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Crescere….

di dreamer

Crescere…ancora dubbi sul crescere…ho 28 anni ma evidentemente a detta di molti, devo ancora crescere, maturare…Non si smette mai di crescere e imparare è vero ma…è vero che crescendo si impara a vivere e lasciar vivere? Si impara a non battersi per cambiare il mondo? E’ vero che crescere significa disilludersi e perdere la speranza, rassegnarsi e smetterla di gridare verso ciò che non va bene, farsi da parte per sopravvivere serenamente?
E’ davvero questo crescere?
No perché, io è dall’età di 15 anni che me lo sento ripetere. Da quando mi arrabbiavo quando vedevo un’ingiustizia, da quanto criticavo chi portava la pelliccia, da quando cercavo di sensibilizzare chi mi stava intorno al massacro di agnelli a pasqua. Da quando all’età di 20 anni ho scelto giurisprudenza perché credevo nella giustizia e sognavo di poterla applicare, da quando sognavo nel mio piccolo di cambiare il mondo cambiando l’indifferenza di chi mi stava vicino, da quando mi sono resa forse ridicola vendendo oggetti fatti “alla buona” da ragazzi disabili, da quando predicavo l’uguaglianza, da quando è nato facebook e ho deciso di usarlo solo per condividere annunci per adozioni di animali abbandonati e donazioni, da quando ho cominciato a dire in faccia alle persone che credevo in qualcosa. Credevo in qualcosa a tal punto da starci male. Ma non avrei voluto smettere di credere. Da quando ho cominciato a dire: “Il mondo può cambiare perché il mondo siamo noi”. Da quando ho cominciato a dire no alla rassegnazione. E allora ho cominciato a rimanere sempre più sola, la povera visionaria e noiosa idealista. Take it easy, che te frega, dacci un taglio, non rompere. E poi ho detto NO. Ho tolto la maschera. Ho cominciato a dire NO. Io rispetto gli altri, provo a sensibilizzarli, ma li rispetto. Ma dico NO a chi vuole cambiare me.
“Imparerai ad essere sexy per avere un ragazzo quando crescerai” io dico NO dall’età di 15 anni e grazie a Dio un ragazzo intelligente che mi ama anche senza pizzo e perizoma ce l’ho.
“Imparerai a non parlare di certe cose per non fare la parte della sfigata” Io dico NO e continuo a dire la mia, grazie a Dio la gente che non vale mi allontana prima che io possa affezionarmici.
“Imparerai a fare la tinta solo dal parrucchiere” Continuo a dire no, perché i soldi non li ho e grazie a Dio non è mai stato un dramma per me.
“Imparerai a coltivare il tuo orticello con l’arte del vivi e lascia vivere” io continuo a dire no, ma è vero che i dolori aumentano, che la solitudine comincia a pesarmi, che a volte pesa camminare da sola, che mi mancano le forze. Ma ho paura di imparare questo. Ho paura di perdere quella volontà, ho paura di rassegnarmi.
E se lo facessi, di me non resterebbe che un automa, un automa che sopravvive, un automa che ha ceduto. Tapperei le mie emozioni in fondo all’anima,le eliminerei,e la mia vita perderebbe senso.

Lettera pubblicata il 26 Marzo 2013. L'autore ha condiviso 17 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    T.D._ -

    Dreamer,
    che bello trovare ancora qualcuno capace di andare controcorrente semplicemente essendo se stesso! Beh “take it easy” lo dicono anche a me, ed esattamente come te sono “la povera visionaria e noiosa idealista”. E allora? Cioè, voglio dire: e chissenefrega, no?!
    Da che mondo è mondo il prezzo per voler fare di testa propria è la solitudine. E’ un po’ come uno di quei vortici che quando ci entri piano piano ti spinge giù giù, fino a soffocarti. E ti fa venire una disperata voglia di contatti umani migliori di altri, di trovarli nella marea di chi ti ricorda che per un motivo o per l’altro “non vai bene”. O a non aver più voglia di nessuno. Non perché non ce l’hai davvero, ma perché hai esaurito la tua parte “buona” per così dire. Ecco: io sono in questa fase. Mi è entrata talmente dentro, la solitudine dell’incomprensione, che adesso fa parte di me come un organo e non me ne voglio più liberare. D’altra parte non saprei nemmeno come fare.
    Però vorrei dirti che a me le persone che la pensano come te piacciono. Ne ho anche conosciuta una, una volta. Un bel pomeriggio, un bel ricordo. In poche ore mi ha lasciato impronta di sè. E sarà perché nella tua descrizione di te stessa ci ritrovo lei sotto molti aspetti, me la ricordi tanto.
    Detto questo, penso che ognuno ti risponderebbe a suo modo, su che cos’è crescere, anche se sono più domande retoriche le tue, e le risposte che ti dai, o mi sembra che tu ti dia, sono simili alle mie. Per me crescere è principalmente imparare piano piano a conoscersi e, partendo da questa conoscenza, essere dei buoni maestri di sé stessi. Il resto viene da sé. Per quanto mi riguarda tu non devi cambiarti di una virgola per compiacere nessuno..
    ciao

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