La riforma costituzionale renziana era una schifezza e giustamente è stata mandata al macero.
La Costituzione del ’49 non è proprio “la più bella del mondo” come alcuni fautori del “no” al referendum sostenevano. Forse lo è stata sino alla metà degli anni ’70.
Oggi è divenuta manifestamente inattuale e dovrà essere aggiornata, adeguandola al XXI secolo.
L’aggiornamento non può essere solo superficiale e riguardare la soppressione di una camera per ottenere la fiducia solo da quella restante, e tutto ciò con la giustificazione, peraltro non veritiera, di velocizzare l’iter legislativo.
La nuova Costituzione dovrebbe rifondare la Repubblica.
Ad esempio è democratico il fatto che un presidente della Repubblica, mettendo in secondo piano il voto popolare possa nominare un suo governo (anche se soggetto alla fiducia delle camere)? Questo è un atto che può trovare spazio solo in una repubblica presidenziale.
L’ attuale presidente, come tutti quelli che l’hanno preceduto, non è stato eletto dal corpo elettorale nel suo complesso, ma, prevalentemente, da parlamentari del governo Renzi, non votato da alcuno, che già da tempo avevano perso la fiducia degli elettori e terzo governo voluto da uno stesso presidente della Repubblica che, in precedenza ne aveva già nominati altri 2 (Monti e Letta), anche questi votati da nessuno e nello stesso Parlamento che la Corte Costituzionale aveva appannato per l’incostituzionalità del sistema elettorale.
I poteri dei re e delle regine delle numerose monarchie europee e di altri presidenti di repubbliche parlamentari sono infinitamente minori e più circoscritti di quelli del Presidente della Repubblica Italiana.
Da solo, questo esempio dimostra che vi sia una grave lacuna democratica che deve essere corretta non con piccoli maquillage della Costituzione, ma da profonde e sostanziali adeguamenti alla realtà che viviamo.
Non sarà certo una nuova legge elettorale (che non è una legge costituzionale) a rendere moderna e reale la democrazia in Italia.
Purtroppo mi rendo conto che sin quando questa penisola non genererà un bel gruppo di statisti, degni di tale appellativo, nulla cambierà e, se cambierà, non sarà in meglio.
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