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Lettera pubblicata il 10 Gennaio 2014. L'autore, Giulio-P, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Alcuni secoli dopo la morte di Cristo, una forma distorta di cristianesimo divenne religione riconosciuta e privilegiata dell’impero romano. Non essendo più considerati sgraditi estranei dalla società romana, gli appartenenti a questo gruppo di sedicenti cristiani si trovarono in poco tempo al centro della scena politica e sociale. In conseguenza di questo cambiamento alcuni eminenti ecclesiastici, come Agostino, insegnarono che l’atteso Regno di Dio era ora arrivato. Secondo il loro insegnamento, l’ascendente politico e religioso che avevano da poco acquisito era il mezzo per realizzare la volontà di Dio sulla terra, e questo diede enfasi al valore degli sforzi umani nel dirigere le questioni terrene. Molti quindi sono giunti alla conclusione che il cristiano deve avere un ruolo nel tessuto politico della società. Per far questo, secondo quanto ritiene la maggioranza, il cristiano deve a volte subordinare certi aspetti delle sue convinzioni religiose alla volontà della società in cui vive. Per esempio molti a parole seguono gli insegnamenti di amore e pace dati da Cristo, ma contemporaneamente sostengono guerre sanguinose. Per la stessa ragione le chiese possono da un lato incoraggiare i loro seguaci a pregare per il Regno di Dio ma dall’altro appoggiare governanti oppressivi.
Questa contraffatta forma di cristianesimo non è la religione che Gesù istituì. Piuttosto è una versione di fattura umana ed è praticata dalla maggioranza di chi oggi si professa cristiano. È questa versione di cristianesimo che ha fallito davvero, come è attestato dal disprezzo generale per i princìpi biblici che si nota oggi in tutto il mondo cristiano.
Cosa insegnò veramente Gesù?
Alcuni potrebbero rimanere sorpresi scoprendo che Gesù in realtà disse che i suoi seguaci “non fanno parte del mondo come [lui non fece] parte del mondo”. (Giovanni 17:15, 16) Perché Cristo avrebbe incoraggiato i suoi discepoli a prendere questa posizione? L’apostolo Giovanni, il discepolo per cui Gesù nutriva un affetto particolare, fornì la risposta. Scrisse: “Tutto il mondo giace nel potere del malvagio”. — 1 Giovanni 5:19.
Gli insegnamenti di Cristo rivolgevano perciò l’attenzione delle persone non a istituzioni umane ma al celeste Regno di Dio quale mezzo che realizzerà qui sulla terra un mondo giusto e retto. (Matteo 6:10) Gesù stesso non mostrò il minimo desiderio di interferire con la struttura sociale del suo tempo….continua
Rifiutò categoricamente di ricoprire una carica politica. (Giovanni 6:15) Si rifiutò anche di usare la violenza come mezzo per risolvere le controversie. (Matteo 26:50-53; Giovanni 18:36) Gesù non lasciò una costituzione o un insieme di leggi civili. Non prese nessuna posizione politica a proposito delle questioni dei suoi giorni. Per esempio non divenne un attivista a favore dei diritti degli schiavi, né si immischiò nella lotta del popolo giudaico contro Roma.
Questo però non significa che Gesù non si interessasse delle persone e dei loro problemi. Insegnò molte cose riguardo alla responsabilità che ognuno ha nei confronti del prossimo. Incoraggiò l’onestà nel pagamento delle tasse e diede risalto al bisogno di essere sottomessi a chi si trova in una posizione legittima di autorità. (Matteo 22:17-21) Insegnò come interessarsi in modo pratico di chi è nel bisogno. Insegnò inoltre come mostrare rispetto per la dignità altrui, come perdonare e come mostrare empatia e misericordia. (Matteo, capitoli 5-7) È risaputo che gli insegnamenti di Cristo si incentrano sull’amore di Dio e del prossimo. — Marco 12:30, 31.
