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Se Dio è tanto buono, perché ha creato la sofferenza?

di tygerw
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 3 Luglio 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 19 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    Pasquale -

    Tutti gli uomini vogliono essere felici.
    E’ strano come tutti abbiamo gusti diversi, ma tutti cerchiamo la felicità. Non c’è nessuno che ama l’infelicità. Sembra scontato , ma in realtà così non è.
    Il bisogno di felicità e scritto nel nostro DNA, perchè è la nostalgia del paradiso perduto.
    Uno solo può indicarci la strada per la felicità, ed è Gesù. L’unico che conosce la via. E’ questa via è l’amore.
    Chi segue Gesù cammina in una strada di verità. I santi lo hanno capito e sperimentato, e si sono abbandonati a Lui.
    Hai le idee molto chiare, ti manca un passaggio che è quello di sperimentare la verità di Cristo nella tua vita.
    Questo si ottiene per grazia.

  2. 12
    rossana -

    Libera,
    mi farebbe piacere sapere se nell’infanzia hai avuto occasioni di sperimentare l’odio.

    ti va di rispondermi?

  3. 13
    libera -

    Non credo Rossana. Non ricordo affatto sentimenti del genere. Certo, poteva capitare di gridare ”ti odio!”, riferito alla scuola, a qualche materia antipatica o addirittura a qualcuno che mi aveva fatto arrabbiare ma ovviamente non era un vero e proprio sentimento di odio, piuttosto semplici momenti di rabbia e frustrazione infantile destinati a dileguare in fretta.
    A te è capitato?

  4. 14
    rossana -

    grazie per la risposta, Libera.

    no, a me non è mai capitato neppure l’attimo istintivo di ribellione a parole. rabbia e risentimento momentanei sì, ovviamente, a seconda della gravità delle offese o presunte tali.

    proprio grazie ad una partecipante al forum, ho preso coscienza che l’attitudine all’odio e alla ribellione, forse già non troppo marcata in me a livello genetico, dev’essere stata stata definitivamente stroncata dall’educazione pesante subita e dal clima granitico di indifferenza e di carenza d’amore che aleggiava in casa.

    l’equilibrio della famiglia (che all’esterno appariva perfetta) si reggeva sul denaro, sul dovere e sul silenzio, tutti aspetti difficili da penetrare in negativo per una bambina che non conosceva altri modi di essere e di vivere in comunità.

    siccome il carattere e le reazioni soggettive alle esperienze si formano nei primi tre-cinque anni di vita, mi è venuto il dubbio, che cercherò di approfondire ulteriormente, che potrebbe essere stata l’abitudine ad accettare come positivo anche quanto mi veniva di negativo dall’ambiente familiare a strutturare la mia difficoltà ad odiare. se inculcati con determinazione, in modo diretto o indiretto, certi concetti sono durissimi da modificare.

    di fatto, sembrava non esserci nulla a cui ribellarsi, nonostante il persistente malessere interiore senza nome. ho forse imparato ad accettare così qualsiasi cosa mi travolgesse in negativo come meritata ed inevitabile.

    mi ha fatto piacere potermi confrontare con te su questo tema. grazie!

  5. 15
    blasfemo67 -

    Tutto è relativo! Penso che il commento più azzeccato sia quello di christopher. Non c’è amore senza odio ecc..
    L’inverno può sembrarti freddo, ma nello spazio ci sono 180° sotto zero per cui l’inverno non è poi così freddo se lo paragoniamo allo freddo siderale.
    Ciò che tu chiami sofferenza, per i masochisti può essere godimento. Alcune persone trovano nella segrgazione un motivo per essere liberi. Solo dopo una prigionia puoi assaporare pienamente la libertà. Solo dopo l’amaro puoi gustare il dolce e così via…
    La sofferenza quindi, non è altro che un parametro soggettivo, per cui si può affermare che la sofferenza non esiste, proprio come Dio!
    Mi fanno sorridere quelli che citano il Vangelo come se fosse la verità assoluta. Le parole attribuite a Gesù, sono state attribuite molti secoli prima ad altri profeti non meno importanti come Confucio, Mitra ,Horus ecc..
    I Vangeli sono stati costruiti ad arte proprio come il Cristianesimo. Essi sono stati plasmati , manipolati, corretti e tagliati numerose volte. Basti pensare che tutti i Vangeli erano circa 30 e la Chiesa Cattolica ha pensato bene di tenerne solo 4. Poi quello più antico, quello di Marco, è stato scritto diversi decenni dopo la morte di Gesù. Immaginate come possa essere attendibile la cronaca di una persona scritta decenni dopo la sua morte, con l’ignoranza che aleggiava all’epoca.

