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Lettera pubblicata il 15 Luglio 2022. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Suzanne.
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Segue per White knight
I nostri sono Paesi vecchi, consunti e spenti, mentre altri presentano uno strano mix di antico, ancora molto umano, e di tendenza al nuovo, più che tecnologico, con il vigore dei desideri e delle speranze della gioventù.
Concordo sulle diverse filosofie di vita. A ognuno quella che preferisce, benché in nessuna sia possibile trovare tutto, meno che mai la felicità.
I miei appunti di viaggio volevano riportare anche e soprattutto le immense difficoltà che stanno vivendo i cubani, in un sistema politico che molti di loro (quasi tutti quelli con cui ho parlato) definiscono senza mezzi termini dittatura. Sí, beh, termine che ormai in effetti va di moda e viene usato impropriamente anche dagli italiani che “non cielo dicono”. Però, ecco, se giri fuori dai circuiti dei resort all inclusive, cerchi di sostenere col tuo viaggio la popolazione locale e non uno Stato che li riduce alla fame (anche se garantisce a tutti istruzione, sanità e alcuni beni primari), utilizzi la loro moneta con il reale potere d’acquisto (nullo), sperimenti tutte le difficoltà della mancanza di praticamente tutto, ti rendi conto che forse, ma dico forse, le prospettive cambiano un pochino. Ma, facendomene un baffo del possibile effetto di “retorica buonista” (termine che ormai mi fa venire conati di vomito), ho semplicemente riportato quella che è l’impressione… Continua
L’impressione piú potente e gratificante di questo viaggio : la continua ricerca di contatto umano, anche solo attraverso un sorriso, uno sguardo, un gesto. Al di là dei paesaggi idilliaci e della sensazione di viaggio nel tempo, alla fine questo è ciò che fa la differenza in ogni esperienza di vita.
Forse Adam e Glosstar possono capire le mie parole, o forse ogni viaggio è a sé, irriducibile e irripetibile.
Anni fa eravamo a Boavista, Capoverde, in un piccolo “villaggio” a un paio di chilometri dal centro storico, dove la vera visione di quei luoghi era quindi filtrata dall’artificiosità “europeizzata” della struttura. Con le navette ci portavano in paese e ficcando il naso in un negozietto presente nell’unica piazza del paesino, scopro che la proprietaria è italiana, non solo, è della mia stessa provincia pugliese, e poi, essendoci incontrati in Italia, che i nostri padri si conoscevano avendo lavorato nello stesso cantiere navale. Incredibile. Da quel primo momento la visione di quei luoghi è cambiata di 180°. Anna (nome di fantasia) ci ha mostrato i due volti di Boavista, e certamente di tutta una cultura capoverdiana, combattuta tra una povertà quasi assoluta, ma ricca di una umanità commovente, specie da parte della popolazione più anziana, e la parte più giovane, che rincorreva i peggiori esempi dell’Europa “ricca”.
Non dimenticherò mai la cena a base di aragoste organizzata da Anna in una casa privata. Fu il momento più bello e intenso di quel viaggio.
Golem, credo che l’intensità di un ricordo sia sempre subordinato alle emozioni provate, e credo che quelle piú intense siano sempre e comunque legate alle relazioni umane.
Anni fa ho visitato on the road l’Islanda. Sono partita con tre amici di vecchia data, ciascuno preso dalle proprie paturnie sentimentali, quindi già l’umore non era gran che. Abbiamo visto paesaggi unici al mondo ma per chilometri e chilometri avevamo contatti solo con qualche pecora nera in una natura in cui l’essere umano era semi inesistente. Praticamente ci domandavamo se gli islandesi esistessero sul serio…
Insomma, sicuramente luoghi degni di un reportage del National Geographic, ma nessuna emozione forte, nessuna languida malinconia al ritorno, solo le nostre sintetiche didascalie “caratteristica/particolare”. Ecco, per me il viaggio deve contenere anche altro…
Questo resoconto delle vacanze cubane è più piacevole di quello in cui lei si toglie gli scarponcini dopo la gita in montagna. Altro che lacrimogeni. Il racconto mi ha fatto venire in mente un recente episodio con un Cubano che ora vi racconto.
Non è successo a Cuba. Devo lavorare, nessuno mi paga per stare a casa tutta l’estate. Nessuno mi paga le ferie ai Caraibi! Figuratevi che nella settimana di ferie che ho fatto ha iniziato la crisi di governo e Piazza Affari è crollata, così ho dovuto lavorare d’urgenza durante le ferie. Nella prossima vita farò l’intellettuale anch’io.
Torniamo all’incontro con il Cubano. Ebbene, dovete sapere che, tra le mie mille altruistiche attività, vado a vedere e aiutare gli stranieri. In una di queste occasioni, è arrivato un Cubano sulla trentina, grande, pelle scura, capelli rasta, fuori di testa, che si lamentava di come era trattato quando si recava nei vari enti. Offendendo l’Italia, mi disse compiaciuto che Putin ci bombarderà con…
con l’atomica. Stavo per dirgli che così morirà anche lui, ma mi ha anticipato dicendo:”Morirò anch’io, ma io sono pronto a morire, voi no”. Ha espresso un condivisibile concetto: noi siamo dei rammolliti, incapaci di affrontare un minimo disagio o sofferenza, mentre lui proviene da un paese abitato a vivere nelle difficoltà.
Cuba vive. Noi non so.
Poi, mentre imprecava contro di me, ha cercato inutilmente di aprire la porta, ma non aveva capito che doveva premere un pulsante. Voleva forzarla con l’ombrello, ho dovuto fermarlo e premere io il pulsante di apertura della porta. Non sapeva aprire la porta, ma lo avrebbe fatto comunque con la forza, sfondandola. Invece noi ci fermiamo di fronte ad un ostacolo che per superarlo implica l’uso della forza e delle relative conseguenze.
Bellissimo racconto e spunti di riflessione interessanti.
“credo che l’intensità di un ricordo sia sempre subordinato alle emozioni provate, e credo che quelle piú intense siano sempre e comunque legate alle relazioni umane.”
Concordo sull’importanza dell’intensità delle emozioni provate.
Pero’ nel mio caso ne ho molte legate al contatto con la natura incontaminata e ancor di piu’ col regno animale.
Spezzo una lancia per l’Islanda, io invece ne fui stregato dai paesaggi e da un fortuito incontro con dei cavallini islandesi allo stato brado, ancora sorrido ripensandoci!
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“Cuba è complicata”, ce lo sentivamo ripetere in continuazione,ma con un sorriso e una pacca sulla spalla cosí tu pensavi: “Perché allora dove le cose sono semplici tutto viene complicato e abbruttito?”
Forse sono tutti gli accessori e orpelli a nostra disposizione che pur rendendo le cose sulla carta semplici fanno da interferenza e rischiamo di perdere per strada l’abc di cio’ che conta
Trader, sei stato anche troppo gentile con quel tipo.
Grazie Tommy. Del resto era talmente fuori di testa che era inutile insistere.
L’Islanda… Mi avete fatto ricordare MARIA ALYOKHINA, scappata due mesi fa dalla Russia in Islanda. Che combattiva quella ragazza, non si arrende mai. Chissà come sta?