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Lettera pubblicata il 2 Giugno 2007. L'autore, niikilaa, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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… ho appena letto il tuo commento, More 🙂 grazie 🙂
…riconoscere il modo di essere dalle parole, dai comportamtenti . Quando mi sono liberata, automaticamente ho cominciato a scegliere le persone con cui relazionare. Prima ero io che in qualche modo permettevo (certo, senza accorgemene) che mi maltrattassero: e il motivo è semplicissimo. Volevo amore da ‘quelle’ persone, perchè io amavo LORO: senza di loro mi sentivo sola, senza valore. Se mi sorridevano, se mi approvavano, ‘mi facevano’ felice; se mi insultavano e isolavano, ‘mi facevano’ sentire sola, disperata … Mi accusavano e mi facevano cercare giustificazioni; mi criticavano e mi facevano tentare di imitarli, o di accontentarli; mi insultavano e mi facevano sentire in colpa. Qui sta l’errore: ‘mi facevano’ … davo a loro il controllo su di me: se volevano farmi felice, sapevano come fare; se volevano farmi soffrire, sapevano come fare. Io mi spaccavo la testa per capirli, per assecondarli.
C’è un altro motivo: i figli, i nipotini. Volevo pace, vita, amore, perciò sopportavo, ma sopportare significa nascondere la verità: in pratica io creavo agli oppressori l’ambiente ideale per agire.
È come chiudere il topo in gabbia col gatto: il topo ero io, mi ci chiudevo io, sperando di poter tenere a bada il gatto: ma il gatto è gatto. Per usare la parola di Luna: lo squalo è squalo. Può anche essere frutto di una trasformazione, ma quando lo è, lo è. Il fatto che io ami qualcuno, non significa automaticamente che lui sia buono, maturo, ragionevole. E se io amo uno squalo, da lui posso avere solo amore di squalo, un ‘amore’ predatorio: cioè un non-amore.
Succede che la persona che si ama sia uno squalo. E succede spesso, visto che andare a caccia è istintivo per uno squalo, come è istintivo per lui riconoscere le prede.
Se non si è uno squalo e se ci si trova a tiro di uno squalo, non ci sono molte alternative: o si è preda, o ci si fa ‘remora’ (ci si adegua allo squalo, mentre lui attacca e divora), oppure si va a nuotare in acque non infestate da squali.
In fin dei conti da piccolina, io avevo trovato il metodo giusto. Mia madre mi portava da quel bisnonno, e io mi arrampicavo subito su un grande albero del meraviglioso parco della sua villa: per tutto il tempo stavo lassù, in braccio al mio Albero, a leggere i miei libri, a disegnare, a fantasticare, a guardare dall’alto gli adulti che parlavano, parlavano.
Rimanere vicini allo squalo comporta un altro problema: l’ambiente attorno a lui è un ambiente da squalo, è la sua acqua. Un’acqua che resta turbolenta anche dopo il passaggio dello squalo.. ci sono prede ferite, vuoti di prede morte, gorghi… Dall’Albero vedevo gli adulti, parenti amici conoscenti : deferenti, assenzienti, rispettosi… ‘siate sempre ubbidienti col bisnonno, è molto severo’ ci diceva mia madre. Li vedevo dall’alto del mio Albero: si erano adattati allo squalo (il bisnonno) …
ma l’ho saputo solo 50anni dopo,che lui aveva usato violenza a mia nonna,mia madre,mia zia; picchiava mio zio. Aveva ridotto il loro padre(suo figlio)a un burattino (‘remora’…).
Uno squalo potente,che ha vissuto tutta la vita così,coperto da silenzio, paura e vergogna delle sue vittime (altri tempi … non c’erano aiuti). Mia nonna è morta di crepacuore a 56 anni, mia zia e mio zio a 41 e 45 anni; mia madre ha sofferto moltissimo … troppo per diventare semplicemente ‘remora’; per non morirne anche lei,è diventata come lui.
