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Lettera pubblicata il 2 Giugno 2007. L'autore, niikilaa, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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ragazza,ma anche se ha ammesso di non essere stato molto interessato a lei,c’è rimasto male quando l’ha vista con un altro,mentre la sera prima gli avrebbe detto”farei tutto per te”. E altre cose di questo tipo.Dice che a volte gli capita di vedere una che gli piace tantissimo esteticamente e che la pensa,poi dopo un po’ non gli piace più.Boh.
A parte l’ultima frase sopra citata che non so come giudicare, per il resto non riesco proprio a spiegarmi come cavolo fa una persona a cambiare così tanto.
Ah,durante la frequentazione è capitato che ci incrociassimo in macchina per paese un sacco di volte.Una volta NON mi ha salutata.Ho pensato che probabilmente non mi aveva vista,perchè non sarebbe stato da lui(negli anni passati ci fermavamo sempre a chiacchierare).Un’altra volta invece ho proprio visto che mi ha guardata e non mi ha detto niente.Quella volta gli ho fatto presente che c’ero rimasta male.E lui sapete cosa mi ha detto? COSì STAI PUNITA!Ma per cosa?Il mio comportamento era immacolato!Tra poco ero io che lo corteggiavo!Poi l’ha rifatto quando abbiamo smesso di vederci.Lì mi sono messa a ridere.Gli ho scritto un sms dicendo che la prossima volta non si faccia beccare e che lo faccia da furbo.Fortuna che quando abbiamo iniziato a vederci mi ha detto che parlare con me gli piace e gli è sempre piaciuto,e che sono una delle poche ragazze con cui riesce a parlare.
Lui una volta sapeva amare.Ora è uno di quelli che ama male.Voleva dirmi quando dovevo sputare la caramella.Ha insinuato che sia brutta(dicendomi questo mi faceva sentire inadeguata).Non va bene.Perciò dopo quella sera ho detto stop.Ci ho messo 2 mesi,ma sempre meglio che due anni come l’ultima volta.Fatto sta che mi ha dato una stomacata tale che non ho proprio più voglia di mettere su il moroso.Tipo come quando 1ha mangiato troppo.Alla fine chi me lo fa fare.Non va mai bene niente.Vorrei poter “battezzare” 1persona ai primi4-5-6 appuntamenti.Chissà se è possibile…1bacio a tutte
Ah giusto,il mio ex poi l’ho rincontrato una sera in un locale.Mi ha guardata con un sorriso che gli andava da orecchio a orecchio.Poi ha visto che ero piuttosto seria,quindi è tornato serio anche lui.
Mah…non so che pensare
MORE: ciao cara :DDD
Ho letto ora i tuoi post…
confesso che finché non ho letto che l’avevi piantato non ho tirato un sospiro di sollievo 😉
brava :DDDDD
farcela in 5 o 6 appuntamenti?
Probabilmente anche in uno cara More 😀 chissà 🙂
sei stata molto brava a smascherare subito la sua aggressività.
e “grazioso” (per nulla) il suo “giochetto”:
una volta ti portavo sul palmo della mano, ero persino innamorato di te, ora invece in te c’è qualcosa che non va, datti da fare per riconquistarmi! cambia!
rispetto a cosa? non credete mai alle dichiarazioni retroattive!!! E comunque sia, anche se non fosse stata retroattiva, ma pre-dichiarata, comunque non c’è alcuna ragione per cui una persona debba scaricare aggressività in faccia ad un’altra con critiche più o meno pesanti, arbitrarie e soggettive tutto fuorché costruttive ed atte a minare l’autostima.
Infatti tu hai sentito da subito disagio (i tuoi campanelli d’allarme funzionano) quando lui ha fatto così.
Modalità corretta: mi sento a disagio, ciao, mi sposto, non mi interessa essere trattata così e sentirmi così.
