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Lettera pubblicata il 2 Giugno 2007. L'autore, niikilaa, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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MORE: ekkime 🙂
Sul concetto @ad un certo punto il libro dice che le persone che sono sicure del fatto proprio non perdono la testa se l’altra persona fa una scelta diversa.Ecco,in che senso “sicure del fatto proprio”?
credo di aver capito cosa intende il libro, però, se il libro è quello sulle zone erronee che ti ha indicato Fl, poiché mi sa che ce l’ho da qualche parte, se vuoi dammi il riferimento del capitolo, così leggo bene a cosa ti stai riferendo esattamente.
Non mi ricordo se te l’ho già detto, ma (quando hai finito questo libro, e se ti va, ovviamente) per certe dinamiche di responsabilizzazione riguardo l’esterno di cui abbiamo parlato spesso penso che potrebbe esserti utile leggere il libro “la principessa che credeva nelle favole”.
E’ un testo interessante, scritto in forma narrativa, e anche scorrevole. Io lo trovo molto illuminante sul concetto: perché ad un certo punto il principe si trasforma in rospo? e su come – e perché – reagisce la principessa di fronte la “rospaggine” 🙂
😀
Ciao a tutte! 🙂
È meraviglioso leggere parole come quelle di Tina e More e Simona … spero che le leggano in molti, insieme a quelle di Luna [grazie 🙂 … ], che riesce a dare non solo empatia, ma la razionalizzazione indispensabile. A proposito, avete visto in tv lo spot di Ad Majora? È anche su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=tEpyXYZZH5Y&feature=channel_page
secondo me è bellissimo,calza a pennello con le vostre parole, che descrivono benissimo la tortura psicologica di qualcuno che, mentre tenta di farti a pezzi, te ne dà anche la colpa.
La mia storia potrebbe essere il seguito di quelle di More, Simona, Tina, combinate tra loro: e forse potrebbe servire a qualcuno vedere quello che succede se si rimane nella trappola.. provo a raccontarla, rispondendo così anche a Luna 🙂 scusa per il ritardo, sai che il mio problema è il tempo … siccome è un po’ lunga, la scrivo nel blog … tra poco comunico l’indirizzo
ecco l’indirizzo:
http://blog.libero.it/fl53/
ciao e un abbraccio a tutte :)))
Sono andata sul link che hai postato, fl53, e ho ancora i brividi…e ho rivissuto una parte della mia non-vita: i miei studi di pianoforte interrotti, i mille difetti dei miei pranzi e delle mie cene, la mia disorganizzazione con i miei tre bambini, il non potermi truccare perchè davo l’idea di una poco di buono…beh sì…a parte quella volta che il trucco ho dovuto usarlo perchè il viola non mi donava un granchè…
cavolo e se ci hanno azzeccato nel fare quello spot!
e finalmente, oserei dire! finalmente qualcuno comincia ad alzare il sipario su uno “spettacolo” a cui nemmeno i parenti, molto spesso, vogliono credere o danno peso.
Per quanto riguarda il tuo blog, se non ti dispiace, aspetto anch’io di conoscerne l’indirizzo (la solita ‘mpicciona!:):).
LUNA, simona, MORE, grazie per le belle parole che mi fanno molto piacere e che contribuiscono a rimpinzare la mia energia!!!
Comunque, cara MORE, ad essere oneste…proprio proprio campionessa di coraggio non lo sono stata. O, meglio, ci ho messo una marea di tempo e non mi è bastato il primo schiaffo, ricevuto 14 anni fa, a farmi aprire gli occhi, come è successo a te. Quando ho letto la tua storia, ti confesso che, oltre ad essere felice per te e per la forza che hai avuto, ti ho ammirato e anche un pò…invidiato! Se avessi avuto io il tuo coraggio non avrei buttato via tanti anni della mia vita. Anche se, a dirla tutta, da un certo punto di vista ringrazio Dio che sia andata così perchè ho tre meravigliosi bambini. Certo, avrei voluto saper gestire diversamente le cose, ma…meglio tardi che mai!!!! E questo lo dico anche per rispetto a tante donne che, purtroppo, ancora non riescono a venirne fuori, pur vivendo ogni giorno maltrattamenti e violenze. A quelle che hanno magari tentato di farlo cercando un appoggio nella propria madre, in una persona della propria famiglia e che sono rimaste profondamente deluse se non ulteriormente molestate. Non è mai troppo tardi per riprendere in mano la propria vita, nemmeno sì è sposate, nemmeno se si hanno dei figli, nemmeno se non si hanno soldi, e nemmeno se i tuoi parenti sgranano gli occhi terrorizzati all’idea che (NONOSTANTE TUTTO QUELLO CHE HAI SUBITO!!!) tu possa metter fine al tuo matrimonio!