Dal mio Albero io vedevo persone colte, ricche,devote: parlavano, ma non dicevano nulla della verità (ma io la sapevo, perché lo squalo aveva tentato di ‘divorarmi’). Le parole di Luna sembrano fatte apposta: @sarebbe bello se ciò di cui parliamo non esistesse… ma esiste… dietro a chissà quante finestre … dietro la telefonata di quell’amica.. dietro chi ti dice che ha quella faccia sbattuta sì, ma è che ha il mal di testa… …Sta nelle chiese, quando non c’è messa… Sembra stare nelle fessure, perché alla luce del sole non si vede, eppure spesso è il muro…enorme muro costruito dentro e attorno alle persone. Che le rende lontane, separate dagli altri, dal flusso della vita, dalla sua bellezza, dalla pace, dall’espansione. Dall’amore.@
Cara More, dici una cosa che mi pare importantissima: @Ho sempre pensato una cosa:prima o poi i nodi vengono al pettine,prima o poi la verità viene a galla,prima o poi le persone si smascherano@
Il bisnonno-squalo sarà fors’anche morto a 96 anni, riverito e tenuto: ma non si immaginava che la bambina che gli era sfuggita per un pelo,quella che stava sempre sull’Albero, lei avrebbe fatto cadere la sua maschera. Non mi sono lasciata divorare, non sono diventata una remora, non mi sono trasformata in squalo (e solo Dio sa quanta fatica ho fatto ad allontanare la tentazione). Poi, nel deserto della solitudine, nel silenzio totale dove non ci sono più nemmeno le voci dei figli e dei nipotini, mi sono trovata a non aver più nulla da perdere: sparita la paura, sparita la vergogna, ora ho scelto acque diverse e se oggi sto scrivendo, è perché io finalmente non ho più paura, non ho più vergogna. A un secolo di distanza, la verità viene a galla. Non c’è altro che dire la verità: è luce nel buio della prigione che intrappola da un secolo tutti, generazione dopo generazione, maledizione che si allarga con l’allargarsi della famiglia. Alcuni stanno male,alcuni malissimo: molti non sanno il perché, alcuni non se ne accorgono…
Simona… si,che bello se non servisse la “compagnia nella sofferenza” ma la realtà è questa.Una persona con le sue sole forze non ce la farebbe mai … sarei come mia suocera, mia nonna, come gli zii, come alcuni dei miei cugini e nipoti: morta. Non avevano internet e consultori. Sì, ci si sente in colpa per questo male, ma la cosa più bella è aiutarsi a riempirlo di bene … riempire il buio di luce, e costruire una realtà senza muri invisibili …
Un abbraccio grosso a tutte .. ed ora è meglio che mi metta al lavorooo! :))
Ciao a tutte
ciao fl,hai ragione prima non c’erano strumenti per poter uscire da situazioni del genere,ma anche la cultura e la mentalita omertosa adesso un po di più …ma mi pare uguale comunque..si a me internet mi ha aiutata moltissimo ,ma prima di arrivare a usarlo….ho patito le pene dell’inferno.Come te ho cercato aiuto nella preghiera e nei preti …ma ho trovato un muro di ignoranza,prevenzione ,toni accusatori,giudizi,condanne…Credimi che quando nasci e cresci nella convinzione e nell’educazione cristiana , e sei forte del fatto che se chiedi, Dio ti dà aiuto..ma scopri che anche lui ( in veste di prete) ti abbandona ,anzi ti volta le spalle, ti senti finita ,morta senza speranze,il male è stato grandissimo, dover cambiare idea su una fede iradicata fino dalla nascita…piano piano ,mi sono dovuta fare una ragione di ciò e andare avanti solo con le mie forze,attingere per quanto fosse possibile da le poche che avevo.In ogni parola che scrivi leggo e sento la tua trovata serenità e questo dice che hai superato e trovato la maniera di trasformare ciò che hai subito in bene per te,io non so se riusciro a farlo ,sono troppo arrabbiata ancora ,non so in cosa mi trasformero e questo mi fa un po paura….non è facile fare il percorso che hai fatto tu….ti ammiro….Sì ti leggo e cerco di attingere insegnamenti dal tuo percorso ,ma siamo tutti diversi e i nostri modi di reagire sono svariati e credo dipendano anche dai nostri caratteri ….chissa leggendoti ancora e leggendo le altre donne forse……modificherò le mie reazioni….. ciao un bacione
FL53: ho letto tutto, dovrei @riportare ogni tua riga 🙂
le nostre storie sono diverse, ma in moltissime sensazioni e dinamiche ritrovo la mia.
