Come noto questa settimana sono stati pubblicati i dati ISTAT sull’andamento economico del secondo trimestre in Italia. Come prevedibile (anche se un po’ peggio rispetto alle attese) i numeri sono da brivido…. PIL a -12,8% oltre ad una riduzione dell’export pari al 26,4%. Questo comporta per il 2020 una variazione già acquisita pari al -14,7%.
Per altro se rapportato ad un anno fa il calo del PIL risulta essere ancora più marcato… – 17,7%.
Numeri insomma da economia di guerra….
Leggendo però tra le pieghe degli stessi traspare come il punto di flesso sia già stato toccato e quindi il momento è quello della risalita.
Per dare tonicità e velocità a questa fase occorre quindi mettere in campo un attenta rigorosa e soprattutto programmata politica economica.
Ricordando infatti come (anche per la sostenibilità del nostro Debito Pubblico che, nemmeno a dirlo si misura come rapporto Debiti/PIL) sia importante per il nostro paese, riportare il prima possibile il Prodotto Interno Lordo a livelli accettabili, occorrerà procedere ad una selettiva politica di spesa che, da una parte consenta ai più duramente colpiti dalla Crisi COVID di rialzarsi e dall’altra attivi meccanismi e circuiti economici di lungo respiro….in una parola investimenti….unico vero strumento per una ricchezza futura.
Per fare questo occorre però capacità di scelta e lungimiranza, occorre cioè liberarsi definitivamente da quel male, tutto italiano, dell’assistenzialismo foriero solo di spesa improduttiva.
Questo lo dobbiamo soprattutto ai nostri figli e nipoti a cui certamente lasceremo in eredità una stock di Debito che inevitabilmente inciderà sul loro livello di welfare e di conseguenza sulle loro vite.
Mariano Cangiulli
Economia e Buon Senso (You-Tube)
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