  6. 16
    LUCIGNOLO -

    Rispondo alla domanda iniziale: Se Dio è tanto buono, perché ha creato la sofferenza? Qualche giorno dopo il terremoto di Haiti, ad esempio, un sacerdote che officiava nella capitale disse ai fedeli che quel disastro era un messaggio da parte di Dio. Altri sono meno dogmatici. Elizabeth McAlister, docente americana di religione, descrive così il pensiero di molti: “Il motivo per cui Dio provoca tali disastri è un mistero che non sta a noi indagare. Il nostro dovere è solo quello di avere fede”.
    È davvero Dio a provocare le sofferenze dell’uomo? Secondo la Bibbia la risposta è un categorico no. Le sofferenze non facevano parte del suo proposito per l’umanità. Fu l’uomo che scegliendo di stabilire da sé le proprie norme del bene e del male si allontanò da Dio e ne pagò le conseguenze. Per illustrare: Un genitore può permettere al figlio di fare delle piccole o grandi esperienze (in base all’età) consapevole delle conseguenze che le sue scelte potranno avere nella sua vita giusto?
    Noi subiamo gli effetti di quella scelta infelice. Ma non è certo stato Dio a dare origine alla sofferenza umana. La Bibbia dice: “Quando è nella prova, nessuno dica: ‘Sono provato da Dio’. Poiché con i mali Dio non può essere provato né egli stesso prova alcuno”. (Giacomo 1,13) Ovviamente chi decide di fumare, guidare in modo spericolato o sperperare il proprio denaro deve in qualche misura assumersi la responsabilità delle eventuali sofferenze che potrebbero derivare dalle sue scelte.
    Potremmo inoltre soffrire a causa delle scelte egoistiche altrui. In effetti gli esseri umani hanno perpetrato i crimini più abietti, dalle atrocità naziste/comuniste agli abusi all’infanzia. Usando male il libero arbitrio, alcuni prendono decisioni che provocano sofferenze ad altri.
    Molte disgrazie capitano perché ci si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato oppure a motivo dell’errore umano. Ad esempio, le notizie mostrano che le sofferenze sono di gran lunga maggiori quando la gente ignora gli avvertimenti o dove gli edifici non vengono costruiti per resistere a gravi perturbazioni atmosferiche o con criteri antisismici. In questi casi gli avvenimenti casuali coinvolgono più persone e di conseguenza le sofferenze sono maggiori.
    La Bibbia inoltre afferma: “Tutto il mondo giace nel potere del malvagio”. Chi è questo “malvagio”? Alcuni crimini, come genocidi e abusi sui bambini, sono stati talmente raccapriccianti che molti trovano difficile credere che siano stati partoriti solo dalla mente umana.
    Ma questo significa che Dio sia indifferente alle nostre sofferenze? Può fare qualcosa per porvi fine? Lo farà?
    Forse ti interessa conoscere la risposta. Forse la tua stima per la Bibbia è molto bassa a causa dell’ipocrisia di chi dice di rappresentarla. Prova ad ascoltare chi ti vuole parlare con sincerità della Bibbia, senza filosofie o pensieri personali, ma dando le risposte alle tue domande solo con la Bibbia. Auguri per la tua ricerca

  7. 17
    Rossella -

    Ciao,
    la tua lettera spiega perché sono contraria al sacerdozio femminile nella chiesa cattolica. Stanotte ho sognato una donna che veniva intervistata da un bambino. Nella prima parte ha risposto a domande di teologia pastorale e catechistica. Adesso non ricordo le domande nello specifico perché la donna ha una ricchezza spirituale incomparabile che, in queste circostanze, la porta immerge nell’atmosfera di presenza della Santissima Trinità. Mi è restata impressa la mancanza di difetto che la faceva sembrare molto algida. Invece gli uomini, lo vediamo, riescono ad esprimere il cammino di fede verso Gesù. Il Papa ha invitato a non aver paura di sbagliare. Una donna difficilmente riuscirebbe ad esprimere lo stesso concetto senza svuotarsi delle virtù proprie del cristiano. A limite quell’insegnamento risulterebbe come un invito pratico mettersi in discussione. E, per carità, si tratterebbe di un insegnamento altrettanto nobile, ma privo di virtù teologali e morali. Infatti la madre anche quando esci a buttare la spazzatura dice: -stai attenta!- Ma la sua non è una forma d’intransigenza. Si tratta di un atteggiamento naturale, di una predisposizione dell’anima. La madre alle volte scoraggia, ma lo fa perché si aspetta di vederti vestita di carità. Sa che le sperimentazioni, alla fine, ti portano a perdere autostima. Quindi anche il dolore vissuto cristianamente diventa il luogo del dovere. L’onestà nel vivere ti rende sereno. Che dire? Forse hai ragione…

  8. 18
    Rossella -

    … è semplicistico dare la colpa all’uomo. Senza comprensione non potrebbe esistere neanche il perdono tra di noi. Alla fine il bambino le ha domandato se Dio può fare o volere il male e lei solo in quel momento si è riscaldata (infatti lo ha fatto giocare sul divano, gli ha fatto il solletico e poi lo ha preso in braccia) e ha detto che non può farlo né volerlo perché è bontà infinita. Forse all’interno delle chiese protestanti la donna può ricoprire l’uno e l’altro ruolo perché non esiste la regola del celibato. La chiesa divide i due ruoli perché è universale e obiettivamente il mondo è fatto anche da coloro che non hanno la felicità di possedere il dono della fede e non sono in cammino verso Gesù. La donna del monastero dice che Gesù è in cammino verso di noi e ci rende capaci di produrre frutti di vita eterna quando siamo uniti a lui. Per unirsi a lui bisogna ricordare che Dio è perfetto nella bontà. Questa consapevolezza trasforma la vita in un lento martirio che purifica l’anima ed eleva l’anima verso le altezze di Dio. Umanamente si ricercano la ragione e le comodità, ma è proprio questo nostro istinto a rendere il dolore una realtà contraria alla vita. Gli scontri all’interno della chiesa ci portano a non essere troppo severi con noi stessi. Il mondo esalta la nostra natura fragile e decaduta. Non è necessario essere delle suore. L’importante è avere un modello da seguire nel momento della prova.

  9. 19
    Rossella -

    PS Io ad esempio mi sento ispirata da suor Lucia di Fatima perché ha uno sguardo molto concreto che non trattiene le sue pene.

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