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Mi sento una cretina, anzi lo sono

di Dalin
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 23 Marzo 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 64 commenti

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  1. 41
    sarah -

    io credo invece che la rabbia vada scaricata in qualche modo perchè in due anni mi sono resa conto che alla fine ritorna sempre,ho capito che non posso perdonare,non posso tornare indietro nè fidarmi di nuovo di questa persona,devo convivere con questo dolore non so per quanto.

  2. 42
    dalin -

    Mi piacerebbe approfondire sia quanto dice Sarah, ossia della rabbia che va scaricata (ma è rabbia e non orgoglio ferito? non conosco la storia, non lo so), che quanto dice Kid (le donne perdonano, gli uomini è più facile che dimenticano..). E soprattutto vorrei “parlare” con Rossana, che sento molto vicina.. ma per mancanza del tempo necessario adesso ho solo voluto scrivere queste due righe veloci perchè ci tenevo che voi sapeste che vi penso, che vi vorrei stare vicina (se vi fa piacere) ed i motivi ve li ho già detti, ma ve li ripeto più in sintesi.. perchè vi voglio bene. Un abbraccio forte forte a tutti e a presto, lavoro permettendo spero già domani.

  3. 43
    sarah -

    la mia è rabbia allo stato puro odio sia lui che lei,nei sogni che faccio sono con lui, impassibile fermo che poi si mette a ridere,spunta lei e io l’aggredisco prima a parole e poi la pesto e l’allontano e lui assiste alla scena impassibile come se non capisse nulla,questa è la realtà,lui è così e mi fa ancora più rabbia quando dice che vuole stare con me ma avere un rapporto profondo con lei,lo odio quando dice che non si vedono quando non è vero,lo odio quando cerca di fare il fidanzato all’improvviso e fa credere agli altri che stiamo insieme,lo odio quando fa il geloso,io non sono sua e lo rifiuto perchè mi nega tutto ciò che può rendermi felice,dice che non mi sposerà mai,che con me ci starebbe perchè sono una persona con cui poter fare progetti,dice che non gli piace baciare fuori di casa,che non gli piace tenersi per mano,nell’intimità è frettosolo e subito aver finito scappa in bagno e poi al pc,lo odio tantissimo,mi dice che non mi farà del male ma continua a farmelo con tutti questi comportamenti, come si fa a perdonare se continua a ferirmi?

  4. 44
    rossana -

    Sarah,
    spero ti renda conto che sei TU a permettergli tutto quello che di male ti fa. dovresti prendere una decisione e… voltargli le spalle una volta per tutte.

    so che è dura ma non si può nemmeno farsi distruggere e nel frattempo lamentarsene… è come mettersi in croce da soli!

    un sostegno psicologico per uscire da questa “ossessione” ti potrebbe essere utile. rivolgiti a una struttura pubblica e fatti aiutare…

  5. 45
    sarah -

    non hai capito bene la mia situazione,se accettassi di stare con lui sarei io a permetterglielo,invece non lo faccio ma non posso smettere così di soffrire, si soffre e basta,ora sto cercando un altro posto lontano da lui e anche lui si sistemerà da un altra parte,lasciamo entrambi un luogo che per me ha significato tradimento,per lui è il luogo d’amore con lei.so che non lo fa per dimenticare e voltare pagina ma solo per una questione economica,gli ho già detto mille volte che voglio il distacco e che lui non dovrà infastidirmi in alcun modo ma so che non mi ascolta e dovrò essere sempre più dura,ma anche allontanandolo non potrò mai dimenticare questo dolore e adesso ho paura di chiunque si possa avvicinare.

  6. 46
    LUNA -

    Ciao a tutti 🙂

    DALIN, scusa, ho letto ora la tua risposta a me e gli altri post, tutti, ma un po’ velocemente, scusate, perché è tardi.

    Sarah: non ho capito del tutto la dinamica della cosa, ma ho l’impressione che costui ti stia fondamentalmente molestando.
    Non credo che per perdono ti si inviti a perdonare lui e a riprendertelo o per forza ad avere un rapporto con lui (tanto più se riconosci il fatto che ti fa del male e le sue dinamiche ti sono moleste) o a minimizzare il male che senti lui ti ha fatto dal punto di vista emotivo, bensì a riuscire a coltivare un distacco che permetta a te una maggiore serenità. Se ho capito bene il rancore che nutri ora, oltre ad essere post-traumatico, è peggiorato dal fatto che tu continui comunque a stare sulla brace di una situazione vissuta da te come lesiva.

