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Dalla violenza psicologica è possibile uscire

di niikilaa
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 2 Giugno 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 184 commenti

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  1. 31
    Luna -

    sicuramente (pensiamo agli anziani che vengono imbrogliati, per esempio, e che sono effettivamente costituzionalmente in uno stato di difese e attenzione più bassa), ma i “truffati” non sono necessariamente dei deboli. Ma tutti i truffati si sentono deboli, oltre che arrabbiati, dopo che hanno subito una truffa. E si sentono anche in colpa. In colpa per non averlo saputo evitare.
    scusa se allargo il discorso, ma intendo dire che bisogna stare attenti all’inevitabile senso di debolezza e smarrimento che deriva da ogni invasione nel nostro equilibrio. Uno stato di debolezza non è sinonimo di debolezza costituzionale. Neanche quando dura per un lungo periodo. Se hai la febbre sei in uno stato di debolezza per cui una finestra aperta con il vento gelido che entra può fare enormi danni, ma non significa che tu sia “more che ha sempre la febbre”. Mi spiego? però è importante che More, o chi ha subito molestie, conosca o riconosca la parte sana di sè, al di là della febbre e dei suo effetti. E più la febbre è partita da lontano e più l’identificazione con la febbre è spontanea.
    E’ vero, abbiamo permesso a qualcuno di entrare e di entrare nel modo sbagliato.
    Ma tacciarci di debolezza, e sentirci in colpa per non aver saputo difenderci, non serve. Se non a farci sentire ancora più deboli. Invece bisognerebbe saper essere al contempo indulgenti con le proprie ferite, e curarle, e al contempo saper imparare da un’esperienza, perché imparando da un’esperienza possiamo evitare che si ripeta. ok, questa volta non abbiamo saputo riconoscere il truffatore/molestatore emotivo, ma la prossima volta sapremo riconoscerlo.
    Non abbiamo saputo riconoscere 2, 4, 6 personaggi simili lungo il cammino?
    Forse perché non avevamo elaborato realmente l’esperienza, non avevamo lavorato sulla ricostruzione, realmente, ma eravamo implosi nel senso di fallimento, paura e frustrazione. E senso di colpa, magari.

    Pensiamo alle energia come a un fiume che scorre dentro di noi. quando le energie sono libere di scorrere ci sentiamo vitali, “forti” (cioè dotati di tutte le nostre possibilità), camminiamo dritti, abbiamo uno sguardo diretto sul mondo, ci sentiamo meno penetrabili da ciò che non desideriamo e non ci fa stare bene, abbiamo una maggiore percezione della nostra possibilità di scelta, concepiamo dei progetti e la nostra spinta e possibilità a realizzarli, eccetera eccetera. Ho fatto degli esempi, ma penso che ciascuno di noi ha il suo modo di percepire il proprio equilibrio in asse e le energie che scorrono. Le molestie morali sono tra le cose che arginano le energie, le bloccano, le deviano, allontanano la nostra percezione di possederle. Eppure sono un patrimonio personale.
    Tu hai percepito il tuo ex più forte e “autonomo” di te per alcune sue parole dette con voce grossa, come quelle che riporti in questo tuo ultimo post. Ma quella non era forza, te lo assicuro. Non era energia che scorre. Non era equilibrio. Usando dei sinonimi più chiari.