SIMONA: @io non so se riusciro a farlo ,sono troppo arrabbiata ancora ,non so in cosa mi trasformero e questo mi fa un po paura….non è facile fare il percorso che hai fatto tu….ti ammiro….Sì ti leggo e cerco di attingere insegnamenti dal tuo percorso ,ma siamo tutti diversi e i nostri modi di reagire sono svariati e credo dipendano anche dai nostri caratteri ….chissa leggendoti ancora e leggendo le altre donne forse……modificherò le mie reazioni….
scusa Simona se mi intrometto nel tuo dialogo con FL, ma volevo solo dirti questo: è vero che siamo tutti diversi ed è vero che lo sono i nostri caratteri e che tutti, essendo dotati di libero arbitrio possiamo scegliere, anche come compiere il nostro viaggio, e ciascuno sa per sè quello che ha dentro di sè e qual è il suo percorso, ma credo che non ci sia nessuno, che abbia incontrato la violenza psicologica ed emotiva, che non abbia avuto le sensazioni che hai tu, riguardo la trasformazione ecc., e la rabbia.
E certe volte, sai, noi crediamo anche che il nostro carattere sia quella che è una nostra reattività appresa, dovendo correre sempre a perdifiato, per aggirare ostacoli, anche interni, o sbattendoci contro come una pallina del flipper. Ma a poco a poco possiamo trovare/ritrovare nella roccia, nella sabbia o sotto un pelo d’acqua, chi siamo in stato di quiete. Dove per quiete non si intende un mondo perfetto, perchè la perfezione globale non esiste, ma la serenità, interiore e quindi la scelta in base a quella serenità, e il nostro non sbattere più come una pallina senza sosta.
Ciascuna delle persone che scrive qui ha compiuto e compie un suo personalissimo viaggio.
Ha la sua storia, i suoi ricordi, con cui litigare e con cui fare pace.
Io credevo che non sarei mai riuscita a guardare dei miei pessimi ricordi come oggi li guardo, con appartenenza e al contempo con serenità.
Non sono mai diventata uno squalo perché sarebbe stato uno snaturarmi, per me, equivalente a farmi mangiare, e ho sempre amato troppo la mia parte solare, come quella della Fl bambina sull’albero, per non andarla a cercare e per non continuare a coltivarla dentro di me. Anche quando, purtroppo, la sentivo implosa rispetto a quanto avrebbe potuto espandersi. L’ho sempre amata, anche quando ho fatto a botte con me. Anche quando non sapevo nemmeno di fare a botte con me, perché credevo davvero che fosse colpa mia e sbattevo come la pallina del flipper per cercare di porre rimedio…
Anche quando ho tirato fuori le unghie, ho alzato la voce, per difesa o per disperazione. E ho temuto di poter diventare le mie unghie e quella voce.
Non sono mai diventata uno squalo, ma conosco la rabbia.
Conosco la rabbia che la violenza genera dentro di noi e la paura di diventare rabbia.
Credo che molte persone passino in tempo a credere che la “stanza” interiore piena di spigoli in cui hanno sempre vissuto o vissuto per un periodo sia il loro mondo interiore.
Credo all’amore e alla serenità che le persone possono incontrare dentro di sè e riacquistare dentro di sè.
