia successo.
Eppure lei stessa non si è resa conto di una cosa… e cioè che la sua ragnatela sta in una ragnatela più grossa. Che c’è un altro ragno. Non se ne accorge che c’è stato qualcuno che ha manipolato lei, a botte di adulazione spropositata (cosa che per lei è vitale, al punto da ubriacarsene senza stare assolutamente a vedere chi le riempie il bicchiere, e di cosa… se tu le dicessi che lei è renoir lei ti crederebbe, mentre non sarebbe mai in grado di accettare la minima critica, costruttiva. Preferisce credersi renoir, che guardare REALMENTE quello che fa e migliorarsi).
La chiamavano “renoir” e lei si gonfiava come un tacchino, mentre non capiva che c’era chi la stava mettendo nel forno.
A me tutto ciò pareva la versione splatter di fantasilandia.
Cmq sia per fortuna in queste duplici ragnatele incrociate io sono stata di passaggio, brevissimo, per sbaglio. Per aiutare un’amica di un’amica… fai tu. Per loro qllo è il mondo. Pensa te… :O
Luna … bella, quella del super-ragno. Si…tagliare:altri luoghi, altre cose, altre persone. Fuori dalla trappola non siamo più prede.Il guaio è se nella ragnatela restano le persone che amiamo:ormai liberi con tutto il resto del mondo, ogni rapporto con i nostri cari intrappolati ci avvicina alla ragnatela.
Vado con l’esempio concreto. Avevo buoni rapporti con i miei figli, specie con V. la maggiore (ora ha 33 anni).Sai la storia:ho ‘nascosto il mostro’ ai miei figli per anni, poi lui li ha infettati con le sue contorsioni mentali,infine è divenuto violento anche fisicamente,4 anni fa mi sono separata. In pochi mesi, il ragno mi ha rivoltato contro i 2 figli minori.Poi, con un lavorìo costante,insieme hanno premuto su V. Non mi capacitavo dell’astio e della villania(mai c’erano stati tra me e i figli),finché l’anno scorso il ragnaccio ha rivelato il motivo,vantandosi con altri che veniva aiutato…da mia madre! In pratica mio marito e mia madre hanno fatto gioco di squadra confermandosi a vicenda nelle follie con le quali hanno rivoltato tutto il passato nella memoria dei miei figli,ribaltando le motivazioni di tutta la mia vita.Istruiti da nonna e padre,usano i loro metodi:insultano, disprezzano; impediscono di parlare,mi sbattono giù il telefono.Da anni non c’è più alcun rapporto.Ma mia madre da 12 anni aveva interrotto i rapporti con noi e non era nemmeno venuta al matrimonio proprio di V.:l’idea della connessione dei 2 ragnacci,era talmente pazzesca che non ci credevo quindi,anche se il rapporto con mia figlia V.si stava deteriorando (perché lei lo subordinava a che io accettassi l’esclusione totale dagli altri figli e rinunciassi ai miei diritti economici x la separazione) io pensavo avessimo ancora un po’ di confidenza e,al ristorante,le ho chiesto se era vero che si frequentavano con mia madre: V. è diventata di colpo viola, mi ha detto che l’avevo ferita e se ne è andata senza salutarmi(modalità tipica di suo padre).L’indomani provo a
riallacciare con sms, ma V. è categorica: per lei quella era una separazione definitiva. Ne ho sofferto moltissimo per molto tempo, quasi ci rimetto il cuore: mi sono fatta forza, mi sono curata. Fuori dalla ragnatela ho continuato a vivere, amare il mio compagno,gli amici, a dipingere,scrivere,fare le cose in cui credo.Avevo già provato di tutto, gli anni precedenti:ogni cosa mi allontanava sempre di più da V., così dopo la scena del ristorante e dopo essere stata molto male, mi sono arrabbiata. Basta: dandole corda faccio il suo male. Non ci sono stati rapporti per un anno, tranne un suo biglietto stringato per Natale cui ho risposto.So che è tornata più volte in Italia, ha frequentato padre, fratelli e nipoti. In questi giorni è qui, è stata vista, ma non si è fatta sentire da me.Oggi è il mio compleanno e mi trovo una email che dice: ‘biglietto d’auguri, allegato: ero passata a lasciarlo a mano ma non ho trovato la casella delle lettere’ (per un caso strano è sparita la targhetta del nome,sto provvedendo).
Beh, nel mondo normale sarebbe facile rispondere, ma nella ragnatela ci sono tante risposte,tante interpretazioni, tante reazioni … grazie… grazie per gli auguri … grazie per gli auguri ma avrei preferito che suonassi il campanello … grazie per gli auguri e che ne diresti se ci vedessimo? … grazie per gli auguri ma vedo che ancora mi eviti e questo mi dispiace molto… grazie per gli auguri e sappi che, anche se mi sono arrabbiata, comunque mi farebbe piacere vederti…. Grazie per gli auguri e voglio dirti che è vero, mi sono arrabbiata, ma quando vorrai smettere di pregiudicarmi e tentare di controllarmi, io sono felice di riprendere a vederci… grazie per gli auguri,come stai?..
Ci si sente spaccare: fuori, i comportamenti sono spontanei, senza sensi di colpa, ricerca di approvazione,ecc. Non penserei più ai ragnacci, non mi importa di loro … ma ogni contatto con V. o gli altri figli,intrappolati nella lurida ragnatela, mette nella paralisi …come prima..