    Un abbraccione 😀

  2. 32
    greta -

    ciao luna,fl53 e more….ho letto tutti i vostri post e sono abbastanza toccata da ciò che ho letto…io son una ragazza di quasi 20 anni,e più leggevo,più mi chiedevo se anchio ho “subito”un certo tipo di violenza psicologica..bè posso dire che la storia col mio ex,è durata 2 anni (con intervalli più o meno lunghi dovuti al fatto che lui mi lasciava)..ora è finita da 6 mesi..e anche se non sto benissimo , sto capendo molte cose di me stessa..mi son trovata debole,e questa storia ha aperto in me delle ferite profondissime..provo una forte mancanza di fiducia negli altri,e spero tanto che questo non influenzerà le mie future relazioni…diciamo che lui è stato il mio primo ragazzo, e per questo,molto molto impotante..i primi mesi fu tutto bellissimo.ma piano piano ci accorgemmo delle differenze insormontabili dei nostri caratteri,,ci amavamo,questo credo di poterlo dire con sicurezza,ma la nostra era incompatibilità totale…quando i litigi cominciarono ad aumentare (Sia di frequenza che di intensità),lui cominciò a urlare..urlava ,urlava di tutto,verso di me,contro di me,,e io piangevo,non reagivo,riuscivo solo a piangere..quando rivedo queste immagini davanti ai miei occhi ,provo una tenerezza immensa verso me stessa,e vorrei tornare a quei giorni (però con la consapevolezza che ho ora) e FARMI RISPETTARE;FAR SENTIRE LA MIA VOCE..io non son mai stata una persona che si fa mettere i piedi in testa..anzi….ma chissà perchè con lui era così..poi si pentiva,mi abbracciava e tutto tornava come prima,,,ma quelle parole,,,quelle parole e quelle urla,non mi lasceranno mai,è come se avessi ancora un coltello piantato nel cuore…quante lacrime…….lui forse era un uomo sigaretta….io posso vivere senza lui,ora lo so,,,tutto questo continuò sino all’8 giugno,quando lui (a urla sotto casa mia) mi lascia …inizialmente eravamo seduti dentro la macchina e lui mi spinse e io sbattei sulla portiera,,mai niente mi fece male come quel gesto….lui che urlava,io che imploravo di non andarsene,di calmarsi,di provare a parlarne tranquillamnete..no..lui in quei momenti non era lui…era un animale che non riusciva a controllare la sua impulsività..mi ripeteva sempre che nei suoi 24 anni di vita nessuno mai era riuscito a farlo arrabbiare a quei livelli…SOLO IO…e anche questo (capii solo più tardi)era un tentativo di farmi sentire sbagliats,come già mi sentivo…tornando a quell’8 giugno..lui se ne andò,,e io 10 giorni dopo avrei dovuto sostenere l’esame di maturità..inutile dire che ero in condizioni pessime..lo chiamavo e lui mi rispondeva malissimo..allargando ancora di più quella ferita immensa..una telefonata che non dimenticherò mai fu quella in cui mi disse “vuoi stressarmi per sempre??sei ossessiva,ti sento una volta e mi basta per altre 2000,è finita l’hai capito??non ti deve interessare sapere come sto..cresci,prenditi le tue responsabilità,tanto lo so ci vediamo e cominci a piangere,prova a trovarti un altro ragazzo e vediamo se riuscirà a