In che modo quindi si dovrebbe comportare un vero seguace di Cristo? Dovrebbe agire come fece Gesù. Pur ubbidendo scrupolosamente alle leggi del paese, rimarrà strettamente neutrale riguardo agli affari politici. (Giovanni 12:47, 48) Non verrà meno ai princìpi cristiani, neanche sotto grande pressione. (1 Pietro 2:21-23) Allo stesso tempo, non sarà soltanto uno spettatore apatico. Come Gesù, il vero cristiano si interesserà attivamente di coloro che gli stanno intorno. (Marco 6:34) Inoltre si spenderà per gli altri, aiutandoli a capire e a mettere in pratica gli insegnamenti di Cristo, in modo che abbiano una vita più felice. — Giovanni 13:17.
In vista di quanto detto, oggi sulla terra ci sono ancora molti che si sforzano di imitare Cristo nei loro rapporti con il mondo che li circonda. Pur essendo cittadini pacifici e che rispettano le leggi, non fanno parte del mondo. Come Gesù, si rifiutano di prendere parte ad azioni violente e alle dispute politiche così comuni oggi. La loro speranza è fermamente rivolta al Regno di Dio come soluzione dei problemi in cui il mondo si dibatte. Il vero cristianesimo ha come risultato che i suoi membri sono più felici e vivono in pace fra loro. (Giovanni 13:34, 35) Il vero cristianesimo non ha certo fallito!
Ciao Giulio. I vangeli sono testi scritti almeno diversi decenni dopo la morte di Gesù, ma è probabile che la versione in cui noi li leggiamo sia il frutto di un processo redazionale più lungo: cioè gli evangelisti probabilmente hanno messo insieme informazioni che già circolavano oralmente, e non solo, in merito alla vita e alle opere del Maestro. Di conseguenza, il fatto che non siano testi contemporanei non rappresenta di per sé un problema. È chiaro che questi testi vanno letti in base al loro contesto: ogni vangelo è espressione di una determinata dimensione culturale, si pone un preciso obiettivo, e anche l’intento dell’autore – perché ogni vangelo, a ben guardare, mette in luce determinati “caratteri” della predicazione di Gesù – deve essere preso in considerazione.
Paolo ha svolto la sua attività di predicazione ed evangelizzazione, ed è probabilmente a lui e ad altri uomini che si sono impegnati in questo tipo di attività, che il Cristianesimo, almeno in un periodo iniziale, ha avuto modo di espandersi. Tu scrivi che non ha mai conosciuto Gesù, e questo è vero, ma le fonti, cioè prima di tutto le lettere paoline, ci informano sul mandato che egli avrebbe ricevuto da Gesù durante il celebre episodio sulla via di Damasco. La sua è una conversione profonda, che lo porta a diventare da persecutore dei cristiani ad evangelizzatore. L’elemento della sua conversione, proprio in forza del racconto che fa nelle sue lettere, deve essere considerato cruciale nella sua vicenda personale.
Nel corso dei secoli il Cristianesimo si è andato diffondendo, spesso entrando in contatto con i culti pagani. È chiaro che la figura del santo raccoglie in sé prerogative e ruoli che per molto tempo erano spettati a divinità di vario tipo. Ma è anche altrettanto evidente che le religioni, intese come relazione tra l’umano e il divino, hanno spesso caratteri comuni. Uno di questi caratteri, solo per fare un esempio, è quello che vede la necessità dell’uomo di rivolgersi a
— SEGUE…
una forza superiore per ricevere aiuto nella vita o la guarigione. La persistenza di questa necessità nel mondo pagano greco-romano, così come in quello giudaico-cristiano, ci permette di pensare non che il Cristianesimo abbia “preso” questo comportamento dal mondo pagano, ma che entrambi i sistemi culturali siano stati animati dalla medesima necessità.