Modalità che può portare ad un mare di guai e che comunque mantiene lo stato di disagio: perché non gli piaccio? cos’è che non va? cos’è che ha visto?
o anche e insieme: vorrei piacergli, vorrei che mi accettasse, dunque cercherò di cambiare per avere il suo assenso, o sarò me stessa ma sbatterò contro un muro di critiche finché lui non mi dirà che vado bene come sono.
Inoltre altra modalità pericolosa: ambiguità. valutazione, svalutazione, sovravalutazione, alternate. Cosa che crea disagio, confusione, tipo montagna russa. Perché prima gli piaccio e poi no? caspita, gli piacevo, ma ora ho fatto così e non gli piaccio più…
(tutte modalità che tendono a delegare all’altro il potere della propria autostima e benessere).
e un’altra ancora: un tempo io sapevo amare, poi sono diventato così, un po’ schivo, un po’ ambiguo, un po’ criticone, un po’ aggressivo, un po’ acido, ma anche capace di dire
cose belle (che in mezzo a comportamenti dispregiativi e svalutativi o freddezze sembrano, persino quando sono banalità, preziosi fiori del deserto) ma poi alterno con un po’ schivo, un po’ ambiguo, un po’ criticone, un po’ aggressivo, un po’ acido.
Sara
altra modalità pericolosa: non parole dirette di svalutazione, ma smorfie e sguardi di fastidio.
Ancora: attenzione a chi lancia critiche aggressive e pesanti dicendo: ma io scherzavo!!!
Ma dai? Peccato che ti stai divertendo solo tu! E io invece percepisco disagio, per il messaggio indipendentemente se sia veicolato come battutaccia o come frase dal tono neutro o alzando i toni.
Se una persona è aggressiva nei vostri confronti in situazioni “neutre” (cioè non mentre gli state rubando il portafogli, ma il dialogo è teoricamente rilassato) tante possono essere le ragioni (e sempre però sono un suo problema, della sua aggressività, ed è questo il punto: spostarsi comunque dall’aggressività.
Tanto più se voi la percepite e l’altro nega, autogiustificandosi a continuare.
Se io sono involontariamente aggressiva e vado a toccare un punto debole (la critica all’aspetto fisico lo è sempre un punto debole, per chiunque, anche per chi se ne frega perché ha autostima sfavillante… ma di base lo è per tutti perché a nessuno al mondo piace sentirsi dire: non ti vedo bene oggi, commenti sul peso, ecc ecc.) e l’altra persona me lo fa notare mi scuso.
Una persona mi ha appena comunicato di essere rimasta male (o l’ho notato dal suo sguardo, per esempio), accetto la comunicazione e dico: scusa.
Se dopo 5 minuti ricomincio, o comunque sono recidiva, il problema è decisamente mio.
Di base per esempio un insicuro può dire ad una donna che è brutta, in modo da mettere se stesso in posizione di “forza”.
Dell’ex? che penso sempre che sia ottima cosa che sia un ex, indipendentemente dalle espressioni che fa. Se è egocentrico, poi, a maggior ragione non gli piacerà che non lo guardi come un gran figone ecc ecc. Passa oltre!
Ciaooo! Sono tornata :)))
Anche io sono stata col fiato sospeso finché non ho letto che More ha mollato il tipo.Condivido tutto quanto ha risposto Luna.
Mi pare che More viva in una situazione pericolosa, tipica di un paese -o di una cerchia di persone in una città- dove i maschi hanno il tipico comportamento di chi vede la donna come una cosa da legare a sè e dominare con meccanismi disorientanti. Se un rapporto come questo prosegue, inevitabilmente porta molta sofferenza.
