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I costumi sono cambiati, ma la prostituzione aumenta sempre

di Domenico1
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Lettera pubblicata il 23 Agosto 2015. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 45 commenti

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  1. 31
    maria grazia -

    io credo semplicemente che le donne che scelgono liberamente di prostituirsi, è perchè hanno determinati obiettivi, e sono disposte anche a perseguire quella strada pur di raggiungerli. non si tratta necessariamente di obiettivi prettamente economici. può essere anche solo e semplicemente il fatto di non sottostare a un lavoro dipendente e mal retribuito, magari gomito e gomito con colleghi insopportabili. può essere semplicemente il fatto di poter gestire liberamente il proprio tempo senza doversi attenere a orari prestabiliti ( come viene tra l’ altro dichiarato in uno dei punti percentuali della ricerca svolta da rossana ); o ancora, il fatto di emanciparsi da una situazione di sudditanza familiare e/o sociale ( chi nasce povera deve soccombere al volere altrui, e non tutte – tra queste donne – sono disposte ad accettare questo destino a cuor leggero ). personalmente, non mi sento nè di approvare il lavoro di prostituta ( perchè va contro la natura tendenzialmente monogamica della donna, di donarsi a un solo uomo e di farne colui che la affianca, la sostiene e la protegge dai pericoli del mondo ), ma nemmeno di condannare in toto chi ha fatto questa scelta. Chi l’ ha fatta, avrà avuto i suoi buoni motivi che non sta a noi indagare. per il resto, posso solo dire che chi vende il suo corpo non fa del male agli altri, ma più che altro fa del male a se stesso. o meglio, alla lunga fa del male AL SUO SPIRITO, e prima o poi, aldilà delle compensazioni materiali e dei lauti guadagni, come dice anche gimmy queste persone dovranno fare i conti con la loro insoddisfazione interiore e il vuoto della loro esistenza. a chi ripiega su questo mestiere per far fronte ad un problema economico o come alternativa al precariato, consiglio – se proprio proprio – di adottarla semmai solo come soluzione MOLTO TEMPORANEA, e con tutte le precauzioni del caso, sia inerenti alla propria salute che alla sicurezza personale. e di coltivare, nel contempo, altre opzioni professionali.

  2. 32
    Alessandro -

    Le malattie si prevengono con l’intelligenza del cliente e la professionalità della ragazza,io prima di andare sono solito chiedere se fanno le pratiche più rischiose,se la risposta è affermativa so che quella è da evitare.

  3. 33
    rossana -

    Non ho mai condannato nessuno, e tanto meno “sorelle” che considero semplicemente più fragili di altre, come si evince dai risultati di una ricerca sulla composizione delle donne dedite alla prostituzione di Giuseppe Caletti, varata nel 1975 e conclusa nel 1986:

    – 10% è cresciuta in brefotrofio;
    – 10% è figlia di prostituta;
    – 26% è ragazza madre.

    “E’ altissima la percentuale di minorenni intervistate: il 14% dei questionari è stato compilato da ragazze dai dieci ai quindici anni e il 30% da altre minorenni dai sedici ai diciotto anni”.

    In base ai dati estrapolati dalla suddetta ricerca, parecchio datata, e dalla precedente relativa alle motivazioni per l’inserimento in questa “professione”, per quanto mi riguarda, escluso un massimo del 30-40% di prostitute da comprendere e compiangere, non nutro stima per il 60-70% rimanente, in quanto ritengo che la loro non sia stata una scelta obbligata ma di comodo, che, oltre a danneggiarle personalmente nello spirito, come evidenziato da Maria Grazia, squalifica la figura femminile più di quanto non faccia normalmente una marea di altre donne, per le ragioni più svariate. Posso sempre capire casi singoli ma respingo il fenomeno nel suo insieme, soprattutto quando si tratta di escort di alto bordo, che avrebbero potuto seguire iter di affermazione più corretti.

    Sono forse meno buonista o qualunquista di come qualcuno qui mi percepisce. Accetto moltissimo ma non approvo proprio tutto tutto, arrogandomi il diritto di dissentire quando mi va di farlo e di avere, come tutti, le mie simpatie e le mie antipatie.

  4. 34
    rossana -

    Poiché non mi piace prendere in considerazione soltanto parte di un tema trascurando completamente l’altra, non posso che ammirare Gimmy e Alessandro, che si sono dimostrati del tutto privi di pregiudizi.