Credo nel valore di questa solidarietà, nello scambio, nell’informazione 🙂
Ciascuno fa il suo viaggio, ma non è vero che ciascuno è un’isola :DDDDDDDDD
Un bacione grande a tutte :DDDDDDD
Ciao Simona, dici bene, la mentalità omertosa che ti imprigiona dentro l’inferno (vedere il film ‘I Vicerè’ – bellissimo- o meglio leggere il libro!! È una storia vera, scritta dal protagonista: è stata tenuta nascosta per lunghissimo tempo ): forse tu sei del sud, ma la stessa cosa c’è anche al nord, dove si fa addirittura finta di non vederla, tanto che finora non le si dava nemmeno un nome. Si comincia ora a fare gli spot, a parlare di mobbing familiare, di violenza psichica. La mia famiglia è del nord, quella di mio marito del sud e ho sopportato le stesse cose da tutt’e due: ai comportamenti istintivi si aggiungono quelli tattici, lucidi… calunnie, diffamazione, emarginazione, sopraffazione economica … se ti rivolgi fuori, ti prendono per pazza, ti tengono lontana. Tuo marito ti fa a pezzi? “La colpa è sempre al 50%” dicono: è una delle frasi più idiote che si possano immaginare, eppure fa presa e la maggior parte degli amici se ne lava le mani, standosene salomonicamente fuori. Finalmente ci sono i centri antiviolenza.
Tu descrivi davvero bene lo sgomento in cui una persona si trova quando, cresciuta nella fede cattolica, si rivolge al prete @ forte del fatto che se chiedi, Dio ti dà aiuto..ma scopri che anche lui ( in veste di prete) ti abbandona ,anzi ti volta le spalle, ti senti finita ,morta senza speranze@ … sì, Simona, cara, è tremendo, l’ho vissuto anche io: il mondo già ti sta crollando addosso, già ti vergogni a camminare per strada, già dentro la sua stessa casa hai paura a muoverti, a parlare, a respirare, e ti vien tolto anche l’ultimo luogo dove pensavi di poter avere una dignità, e magari anche un po’ aiuto.
Che dirti? Che è il prete a vestire i panni di Dio, e non Dio a vestire i panni del prete …
Che il prete vestito da Dio ti volta le spalle perché ha bisogno che tu resti dentro la tua prigione, ha bisogno di inchiodarti alla tua croce e ha bisogno che tutte le sue pecorelle restino inchiodate alla loro croce: così, è salva la ‘regola’, è salvo il matrimonio indissolubile, la sofferenza e la pazienza, ed è salvo il suo ‘essere prete’. Qualche prete un po’ diverso c’è: ma allora è una persona che veste i panni da prete per portarti l’aiuto e la comprensione di Dio, per liberarti dall’inferno e, così facendo, di solito ha un sacco di problemi con i superiori. In poche parole, è uno che ama.
Posso dirti che se Dio c’è, vuole Te, proprio Te. Se Dio c’è, ti voleva fuori dalla prigione, fuori dall’inferno che ti stava uccidendo, anche sorpassando un prete, se necessario… e tu sei fuori, sei libera e ti stai ritrovando nel percorso che stai facendo con le tue forze! Sono io che ti ammiro!! Non ho scritto la mia storia per ‘insegnare come’ si deve fare ad uscire dall’inferno, ma per ‘testimoniare che’ si può uscire dall’inferno.
