Madre….ricordo ancora nella mia mente immagini in cui ero troppo piccola, in cui tu mi tenevi in braccio e guardavamo i cartoni, io bevevo dal biberon e nella casa entrava una luce calda e accogliente che sento non potrò mai più percepire. Ti stavo in braccio, ero la tua piccola, giocavo con le rughette sulle tue dita.. giocavo con le tue mani e le tue braccia..mi sentivo curata ed amata..ogni mattina mi lavavi e sceglievi i vestitini migliori da mettermi che mi sembravano bellissimi e tu mi facevi sentire bellissima, forse avevo 4 anni.. ma tutto questo sembra far parte di un altra vita. Da quanto ne ho compiuti 6 , la mia vita è stata solo un incubo, ci sono stati momenti felici, ma mi accorgo ora che sono adulta che erano felici solo perchè ti amavo così tanto ed ero piccola e riponevo una fiducia immensa in te. Papà e mio fratello, sono spariti completamente dalla mia vita che avevo appena 7 anni..sono rimasta con te e mia sorella..I nonni al piano di sopra.. Nonostante l’amore incondizionato che non riesco a smettere di provare non posso non dire che mi avete rovinato l’esistenza. Nella mia vita non ho mai fatto le cose che avrei dovuto fare nelle varie età della vita di un bambino, ero solo trascinata continuamente nella vostra merda, la mia vita raccontata agli altri era un enorme menzogna, raccontavo di vacanze di momenti in famiglia e persino di un padre che non esisteva, non ho mai parlato a nessuno della mia situazione, ho sempre tenuto su una messa in scena enorme, con chiunque al mondo, ma voi nemmeno lo sapete. Ora con le lacrime agli occhi vedo una bambina comprensiva, ingenua, e allo stesso tempo troppo intelligente per la sua età, che segue con fiducia una madre che pensa faccia solo del suo bene, ma che invece la porta giù con se.
Ho visto le botte in casa.. ho sentito sempre e solo urla e pianti…a 7 anni mi ritrovai parecchie volte in discoteca, a guardare mia madre e mia sorella rimorchiare schifosamente come due amiche, a me mi avete lasciata assieme ad un uomo, sui divanetti, nemmeno lo conoscevate, odio questo, odio questo ricordo. Odio il ricordo di tutti gli uomini che ho visto assieme a te e ho SENTITO assieme a te, odio il fatto che ero così piccola ma tu eri così stupida da passare ogni momento con me a raccontarmi dei tuoi problemi e chiedermi pareri… ero così piccola…e ascoltavo i problemi di mia madre…ogni giorno..ogni anno..avevo forse 8 anni ed ero nei sedili posteriori della macchina, mia sorella davanti, fuori piove e siamo pacheggiati davanti ad uno strano locale, io ho il mio libro di scuola e studio i verbi per il giorno dopo, probabilmente è notte, e io non so come faccio a saperlo, ma so che lì dentro ci sono donnacce e tu sei lì per poterci lavorare. Nonno ora è in carcere per aver sparato per sbaglio alla mano di papà, che cercava di entrare a forza in casa , mentre noi eravamo nelle discoteche al mare. Io dormo dalla nonna ed ogni mattina per le 5 e mezza tu torni a casa e io vengo da te ad abbracciarti prima di andare a scuola, dove mi accompagna mia sorella con qualcuno dei suoi ragazzi, a scuola ero persa sempre nei pensieri, non riuscivo a pensare che quello fosse importante, ma lo facevo, iniziarono a venirmi le convulsioni..ogni anno o ogni due anni avevo una crisi.. i dottori non trovavano nessuna spiegazione..niente negli esami, niente in me..ma io sono convinta tutt’ora che la spiegazione è la vita che mi avete fatto passare. Le medie le ho passate con una madre che voleva suicidarsi.. ricordo tutte quelle sere in cui eri seduta per terra in bagno a dirmi quanto volessi morire, e io lì a supplicarti di non farlo, ma a te non fregava niente. Quella sera mi chiusi in camera a giocare al pc, il tuo compagno fuori dalla porta a supplicarti di aprire, ore, ore passate così, e quando sentii la serratura del bagno aprirsi , seduta sulla mia scrivania, sentii un urlo straziante di lui, chiusi gli occhi, pensavo fossi morta. Scese la nonna a prendermi per portarmi da lei e passando dal corridoio ti guardai negli occhi, seduta ancora lì a terra, ma con il pavimento cosparso di sangue , e così il tuo braccio…non dimenticherò mai quel tuo sguardo. Successe di nuovo, mesi dopo, e stavi per vincere. Io ero fuori con le amiche, che pensavano avessi una vita esattamente come la loro, ma quel giorno tu eri uscita con l’intenzione di non tornare. Mentre provavo a divertirmi ricevetti un messaggio nel quale mi scrivevi di guardare in uno dei miei cassetti, avevi messo una lettera per il nonno, una lettera di addio. Dissi alle mie amiche che dovevo andare per forza, erano preoccupate ma non avrebbero mai immaginato la verità. Quella sera eppure tornasti, dicevi “tanto se voglio una cosa nessuno mi può fermare” ma eri tornata e pensavamo il peggio fosse passato, tu continuavi con le tue frasi da suicida e nessuno più ti cagava, andai dai nonni a chiedere aiuto in lacrime, mi dissero facci mangiare e vai ad aiutare tua madre…Io dovevo farlo? Comunque quella sera presi così tante pasticche da avere un arresto respiratorio una volta addormentata, ti portarono in ospedale e ti chiusero in psichiatria per due settimane, io