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Lettera pubblicata il 23 Marzo 2011. L'autore, Dalin, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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@Rossana
Grazie , troppo buona , ricambio l’abbraccio. Sei stata molto chiara e concisa nel descrivere certe situazioni .
Figurati , in passato ho rifiutato di concludere con una donna sposata bellissima, ma praticamente separata in casa , che mi moriva dietro ,perchè sapevo che le avrei dato una seconda delusione ,dopo il matrimonio andato male .
Visto che ,in quel momento ,cercavo una ragazza , come Dio comanda , per cercare di farmi una famiglia tutta mia . E per uno scherzo del destino,la incontrai ,o meglio la rincontrai ,di lì a poco.
Alla fine come dici tu c’è un confine labile tra bisogno e sfruttamento e sapere di accogliere i bisogni di una persona sentimentalmente desiderosa per poi ,un domani ,immaginarsi di farle conseguentemente del male , non è cosa facile. Ho pensato che fosse meglio per questa spasimante sposata che incontrasse qualcuno col quale avere anche della chances reali per una relazione . Ed , infatti , quasi contemporaneamente con l’inizio della mia storia , mi contattò raccontandomi di un incontro fortunato in tutti i sensi e ci salutammo ,ognuno davvero felice per l’altro. A volte succede….
@ Dalin
Hai c’entrato il punto , c’entrano proprio le assunzioni di responsabilità reciproche nella mia vicenda in vista , oserei dire , di un fantomatico matrimonio. Che rimmarrà appunto fantomatico:p
Kid,
a quanto so e in base alla mia esperienza, sei un’apprezzabilissima eccezione positiva. secondo me, la cultura dominante contribuisce molto ad attutire la coscienza degli uomini nei loro rapporti con le donne, e da questo deriva un grande danno ad entrambi i sessi, rendendo spesso anche le donne meno sensibili ai sentimenti altrui, magari anche soltanto per indiretta rivalsa.
ti auguro di tutto cuore di trovare la ragazza “come Dio comanda” che cerchi (se già non l’hai trovata) per portare avanti i tuoi progetti di vita, in un’invidiabile stato di alto livello di consapevolezza e di responsabilità morale.
Sarah,
l’argomento “perdono” è per me molto interessante. spero che siano in molti a discuterne qui, per un ampio confronto di idee…
premesso che esistono fondamentalmente due opposti tipi di personalità, con molti livelli di gradazione all’interno, e cioè il soggetto mediamente più conciliante e il soggetto mediamente pù reattivo
e che esistono varie gradazioni di errori, da quelli più leggeri a quelli decisamente inaccettabili per la morale comune,
è abbastanza logico che per i primi due tipi di persona-errore, possa essere abbastanza facile superare la ferita e che, invece, per l’altro opposto tipo di persona-errore tutto diventi enormemente più difficile.
per me la cosa più importante è che chi ci ha fatto del male se ne renda almeno conto.
alimentare rancore non fa bene nemmeno alla salute e, in certi casi, superare il male che ci è stato fatto può significare anche essere a un livello di consapevolezza superiore a quello della persona che ci ha ferito.
d’altronde, siccome non tutta la colpa sta mai totalmente da una sola parte, salvo casi eccezionali (abuso su minori, ad esempio), anche noi abbiamo avuto la nostra parte di colpa (sia pure minima) nell’evoluzione dei fatti.
in tal caso, secondo me, si dovrebbe prima perdonare se stessi e poi anche chi ci ha offeso. oppure non perdonare mai niente a nessuno, ma nemmeno a noi stessi, e se fosse così, non è che finiremmo con il rovinarci la vita da soli?
guarda io sono piena di rancore e mi sono resa conto che il mio dolore lo avevo solo messo da parte ma non è mai passato,lui mi ha mentito e le cose le ho scoperte a poco a poco,avevo capito che le cose non andavano ma eravamo all’inizio e sinceramnete se ho sbagliato in qualcosa forse ho sbagliato a dargli fiducia,gli avevo detto che se voleva un altra io mi facevo da parte perchè stare insieme sarebbe stato doloroso e insensato,lui ha detto che erano solo mie fantasie,gli ho dato mille occasioni per spiegarsi,per parlare,per chiarire e lasciarci senza rancora,niente ho trovato un muro e la mia rabbia è aumentata perchè lui cambia sempre versione,dice che non siamo stati insieme,che ero solo un esperienza,poi ritratta,poi di nuovo fa marcia indietro e dice che lui non ha fatto nulla,come se io mi fossi sognata ogni cosa,per lui è stato normale andare da lei mentre stava con me e nascondermi ogni cosa,come è stato normale mentirmi spudoratamente,dimmi come posso perdonare se ci ho provato in mille modi ma da lui ottengo solo altre ferite?
@ Rossana
Crepi il lupo . No , sono single , in quanto lasciato da poco.
