Ho deciso di scrivere. Mi farà bene, mi farà ricordare tutto quello che dimentico. Non so effettivamente se sia colpa di un principio d’ halzaimer o come si scrive, sicuramente con la lettera maiuscola che io non metto perchè scorro senza tornare indietro, oppure semplicemente delle canne. Sì, difficilmente guardo il passato sebbene abbia un buon rapporto, forse appunto perchè non ricordo granchè. Io sono una sognatrice, preferisco vivere intensamente ogni attimo e farmi i viaggi mentali sul futuro, meglio se prossimo e realizzabile. Penso di essere a Bologna, nella città che guardo come se fosse il luogo piu’ bello di questo mondo, di fumarmi una bella sigaretta con una birra in qualche pub vicino Piazza Maggiore, e poi di andare a studiare, di fare la spesa, fare il bucato, cucinare, vedermi la tv sul divano con un caffè insieme a qualche amica e parlare di altri viaggi e di cose leggere con alcune, profonde con altre. Un po’ quello che faccio adesso, sul divanetto di un bar del mio piccolo paese, poco frequentato e per questo lontano da occhi indiscreti che potrebbero sgamare che fumo, anche se già lo sanno ma comunque mi dà fastidio dar cibo agli affamati ‘’cazzialtruichepassione’’. E insomma bermi un caffè prima di studiacchiare e magari, quando è aperta, andare in biblioteca, insieme a qualche amico e ridere un po’, fare riflessioni sulla vita, prendere decisioni, litigare, avere qualche emozione che ti faccia sentire vivo. Perchè ho bisogno di sentirmi viva e vivo il possibile, certe volte come se non ci fosse un domani. E quasi mi dà fastidio vedere amici che scappano di casa, o sembrano insofferenti alla vita come se questa si fosse accanita nei loro confronti. La verità è che è piu’ facile cullarsi nei problemi, piu’ o meno gravi che siano, e cercare compassione. Beh, è una cosa che ultimamente non reggo. ”non ce la faccio piu’, tutto a me, ora mi ammazzo, scappo” . Ma dove vai? Ti pensi che la vita degli altri sia migliore? Ti lamenti perchè i tuoi genitori non ti danno fiducia e scappi? Boh, per me puoi fare quello che vuoi, sbattere la testa e capirle da te le cose migliori ma mi dà rabbia quanto mi dicono ‘’E quanto vorrei essere al tuo posto’’ come se la mia vita fosse perfetta, come se non avessi complessi e paranoie. Magari la mia vita è poi peggio della loro, ma forse prenderla diversamente fa la vera differenza. E forse aver visto mia zia lottare ed essere così forte davanti alla morte, per poter crescere un figlio, mi ha fatto apprezzare di piu’ il tutto e mi ha fatto capire che se ti fissi sui mali, anche sul peggiore, hai perso, hai perso vita. Mi incazzo con lei in particolare perché le voglio un bene dell’anima e pur essendo molto sensibile e intelligente non coglie queste cose, non riesce ad uscire dalla sua drammaticità e dal suo egocentrismo. Ma lo capirà da sola, spero non quando si troverà la morte in faccia. Ultimamente mi sono allontanata da lei, niente di programmato, tutto sentito. Non perché non le voglia piu’ bene anzi, ma è così e non sempre c’è un perché. Sta che comunque non è cambiato niente se non il fatto che non vivo piu’ mettendo lei al centro. Sto bene anche con altre persone adesso e non voglio solo a lei bene, non faccio tutte le mie cazzate solo con lei. Ora ci sono tante altre belle persone oltre sempre a tanto altro schifo ovviamente. Lei è Michela, nonostante la mia amnesia, ricordo bene il primo giorno che le nostre madri ci fecero incontrare. Una cosa programmata, una di quelle cose che non mi fanno impazzire perché sono state volute. Ci fecero incontrare perché avevamo aderito ad un viaggio in Grecia, sole, 20 giorni, alle elementari. Dopo che convinsi mio padre a mandarmici, mia mamma contattò la mamma di Michela per farci conoscere prima che iniziasse questa esperienza. Fu complicità a prima vista, lei era così disponibile nei miei riguardi, così vogliosa di farmi conoscere tutte quelle cose che non sapevo, insomma non ci staccammo piu’ pur vivendo in due paesi diversi. E siamo arrivate fin qui, a questo periodo buio per lei, all’ansia della maturità e della scelta di vita che dovrà fare e a