    E’ vero che negare la rabbia non fa bene, e che dopo un trauma possono esserci delle varie fasi prima che l’equilibrio si ripristini. Tuttavia il fissarsi nella rabbia non è salutare quanto negarla. Intendo dire che il pensare che per scaricare la rabbia sia necessario scaricarla in modo violento spesso ci priva della libertà di scegliere altre vie più sane e creative, passami la parola, di liberarcene appunto.
    Per dire una cosa che sembrerà molto banale forse è meglio e più sano farsi 10 giri di corsa che spaccarsi una nocca contro un muro o sulla faccia della persona che ci ha ferito.
    C’è chi la sua rabbia la dipinge, la scrive, la usa per mettere a posto la soffitta. So che ti sembreranno cazzate magari ma non lo sono.
    C’è chi la sua rabbia la porta dall’analista, e magari così porta pure il trauma che è all’origine della rabbia (e la sensazione di non essere riusciti a difendersi) e trova un aiuto per liberarsene.

    Il rancore, la vendetta, il pensiero che non avremo pace finché l’altra persona non capirà ciò che ci ha fatto, non ammetterà ciò che ha fatto, non si scuserà per ciò che ha fatto, non pagherà per ciò che ha fatto sono invece strade pericolose e impervie per noi stessi per gestire la rabbia. E non solo in base in base alla morale, che può essere anche un fatto culturale, ma molto semplicemente riguardo alle nostre dinamiche interne. Perché il rancore, la vendetta e i pensieri che si diceva, vissuti come necessari, ci creano (o mantengono comunque) un rapporto di dipendenza nei confronti di chi ci ha cagionato un danno.
    Perché se l’altra persona utilizza tutta una serie di meccanismi per negare la realtà, per girare la realtà, per girarci contro la nostra stessa rabbia e così via in realtà tutto ciò non farà che accrescere il nostro senso di impotenza, frustrazione, rancore, aumentando a dismisura una rabbia che brucia dentro di noi. Aumentando il nostro conflitto interiore a dismisura, per quanto dentro di noi possiamo odiare l’immagine di un altro.

  7. 47
    LUNA -

    Se non si riesce a perdonare, se non si vuole perdonare in quel momento (è un diritto), se si ha bisogno di tempo per rielaborare la propria rabbia, i propri conflitti, piuttosto che rimanere in un rapporto di dipendenza con l’altro privo di margine di soddisfazione e senso di confronto assertivo, e della conferme che vorremmo trovare, è meglio usare altre tecniche di difesa, che pure gli animali conoscono, come lo spostamento.
    Ti vivo come un nemico, mi sposto da ciò che mi genera rabbia e frustrazione.
    Porterò dentro di me il senso del trauma? rivedrò le scene mille volte? A volte quelle rappresentazioni mentali servono proprio a scaricare la rabbia, gli incubi hanno probabilmente anche questo fine. O comunque di simboleggiare le angosce che un trauma ha fatto emergere.

    Sarah, mi rendo conto che il discorso è complesso.
    Farò un esempio poco attinente, mi rendo conto, ma a proposito del fatto che la rabbia è una nostra emozione e che la rielaborazione della rabbia, con i suoi tempi e le sue fasi e la sua gestione, fino alla sua risoluzione, è cosa nostra. Ci sono persone – ne conosco – che sono riuscite a risolvere un loro conflitto interiore, dopo ferite notevoli, con genitori che non c’erano più. cioè non c’era alcuna possibilità più di confronto verbale, conciliazione, chiarimento verbale, conferma, scuse, rimorso attivo dall’altra parte. Eppure il perdono, o la serenità se vuoi, o il distacco dalle emozioni negative o il loro esaurirsi è avvenuto.

    Rossana: personalmente credo che perdonare sia una capacità che l’uomo (inteso come essere umano) fortunatamente possiede ma che dentro di noi abbiamo anche il diritto di selezionare chi pensiamo di perdonare e quindi anche riaccogliere o chi semplicemente di non considerare con rancore ma con obiettività per quello che, secondo noi, abbiamo compreso che sia e quindi di poter anche scegliere di non voler più avere accanto o con minore intensità. Credo che il raggiungere una maggiore capacità di selezione nei rapporti, e nella vicinanza o meno dei rapporti, non sia un aver perso una qualità ma averne semmai acquisita un’altra. Credo che le relazioni, di qualsiasi tipo, siano dinamiche, e che quindi possano anche cambiare ed esaurirsi. Credo che le persone possano deluderci e che, anche se non proviamo rancore, possiamo avere meno stima di loro o sentirle meno affini.
    Forse, anche vista l’ora tarda, non riesco a spiegarmi bene. non sono una persona che coltiva il rancore, nè che pensa alla vendetta, e credo nel valore del perdono, del dialoogo, dell’assertività, della ricerca di un punto di incontro. Amo l’armonia e non faccio musi, sgambetti, o tiro frecciate. Ma ho conosciuto persone nocive, per le loro “strategie” di pensiero e comportamento e se mi capita di pensare a loro ricordo l’esperienza, non coltivando il rancore, semmai sentendo la serenità di aver potuto scegliere di tenerle fuori da cosa per me è armonia, positività, costruzione, solarità, empatia, rispetto e collaborazione.