Credevo pero’ che fosse la persona giusta , fino a poco tempo fà , prima che incominciassero i suoi litigi. E ti assicuro che son molto selettivo . A parte l’occhio che vuol la sua parte , ci devono essere certi altri requisiti , ugualmente importanti , senno’ preferisco campare alla giornata. Peccato che chi si loda si sbroda , quando si passa dalla teoria alla pratica.
Vedi quà, se vuoi , c’è un sunto degli ultimi fatti che mi son capitati, dopo una relazione di 3 anni e mezzo , con una “ragazza” di 39 anni , uno piu’ di me….Se ti và commenta pure ,di sicuro la tua è una opinione che mi interessa !
http://www.letterealdirettore.it/dopo-anni-lasciato/
Rivalsa indiretta ? Bell’argomento , so di che parli. Ne ho incontrata qualcuna . Anche se a dire il vero io tutti sti sentimenti da calpestare affinchè si rifacessero delle loro sofferenze passate , non ce li avevo .
Pero’comunque il copione è quello e si applica lo stesso !:P
Rossana, sono molto vicina al tuo modo di pensare. Perdonare gli altri dipende da noi e non ha niente a che fare con l’altra persona perchè non si può riporre la responsabilità dei nostri sentimenti negli altri. Non ci fa bene serbare rancore, perchè prima di tutto abbruttisce noi stessi. E quanto valore può avere il perdono se lo “concediamo” solo a quelli che se lo meritano..Per semplificare: a chi fai “beneficenza”? A chi ha già tanto o a chi non ha niente..? Una volta che siamo d’accordo sul fatto che si dà a chi è “povero” credo che ci siamo intesi a sufficienza. Penso che tutto, nel bene e nel male, parta da noi. Non è importante se una persona è degna di perdono o meno, ma se noi siamo pronti a farlo. Può succedere che facciamo del male per inconsapevolezza, oppure perchè in un certo momento della nostra vita non siamo capaci di fare altro: chi è più triste, chi fa del male o chi lo riceve? Perdonare significa “non serbare rancore” e dimostrare la propria capacità di amare, perchè chi ama veramente (inteso come “prossimo, non riducendo questo al rapporto “uomo-donna” o comunque al rapporto sentimentale) non è in grado di provare odio e rancore, ma compassione per chi non ne è capace. E’ facile amare chi ci ama, ma la nostra grandezza sta nell’amare anche chi ci fa del male. Certo, una persona è vero che si deve in qualche modo “proteggere” ma è anche vero che non possiamo consentirci di fidarci senza assumersi in qualche la responsabilità di noi stessi, è troppo facile . Cara Sarah, immagino che tu abbia sofferto tanto e che stia soffrendo ancora, ma ti auguro che per te arrivi il giorno in cui ti lascerai questa sofferenza alle spalle e che ti sentirai meno ferita al punto di imparare a perdonare.. ma questo è solo un mio augurio – pensiero che ti rivolgo. Ciao Kid..
non condivido il tuo pensiero quando dici che chi ama non serba rancore,io non avevo mai provato tanta rabbia in vita mia,mi basterebbe un “mi dispiace”, sincero,sneza ritrattazioni,mi basterebbe solo quello e tutto svanirebbe,me il suo è un pentimento a cui non credo più e che ormai ho rinunciato ad aspettare,volevo che capisse i suoi sbagli per non ripeterli ancora con qualcun altro ma non lo capisce perchè lei è come una dea e le altre non sono nulla in confronto a lei,e questo è sbagliato,mi ha paragonata a lei,ha visto che ero una persona diversa,non sbagliata ma semplicemente diversa e mi ha abbandonata per un idolo che oramai non ha senso.ho capito che dovrò condividere con questa mia rabbia, ance se provo ad andare avanti poi riesplode tutto di nuovo capisci?e proprio quando penso che forse le cose vadino meglio la notte li sogno insieme e sogno di picchiarli,mi sveglio e mi sento in preda al dolore di quel giorno in cui ho scoperto tutto.io non posso perdonare.
Cara Sarah,
comprendo il tuo dolore, accresciuto da diversi aspetti negativi di questa sfortunata relazione. tuttavia, quando ti senti molto giù, prova a pensare che quasi tutte le persone, nel corso della loro vita, sono state coinvolte almeno una volta in sentimenti forti, si sono illuse dando fiducia a chi non la meritava, per essere poi amaramente deluse.
cerca di allontanarti, sia fisicamente che emotivamente, da questo compagno che, nella migliore delle ipotesi, mi sembra instabile e alquanto insensibile. non può che continuare a farti del male.
il distacco da un sogno passa attraverso parecchi stadi: si decide di voltar pagina, si comincia a poco a poco a dimenticare le ferite più profonde, si riprende a guardare avanti (come dopo un lutto), per poi riuscire nel tempo sia a perdonare che a conservare almeno qualche ricordo positivo, se non altro del tempo in cui si era più giovani e più ingenue…
non c’è soltanto lui a questo mondo! ma devi innanzitutto voler prendere le distanze e smettere di patire per qualcuno che non è degno di te.