    Comprendo perfettamente le ragioni della maggioranza dei “clienti”, invertendo la precedente percentuale di criticità, in quanto penso che soltanto un 15-25% degli uomini che ricorrono alle prostitute cerchi una prestazione sessuale a pagamento per essere dominante.

    Dal documentario “La scelta” di Maria Cuffaro:
    “Cosa vogliono i clienti?” chiede la giornalista.
    “Vogliono l’anima” risponde la prostituta, e prosegue: “Vogliono baci, ma il bacio è un atto d’amore”.
    Alla stessa domanda un altra donna risponde: “Diamo quello che non ha più dalla moglie…” e a questo punto lo spettatore si aspetta che l’intervistata parli dell’attrattiva sessuale, spenta dopo anni di matrimonio. Invece, a sorpresa, sono attenzioni e gratificazioni emotive a essere evocate: “… che bella giacca che hai su, come sei elegante, hai un bel sorriso. E’ anche sesso, ma è molto sbrigativo.”

    Troppe donne, nella routine quotidiana o dopo la nascita di figli, dimenticano di gratificare emotivamente e fisicamente i loro partner. La principale differenza nell’umano bisogno di riconoscimento e di apprezzamento, a mio avviso, consiste nel fatto che uomini poco accettati o trascurati possono ricorrere a terzi a pagamento per rivitalizzare la loro autostima, in qualità di esseri umani, mentre donne bruttine o scarsamente valorizzate non hanno la possibilità di questa valvola di sfogo, sesso incluso.

    Il recente successo delle transgender pare dovuto al loro essere molto più disponibili, più estroverse, più coinvolte delle prostitute donne nel rapporto con il cliente. Essere richieste per rapporti a pagamento mantiene per loro una valenza erotica dal momento che il desiderio del cliente è interpretato come riuscita della propria trasformazione fisica.

    Concludo con una chicca, sempre tratta dal libro di Daniela Danna, che documenta con nomi e date ogni significativa affermazione: “Anche l’orgasmo fa parte delle rivendicazioni. La differenza con il primo movimento femminista non poteva essere più marcata: Nell’Ottocento e nel primo Novecento si voleva al contrario fondare la parità tra i sessi sulla castità anche per gli uomini (Jeffreys, 1985). Se le femministe della prima ora potessero vedere i risultati a cui si è giunti dopo il 1968, immagino che non potrebbero credere ai loro occhi!

  5. 35
    maria grazia -

    “Non ho mai condannato nessuno, e tanto meno “sorelle” che considero semplicemente più fragili di altre”

    fragili ? e da che punto di vista ? magari quelle donne che esercitano questo mestiere sono psicologicamente molto più forti di tante altre, perchè reggono un ruolo sociale che indubbiamente non è facile sostenere. e affrontano al contempo tutti i loro problemi sia pratici che esistenziali, senza l’ aiuto di nessuno ( amici, familiari, parenti, compagni ). Aiuti di cui invece possono in genere disporre le donne non dedite a questa particolare attività.

    “Posso sempre capire casi singoli ma respingo il fenomeno nel suo insieme, soprattutto quando si tratta di escort di alto bordo, che avrebbero potuto seguire iter di affermazione più corretti.”

    è sempre una questione soggettiva rossana. ciò che è corretto PER TE, non è detto che lo sia per TUTTI. magari per qualcuna è più corretto fare la escort che guadagnare 700 euro al mese per dieci ore di lavoro al giorno, con un capo che magari ci prova pure o che ti tratta male. molte escort probabilmente credono che è più dignitoso il loro mestiere che fare la schiava del terzo millennio o l’ eterna precaria. Io dico solo che questa attività andrebbe monitorata e regolarizzata, a tutela SOPRATUTTO di chi la svolge, e che il mestiere di escort, per come la vedo io, non può essere un mestiere da portare avanti a lungo termine, per varie ragioni. prima di tutto di carattere esistenziale. La vita è troppo breve per restare una “puttana”.

    “Se le femministe della prima ora potessero vedere i risultati a cui si è giunti dopo il 1968, immagino che non potrebbero credere ai loro occhi!”

