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Lettera pubblicata il 11 Novembre 2018. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore gladio76.
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Onestamente credo poco alla beatificazione o dannazione di uno dei due generi, semplicemente gli equilibri sono spostati dal potere. Come ai tempi del padre-padrone le donne dovevano cercare uomini equilibrati, ora tocca a noi scegliere quelle che, pur avendo “forza di legge”, non si permetterebbero mai certi atteggiamenti.
Caro Gladio…
Si chiama “dipendenza affettiva” ed è dura uscirne.
E’ un percorso che devi fare da solo, ti porta al bordo di un abisso e c’è quasi la tentazione di buttarcisi dentro.
Informati sulla dipendenza affettiva
Leggiti questa (ma penso tu lo abbia già fatto)
https://www.letterealdirettore.it/lasciateli-perdere/
Leggiti tutta tutta come un analisi dei rapporti interpersonali e la ciclicità dei comportamenti maschili e femminili, l’evolversi delle situazioni e il pensiero di vittima/assassino, soprattutto le prime 500 pagine
https://www.letterealdirettore.it/la-mia-ragazza-mi-ha-lasciato/
Tu sei stato sincero ma sei stato manipolato, spesso ti avrà detto cose vere ma volutive,magari dopo poche ore non pensava uguale.
E a prescindere penso anche l’ex-marito venga manipolato.
E’ una regina, una cacciatrice, dominatrice (come istinto, non concerne necessariamente essere anche “allegrotta).
Scappa
-continua-
-continua-
Pensa a te stesso,la tua dipendenza è quella classica del bambino che per avere l’amore della madre cerca di soddisfare tutte le sue esigenze (noi uomini spesso lo facciamo) ma non funziona così.
Anzi, spesso questo comportamento crea una relazione tenera ed intima, quasi isolata,che spesso si tramuta come la coppietta felice che rema su una barchetta fino a quando si avvicina una barca più grande e lei, pur dispiaciuta, ti molla per salirci sopra e abbandonare.
Perchè?Semplice, tu l’hai messa su uno piedistallo e pensa di valere più di te e meritare di più.
E’ immatura e borderline.
Scappa e salvati
Un abbraccio
“Alcune, quando si innamorano, idealizzano talmente l’amato da venerarlo come un semi-dio. La “sindrome di Charles Manson” e poi magari sono delle nullità”. Questo è un caso meno raro di quello che si pensi, ed è “democratico”, nel senso che colpisce indifferentemente intelligenti e stupide, colte e ignoranti, ma attiene esclusivamente alla parte immaginifica dell’ideale amoroso femminile, dove il “mistero” che trasmetterebbe l’oggetto della passione alimenta la fantasia dell’appassionata che finisce per idolatrarlo, aspettano di trovarvi un “unicum” pieno di sorprese eccitanti quando spesso in quel mistero non è fatto d’altro che della fantasia “dell’appassionata”, che è disposta anche a “soffrire” pur di avere l’attenzione del “mito”. È quindi un’illusione “sentimentale”, e non “pratica”.
Quella maschile è diversa. L’illusione è legata quasi sempre alla visione “pratica” della donna. Spesso quel lui si aspetta da lei le attenzioni della mamma o della nonna, che offra una vita >>>
>>> tranquilla e persino prevedibile, una tranquillità “rogitata” insomma, senza colpi di testa, anche banali, che turbino un sereno menage scandito da sequenze “tradizionali” che non creino “sorprese”. Tutto il contrario degli stereotipi femminili che cercano eccitazione.
Se ci facciamo caso, tutti gli “addolorati” rimproverano l’imprevedibilità delle ex amate, proiettando su di loro quelle aspettative tipiche di ciò che normalmente per LORO dovrebbe avere una “brava donna”, secondo le loro esperienze evidentemente. Esperienze che quasi sempre sono state assorbite indirettamente, o nella famiglia d’origine o da quelle più vicine.
Immaginiamo due soggetti che si innamorano l’uno dell’altra e che per quanto riguarda la relazione futura si riferiscano agli stereotipi di cui sopra: è il disastro. Ognuno dei due si aspetta il “soogno” e questo non arriva mai, arriva la realtà invece. Dovrebbe essere quello il momento della svolta tra l’illusione e l’amore. C’è chi la fa e chi cambia strada. Spesso per un’altra illusione.