Ciò fa parte di una cultura di manipolazione e potere sul prossimo, del tutto normale fino a poco fa. Se uno vuole il controllo sulla popolazione deve poter usare i maschi come marionette, soldatini, pedine e sostenitori delle sue idee e del suo potere: per farlo, la cosa più comoda è, mentre li si usa, dar loro il contentino, cioè il potere ed il controllo sulle donne e sui figli, ottenendo così il duplice scopo di tenersi buoni i maschi-marionette e di controllare, per mezzo loro, anche donne-vecchi-bambini. In tale sistema, se io sono un maschio, per sopravvivere ed avere successo devo adeguarmi, fare lo sbruffone con gli amici maschi ed esercitare il mio potere sulle donne. Le stesse donne, poi, spesso diventano esecutrici del sistema: dopo averlo subìto e sofferto, molte si accorgono che è facile condividere il potere, avvallandolo e trapassandolo ai figli maschi ed esercitandolo sulle femmine, figlie, nuore, cognate, nipoti. Le donne, più si adeguano più diventano potenti: imparano così bene la lezione da diventare controllanti violente (senza magari torcere un capello a nessuno) non solo sulle femmine di casa, ma sul maschio stesso, figlio, marito, fratello o cognato che sia.
Ho descritto in modo schematico (le sfumature sono infinite) quello da cui l’umanità sta faticosamente tentando di liberarsi e che permane in sacche più o meno estese ed isolate nel mondo.In Italia questo sistema di potere capillare è stato rifiutato con la democrazia:ma è una scelta di
pochissimo tempo fa,in termini storici,e ha bisogno di molto più che una cinquantina d’anni per arrivare a intridere tutto il tessuto sociale;la democrazia sta portando parità uomo-donna, ma il comportamento di controllo sull’altro è ancora talmente insito nella natura umana che, anche in un contesto democratico, gli individui (non solo i maschi) tendono a mantenerlo(grandi città modernissime sono piene di piccoli inferni privati)..dopotutto fa comodo controllare gli altri. Oggi –per il diffondersi della cultura del rispetto e della libertà- accade sempre più spesso che l’individuo non abbia successo nel suo applicare i meccanismi di controllo: burattino di una cultura morente, se non ha più attorno a sé il sistema compatto finisce per fibrillare, intrappolato dalla sua stessa manipolazione, incapace di capire se stesso e la società mentre gli succede ad es. di aver a che fare non con una donna soccombente,ma con una More che lo pianta.
La cosa che più mi è piaciuta è la considerazione di More di averci messo due mesi ad accorgersi e mollare il tipaccio –simile al suo ex- e questo, pur essendo un sacco di tempo impiegato per un imbecille, è comunque meglio di due anni. Due anni, due mesi, due giorni, due minuti … questo è il prezioso dono dell’esperienza, l’accorciare il tempo impiegato ad accorgersi che chi ci sta di fronte è un manipolatore manipolato dalla cultura della manipolazione (=violenza),da mollare al volo e senza appello.
Tutto ciò per dire anche: attenzione, perché può accadere che TUTTO il contesto in cui si vive sia infettato dalla cultura del controllo e della manipolazione (dove chi non si adegua viene emarginato, addirittura perseguitato)… e allora bisogna avere il coraggio di cambiare relazioni, amici, lavoro, casa …spostarsi di quartiere, di paese, addirittura di città: ringraziando il cielo che lo possiamo fare, perché ci sono luoghi della terra dove, ancora, ti ammazzano se tenti di sfuggire alla violenza e alle sue pratiche tribali.
Fl53, ciao :DDDD
Mi è venuta in mente una cosa, forse l’ho già raccontata, non ricordo…
c’era questa mia amica, la chiameremo F., avevamo 18 anni, che era veramente molto molto molto carina. Aveva i suoi difetti, come tutti, ma era proprio affascinante, anche per il suo modo di porsi e di coccolarsi e per la sua spiccata personalità.
Si mette con A. e A. è evidentemente in adorazione, è riuscito a conquistare una ragazza per molti versi (compreso il suo cervello) che rappresenta pure più del suo ideale.
Cioè, F, proprio F, si è accorta di lui e si sono scelti.