  3. 33
    greta -

    sopportare ciò che ho sopportato io..”””” dopo quella telefonata non volli più sentirlo,,ma lui cominciò a mandarmi messaggi,chiedendomi come andava l’esame e addirittura il giorno prime dell’orale mi chiese se potevamo vederci!!(PIù avanti mi spiegò che lo fece per starmi vicino!!!???) naturalmente rifiutai…passò un mese e lui tornò…mi colpì nelle mie parti deboli,con le parole che lui sapeva usare benissimo,parole da persona pentita,diceva di amarmi,di non poter vivere senza me,,, di scusarlo del male che mi aveva fatto…ci ricascai………………..passammo tutta l’estate in un’estenuante tira e molla..lui mi lasciava anche per un banalissimo litigio,una settimana dopo tornava,,ero sfinita ,senza forze,senza niente,,sentivo solo di amarlo,,ora mi chiedo se è davvero possibile che io possa amare una persona così…a settembre mi aspettava il test dell’università e lui mi promise che mi sarebbe stato accanto,, ma la notte prima del test mi disse che potevamo essere solo amici,,io gli chiesi se potevamo almeno parlarne a voce ,ma lui disse che aveva parura di star male,,io per lui avrei lottato,,anche per sempre…e invece per lui non era lo stesso..una settimana dopo mi disse di non amarmi più..e 3 giorni dopo scoprii che si vedeva già con un’altra che si chiamava col mio nome!!!inutile descrivere ciò che provai e ciò che passai….giorni neri,cupi,dentro un posto buio e orrendo che voleva inghiottirmi..ma grazie alle persone attorno a me e alla forza che ho dovuto assolutamente tirar fuori,ora vedo le cose da un’altra prospettiva…anchio ho delle colpe,,ad esempio io non accettai MAI il fatto che lui fumasse canne,,,provavo a farlo ragionare, a fargli capire che doveva aver la forza di affrontare la realtà senza l’aiuto di una canna,,senza nascondersi..ma lui non volle mai saperne,,,e diceva che io non lo accettavo per com’era…..riuscii ad aiutarlo a smettere di fumare sigarette,,,ma so che ora ha ricominciato..lui è una persona debole,che ha bisogno di aggrapparsi a qualcuno..non sopportava il mio modo di prendere le cose così in profondità,non sopportava il mio dover sempre “scavare” oltre le appparenze..non sopportava il fatto che lo mettessi di fronte a se stesso,alle sue paure,,che facessi guardargli ciò che lui aveva dentro,,non sopportava questo.e ora so che è felice con lei,,lei che è tutto il contratrio di ciò che sono io..superficiale,che prende le cose alla leggera..lei che è uguale a lui,,e contribuirà a buttarlo giù..lui che si crede forte…ma in realtà non lo è…e io so chelei non arriverà mai ad amarlo quanto me,,e so anche che lui non comprnderà mai il mio amore,,MAI..solo io so…ed è giusto così…poi c’era il fatto che non riuscivo a inserirmi tra i suoi amici..poi c’era la sorella che mi odiava perche le avevo “rubato”il suo mito..poi c’erano i genitori..ma servirebbero miliardi di parole per raccontare tutto ciò e mi son già dilungata abbastanza…..grazie mille dello sfogo.. un baciooo

  4. 34
    Luna -

    Ciao Greta 🙂
    tutta la tua lettera mi ha colpita, ovviamente, nel senso che l’ho letta con attenzione, e partecipazione, e con il dispiacere che provo ogni volta che leggo di relazioni che fanno male e di persone che vengono travolte da dinamiche che, per la loro stessa natura, sono autentiche tempeste. Che provocano tutta una serie di reazioni e sensazioni a catena. Ma c’è una frase che mi ha colpita molto in positivo, ed è questa:
    “naturalmente rifiutai…”.
    Una frase piccola piccola, breve, in una lunga lettera, ma che spunta come un fiorellino 😉
    Se ho capito bene, “naturalmente” rifiutasti di vedere una persona che ti avrebbe arrecato tensioni, disagio e scompensi (e tu lo sapevi) il giorno prima di una tappa importante, per te, come l’esame orale. Un mese dopo lo accogliesti, ma in quei giorni no.
    Se ho capito bene quel giorno,istintivamente, hai pensato a te, anche se eri dentro quel gran casino, in cui qualcuno, molto, troppo spesso, ti diceva chi eri (la sua versione, che ti faceva male), e creandoti continuo scompenso.

    “Naturalmente” dici. E in quel naturalmente io vedo la parte sana di noi che, pure nel bombardamento emotivo e anche di pensieri che queste relazioni malate provocano, a volte riesce a conservarsi il suo spazio, ad alzare la testa e a dire: oggi no. Oggi penso a me.
    La tensione che cala quando riusciamo a tenere lontano chi è la fonte di tanta tensione.

    Se ascolti le storie di tante persone che hanno subito molestie morali e psicologiche, o hanno attraversato relazioni piene di questo genere di difficoltà, potrai sentire frasi come:
    “nonostante vivessi quella storia/nonostante stessi male/nonostante lui (ma anche lei,ndr) mi avesse urlato/ferito/vessato/messa in crisi quel giorno io riuscii a fare questo o quello…”.
    Nonostante.

