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Lettera pubblicata il 14 Giugno 2022. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore fradel.
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@Sono la hit dell’estate
Hai ragione. Certe donne fanno i figli solo perche la societa’ glielo impone.
Io che non li maltratterei e non li trascurerei non riesco ad averne uno.
@Ana, perché no?
Puoi sempre adottarne uno, se vuoi.
Ciao Trader…
Non posso dirti cosa sono per ragioni di privacy, posso solo dirti che mi pongo più o meno a metà tra le due categorie.
Viva le tutele dei lavoratori, ma trovo che in questo paese ce ne siano troppe.
Bella cosa la maternità, ma non è nè un diritto, nè un obbligo, nè un atto di eroismo verso la patria: è una libera scelta individuale generata da aspirazioni/motivazioni individuali. E altrettanto individuali devono esserne la responsabilità e il costo.
Qualche agevolazione ci sta, ma non l’immunità diplomatica diamine…
Grazie Solnze.
Ciao White knight.
I bambini di oggi sono quelli che un domani ti pagheranno la pensione, perciò interessa anche a te che si incentivi la natalità ed è giusto che i costi del loro mantenimento ricadano su tutta la società, anche sugli individui che non hanno figli. Non esiste nessuna “immunità diplomatica”, si tratta solo di qualche mese di congedo parentale, molti dei quali senza stipendio.
Io sono un trader, lavoro per conto mio e quindi non usufruisco di congedi parentali, eppure sono favorevole a queste tutele. Le tutele per i lavoratori, come i congedi parentali, rappresentano un costo del lavoro che grava sui profitti delle aziende su cui investo, quindi questo sistema per me significa guadagni inferiori, ma, ripeto, sono favorevole affinché queste tutele siano riconosciute.
“Meglio una donna senza figli che una donna che gli ha e poi gli maltratta e se ne frega di loro”
Però! Che osservazione profonda, per niente banale, eh.
Onore al tuo lavoro di trader, Trader, soprattutto in questo periodo di estrema incertezza/volatilità su tutti i mercati.
Però mi permetto di farti notare che nella c.d.”economia reale” (quella dove hai impianti, macchinari, costi fissi, operai sindacalizzati, ecc.) l’incidenza dell’assenteismo (più o meno giustificato) dei dipendenti impatta molto di più, subito e in maniera tangibile che sui suoi derivati come la finanza (nulla togliendo a quest’ultima).
Per quanto riguarda il discorso pensioni, sapevo che lo avresti tirato fuori: non ti preoccupare, quel sistema è già saltato. La “piramide generazionale” è già invertita, con la base di giovani sempre più risicata. Temo che bisognerà arrangiarsi.
Infine, anche in Nord Europa hanno il problema delle nascite, meno che qui da noi, ma comunque ce l’hanno e questo a fronte di politiche spaziali maternità-friendly. Quindi privilegiare (come fanno lì) a go go le poche che ancora fanno figli potrebbe non avere tutto questo senso…
Ho letto di una gattara morta collassata che è stata mangiata dai suoi 20 gattini
Devi fregartene di quello che dice la gente…. l’invidia è una brutta bestia…io presepio che non voglio sposarmi o avere figli vengo preso in giro in quanto omosessuale e non solo da sconosciuti o colleghi ma perfino da mia sorella. Prima mi offendevo un sacco ma poi ho capito che è solo gelosia in quanto lei è depressa perché non riesce a stare da sola mentre io sono felice e contento soprattutto da solo….il punto è che se sei felice attiri l invidia delle persone anche quelle a te care
Il mondo attuale ha un problema di sovrappopolamento e non il contrario, quindi le donne che fanno figli non contribuiscono in nessun modo, in termini concreti, al benessere dell’attuale umanità. Mettono anzi al mondo altre bocche da sfamare ( che tolgono spazio alla natura per case e coltivazioni ) e probabili futuri disoccupati indebitati.
Semmai anzi sono le donne che non fanno figli che stanno dando un valido contributo alla società, evitando così di infoltirla ulteriormente e inutilmente.
Bisognerebbe piuttosto cercare di cambiare tutto il sistema per migliorare le condizioni dei singoli individui, ma evidentemente richiede troppo impegno.
Detto ciò, nessuno dovrebbe essere discriminato a questo mondo, indipendentemente dalle sue inclinazioni e dalle sue scelte. Chi discrimina e giudica è sempre un ignorante.
Io ho perso 3 bambini e non riesco piu a concepire dopo una gravidanza ectopica e 2 aborti spontanei.
Sono distrutta. A volte penso che era meglio se mio marito avesse avuto figli con la ex moglie thailandese. Lui dice no, altrimenti non finivo piu di pagare alimenti. Alcune persone stronze mi dicevano che siccome sono autistica e ADHD e mio marito e’ dislessico e ADHD e’ meglio che non faccio figli perche’ senno’ sono un altro peso per la societa’, me li prenderebbero in giro, non gli darebbero un lavoro anche se avessero gli occhi turchesi e gli zigomi definiti come mio marito. Hitler levati proprio! I vicini di casa di Roma chiedono a mia mamma perche’ non faccio figli e pensano che voglio divertirmi. Londra e’ carissima e mio marito sta cercando di aprire un business con un suo amico. Due entrate non sono sufficienti. Anche una delle mie migliori amiche non vuole figli e se gli dicono qualcosa li manda a ca.....
Io mi sono già espresso in altre sedi sulla questione figli. Anzitutto credo che il farli o meno sia una scelta insidacabile, che spetta a ciascuna persona o a ciascuna coppia, in base a ragioni che nessuno dall’esterno può sindacare. Se vogliamo vedere la cosa dal punto di vista generale, essa ha, come ogni altra, due, aspetti ambivalenti. Non fare figli può essere un merito, perché viviamo in un mondo già sovrappopolato e vede le proprie risorse sfruttate fino all’inverosimile da noi esseri umani. Peraltro, gli anziani, soprattutto nei nostri Paesi cosiddetti sviluppati sono davvero tanti e se non c’è gente giovane e in salute in grado di lavorare, chi può occuparsi di loro? Chi può mantenerli? Chi può pagare le loro pensioni? Coloro che vengono dagli altri Paesi non li vogliamo, perché compromettono la nostra identità (quale?) e dobbiamo, secondo alcuni, contrapporre alla loro prolificità una prolificità nostrana, in una gara a chi fa più figli. Ma allora come se ne esce?