Certo che ognuno ha il suo carattere, i suoi talenti, le sue debolezze, i suoi tempi, i suoi modi!! Conoscere le storie degli altri aiuta, riconoscere
alcune fasi comuni facilita le cose! Per esempio, tu dici che sei arrabbiata, che hai un po’ paura perché non sai in che cosa ti trasformerai: io ti dico che puoi gettar via la paura, perché il cambiamento, la ripresa del contatto con la realtà e con i propri desideri, comprende anche “l’arrabbiatura” e questo è il percorso di chi sta ritrovando se stesso, lavorando con i suoi modi e i suoi tempi! Per quanto ognuno cammini con le sue gambe e le sue forze e le sue movenze e la sua velocità, comunque tutti mettono un piede davanti all’altro. Il confronto con gli altri a me serve perché mi conferma se sono sulla strada giusta, e mi evidenzia errori che potrebbero incastrarmi …
Per esempio, a me è servito leggere te, More, Tina, Luna: da sempre giravo intorno a un problema … una specie di paura a finire i quadri … li tiravo in lungo … troppo in lungo … man mano che mi avvicinavo alla fine aumentava la mia paura a metterci mano e così rimanevo con troppi quadri fermi all’ultima fase. Lo sapevo, che questo era dovuto ad un complesso di cose, ma rimandavo di affrontarlo anche perché sapevo che mi sarebbe stato possibile sciogliere i motivi di questo blocco solo impegnandomi anche in un cambiamento tecnico … il che implicava molto studio e sperimentazione … beh, questo parlare qui, tra noi, mi è servito (non voglio annoiarvi con una spiegazione che sarebbe lunga) ad affrontare il problema per le corna (tecnica compresa) e a risolverlo: è stato una specie di salto. Ho fatto un quadro di prova, e ci ho messo 6 o 7 giorni (contro i 2 o 3 mesi che ci avrei messo prima del salto): ieri l’ho firmato e domani lo metterò sul blog, se vorrete vederlo … Il bello è che questo ha portato un valore aggiunto, una specie di ‘sorpresa’: mi sono ritrovata con la tecnica per mettere sulla tela immagini che già avevo nella testa, ma che fino a due mesi fa pensavo impossibili da rendere con il pennello … e per me questo significa felicità, perciò grazie a tutte.
Luna: @Un sorriso da parte mia anche all’Uomo che ora hai accanto@ … ho riferito, con tanto di maiuscola … se avesse i capelli, gli sarebbero diventati rossi fino alla punta!! :DDD
Un abbraccio a tutte e buona giornata :))
Grazie Fl53 per aver condiviso con noi (e spero con molti altri) la tua storia. Sono andata sul tuo bolg, mi sono anche iscritta per lasciare un commento ma non ci sono riuscita: sono un po ‘mbranatina (Anto62 ne sa qualcosa!!!! Ciao Anto, due bacioni 😉
Non posso far altro che associarmi a LUNA, MORE e simona nell’esprimerti il dispiacere per quello che hai vissuto e per quello che ancora fa soffrire il tuo sensibile cuore. E mi associo a loro anche nell’ammirare la tua forza, il tuo coraggio, la tua capacità di difendere i tuoi valori e i tuoi principi anche nei momenti in cui sarebbe stato mooooolto più facile mandarli a farsi friggere.
Anche a me, leggendo la tua storia, è capitato di trovare molto della mia. A partire dalle molestie subite da ragazzina. Quello a cui voglio acennare ora (ho pochi minuti) è, tuttavia, un aspetto che mi sta molto a cuore. Ho letto tra le righe del tuo racconto una fede profonda, che va al di là dei luoghi comuni. A partire dall’intento con cui hai pubblicato la tua storia, per finire alla conclusione di uno degli ultimi tui post “Mi guardo indietro, e ritrovo qui, oggi, concretizzate, le parole della mia maestra, una suora dolce che amavo e che per me era una mamma: qui c’è il senso non storpiato dell’amore, che non conosce limiti di luogo né di età, e il senso vero e concreto di una ‘comunione’ che è vita scambiata”.
Parole che mi hanno commosso in quanto sono scritte anche nel mio cuore.
Inoltre, anche io, come te, ho chiesto aiuto ai sacerdoti e anche io, come te, ne ho incontrato uno pessimo.
Tuttavia io sono stata molto più fortunata di te perchè poi ho incontrato un vero sacerdote.