È vero che il messaggio originale di Gesù, per come presentato nei testi evangelici e nelle lettere di Paolo, è molto cambiato nel tempo, più che altro perché la sua predicazione non era necessariamente espressione della volontà di creare un’istituzione religiosa come la intendiamo noi, istituzione invece che poi si è espressa nelle chiese/comunità del Cristianesimo delle origini, poi nella Chiesa cattolica, ma anche nelle altre confessioni cristiane. È comunque evidente che il messaggio del “fondatore” – come possiamo considerare Gesù – sia poi stato “elaborato” dalle istituzioni e dagli esponenti che vi hanno fatto seguito, elaborazione che non sempre è avvenuta a beneficio del messaggio di partenza.
Nella mia lettura, il messaggio di Gesù si basava su due punti essenziali, in grado di sintetizzare anche la Legge e i Profeti della religione giudaica: amare il prossimo come se stessi e amare Dio con tutto il proprio cuore. In queste parole e nella figura stessa di Gesù è racchiuso il cuore originale del Cristianesimo, indipendentemente dalle aggiunte e riflessioni successive, che comunque, almeno in parte, possono aver avuto anche un ruolo rilevante. La questione è molto complicata, ma è sempre bene tenere presente che per avvicinarci a Dio e al messaggio di Gesù è necessario usare la mente (quindi la ragione e lo spirito critico) ma anche il cuore. Solo la compresenza di queste due parti ci permetterà di non esprimere giudizi frettolosi e superficiali (rimando a una mia breve guida sulla lettura della Bibbia: http://semplicementecristiani.it/come-leggere-la-bibbia-e-il-vangelo/).
Un abbraccio
Marco Papasidero
replico ad Angelo9,
Giulio è credente, non credo in “questa chiesa”, Credo in Dio Padre, Credo in Suo Figlio, Credo nello Spirito Santo,non credo in questa chiesa (lettera minuscola).
Ci sono state “troppe variazioni”
Ripeto la domanda:”questa chiesa è quella che voleva Cristo?” io penso di NO.
Io ho vissuto un’esperienza particolare che mi ha portato a trascorrere nottati insonni. Mi sono sentita precaria davanti a Dio nel senso vero della parola, per ragioni che non sto qui a spiegare perché non mi considero né perseguitata né martire della fede. Niente di tutto questo, secondo me su queste cose l’ultima parola non spetta a noi. Ad ogni modo ti posso dire che ho potuto constatare che questa posizione sfavorevole mi ha messo in condizione di razionalizzare degli ostacoli che avrei vissuto in maniera “infantile”, ritenendole magari delle cattive azioni. Non esistono solo il bene e il male. Non viviamo in una società preistorica. La storia è fatta di ostruzionismo, concorrenza, opposizioni e compagnia bella. In coscienza non mi sento di dire che quelle persone mi hanno fatto un torto e non parlo solo a nome mio. Questi contrasti sono sempre esistiti. A margine di questa realtà, ci sono poi i rapporti umani e questi, mi permetto di dire, non possono essere banalizzati perché in gioco c’è la dignità della persona. Il discorso è molto più complesso di quanto potrebbe sembrare stando seduti davanti ad una tazza di caffè. Molto più complesso.
a) Non credo che Gesù Cristo appoggiasse una chiesa piena zeppa di pedofili…
anzi, lui stesso disse: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare”.
(Matteo 18,6)
b) Non credo che Gesù Cristo appoggiasse una chiesa piena zeppa di soldi…
anzi, lui stesso disse: “Non potete servire a Dio e a Mammona »
(Matteo 6,24 e Luca 16,13)
c) Non credo che Gesù Cristo appoggiasse una chiesa piena di gente impudica, o stupidi beoti creduloni.
anzi, lui stesso disse: “Siate astuti come serpenti e puri come colombe”
(Matteo 10,16)
d) Non credo che Gesù Cristo appoggiasse una chiesa collusa con potentati e signorie….
“In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro …. Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù…disse….Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello (*) passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”.
*cammello: è una corda, una fune usata prevalentemente in ambito marinaro (vedi “gomena”).