    Ci sono persone che diventano così preponderanti (e chiamiamo questa cosa “amore”), nonostante ci facciano stare male, che sembrano essere indispensabili per poter andare avanti, senza di loro ti pare di non poter respirare, senza chiarire che non sei come pensano ti pare di non poter dormire la notte, senza far loro capire perché ti stanno facendo piangere mentre vorresti tanto sorridere…

    Poi, però, ecco che ti accorgi del paradosso: e cioè che le cose che hai fatto, costruito mentre avevi in qualche modo a che fare con loro (che fossero presenti fisicamente o dentro) le hai fatte “nonostante” loro, i danni che stavano facendo e le energie che in qualche modo avere a che fare con loro, per la modalità di relazione, ti stavano togliendo.

    Certo, c’è anche chi ha le energie così bloccate da non riuscire a far niente nonostante.
    Chi, ad un certo punto, schiacciato dalle dinamiche di queste relazioni, se ne sta a letto, senza alzarsi, sperando che la persona che fa male venga a tirarle fuori da quel letto. Questo è uno dei paradossi della dipendenza emotiva.
    Chi ti butta giù pare il solo che possa tirarti su.
    Chi butta giù la tua casa – quello che sei, il tuo equilibrio – pare il solo

  5. 35
    Luna -

    che possa rimetterla in piedi.
    E’ invece spesso quando quelle persone se ne vanno, quando quelle relazioni finiscono, che chi era stesa, o sulla strada per venir stesa, si rende conto che la sua casa può rimetterla in piedi da sola.
    Giocoforza. Perché le energie ricominciano a fluire.
    Hai passato momenti orribili per com’è finita tra voi, lo comprendo, ma da quel che leggo hai provato momenti orribili anche per come “andava” tra voi. E gli anni potevano non essere due, ma quattro o venti o quaranta. Banale? No.
    Prima si ricomincia a vivere, e a far rifluire il proprio patrimonio di energie, scoprendone anche di nuove, e meglio è.
    Prima ci si riconcilia con la vita e con se stessi. Non avviene subito, ma mettersi su quella strada fa già la differenza.
    Un giorno probabilmente lo avresti lasciato tu, ma saresti stata molto più stanca e ferita di adesso.

    Ti fai tante domande, ripercorrendo quello che è stato, ed è logico che sia così.
    Ma la tua storia non è andata così perché non hai mai voluto che fumasse una canna.
    Forse hai voluto salvare una persona da se stessa, con tutto l’amore e la più buona volontà, perché ti sei resa conto che aveva dei problemi (li aveva, da quel che dici, e voleva anche tenerseli pare), ma al contempo, presa da salvare lui, ti sei dimenticata di preservare te?

    Le tue ferite guariranno, Greta, non è vero che resteranno per sempre. Ed è vero anche che hai capito tante cose, anche perché, grazie al cielo, quella persona non fa più parte della tua vita, e questo già di per sè ha abbassato la tensione interna di un centinaio di livelli.
    Il confronto continuo con le sue motivazioni e il suo funzionamento, che innescava un tuo funzionamento, e viceversa, era deleterio per te.
    E fuori da ogni definizione, etichetta, di sigarette o non sigarette, di molestia di tipo a) b) o c) questo leggendoti mi sembra sia stato un dato di fatto.

    Sarebbe bello poter tornare indietro, sì, per farsi rispettare.
    Ma farsi rispettare, in casi come questi, come ce ne sono tantissimi, non è urlare più forte, trovare delle parole che più di altre riescano ad aprirsi un varco in chi non ascolta e non capisce, riuscire a far capire a chi ci vessa che non può metterci i piedi in testa…
    farsi rispettare, o meglio rispettarsi, in situazioni come quella che hai vissuto, è andarsene.
    E’ andarsene e basta.
    Saper dire no a ciò che ci fa male.
    Non pensare di poter cambiare, chi non vuol cambiare, attraverso il proprio sacrificio.
    Perché compiere una strada insieme, superare le difficoltà insieme, è un’altra cosa.

