Salve a tutti.
Vi chiedo brevemente, nella vostra esperienza migliore, come siate riusciti a costruire un rapporto di fiducia duraturo.
Ho bisogno che mi diate la soluzione rispondendo a questo caso:
Non vi conoscete. Sapete che dovrete lavorare insieme a lungo. Ma non parlate la stessa lingua. Non utilizzate la medesima gestualità per farvi capire. Entrambi avete a disposizione dei comandi per comprendervi. Uno li esegue e l’altro prende nota e li riceve. La perfetta esecuzione del comando, vi conduce alla perfetta esecuzione del lavoro da parte dell’altro. Voi comandate e l’altro esegue. Un millimetro di differenza e l’altro eseguirà male il vostro comando e fallirete in due.
Tuttavia siete a inizio lavoro e dovete capire sia chi esegue, sia perfezionare la tecnica. Il lavoro è così impegnativo che dovete mantenere la concentrazione e non sempre ci riuscite. Avete però capito che lui è il vostro specchio. Se voi esitate, lui si ferma. Se siete determinati, lui esegue il compito. Ma se siete determinati e carenti di tecnica, lui si fermerà. In realtà lui si fermerà a ogni singolo pensiero di indugio nel vostro cuore. Perché vi legge la mente. Vi legge nella mente ma non può eseguire il comando al vostro posto.
Voi cosa fareste?
Grazie per l’attenzione.
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Lavoro - Riflessioni
Buonasera Altea..parliamo di come costruire un rapporto di fiducia in un ambiente lavorativo, giusto?
Nel caso, posso chiederti di spiegare meglio la situazione? Limite mio, ma mi risulta un po’ confusa..
In generale, comunque, un rapporto di fiducia duraturo -almeno per la mia esperienza ed opinione- si basa sull’onestà e sulla comunicazione (costante e produttiva per entrambe le parti).
l’ambiente è lavorativo ma la relazione è tra un essere umano e un cavallo.
Secondo me è amore……
Perdonami, non avevo compreso. Temo di non poter essere di molto aiuto, non sono esattamente un esperto del mondo equestre..ma credo che, sebbene mondo umano e animale “parlino” lingue diverse e abbiano gestualità differenti, gli animali a volte possano paradossalmente capire molte più cose di un altro essere umano. Possano, come dici poeticamente tu, leggere il nostro cuore e le nostre menti meglio di molti altri. E quando qualcuno riesce a fare questo..difficile dire come comportarsi, forse bisogna adattarsi a una comunicazione non verbale ma senza filtro alcuno, forse qualcosa di nuovo (and uncomfortable?) per noi..
ciao catcher…pensavo di averti risposto ma evidentemente non ho pubblicato.
il rapporto con il cavallo mi sembra sia come un rapporto umano ridotto ai minimi termini. senza rumore di fondo.
non esistono se né ma. bisogna agire come se si fosse un’unica entità senza dimenticare i ruoli.
è una cosa strana.
nemmeno io sono un’esperta. anzi. per quello ho posto un quesito generale. perché le logiche sono riapplicabili. e forse mi sarebbe tornato utile anche con gli esseri umani.
non prendermi per una caligola a caso. cerco solo punti fermi o spunti.
ho comunque fatto progressi. ci ho pensato molto. e ho capito che la giusta forma, un inizio di forma almeno, sia pensare come un “noi” in ogni comando che do. e questo ha dato una bella scossa al miglioramento.
i rapporti umani falliscono o non iniziano nemmeno, per pregiudizio. con il cavallo, ogni pregiudizio o dubbio o pensiero viene recepito (forse perché il mio corpo inevitabilmente e impercettibilmente reagisce, e lui lo sente…anche se non saprei dirlo con certezza perché i primi tempi sono riuscita ad innervosirlo da terra e nonostante fingessi di essere calma) e crea un errore di esecuzione di comando.
poi viene tutto il resto, e la tecnica e la preparazione atletica.
non voglio tediarti. però ti ringrazio per le risposte. a parte la gentilezza, il nick mi è caro lo stesso.
notte
Altea..non tiro in ballo nessun Caligola! Anzi, le tue riflessioni sono molto interessanti.
Trovo affascinante come a volte, riflettere su rapporti di tipo diverso da quello “umano” (passami il termine, spero non sia uscita troppo brutta) ci facciano riflettere su quelli umani.
Mi è piaciuto il “pensare come un noi in ogni comando che do”. Come se l’uno finisse nell’altro in un vortice virtuoso.
beh…in realtà forse mi sto stupendo di cose che dovrei / dovremmo considerare normali anche in un rapporto umano…