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Lettera pubblicata il 14 Giugno 2022. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore fradel.
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Immagino un poro cristo russo o ucraino che torna dalla guerra e trova solnze che lo aspetta per farsi regalare la carta di credito altrimenti non è romantico 😃
Maria Grazia, con tutto il rispetto, rappresenti benissimo la mentalità occidentale moderna (= soldi e indipendenza/egoismo) che è esattamente la ragione per cui gli uomini scappano verso la Russia o l’Asia.
Gli uomini non vogliono le donne che pianificano la coppia o il matrimonio mantenendo tutto diviso come fosse un business, perché già sanno che tanto un giorno si andrà a divorziare. A me non interessa l’indipendenza, se mi fosse interessata non mi sarei sposata.
Logico, no?
L’amore è una scommessa, che fai? Giochi tutto, niente o solo una percentuale? Io sono per il tutto, se perdo muoio ma fieramente, come un vichingo che va nel Valhalla. Roulette… Russa appunto. 😀
ARGO, ma esattamente dove hai intuito una cosa del genere? Comunque è vero che i russi sono generosi, è un loro tratto nazionale come il fatto che gli italiani siano simpatici. Non si tratta solo di soldi. Vero, li spendono per le donne, ma non è solo questo. È una predisposizione d’animo.
Inoltre ai russi PIACE spendere per le donne e per le persone intorno. Non stanno a pensare sempre :”Oddio ho speso così tanto per quella, sono stato fregato!”. Piuttosto pensano :”Posso spendere, posso provvedere-> sono un vero uomo”.
Non so, forse qui da noi era così 100 anni fa? Contate che col comunismo la Russia è restata isolata sin dal 1917 e ora è tornata ad isolarsi. È come se gli europei di 100 anni fa si fossero divisi in due branchie che hanno sviluppato due mentalità abbastanza diverse.
Solnze, rispondo io invece di Maria Grazia non perché lei abbia bisogno di un difensore ma perché, essendo di indole più tranquilla, forse riesco a esprimere in modo più chiaro alcuni concetti. Preciso che Maria Grazia ha espresso determinate opinioni in merito alla volontà di restare indipendenti ma, coerentemente, non si è sposata e questo rientra nei diritti suoi come in quelli di chiunque altro. Peraltro, io mi trovo più in sintonia con il tuo modo di affrontare la questione piuttosto che con il suo, tant’è che io, per l’appunto, mi son sposato. E senza badare a ciò che era mio o tuo, ma ragionando in termini di: Ci vogliamo bene e scommettiamo ogni cosa su ciò che stiamo creando. Ciò che ritengo ingiusto è chi vuole i vantaggi di entrambe le opzioni: mi metto con una persona, professo a parole amore eterno ma, sotto sotto, mi faccio i miei calcoli e al momento buono mi scopro moderno/a, emancipato/a. È questa la cosa da non fare, o almeno non in maniera cosciente e pianificata.
Solnze: nel tuo ultimo scrivi: “È come se gli europei di 100 anni fa si fossero divisi in due branchie”. Mi permetto farti presente che in questo caso la parola giusta da usare è: branche, dato che le branchie son quelle con cui respirano i pesci.
Solnze io non lo chiamo egoismo, lo chiamo buonsenso. Non credo che “amore” significhi rinunciare a se stessi, ma piuttosto significa donare all’ altro la parte migliore di noi. Questo implica necessariamente poter mantenere i propri spazi e la propria autonomia in termini di attitudini e identità.
Comunque in fatto di sentimenti non ho mai fatto calcoli, in quel frangente ho semplicemente seguito il mio cuore. E mi è sempre andata male. Non me ne pento, ho fatto quello che mi sentivo in quel momento.
Oggi forse non sacrificherei più per un’ altra persona la mia indipendenza personale in fattori anche pratici, ma sono comunque in grado di amare profondamente. Forse anche molto di più di chi non ci mette ( anche ) razionalità o si rifà a stereotipi ottocenteschi ormai desueti e che lasciano il tempo che trovano.
Sono fiera di rappresentare la mentalità occidentale. Non mi ha mai interessato rappresentare altri modelli a cui francamente non credo.
Così come non credo nell’ istituzione matrimoniale.
Ma ovviamente rispetto chi non la vede come me.
Max, non credo che qui si tratti del fatto che ho un’indole poco tranquilla. Ma del fatto che dico delle verità scomode..
Maria Grazia,
allora dovresti provare la Svezia. Da come parli dovresti trovarti bene lì. Lo Stato è social-democratico e si prende cura dei cittadini “dalla culla alla tomba”
Esiste un welfare avanzatissimo, soprattutto per le donne. Puoi tranquillamente essere una madre single e lavorare, perché i nidi sono aperti H24, ci sono quote rosa dappertutto e assegni familiari, reddito di cittadinanza, ecc.ecc.
Però gli uomini scandinavi sono poco galanti, direi zero. Io li chiamo “mariti usa e getta”, vai, ti fai impollinare da un ariano, dopodiché lo cacci di casa o se ne va lui , così non gli devi manco cucinare (a parte che gli uomini svedesi cucinano pure), tanto è superfluo avere un uomo: tu lavori e lo Stato ti aiuta. Hanno un tasso di divorzio dell’80%, ma pare che nessuno si lamenti.
Solo che le case costano tantissimo e trovare il lavoro non è facilissimo e i figli sono dello Stato, quindi non li puoi picchiare e lo Stato decide come educarli.
Solnze, continui a rispondermi in modo passivo aggressivo, e comincio a capirne la probabile ragione: hai scelto di sottometterti a un uomo e ti sei pentita di questa scelta. E ora scarichi la tua frustrazione su chi ti dice una verità che non vuoi sentire. La realtà è che quando tradiamo noi stessi per un motivo opportunistico ( ad es. trovare un partner che ci accetti ) avvertiremo sempre che qualcosa “manca” alla nostra vita, e qualsiasi argomentazione ci diamo sulla cultura di questo o quel paese non cambia la nostra situazione personale. Perché si, ci sono le usanze, i costumi, i modelli nazionali, ecc.. le donne dell’ Est sono così.. gli uomini russi sono coli’… E via dicendo. Tutte generalizzazioni fini a se stesse perché poi dobbiamo confrontarci con il nostro percorso individuale. E quella è tutta un’ altra storia.
Ti faccio i miei migliori auguri.
Maria Grazia, non so dove tu abbia visto un atteggiamento passivo aggressivo, ma io ero proprio seria invece. Secondo me l’Italia non è un Paese in cui per le femministe è facile vivere, mentre la Svezia lo è, è il Paese più femminista al mondo come leggi e come welfare.