    Ora io ti dirò questo:
    se ha dei problemi, e tu non sei riuscita a farglielo capire o a risolverglieli, è probabilmente perché a) lui voleva tenerseli i suoi problemi, a modo suo b) perché non eri in grado di farlo.
    E allora non è che devi farti una colpa di aver tentato, perché tu non riuscivi a stare con una persona con quei problemi.
    E se lui è un debole e come se la vive con lei, sono c.... suoi.
    Pensa a te. Ora pensa a te.

  6. 36
    greta -

    grazie mille luna..ho letto parecchie volte il tuo commento….

    non ho scritto che lui piu o meno un mese fa mi ha ricercato per scusarsi,per dirmi che mi aveva rovinato la vita,,,per dirmi di aspettare e che l’amore sarebbe arrivato anche per me,,mi ha chiesto se stavo ferquentando qualcuno..
    che cosa l’ha spinto a comportarsi cosi ??i sensi di colpa naturalmente…nonostante io gli avessi detto che sentirlo mi faceva stare male,continuò a farmi squilli sino a un mese fa..ma quando al mio posto ha trovato una persona un pò più forte.ha smesso di cercarmi..ha smesso addirittura di salutarmi,,,io rispondendo a questi messaggi ho fatto la forte,ho fatto finta di aver superato tutto..non volevo che ancora una volta lui calpestasse la mia dignità…so che,ora come ora,non merita il mio amore,,e non merita la mia sofferenza..lui mi rispose dicendomi “vedrai che passerà,,mi stai dimostrando che stai ancora male per me..””io non ho sopportato questa sua affermazione e gli ho detto che sbagliava,,che io stavo andando avanti,e che chi non era più al mio fianco voleva dire che aveva preferito cambiar strada,,e che io accettavo questo…mi disse anche che voleva restassimo amici…io rimasi senza parole…

    luna ,io so benissimo che stare con me non è stata una cosa facile,,ci vuole tantissima pazienza perchè sono una persona abbastanza complicata ..lui mi deceva sempre’ tu vivi in un mondo che non esiste,e non vuoi entrare in quello reale,,ti senti diversa dagli altri e perciò vuoi chiuderti in te stessa, mi stai contagiando le tue ansie,le tue paranoie,io non sono mai stata una persona insicura,ma da quando sto con te ho paura di ogni cosa che faccio e di ogni cosa che dico’

    lui ha provato ad aiutarmi a combattere la mia timidezza,ma non ci riuscì mai perchè è una parte di me..ora se solo ci ripenso,mi accorgo che appena ci siamo messi assieme,io ero proprio una bambina,ingenua,che lo vedeva come se fosse il principe,,lo vedevo con la luce abbagliante del mio primo amore…diciamo che ci siamo fatti del male a vicenda,,troppo diversi,,,non ci siamo mai capiti,,eppure l’ho amato..o magari quando mi rinnamorerò capirò che l’amore non era quello..io non so cosa mi aspetta…e ho paura ..tanta paura..paura anche di lui,,che tornerà,,e io ci ricascherò nuovamente..no,,non può succedere ,ho imparato a mettere un pò da parte il cuore…perchè so che il mio futuro sarà con un ragazzo che mi amerà per ciò che sono e che non mi farà sentire mai sbagliata,,,MAI!
    quando lo vedo lo sento come un’estraneo,,,non so dov’e finito quello che mi amava,che mi guardava e mi diceva che ero bellissima,,,non lo so..e fa ancora un pò male,,,è difficile,,tanto…

  7. 37
    More -

    Ciao a tutti!
    Greta,ha ragione Luna:lui non fa più parte della tua vita,e per te è solo un bene.Mi riconosco in alcune cose di te quando avevo 20anni.Mi sento di dirti anch’io di andare avanti senza star a perder energie a pensarlo,anche se è dura e ti capisco bene..Tornare indietro per farsi rispettare? No,la cosa migliore è proprio lasciare,come ti ha scritto anche Luna!