  8. 48
    sarah -

    io la mia rabbia l’ho dipinta ma è aumentata perchè ciò che vedevo non ero più io, quel quadro smebrava fatto da un altra persona e la cosa mi ha fatto incazzare ancora di più perchè è come se mi avesse ucciso una parte di me,vado anche da una psicologa e proprio ieri le ho detto che ho paura di combinare qualcosa di grosso, che se vedessi lei la ucciderei per far del male a lui,vorrei che mi chiedessero scusa entrambi,ho sognato anche che lui si impiccava ma poi io lo riportavo in vita,ho provato a fare tante cose,esco,ho conosciuto gente nuova,mi curo di più ma sono sempre più incazzata.

  9. 49
    rossana -

    Luna,
    grazie per la tua attenzione. mi aiuta a elaborare ulteriormente l’offesa ricevuta e a capire meglio perchè mi ha inferto una ferita non più grande ma più profonda di quelle ricevute in passato.

    ci sto rimuginando su da giorni… tutte le ferite sono diverse tra loro. in questo caso, a danni provocatimi nel tempo, che a mia volta ho in parte restituito (come avviene in una relazione con un partner, a cui si è data fiducia incontrandolo e conoscendolo da adulto), si è contrapposta una bordata secca, che MAI avrei pensato di ricevere, da una persona della famiglia che conoscevo da quando è nata. quindi, l’impatto è stato molto più violento, perchè ha messo in dubbio più profondamente la mia apacità di conoscere e distinguere le persone (ferita all’orgoglio).

    inoltre, con questo gesto, si offendeva non soltanto me ma anche mia madre, che aveva dato molto più di me a questa donna, facendo anche torto ad altri in famiglia, ed era alla fine dei suoi giorni, del tutto incapace di difesa (voltafaccia vigliacco).

    in ultimo, siccome lo sgarbo è stato fatto su istigazione di un nuovo compagno, prima del tutto avulso dalla vita e dai fatti di famiglia, mi sono sentita accantonata a torto (disconoscimento e tradimento nel momento di maggior bisogno).

    senza contare che, avendo sempre considerato la donna migliore dell’uomo, questo evento ha scosso un mio concetto di fondo molto sentito, nel peggiore dei modi (altro colpo alla mia capacità di giudizio e alla mia forse impropria fiducia in un genere piuttosto che nell’altro).

    forse è per tutto questo che non provo rancore e che ho accettato di riprendere i contatti con questa persona ma che non potrò mai più avere per lei la stima, la fiducia e l’affetto che nutrivo in precedenza. mi sa che è normale che possa essere così… e che forse mi sono fatta anche un po’ più forte, psicologicamente parlando, che, tutto sommato, non è affatto un male!

    per sarah
    concordo con tutto quello che ha scritto Luna e sottolineo, in particolare, questa sua frase:

    “Perché il rancore, la vendetta e i pensieri che si diceva, vissuti come necessari, ci creano (o mantengono comunque) un rapporto di dipendenza nei confronti di chi ci ha cagionato un danno.”

    riflettici su e sforzati di uscirne, in un modo o nell’altro, con i tempi che riterrai più adatti a te e alla tua situazione d’insieme.

  10. 50
    rossana -

    segue da post 48

    per Luna

    sì, in definitiva sento la persona in questione meno affine a me e concordo in special modo con questa tua frase:

    “Credo che le relazioni, di qualsiasi tipo, siano dinamiche, e che quindi possano anche cambiare ed esaurirsi.”

    anche se fa sempre male prendere le distanze da qualcuno che si è molto amato tutto d’un colpo. meno se accade lentamente e se siamo più partecipi dei danni che la relazione subisce.

    nel caso in questione credo proprio, in tutta onestà, che il danno da me causato potesse giungere sì e no a un 20%, e non certo per mio volere ma per patti a suo tempo concordati e liberamente sottoscritti…

    adesso mi è tutto più chiaro e sto meglio nella mia pelle.

    grazie a te e a tutti gli autori dei precedenti interventi sul tema.

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