Ti abbraccio forte e ti riservo con affetto un posticino nelle mie preghiere, affinchè i tuoi figli riescano a vederti per quella che sei veramente, una mamma speciale, e la tua felicità si compia totalmente.
tina.
Ciao a tutte,
ciao Luna,non ti devi scusare …no ..la tua non è una intromissione scrivo qua per tutte e voglio e desidero che chiunque di voi mi risponda se lo desidera e ci sia uno scambio…che sicuramente sarà costruttivo……quanto a ciò che mi scrivi ti dico che hai ragione …forse io scambio “il carattere” con ciò che in questi anni è diventata la”reattività agli eventi”.Devo ancora fare l’incontro con me stessa …anche se sto reagendo bene credo ci sia ancora strada da fare…non mi sento molto sicura di me stessa …ancora ci sono delle cose che mi fanno vacillare,ho talmente sofferto (come voi)e sono abituata da anni a convivere con queste emozioni e sentimenti negativi …che adesso.. che mi stanno succedendo cose di cui rallegrarmi ed essere felice di me e per me ….ho paura che ci sia sempre dietro l’inganno , ho paura di sorridere, di gioire ,per poi sopportare un’altra volta la delusione,non mi sembra reale ……sto sempre in guardia ….in pratica sono passata dall’essere vittima degli altri ad essere vittima delle mie paure..spero di lasciarmi andare all’allegria ….mi dico e cerco di convincere me stessa che mi merito tutto ciò che di bello mi sta accadendo adesso……..(mi sento in colpa certe volte di provare belle emozioni).Volevo aggiungere … e dire ad fl che sono Sarda e per fortuna abbiamo una mentalità abbastanza aperta,ma il problema è la religione …una suocera bigotta è dire poco..un cognato sacerdote …una madre altrettanto cattolica…….l’idea (come tu hai già esposto) del matrimonio indissolubile prova…. anzi provate a immaginare come giudicano e hanno giudicato una (sarei io) che vuole separarsi (già da anni a dietro)da un marito alcolizzato e tanto altro…….Tutt’ora che sono riuscita a ribellarmi ..a tutto ciò (oltre alle ingiurie, le minacce psicologiche,diffamazioni che continuano a farmi) sento che un pochino abbiano ancora influenze negative su di me.Perciò dico che ho ancora tanta rabbia..e non sò in cosa mi trasformerò…..Vi ringrazio…..io vi leggo sempre e ogni vostra parola la peso ….e ne sento ogni sentimento che avete provato…..Ma vi dico grazie anche per le parole che mi scrivete di conforto …mi sento accarezzare il cuore e
sollevare i miei pensieri che talvolta sono pesanti da mandarmi giù ….un bacione a tutte…….. Simona
Tina carissima 🙂 ho letto il tuo post…
i doni che tu hai fatto portando te stessa in queste pagine non si contano, e tantissimi li hai fatti a me 🙂 e tra questi tu un giorno mi/ci hai regalato una frase che io ripeto spesso perché la trovo davvero “emblematica”: non è un modo di fare, è un modo di essere…
vale anche per quella persona di cui parli nel post, indipendentemente da che abito indossasse e dal luogo in cui si trovava…
ma certamente per un’anima ferita e confusa che va a cercare conforto trovare un molestatore in quelle vesti può essere ancora più devastante… e potrebbe essere naturale anche restare feriti, moltissimo, nel proprio rapporto con la fede.
La tua testimonianza è importantissima, perché è importantissimo il messaggio che c’è in quella testimonianza. Ci sono tante cose nella lettera che hai scritto, per come l’ho letta io ci sei tu 🙂 per come sei 🙂 c’è la tua storia, il tuo percorso, la tua visione della vita, c’è la tua energia, la tua gioia nel capire che si può liberarsi e anche la tua fede in Dio e la tua fede nel bene.