    Le femministe della prima ora sono anche quelle che hanno voluto le attuali leggi sul divorzio e sull’ aborto. i risultati di queste scelte non mi sembrano incoraggianti, nell’ ottica di un sereno prosequio del rapporto tra i due sessi e della sopravvivenza del nostro tipo di società. In genere contesto agli uomini certi loro comportamenti, ma non trovo neanche giusto che una moglie che si sente ( a torto o a ragione ) ferita nel suo orgoglio, possa decidere dall’ oggi al domani di mandare all’ aria una famiglia e di mettere suo marito sul lastrico. Senza contare che privarsi della presenza di un marito o di un compagno, si rivela il più delle volte una scelta deleteria per le stesse donne.

  6. 36
    maria grazia -

    infine rossana, ritengo che la tua personale visione sul fenomeno ( che sembra essere eccessivamente indulgente verso il cliente ed eccessivamente accusatoria verso la prostituta ) rispecchi una mentalità tutt’ altro che “femminista”!..

  7. 37
    Golem -

    MG, pur di avere un maschio si puó sperare di estirpare la “piaga” della prostituzione, di modo che i poveri maschi in preda alla foia più insopportabile si rivolgerebbero a chiunque, che con spirito di abnegazione e umana empatia si “sacrificherebbero” pur di aiutare la causa (tutt’altro che) femminista, che non sopporta che una escort guadagni in una sera lo stipendio di una commessa. Se va male.

  8. 38
    maria grazia -

    “si puó sperare di estirpare la “piaga” della prostituzione, di modo che i poveri maschi in preda alla foia più insopportabile si rivolgerebbero a chiunque, che con spirito di abnegazione e umana empatia si “sacrificherebbero” pur di aiutare la causa”

    ma certo, Golem! come dubitare che, in assenza di prostitute, le altre donne “normali” si sacrificherebbero gratuitamente e volentieri per soddisfare le esigenze del pover’ uomo gentile ma sfigato che non cucca e non tromba, o dell’ uomo impegnato e infoiato che ha voglia di trasgredire e magari sarebbe pure disposto a violentare qualche donzella pur di togliersi i suoi sfizi!

  9. 39
    Bottex -

    Il fenomeno prostituzione secondo me oggigiorno non può far altro che aumentare. Le colpe, se così vogliamo definirle, sono sia degli uomini che delle donne. Ci sono infatti tanti uomini, specie tra le nuove generazioni, per cui sembra che il sesso sia un vero e proprio chiodo fisso nella testa. È dimostrato scientificamente poi che il sesso sempre con lo stesso partner (sia uomo che donna) tende a stancare; questa è una cosa del tutto naturale, che genera però la tentazione di trasgredire. Poi, oggi si è creata una eccessiva emancipazione femminile, che ormai spinge gli uomini a perdere interesse in una relazione seria, ad abbandonarla o a non cercarla nemmeno. E parlo di uomini di tutto rispetto, non di “casi particolari”.
    Ecco dunque la necessità della prostituzione. Per me infatti tanto vale legalizzarla. Naturalmente, lo sfruttamento è da condannare, ma non vedo perché non consentire una prostituzione volontaria, controllata e sicura. Perché è chiaro come il sole che la richiesta per questo tipo di “servizio” non manca e finché ci sarà la domanda, possiamo star certi che ci sarà sempre anche l’offerta, legale o meno. Infine, non dimentichiamo che quello della prostituta è probabilmente il mestiere più antico del mondo.

  10. 40
    Esther -

    Senza un briciolo di dignità! Vuoi vendere le persone? Già si svendono, in cambio di poche attenzioni, per autolesionismo, p.e. quello di gente che resta in relazioni laceranti, come una condanna inflitta da una mano esterna che gli ha insegnato ad abusarsi; e tu vuoi pure legalizzare il sesso a pagamento? Vai a sbattere la testa contro il muro, può darsi che ti riposizioni quel neurone… spostato!

    Per fare soldi non serve prostituirsi! Infatti, gli uomini non ne hanno mai avuto bisogno! Serve invece strumentalizzare il bisogno di attenzioni, soprattutto degli uomini, che sono la parte debole della relazione, perché rifiutabili e sostituibili ad ogni soffio di vento, e cavarne un ricavo economico. Poi, pensare pure alle donne, che però hanno una rete emozionale diversamente organizzata rispetto all’uomo.

    È un campo d’azione: attenzioni alla persona. In cui fare semplice business con la chiacchiera quotidiana. Niente sentimenti, niente che alluda minimamente al sesso! Business colmando la solitudine sociale dovuta all’individualismo.

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