    Potessi io tornar indietro,altro che farmi rispettare..lo lascerei alla prima mancanza di rispetto.Ma è banale dirlo ora.Facile.E poi le tautologie non esistono.Io non mi sento in colpa con me stessa,io sono proprio ARRABBIATA con me stessa.Ma TANTO.Non starei così ora se non avessi concesso certi atteggiamenti.E la colpa prima che sua è mia,perchè gliel’ho permesso.In pratica gli ho permesso di rovinarmi.Ho perso il mio umorismo.Ho lasciato qualcosa di me per strada.Anche se forse a vedermi non si nota nulla,dato che non parlo mai di questo.Nessuno sa.
    Ripensando alla storia con il mio primo ragazzo,(avevo 19anni)non mi ero mai resa conto di aver subito violenza psicologica.Faceva la vittima e mi faceva sentire in colpa.Era poi sempre lui a lasciarmi e a tornare quando voleva.L’unica cosa che avevo compreso da quell’esperienza era che”la minestra riscaldata non va bene”,(era un tira e molla)vecchio detto che si addiceva perfettamente.Però,si,non avevo elaborato abbastanza!L’ultimo ragazzo appunto,ha fatto una cosa troppo grossa,mi ha picchiata(questo costringe a fermarsi)C’è stata anche un altro genere di violenza quindi oltre alla fisica che mi ha fatto il mio ex in precedenza:quella psicologica.E me ne ha fatta davvero tanta.Ecco che cos’è quella a cui non riuscivo a dare un nome e che mi faceva soffrire quando stavo con lui.Pensavo fosse una cosa sua caratteriale.Non mi spiegavo neanche il perchè la manifestasse con me,dato che non subito aveva quel tipo di atteggiamento.Mi diceva che sbagliavo sempre.Che non andavo bene come prima.Mi diceva che il suo sentimento aumentava ed era per quello che era così.E se io non lo accontatavo(per esempio non vedere più le amiche le sole 3-4ore del venerdì)non ci tenevo.Discorsi e discussioni che duravano ore.A volte giorni.Avevo l’incubo del venerdì.Sì,perchè ogni venerdì si litigava per quel motivo.E la discussione proseguiva anche tutto il sabato.E piano piano fino alla domenica.Poi,ha iniziato anche al giovedì,magari ci si vedeva e mi chiedeva:Domani che fai?In sostanza dal giovedì alla domenica si litigava senza sosta!Attribuivo tutto alla sua gelosia.
    Una volta dopo 1discussione(ricordo che mi aveva offesa)mi stavano per venire gli occhi lucidi.Solo dopo alcuni minuti mi ha detto con sufficienza e un sorriso beffardo di averlo fatto apposta per vedere se avessi pianto,perchè se avessi pianto avrebbe significato che a lui tenevo,altrimenti no.In quei momenti sapevo che mi aveva in pugno,e lo sapeva bene anche lui.
    Circa la laurea(colgo l’occasione per rigraziarvi dei complimenti)mi pareva non ci desse un gran peso,(segue)

  8. 38
    More -

    anzi tra le righe la sminuiva.Lui non ha fatto l’università e le scuole superiori.Diceva di non averne voglia,che aveva fatto per alcuni mesi un istituto tecnico ma non ce n’era!
    Sinceramente non ci davo peso,penso sia una scelta di vita il fatto di studiare o meno,e non ritengo sia inferiore una persona che ha scelto di lavorare,anzi sono alla pari.Ho sempre pensato che si sceglie in base a ciò che fa star meglio.Intelligenza e cultura sono due concetti diversi.
    So che suo fratello,più grande di lui di otto anni,si era invece laureato.Una volta parlando,gli dissi che sicuramente lui-il mio ex-era il cocco di casa dato che era il più piccolo,mi rispose un No secco e deciso,e mi disse che era il fratello.Avevo intuito che potesse esser anche per quello che magari nella sua famiglia si sentiva meno apprezzato rispetto al fratello.Non avevo mai realizzato che potesse dargli fastidio il fatto che avessi studiato,
    avevo ben capito però che gli dava valore zero,quello si.Come che non servisse a niente.Una volta mi sembra che gli fosse anche scappato detto in mezzo agli amici.
    Soffermandomi su questo devo dire che anch’io non ho frequentato(come partner intendo)ragazzi che avessero studiato,a parte uno e per pochi mesi comunque.Non credo sia una laurea a fare una persona.Io stessa non mi ritengo una cima,anzi,ho avuto le mie difficoltà.Spesso i ragazzi che hanno fatto l’università,pensano di avere una marcia in più,di essere superiori agli altri,quasi come che fossero di “sangue blu”, e fanno i furbi(sarà un mio preconcetto).Ecco io invece non mi sento così.Sono contenta e soddisfatta sì,perchè ho raggiunto una tappa importante per me,però..

