Gentile e apprezzatissimo Direttore,
Le scrivo in quanto medico, ma non solo.
In merito alla lucida e bellissima lettera della signora Michela.
Personalmente ho bandito da tempo dal mio vocabolario la parola vecchio e non solo perché ho ben più dell’eta’ della ragione ( 60 impeccabili fra tre mesi).
E non è vero che la sento usare frequentemente da voi che forse avete la delicatezza di parlare di anziani.
Ma la sostanza evidentemente non cambia se la percezione di chi vi legge, vi ascolta è quella di un’età irrimediabilmente avanzata e che fatalmente, per destino, soccombe .
Quello che non sento mai usare è il termine comorbiltá, condizione più facilmente a carico delle età avanzate (la ragione non devo certo illustrarla a Lei)e termine che, se Non è mai troppo tardi…, dovrebbe entrare nel lessico quotidiano di questa trincea che ha deve essere occasione di grande valenza pedagogica, la stessa che è nelle vostre mani.
Ringraziando della benevola attenzione,
buonissimo lavoro
Gabriella Tornotti
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Categorie: - Enrico Mentana - Riflessioni
Boh, qui non c’è nessun Mentazza nè la lettera della Michela, però se vogliamo mettere dei paletti uno a 60 può essere anziano o vecchio, dipende se ha fatto una vita buona o da pezzentiere e se il suo patrimonio genetico gli è amico.
Insomma, dipende; io ho visto vecchi di 40 anni anagrafici e anziani di 65.