Buongiorno,
ho ereditato con mio fratello e uno zio, la casa paterna e il terreno di pertinenza della stessa.
Mio padre è deceduto cinque anni fa, premorto ai suoi genitori che al loro seguente decesso, hanno lasciato l’eredità ai legittimi eredi sopra citati.
Dal 1991 io abito in una casa, di mia unica proprietà, ubicata adiacente all’immobile sopra citato, anno nel quale sono stati ultimati lavori di ristrutturazione e modifiche che oltre ad aver avuto un regolare decorso di concessione edilizia e delle conseguenti procedute legali, è stata di proprietà di mio padre dal 1978 al 2005, anno precedente alla sua morte e dal quale divenne di mia proprietà.
Nello stesso anno d’acquisto, il 1978, fu aperta una porta sul terreno di pertinenza dell’altro edificio che apparteneva allora ai miei nonni paterni che accettarono tacitamente e bonariamente.
Nella casa nel 1988 iniziarono lavori di ristrutturazione e insieme ai disegni presentammo nel Comune di competenza, una scrittura privata dove, mia nonna, comproprietaria con il marito, dopo aver visionato tutte le modifiche dell’immobile, dava il consenso per le stesse.
Ora, mio zio, in sede di divisione della casa paterna e del terreno, vorrebbe che io accettassi di aggiungere e firmare nella scrittura privata di divisione, una dichiarazione dove accetto che questa porta e il conseguente passaggio dal cancello che divide le due case e dal quale io sono sempre passata a piedi o con mezzi per accedere alla suddetta porta, non è diritto acquisito, tipo servitù, dell’edificio, ma diritto personale e che alla mia morte tutto venisse meno e venisse ripristinata la finestra pre-esistente il 1978.
I miei dubbi sono questi:
1. questo tipo di situazioni in essere da più di 20/30 anni acquisiscono un diritto reale di servitù visto che la porta era anche inserita nei regolari disegni tecnici depositati al catasto?
2. la firma della precedente proprietaria è valida anche se il marito comproprietario, ma tacitamente consenziente, non ha posto la propria nel documento di accettazione delle modifiche iniziate nel 1988?
3. se la firma della proprietaria precedente (mia nonna) non fosse valida, perché avrebbe dovuto esserci anche quella del marito comproprietario, visti i tempi precorsi e dopo i passaggi di successione, prima per la morte del nonno e poi della nonna, rimane in atto il diritto di passaggio o di servitù comunque?
Come devo comportarmi in merito per non perdere nessun eventuale diritto acquisito e senza, ovviamente ledere nessun diritto di terzi, semmai ce ne fossero all’interno della questione?
Grazie.
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per queste cose un forum non è il posto giusto dove trovare risposte.
Dovresti interpellare un avvocato
Ovviamente. Non cerco risposte certe in questa sede, non sono così sprovveduta. Ma visto che ho letto nello stesso forum altre problematiche simili, dove venivano date risposte riflessive e comunque anche da addetti ai lavori, ascoltare altre voci, pareri e perché no consigli e confrontarsi, non può che essere positivo.
Saluti.