    Sul fatto che mi ha lasciata come donna,sì è vero,mi sento proprio lasciata COME DONNA!A volte infatti mi chiedevo per quale motivo stesse con me dato che non gli andavo mai bene…forse perchè sono seria,pensavo,(so che gli dava sicurezza la mia serietà,la mia sincerità,ma io stessa voglio che il mio partner si senta sicuro perchè anch’io vorrei esserlo,quindi facevo di tutto perchè lo fosse e mi impegnavo)…e non per ME COME PERSONA.

    Ho avuto il coraggio(stranamente,perchè io non ho mai il coraggio di cambiare nulla,perchè,come si dice”sai quel che lasci ma non sai quel che trovi”)di interrompere solo dopo un atto grave(ma è già un po tardi);fino a quel momento,da un certo punto in poi, sono proprio andata avanti per inerzia.

    Devo dire che più volte nella mia vita ho cambiato solo quando mi sono trovata”alle strette”,proprio per la mancanza di coraggio,per la paura di sbagliare…

    Grazie di cuore per le belle risposte…

  9. 39
    Luna -

    Ciao ragazze 🙂

    innanzitutto buona settimana 🙂

    Una delle cose “antipatiche”, chiamiamole così, del post-relazioni come queste è l’analisi che si fa, con molta severità, di se stessi. Dopo averne patita parecchia di severità e dopo tanto stress si rischia di darseli da sole/i (/ perché davvero non è un problema solo femminile la molestia morale, e ci tengo a sottolinearlo)…
    è naturale e anche utile non voler entrarne cassoni e uscirne bauli, come si suol dire, è importante aver capito tutto ciò che avete capito, naturale provare rabbia, frustrazione, e voler capire perché ci si è lasciati travolgere da certe dinamiche… però attenzione al modo in cui questa analisi viene fatta…
    se io dico di rivolgersi allo psicologo o di leggere libri che spiegano certi meccanismi è anche per questo. Non dico che sia necessario in senso assoluto, però mettiamola così: a volte, in assoluta buona fede, e con la sincera volontà di essere onesti con se stessi, di crescere, di essere obiettivi, si rischia di girare un po’ in tondo riflettendo troppo su cose, analizzando troppo cose che non centrano (o che centrano, ma che hanno avuto peso in maniera diversa da quella che si pensa) e perdendo di vista il centro della questione.
    Non sto dicendo che ciò che avete capito, che i passi che avete fatti non valgano, attenzione!
    Sono preziosissimi!!!
    E le vostre lettere mostrano importanti prese di coscienza, lucidità, crescita, energia, capacità di analisi… Ma non lasciate che la vostra capacità di analisi vi strapazzi troppo…
    Forse non riesco a spiegarmi…
    Capire di avere un problema, passatemi la parola, e cioè che si è stati comunque protagonisti di una scelta, è importante, certo.
    E’ importante per poter scegliere, in futuro, in maniera diversa. Per essere più consapevoli, sereni, felici. Ma il senso di colpa per aver scelto diversamente in passato non serve a niente.
    Davvero la soluzione e la crescita è nel presente, non nel passato, anche se certamente è importante portarsi dietro il passato come una parte integrata di sé, accettata, superata, e non come un fardello, o come uno spauracchio che, si teme, possa sbucare da un armadio incarnandosi nella stessa storia o in un’altra storia vissuta come sbagliata e dolorosa.
    Ma il muscolo da rafforzare non è quello di dire “io sono sbagliato ed è per questo che ho fatto scelte sbagliate” o “ora mi rivolto come un calzino per capire dove ho sbagliato, così non sbaglio più”. Bensì, semmai, è il muscolo dell’amore per se stessi, sano: “non mi conoscevo abbastanza, non sapevo abbastanza ciò che era bene per me, ciò che mi fa star bene e ciò che mi fa star male per poter scegliere qualcosa che mi provocasse gioia, piacere, invece che dolore. Lasciavo che fossero gli altri a dirmi chi ero, perché anche se mi ripetevo chi ero, e che ero diversa da chi mi dicevano che fossi, in realtà… (continua)