tutti i suoi litigi con i genitori, le strane esperienze, siamo cresciute. C’è Francesca, che ormai è diventata mia sorella. Siamo amiche d’infanzia anche se prima non la consideravo molto. E’ stato un crescendo veramente. Si vede che tiene molto a me e al contrario di Michela me lo dimostra sempre. Lei è quella che mi chiama 300 volte al giorno, di gran lunga piu’ di mia mamma, per sapere come sto, per dirmi quello che fa, per ridere un po’ e per convincermi ad andare prima al bar ed essere puntuale. Lei è buona, piu’ superficiale direi, nel senso che si parla di moda, amori, conoscenze, viaggi. E sarà anche per questo che con lei sto davvero bene e se non c’è sento che qualcosa manca, come lo sente lei e me lo dice sempre. Io non lo dico, non dico quasi mai quello che sento a differenza di quello che penso. Preferisco agire piuttosto che dire. Mi piace avere un’intimità con me stessa per quello che provo. In questo periodo sente la lontananza, piu’ che altro ha paura che mi stia allontanando perché ho stretto piu’ amicizia con Marina e Noemi, due amiche di scuola. E ieri si è messa a piangere confessandomi questa paura e le ho fatto capire che sono tanti percorsi diversi che non cambieranno il nostro rapporto sicuramente. Voglio bene anche a lei, tanto. Marina e Noemi sono due compagne di classe, compagne di piccole avventure. Con Marina ho legato molto dall’anno scorso, da quando ci trovammo al recupero di matematica insieme. E’ una ragazza fantastica, buona anche lei, sempre di conforto, apprensiva. Noemi invece è piu’ come me, trasgressiva, ribelle, molto sicura di se,che se ne sbatte molto degli altri ed ha cambiato scuola quest’anno. Io lei, Marina e Matteo siamo i ragazzi della scala, quelli ribelli che cercano di scappare il prima possibile dall’aula. Siamo fighi. Potrei continuare con lui per esempio, o con la descrizione di altri miei amici ma a loro voglio bene bene. Gli altri sono persone di compagnia, con le quali mi diverto alla grande, mi inciucio, frequento, bacio, sento ma che non farei cazzate per loro. Per me l’amore è questo, l’essere disposti a fare cazzate, follìe. E per una persona in particolare lo sento tantissimo, e potrebbe essere qui a leggere, se così fosse sai il tuo nome, il tuo bellissimo nome che ormai come una rincoglionita scrivo sui libri, sui banchi, sui muri. So che quando penserò a questi momenti, alla mia adolescenza, penserò a te comunque vadano le cose. Sei così importante che spesso ho paura e lo sai anche te che non ho paura di lasciarmi andare e trasportare dalle emozioni. Ma ho paura perché sento di essere vulnerabile, sento di non poter essere piu’ solo io a stabilire la mia felicità che alla fine poi sarebbe vederti felice. Ti amo. E adesso la chiudo qua, con l’imbarazzo che qualcuno possa riconoscermi ma con la gioia di gridare: AMATE!
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Categorie: - Me stesso
sicuramente fumi robba bbona.
Quello è ovvio ahaha 😉
Madness,
non è che hai preso le distanze fisiche e mentali da questa zia, che pare avere il tempo contato, per sentire di meno la sua mancanza quando non ci sarà più? potrebbe anche essere egoistico il suo modo di porsi in questa circostanza ma a mio avviso è un’ultima scena di ruolo che ha tutto il diritto d’interpretare come meglio crede o meglio le riesce.
forse stai facendo brillare la girandola di amicizie, normali alla tua età, per far sì che esse, con la loro esplosione di vitalità, ti allontanino il più possibile dal pensiero della morte, che incombe su tua zia ma che in qualche modo sta sfiorando anche te, magari per la prima volta in una forma abbastanza consapevole.
ognuno di noi, ogni sera, dovrebbe rendersi conto con serenità che gli resta per certo un giorno in meno da vivere… sono contraria a questa società che desidera annullare la fine, come se questa fosse un obbrobrio che non appartiene alla vita.
riflettici su, se ti va.
c.... che donna. Una come te me la auguro tutta la vita. Mi sembra di capire che sei piccoletta e che comunque non avrei nessuna speranza ma credimi, fortunato colui che ami. Ti auguro il meglio, col cuore.