Dalin,
mi piace questa tua sintesi: “Perdonare significa “non serbare rancore” e dimostrare la propria capacità di amare”.
la mia capacità di amare deve essere diminuita nel tempo, poichè, al termine di una psicanalisi durata quasi 6 anni (e neppure terminata), la mia analista si lasciò sfuggire che avrebbe voluto che la terapia avesse potuto portarmi ad essere un tantino più reattiva (forse intendeva dire “rancorosa”) nei confronti di chi aveva devastato la mia esistenza. all’epoca accettavo tutto da tutti, come se non meritassi altro, e mi sentivo a posto così…
di recente, invece, profondamente delusa da una donna che amavo come una figlia, non sono più riuscita a ricucire del tutto lo strappo. ho impiegato anni a riprendere a relazionarmi con lei e per ora sono consapevole che difficilmente il mio affetto nei suoi confronti tornerà quello di prima. a fiotti ancora affiora il risentimento, pur essendo il danno che mi ha arrecato nemmeno paragonabile a quello subito in precedenza.
mi piacerebbe che la mia analista fosse ancora viva per poterne parlare con lei ma purtroppo non è più possibile. mi trovo strana, diversa e sconcertata da questo mio mutato atteggiamento interiore. spesso mi chiedo se sia un bene essere diventata meno permissiva o se fossi migliore prima, dubitando anche che gli anni mi abbiano resa più dura.
in precedenza ho perdonato a un uomo incontrato all’età di vent’anni mentre ora, avendo sempre preferito il genere femminile, pur comprendendo le ragioni e le circostanze in cui è avvenuto lo screzio, non riesco a fare altrettanto, in pienezza, nei confronti di una donna che ho praticamente visto nascere.
qualcuno mi può aiutare a capire meglio con un’opinione disinteressata?
Ciao Dalin , bentornata . Mi fà piacere che tu non sia sparita !
Per ricollegarmi al tema , aggiungo che il benessere interiore e la rimozione del rancore puo’ anche prescindere dal perdono .
Non so’ se vi sia mai capitato di non provare rancore ma allo stesso tempo di evitare di interagire con qualcuno semplicemente perchè non rientra piu’ nella vostra considerazione .
Il perdono è riservato solo alle persone che amiamo , abbiamo amato e con le quali abbiamo condiviso molto ed a cui riconosciamo perlomeno una certa buona fede pur con dei limiti personali oppure la scusante di qualche nostra mancanza. Non è per tutti indistintamente . In quanto è un inizio non una fine.
Il rancore viene anche superato dalla consapevolezza insita nel processo di svalutazione di chi ci ha ferito .
Anche se il perdonare è un meccanismo proprio dell’animo femminile e costituisce una delle chiavi per aprire la porta del benessere interiore .
Noi uomini , tendiamo piu’ a dimenticare . Personalmente , pur non portando rancore , non ho permesso a chi mi ha ferito, non potendo sapere di non farlo , neppure di riavvicinarsi anche dopo anni , contando sul fatto che il tempo fosse la scusante naturale per metterci una pietra sopra . E questo perchè le persone devono rendersi conto che han sempre una scelta . E se la loro scelta è stata quella di colpire alle spalle , piuttosto che di metterci la faccia , rimaranno sempre quelli che mi han colpito alle spalle. Pertanto ne devono accettare le conseguenze . Oggi, domani e sempre.
Quindi per ricollegarmi a Rossana , ammesso e non concesso che talvolta le cose non potevano andar diversamente , visto che volere è potere , il considerare il perdono và perlomeno valutato alla stregua dei fatti successivi . Come chi ti ha ferito , suo malgrado ammesso che non abbia avuto possibiltà di scelta , lo abbia fatto . Sulle modalità , pero’ la sua scelta è stata libera , attenzione!
Capita anche che qualcuno si accorga di aver esagerato nella scelta delle modalità.
Ma se questo accadesse a distanza di troppo tempo ,sarebbe un processo che ormai servirebbe piu’ a liberare la loro coscienza da un peso o da una considerazione negativa di loro, che potremmo avere , quindi un fatto egoistico , non di così grande valore . In questi casi il perdono ribadisce una fine già avvenuta .Perchè non ha apportato nessun plusvalore .
Non puo’,infatti, passare troppo per elaborare certi stati emotivi di disagio nei confronti di chi abbiam ferito .Essi, si comprendono ,invece molto presto se non immediatamente.
Stimo in maniera assoluta ,invece , chi anche nel “male” sà metterci la faccia , perchè fà la scelta piu’ difficile ma piu’ rispettosa dell’altro e di se stessi.
In questi casi credo che il perdono possa essere un processo naturale e nulla toglie che i rapporti possano anche riprendere e durare nel tempo , perchè certamente un senso di stima per la coerenza della persona credo vada riconosciuto .