Ma poiché è geloso del fatto che ogni volta che camminano per strada tutti si voltano a guardare la sua ragazza fa queste belle cosucce:
lui si volta a guardare le altre, enfatizzando sino al torcicollo, e dice a F. che sarebbe bello se lei avesse l’altezza di quella che è appena passata, o il sedere di quell’altra, perché lei invece ce l’ha più grosso, o il seno più prosperoso della barista, perché lei invece ce l’ha più piccolo.
Alla fine F lo lascia. Non direttamente per questo, ma probabilmente anche per questo. E’ sempre stata bene con se stessa, o comunque ha sempre trovato un buon equilibrio per piacersi, perché mai deve stare con uno che non fa che dire che vorrebbe stare con qualcun altro? Che A si prenda direttamente qualcun altro, non è più semplice?
Il distacco è doloroso anche per F, ma comunque F era esasperata, e il suo amore era andato scemando, quindi colui che è apparentemente inconsolabile è A…
Incontro nuovamente A. un anno dopo, o giù di lì.
Stavolta sta con B., che ha pure fatto dei concorsi di Miss.
B. è giovanissima, ha un carattere reso fragile da storie travagliate in famiglia, A. è il suo primo amore e lui ha messo da subito giù la storia come “sei fortunata perché io ho scelto te, e mi occuperò io di te, perché tu sei troppo fragile”…
Ma ad A. questo non basta. Lui ha già avuto una bella ragazza, e avete visto com’è finita? Lei lo ha piantato, senza un motivo,
l’ha preso in giro, a lui, che la adorava e che le ha dato TUTTO, e si è pure consolata presto mettendosi con un altro!!!
E’ proprio vero che delle belle ragazze non ci si può fidare, probabilmente delle donne in genere, ma se sono pure belle o si sentono bene con se stesse pensano di poter fare di te quello che vogliono…
B. è giovane, esaltata probabilmente dal fatto di sapere di essere bella, ma lui le insegnerà a comportarsi e ad avere rispetto!!!
Naturalmente questi, più o meno, sono i pensieri di A.
La gelosia di A. si fa patologica, nei confronti di B.
Lei non ha il carattere forte della mia amica, la sua dialettica, il bisogno di conferme di B. è più forte, perché ha avuto una vita difficile. La sua bellezza non le ha reso la vita più facile, mai, ma adesso c’è anche uno che le dice che lei deve sentirsi in colpa del fatto di sentirsi bella. Che le dice che gli uomini le guardano perché lei si atteggia da tr…
Il mondo è pieno di donne forse belle quanto lei o anche di meno, ma certo più intelligenti, cosa crede??? le dice A.
Perché so tutto questo?
Perché un giorno, che siamo al mare in compagnia, e ci sono anche loro, poco distanti, lui le stampa una sberla, ma una sberla, che le fa girare la testa. Le urla che è una pu… e poi se ne va.
Io sono già scattata nella sua direzione, pronta a tirargli una padella in testa se ci riprova. Ma lì c’è solo lei, lei che piange.
E a scatenare la gelosia di lui è stato il fatto che uno ha guardato lei, le ha chiesto qualcosa tipo “che ore sono” e lei ha risposto con un sorriso.
B. piange come una fontana, con 5 dita stampate sulla faccia.
E ripete: perché lui non mi crede? Io non ho fatto niente, davvero! Non ho fatto niente! Io amo solo lui, perché non mi crede?
Mi piace però ricordare B. quando l’ho vista tempo dopo, abbracciata al suo nuovo ragazzo, serena, felice. Non l’ho più rivista, ma spero che non abbia mai più incontrato degli A. sul suo cammino. O che li abbia sgamati in 1 secondo. Per vivere
‘perché non mi crede?’ …
… non le credeva perché lui sapeva che lei non amava lui, ma l’immagine illusoria che lui le aveva costruito di sè.
Mi pare, alla fine, che il nostro vero Essere si definisca nella scelta di come ci rapportiamo con gli altri. Più libertà c’è e più ci definiamo.