un abbraccio a tutte, ragazze 🙂
Ciao a tutte,
ho letto nel blog di fl53 la sua storia “”MIO DIO””.Ho vissuto e sopporto ancora, anche se sto meglio,situazioni che gli somigliano solo che io sono diventata una larva ,non ero piu un essere umano ,ammiro in lei la sua grande forza d’animo e la grande capacità di trasformare l’odio che riceveva in amore e protezioni ancora maggiori verso i suoi figli ( mi ricorda un po Benigni ne la vita è bella ) proteggeva il suo bimbo ,sotto forma di gioco,dall’orrore dei lager.é una storia orribile disumana ancora peggio , che è ambientata in ceto sociale alto,solitamente si attribuiscono queste storie all’ignoranza e al degrado sociale….è una donna dal quale attingere insegnamento…….l’ammiro tanto.Ho provato cosa vuol dire avere il cuore che ti fa male (fisicamente) è la cosa più brutta che esista e se sei gia arrivata ad un dolore cosi grande e grande anche il coltello o la spada che ti hanno trafitto , sono felice che abbia trovato pace con un uomo che le da serenita…….UN grande abbraccio a fl53 e a tante donne che ancora subiscono ,affinchè trovino l’uscita del tunnel……… Simona
Fl53: grazie per la tua testimonianza e per la segnalazione dello spot, che non avevo ancora visto… e mi ero persa veramente una grande cosa.
Mi ha dato i brividi quello spot, mi ha dato i brividi anche perché mi ha ricordato quello che pensai tanti anni fa un giorno in cui una mia amica, seduta sul divano a casa di un’altra nostra amica, parlò di sè, tra le lacrime, descrisse se stessa, a me, che la conoscevo da quando eravamo bambine, raccontando un’altra persona, non se stessa.
In un racconto intriso di annichilimento, vergogna, inadeguatezza, “io non so amare”, “ha ragione lui, io sono così…”, senso di colpa. Il senso di colpa di essere. Pensai: questa non è la sua voce, questa non è lei. Pensai che era come se stesse parlando con la voce di un ventriloquo.
Lei alla fine, notando le nostre espressioni sconvolte, i nostri occhi lucidi, non riuscì neppure a capire il perché, in quel momento. Ci disse qualcosa tipo:
“è terribile lo so la persona che sono… anche voi mi guardate così…”.
Allora per me il concetto – chiamiamolo così – di molestia morale non aveva un nome. Avrei scoperto tanto di quel tempo dopo cose che oggi so. Della mia storia. Leggendola in modo diverso.
Ma quel giorno ho visto gli effetti della violenza psicologica davanti ai miei occhi, e si è aperto dentro qualcosa. Anche se non sapevo dare un nome alle cose.
ovviamente mi dispiace immensamente che uno spot come questo sia necessario, nel senso che sarebbe bello se ciò di cui parliamo non esistesse… ma esiste. esiste e sta dietro a chissà quante finestre illuminate, o finestre spente, mentre camminiamo per strada. A volte sta dietro la telefonata di quell’amica che non ha mai tempo, che pare abbia mille impegni, ma è sempre nebulosa e quindi pare che non ne abbia proprio nessuno, ma non chiama mai…Sta dietro chi ti dice che ha quella faccia sbattuta sì, ma è che ha il mal di testa… sì, dinuovo…
dietro lo sguardo di una collega, di un’amica, a volte persino di una sorella, di una figlia, come ci racconti tu, Fl.
Sta nelle chiese, quando non c’è messa.
Sembra stare nelle fessure, perché alla luce del sole non si vede, eppure spesso è il muro, non è la fessura nel muro. Una specie di enorme muro costruito dentro e attorno alle persone. Che le rende lontane, separate dagli altri, dal flusso della vita, dalla sua bellezza, dalla pace, dall’espansione. Dall’amore.
spero che questo spot, con la sua immediatezza, possa far capire a chi non sa, ma potrebbe capire.
Che possa servire a chi non sa dare un nome a ciò che sta vivendo, perché possa chiedere aiuto per spezzare il suo muro.
A togliere quel velo, anche di incolpevole/inconsapevole ignoranza, in chi non sa che questa cosa purtroppo esiste… in chi alle volte, con i luoghi comuni, rischia di fare molto male.
Ho letto la tua testimonianza, Fl…
i puntini sono tutti cuore.
Per il tuo intenso viaggio, per tutti i nodi sciolti lungo il cammino, e per quelli che si scioglieranno, per la bella pienezza di oggi, che pulsa in te insieme a quella, sempre tua, di ieri, che non hai mai perduto, e hai comunque conservato e ritrovato, uscendo dal rumore sordo e dal silenzio.
Per il tuo coraggio, anche di scegliere, di dire no, per le cose che hai scritto e che, di certo, potranno dire più che moltissimo a chi passerà di là, come già qui, a chi ti leggerà, anche altrove, di qualsiasi cosa tu scriva, a chi ti incontra, anche attraverso i tuoi quadri.
Un sorriso da parte mia anche all’Uomo che ora hai accanto.