Esistono i molestatori, e riconoscerli è fondamentale, lo è riconoscere la violenza, lo è fare informazione…
ma quanto è importante è anche saper credere nel bene, riconoscere il bene quando lo si incontra, dentro e fuori di sè.
molto spesso le persone colpite dalla violenza psicologica rischiano di perdere la fede, oltre che in se stesse, in qualsiasi cosa, negli uomini, intesi come esseri umani, nell’amore, inteso come sentimento e energia che gli esseri umani sono in grado di scambiarsi, nella progettualità, anche minima, per dolore, per stanchezza, delusione, abbattimento, senso di non poter buttare giù il muro a meno che non avvenga un enorme miracolo, e nella spiritualità, che sembra averle tradite.
Ed è anche per questo che credo che la tua testimonianza sia importante.
Ti abbraccio fortissimo 😀
Luna, sì … anche io mi ero accorta che abbiamo molto in comune 🙂 ho avvertito una sensibilità che può solo derivare da un percorso molto intenso, da ricordi ed esperienze che tu trasformi in qualcosa di bellissimo, che agisce all’esterno, a distanza, ed è percebibile quel tuo modo di Essere che hai salvaguardato e coltivato, semplicemente perché lo amavi.
Anche io continuavo ad aggrapparmi alla parte di me che amavo, e penso fosse questo a mantenermi viva una felicità inspiegabile, dato che la mia esistenza era un incubo.
Per amore tu non sei diventata uno squalo. Ed è lo per lo stesso motivo, amore, che non lo sono diventata nemmeno io. Avevo già visto le persone che più amavo –figli, papà, fratelli- ‘rivoltate’, trasformate, schiacciate, usate, disorientate … avevo già visto il tempo coprire il male fatto e visto gli squali vittoriosi, ricchi e potenti, pavoneggiarsi in un campo di battaglia devastato … avevo visto la vita consumarsi nell’amore impedito … e avevo resistito, ma quel giorno, anzi quel momento del tempo, sono arrivata ad un soffio dal decidere di diventare squalo. Ero lì, in piedi nel banco della chiesa, al funerale, immersa nell’odio palpabile degli squali, nelle loro finte commozioni. Ero persa, sgomenta: papà se ne era andato e, dopo 12 anni, avevamo avuto solo pochi minuti per noi, me li mi ero presi con determinazione: una clinica è un luogo pubblico. L’ultima volta ci eravamo visti in tribunale, dove lui mi aveva trascinato, montato da mia madre. Accanto al suo letto, pochi minuti magici. Soli. Poche parole, le mie, perché lui non aveva più voce … la montagna che amavamo tanto, quei nostri sentieri, quel sasso, quell’albero. Poche parole, e i suoi occhi erano tornati d’incanto quelli di un tempo e avevo visto la sua mano alzarsi per una carezza e tirarmi vicina per un bacio. Ha usato tutte le sue forze per sussurrami ‘grazie’ e ripeterlo, ripeterlo, ripeterlo.
Ma io, poi, mi trovo in piedi nel banco, immersa nel gelido vuoto nero che gli squali, circondati dai loro ‘soldati’, si portano dietro vittoriosi: la morte nasconde le loro manovre, i soldi sono al sicuro, i soldati sotto controllo, la rispettabilità salva. A che serve, mi chiedo. A che serve resistere, a che serve ‘essere’ se, dopo anni d’amore impedito e depredato, tutto finisce lì in una bara e nella soddisfazione impunita di chi si accaparra potere e soldi. Forse hanno ragione loro, gli squali. Forse è meglio essere come loro: è facile, basta che faccia come loro, ed avrò vendetta, potere, soldi. Basta che io programmi ricatti, calunnie, incidenti, basta che io metta con le spalle al muro le persone una alla volta partendo dal più attaccabile, basta che io faccia una semplice ‘scaletta di potere’. Basta che io esca da questa chiesa del cimitero e, mentre portiamo papà alla sepoltura,io cominci