Ad un comportamento come quello di A., nessuno avrebbe osato fiatare, in altri tempi. Nessuno fiaterebbe oggi, in altri luoghi: una donna afgana si prenderebbe la sberla (ed altro) e se un’altra osasse difenderla, verrebbe picchiata anche lei.
Come in barca basta il tocco di un remo per cambiare direzione, così anche il tuo intervento è stato il ‘quid’ di energia intervenuta nel sistema: il raggio che ha illuminato la trappola, ha spezzato un filo … e la storia è a lieto fine. C’è anche da dire che A. è particolarmente banale e scoperto, nel suo comportamento.
La trappola del geloso-subdolo è meno scoperta:non fa scenate dirette. Esempio: il geloso che frigge per una situazione come quella da te descritta, invece che dare la sberla in loco, si esibisce in un misterioso muso accampando motivi esistenziali, lavorativi, di salute e quant’altro. Lei lo consola, cerca di capirlo, si fa in 4, ignara del vero motivo del muso. Tornano a casa, ed il gioco continua per uno, due, cinque, venti e più giorni finché, nello scorrere del quotidiano, lei non fa un errore qualsiasi, anche piccolo. Basta che all’inquietudine per la situazione incomprensibile ed opprimente si aggiunga la stanchezza per il lavoro, per un malessere, e lei ‘scivola’ per un’inezia qualunque, magari poggia con meno garbo del solito un piatto sul tavolo: ecco, finalmente il motivo per una vera scenata!’Tu non sei dolce, tu non mi capisci, sei aggressiva, oppressiva,non sei mai contenta di niente, ecc ecc’
Se il soggetto è furbo, non molla nemmeno la famosa sberla, sarebbe inutile, lo scopo è raggiunto: lei comincia a giustificarsi, a difendersi, risponde alle accuse, si sente in colpa.E’ in trappola e lui
ce la terrà finché gli piacerà. Giorni, mesi. Poi, quando gli piacerà una rappacificazione (cioè quando deciderà di ripossederla fisicamente), e non senza essersi fatto debitamente pregare, la ‘perdonerà’ e la gratificherà della sua potenza fisica.
Lei rinasce, rivive: dopo tot giorni (anche mesi) di isolamento finalmente torna la voglia di andare in spiaggia. Mano nella mano, dolci, affiatati …. ‘che bella coppia’ dice la gente e dicono gli amici …. Lei si è accorta che qualcosa non va: ma che cosa è? prova a parlarne, nessuno la capisce…. lui è così gentile e premuroso, poverino…
Il gioco può andare avanti una vita: se intervengono matrimonio, figli, ecc, la trappola si completa, si intensifica, si complica all’inverosimile. E se a lui scappa una sberla (o peggio), nel segreto della camera nuziale, la colpa è di lei: lo ha fatto arrabbiare, poverino.
E’ un gioco perverso, con tutte le sfumature diverse di intensità e di comportamento, da caso a caso.
Per riallacciarmi al discorso che facevo negli ultimi due post, se lei non trova all’esterno un appoggio, scivolerà sempre più a fondo nell’inferno. E l’appoggio è mancato, finché c’era la cultura del matrimonio-a-tutti-i-costi, la cultura della vergogna-della-separazione (sostenuta di solito dalla comoda-e del tutto idiota- affermazione che ‘la colpa è sempre al 50%’), per non parlare della minaccia di condanna eterna del prete, aggrappato con le unghie e coi denti al matrimonio-indissolubile-sacramento-voluto-da-Dio. E così tutto prosegue per mesi, anno, secoli: tanti inferni domestici nascosti, rispettabile apparenza sociale, e banchi della chiesa pieni. Bella cultura da passare ai figli!
Parlare,ascoltarsi,prendere posizione come hai fatto tu sulla spiaggia, come facciamo anche scrivendo qui, significa davvero costruire una cultura nuova e testimoniarla, significa dare l’appoggio per un colpo di remo diverso, significa ‘servire’ a qualcuno a riconoscere la trappola e a liberarsene..
ciao ciao :))