Bohémien, io non cerco principi azzurri. A differenza di te ho trovato il mio equilibrio interiore. Il mio matrimonio procede tra alti e bassi, ma sono ottimista. Ho ridimensionato alcuni miei preconcetti giovanili sull’ Amore romantico (eccessivi e bacchettoni) ed ora sto bene con me stessa. Non ritengo possibile eliminare il desiderio sessuale verso terzi e penso che sia naturale provarlo e imparare a controllarlo senza per questo dover sfasciare famiglie o lasciarsi travolgere da passioni istantanee o dalla frenesia di cambiare partner in continuazione per cercare “ il meglio teorico”.
RdF che tu non sappia ascoltare è palese da quello che scrivi e da come lo scrivi. Anch’io comunque non sono molto brava bell’ascolto, ma almeno lo ammetto e cerco di migliorare. È ovvio che ascoltare significa conoscere l’altro,
saper accettare i suoi limiti, capire le sue esigenze, riconoscere i segnali negativi diretti o indiretti e affrontare le discussioni inmodo costruttivo e tollerante
Suzy, le tue parole sono musica per la mia mente. Sento una forte sintonia con il tuo modo di essere, come già sai.
Questo torpore esistenziale esiste, ma è importante non perdere la voglia di “lucidare” ogni tanto le nostre relazioni e sforzarsi di capire le divergenze ed i cambiamenti (generalmente mai repentini). Lamentarsi e lagnarsi in continuazione non è solo un segnale di resa, ma anche di cinismo e rabbia che non può altro che farci male dentro e renderci peggiori. In questo, Lilly ha ragione: basta con questi discorsi che sanno più di “orgoglio e virilità feriti” che non di “amore tradito”: cambiate visione, guardatevi meglio dentro per vedere chi vi sta intorno.
Beetle, concordo con te: i cambiamenti sociali sono la principale causa di questa insoddisfazione generalizzata maschile che si sente costantemente minacciata da questo presunto potere delle donne e che rifiuta di accettarne il diverso ruolo e di adattarsi al contesto in modo costruttivo.
Concordo pienamente con Golem; uguali aspettative probabilmente sconnesse dalla capacità critica di vedere la realtà per quella che è. Caspita, ma io pure a diciassette anni ero in grado di discernere un “ti amo” pronunciato mille volte con occhi languidi per portarmi a letto, da un silenzio più dignitoso a celare un interesse reale. Possibile che a quarant’anni non si sappia leggere negli occhi e nei gesti di chi abbiamo di fronte?
Beetlejuice, io auspico vivamente si arrivi ad una tutela legale paritaria su matrimonio e figli. Forse avverrà lo stesso giorno in cui potrò camminare la sera in città senza paura di essere molestata, o sosterrò un colloquio in azienda senza sentirmi chiedere “ha intenzione di avere figli?”, o verrò assunta come cameriera indipendentemente dalla bellezza del mio sedere, o potrò sentirmi donna a tutti gli effetti anche qualora decidessi di non avere figli. Quel giorno potremo finalmente festeggiare insieme, entrambi soddisfatti.
Anche io sono convinto che il meccanismo che ci sta dietro sia il mistero e probabilmente anche la “sfuggevolezza” dell’amato. In parte è difficile accettarlo, perché l’amore non è democratico e non premia sempre il “migliore”. Concordo anche sul fatto che le delusioni maschili partano da diverse aspettative, dalla ricerca di quell’amore incondizionato che solitamente si vive nella sfera materna.
La visione del “potere” è spesso soggettiva, anche in questo caso sulla base di ciò che ci interessa e vogliamo vedere. Esiste anche un presunto potere degli uomini che tende ad essere visto da certa narrazione, ma a mio avviso non è così, almeno, non è più tale.
“Possibile che a quarant’anni non si sappia leggere negli occhi e nei gesti di chi abbiamo di fronte?”
No, se ci si innamora in modo da non “vedere”. Probabilmente noi uomini sappiamo metabolizzare meno questo tipo di abbandoni, tendiamo a far le vittime, come tuttavia tendono a farlo le donne in altri ambiti.
Suzanne, quello che riporti tu è vero, ma non credere (come invece erroneamente spesso si tende a fare) che per l’uomo siano tutte rose e fiori. Per un’azienda, secondo mero tornaconto, la gravidanza rappresenta sempre un “danno” economico e produttivo, è brutto dirlo, ma è così. Fino a prova contraria sono ancora le donne a partorire, per cui da quel punto di vista si può fare poco (se non a livello statale). Ma altre cose non le vedi, ad esempio che la maggioranza dei lavori pesanti e fisicamente usuranti sono svolti da uomini (stesso discorso gravidanza) e che le morti bianche, più di mille all’anno solo in Italia, sono quasi totalmente uomini. Cosa che non fa audience, per cui fondamentalmente non frega niente a nessuno.