Un bacione a te e a tutte 🙂
Ciao…
Fl53,ho letto i post del tuo blog…
La tua storia è a dir poco toccante…
Hai tantissima forza dentro di te…anche se qualche volta ti sono venuti dei dubbi,sono sicura che infondo sapevi di essere dalla parte giusta…altrimenti non avresti intrapreso questa nuova strada con tanta costanza e sostenendo i tuoi valori.
Ho sempre pensato una cosa:prima o poi i nodi vengono al pettine,prima o poi la verità viene a galla,prima o poi le persone si smascherano…almeno per le mie esperienze,per quelle delle mie amiche,per quelle dei miei conoscenti,anche nei contesti più frivoli…
Già i tuoi parenti si stanno avvicinando…anche i tuoi figli si accorgeranno di te(di madre,come dicevi tu in qualche post precedente,ce n’è una sola)…il “nemico”(non in senso offensivo,ma per indicare chi ti ha volutamente ferita)farà un passo falso prima o poi,magari con i tuoi parenti l’ha già fatto e prima o poi si smaschererà anche con i tuoi figli,come prima ha fatto con te…non è possibile che non si rendano conto a lungo andare di certi comportamenti negativi…sono stati sicuramente caricati.
Grazie per aver scritto la tua storia(anche per lo spot!).
Ho trovato indicativo come ora riconosci chi vuole insegnare e obbligare a dire,fare e pensare come vuole “lui/lei”.In tutta onestà serve anche a me per comprendere come deve essere il ritratto di una persona che intuisce al volo le frasi sbagliate!
Grazie ancora…
Un grosso bacio
Grazie, grazie Tina (‘mpicciona!:))) … il mio link è appena sopra il tuo post), Simona, Luna, grazie a chi userà il suo tempo prezioso per leggere la mia storia.
Grazie dell’esempio, il vostro e quello di More, e grazie di spendervi qui costruendo con la vostra testimonianza qualcosa che sarà prezioso per molte persone: per lo più donne, ma non solo … io ho visto distruggere mio padre e i miei fratelli. E grazie :)) alla meravigliosa generosità di Luna, che sa mettere a disposizione la sua preparazione, la sua capacità di ascolto e dialogo con sensibilità e dolcezza tutte sue, coltivate con impegno, dentro l’esperienza.
Grazie, perché ho appena finito di leggere le vostre parole e sono commossa, ed è bello sentire le lacrime venire non da un coltello piantato nel cuore, ma dalla gioia per la bellezza che giunge da persone come voi …
… i muri di cui parla Luna … quel male che trasforma la realtà concreta (aria, casa, stanze, mobili, strade, … ) da luogo di gioia e comunicazione in muro, prigione, sofferenza e silenzio … e invece quell’amore che trasforma ogni contesto (come avviene in questo forum) in luogo di bellezza, scambio, ricchezza … per questo è importante parlare, fare luce: ogni esperienza fa eco ad un’altra, ogni scoperta messa in comune ne porta una nuova. Anche io ho ancora i brividi, per l’amica di Luna (spero che si sia riuscita a ritrovarsi …), per Simona che ha vissuto come me quel terribile male fisico al cuore e che capisce così bene quello che ho cercato di fare con i miei bambini (il ceto sociale non significa nulla, anzi), per Tina che ha abbandonato il pianoforte, come io avevo fatto con la pittura, che come me non sapeva di essere bella, che come me doveva inseguire un’irraggiungibile perfezione per accontentare gli incontentabili.
Quello che è meraviglioso, di tutto ciò, è che si trova il senso universale di queste nostre sofferenze: non perché la sofferenza sia ‘bella’, ma perché è bello il suo frutto: il male sopportato smette di distruggerci e diventa aiuto anche per gli altri …(liberarsi, riprendersi la vita, condividere, questa è una vera scelta … purtroppo molte volte invece ho visto persone-vittime ‘cascare’ e trasformarsi in oppressori)
Mi guardo indietro, e ritrovo qui, oggi, concretizzate, le parole della mia maestra, una suora dolce che amavo e che per me era una mamma: qui c’è il senso non storpiato dell’amore, che non conosce limiti di luogo né di età, e il senso vero e concreto di una ‘comunione’ che è vita scambiata …
Ciao, un abbraccio a tutte 🙂
Sinceramente vi dico che da quando ho conosciuto voi mi sento meno sola e più capita, ma vi dico ancora …che preferirei non esserlo..sarebbe a dire che non esisterebbero donne e figli che subiscono tali violenze.Ma ..purtroppo esistono…e questo mi da un grande dolore.La storia di fl mi ha fatto pensare tanto alla mia e non mi sono sentita sola ….ma questo sentimento mi fa anche sentire un po male …non vorrei o dovrei provarlo ..non esiste che uno abbia “compagnia nella sofferenza”.Vorrei essere unica a provare certe cose….invece..!! Un abbraccio a tutte ….