andavo a scuola e facevo finta di essere normale, e non sapevo a chi far firmare le comunicazioni, non sapevo come giustificare certe cose….ogni sera mi chiamavi dall’ospedale imbottita di farmaci, raccontandomi di quanto volessi morire quando saresti uscita di lì..io ti dicevo mamma ti regaliamo un gattino.. e tu no tanto poi dovete curarlo voi perchè io mi ammazzo. Non ho più voglia di scrivere di altre sofferenze… sono piena….Ora ho 18 anni, vivo a casa del mio ragazzo per scappare da quel posto di merda, l’anno scorso sono andata da mio padre per una notte e tu mi hai fatto prendere dai carabinieri come una criminale, odio il tuo modo di pensare, ti amo ma odio la tua mente, tutti in quella casa quando ho iniziato a crescere mi avete trattata come il vostro problema ma il problema eri tu mamma, eri tu, e io ne pago le conseguenze, io ora sono rimasta sola, io ora devo vedermela con una scuola superiore non finita e dover sopravvivere fuori casa, per la tua mente del c.... non mi avete nemmeno aiutato ad iscrivermi a scuola quest’anno, avevo bisogno di soldi e non mi hai aiutato perchè ho rivisto mio padre, se sono tutto ciò che sono è colpa tua, e non mia che non sono abbastanza forte come dici tu, perchè porca puttana sono stata forte ad aver sopportato tutta questa vita, e il bisogno di aiuto non vuol dire che io non lo sia. Sei tu a non essere forte, tu che ancora oggi quando vengo a casa mi parli come se non fosse successo mai nulla e continui a raccontarmi i tuoi problemi e far finta che io sia la tua psicologa proprio come facevi quando ero piccola, quando sono forse solo per un ora perchè tu mi hai cacciata di casa praticamente, ti ho perdonato, mi tormenti ancora oggi, e mentre lo fai la voglia di urlarti in faccia queste cose mi ribolle così tanto dentro che me ne vado e mi dici ” quanto sei acida oddio”, c...., siete così stupidi!!!!!!!! Non riesco ad odiarvi e voltarvi del tutto le spalle perchè siete troppo stupidi e provo pena per voi ma allo stesso tempo il mio odio ribolle dentro…..mi ritrovo qui a scrivere cose senza un filo logico preciso perchè mi sento confusa e scaraventata in situazioni in cui non ho mai voluto essere… avrei solo voluto avere una vita normale…
Ciao,
mi dispiace molto per quello che hai vissuto.
La tua rabbia e la tua sofferenza sono comprensibilissime.
Mi hai fatto venire voglia di abbracciarti, -anche se per aspetti diversi- anch’io sono cresciuta tra difficoltà e solitudine. Sei cresciuta in un ambiente inadatto ad una vita serena, tantopiù per una bambina, hai ragione.
Non voglio riempirti di facili consigli non richiesti, scusami,
ma ti dico cosa ti suggerirei se fossi una tua sorella maggiore, prendi quello che scrivo così come una cosa senza pretese: assicurati che il tuo ragazzo sia una brava persona, come sono sicura che sia, donagli tutto l’amore che hai dentro (e ne sei ricchissima!!) e lasciati amare perchè, davvero, l’amore è l’esperienza più totalizzante e benefica.
Ma cerca di non appoggiarti totalmente su di lui.
Non si sa mai il futuro cosa riserva, tanto più in questa epoca, anche nel massimo della reciproca buonafede, cerca di contare sempre su te stessa, anche se c’è lui e ti auguro ci sia sempre!
Se è quello che desideri, riprendi i contatti con tuo padre senza sensi di colpa, nessuno può impedirtelo. Se invece senti di non riuscire a superare l’abbandono, non fartene una colpa. Forse con il tempo,.. o forse no. Hai il diritto di decidere chi vuoi nella tua vita e chi non vuoi, nessuno può importi la presenza o l’assenza a tuo nome. Vai avanti, poniti questo come obiettivo: IL TUO FUTURO!
Comunque vada con la tua famiglia e il tuo ragazzo, concentrati su te stessa. Formazione, esperienze, lavoro, buone conoscenze, qualche amicizia (vera e per la maggior parte dei casi rara), hobby, passioni ….AMATI! Dovrai fare più fatica degli altri, perchè chi non è stato amato deve imparare ad amarsi da capo. Ma sei una ragazza molto intelligente e hai una gran forza, si sente: hai tutte le carte per farcela!!
Ultima cosa che mi sento di suggerirti è:
cerca di risparmiare, non avere una famiglia alle spalle che ti aiuta in caso di necessità implica doversela cavare da sé, qualcosa da parte per i momenti critici (ci sono sempre nella vita) è un buon modo per sentirsi un pò più sicuri, a me la disciplina autoimposta in questo senso è servita non poco.
Un forte abbraccio 🙂
Leggendo la tua lettera mi sale la rabbia, ripensando a quante me ne ha fatte passare mia madre.. Cose molto simili, sia in fatto di uomini, che l’addossare i problemi alla figlia, e l’ombra del desiderio di morire..
Che dire, certe persone genitori non dovrebbero proprio diventarli. Si giustificano dicendo che ti amano e per te farebbero di tutto, mentre i fatti dimostrano solo il contrario. L’unica cosa che possiamo fare e` non diventare mai come loro e di non farci influenzare indurendoci troppo.
Mia mamma mi ha dato tante volte dell’insensibile e egoista, perché a lei mostro il lato piu` duro di me. Io non l’ho mai perdonata e non so se riusciro` mai a farlo, perché ha distrutto un lato di me che non so se potro` mai ricostruire.