  10. 40
    Luna -

    gli altri (lui) riuscivano ad entrare dentro con delle modalità per cui io andavo così in crisi su chi ero, cosa volevo, il mio modo di approcciarmi alla vita, che io andavo in tilt… mi sentivo in colpa e non capivo se era vero che stavo sbagliando, se chi avevo di fronte sul serio ne sapeva più di me di me stessa…perché chi avevo davanti mi metteva in discussione, ed io ho sempre pensato che è importante sapersi mettere in discussione, che è peggio pensare di avere sempre ragione, non avere autocritica… a volte mi diceva che un mio modo di fare/vedere/vivere faceva del male a me stessa e agli altri, ma che io non me ne rendevo conto… e allora cercavo di capire dove fosse l’errore… perché, se non ero felice, se non eravamo felici, se lui mi diceva che io portavo infelicità, mentre io volevo solo stare bene, evidentemente l’errore, da qualche parte, doveva pur stare…”.
    Non so, faccio un esempio, che può non centrare nulla con i vostri pensieri che avete avuto. Ma è per mostrare quali sono i circoli viziosi in cui si può entrare…
    Forse chi incontra le molestie morali, e non si sposta subito quando arrivano, è una persona, spesso, che cerca l’armonia. Anche ad ogni costo. Ha così desiderio di armonia da dimenticare, di fronte agli attacchi della molestia morale, che la prima armonia va coltivata dentro di noi. E che l’armonia interiore non è egoista, non è chiusura, è apertura e compenetrazione con gli altri, ma sane. Più si riesce a coltivare l’armonia interiore e più si riesce a riconoscere, d’istinto, ciò che è disarmonico.
    Il discorso della cultura/intelligenza lo conosco, More. Lo conosco perché la penso come te, anzi, ti dirò di più, non ho neanche bisogno di pensarci, nel senso che per me è naturale non essermi mai posta il problema, rapportandomi con gli altri, del titolo di studio. Tra l’altro ci sono tanti tipi di intelligenza, e mille modi di esprimerla, questo è un discorso anche banale,
    ma ciò che voglio dire è che è l’intelligenza emotiva quella che, quando non c’è, salta agli occhi. E può non averla anche un premio nobel.
    Il titolo di studio, maggiore o minore, More, è un non problema, secondo me, su cui non sbattere troppo la testa. Diventa, in certe relazioni, un territorio di competizione e di sfida, ma sarebbe sostituito con un altro pretesto, se si avesse lo stesso titolo di studio. Potrebbe essere l’uscita con l’amica, definita “stupida” o altro.
    Il problema è spesso la competizione, e/o il controllo o il demolire l’altro attraverso una cosa che, evidentemente, è importarte e gli dà soddisfazione. Negare, sminuire è una forma sottile di demolizione, che può nascondersi dietro a frasi come: “Se mi parli di una cosa che non mi interessa che devo fare, l’aola???”.
    In verità sappiamo bene che se un amico ti parla di una cosa che non ti interessa puoi comunque condividere con lui la sua gioia.
    Greta: perché temi di tornare con lui? perché ci torneresti? la mia domanda non è ironica. Puoi dirmelo?

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