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Coscienza civica

di sciasil

Dov’è andata a finire la COSCIENZA CIVICA?
Per onor di cronaca è forse il caso di spiegare bene cosa sia la coscienza civica, perché la mia sensazione è che se ne sia persa la coscienza, perdonate la ripetizione!
Deriva da COSCIENZA (dal latino “conscientia”: consapevolezza, capacità di cognizione di ciò che avviene in noi stessi e nel nostro rapporto col mondo esterno) e CIVICO (dal latino “civicus” a sua volta da “civis”: ciò che è proprio di un cittadino in quanto parte di una società).
Leggo in un articolo: “La coscienza civica appartiene dunque all’essere umano in quanto tale, perché rispettoso di sé, di quelli che fanno parte della collettività e delle cose che appartengono a tutti”…. e così rimango perplessa!
Sempre nello stesso articolo viene scritto: “Fin dalla preistoria l’uomo ha avvertito questa necessità quando, seguendo la sua natura, ha cercato di vivere in gruppo, intuendo che ciò significava garantire la crescita degli individui (sia fisicamente che moralmente) , migliorare le condizioni di vita e favorire il progresso sociale. Quando le comunità sono diventate popolose e si sono distribuite su territori più vasti hanno preso il nome di società. La società è dunque un insieme di individui ognuno dei quali è portatore di interessi, idee e bisogni diversi che devono essere tutelati sempre nel rispetto delle regole. Sono queste le norme sociali che fanno parte del nostro vivere quotidiano e che disciplinano i rapporti tra noi e gli altri, tra noi e l’ambiente che ci circonda”.

È allora che mi sono chiesta dove sia finita tale coscienza ma soprattutto in quale momento storico ci si sia dimenticati di una cosa così importante.
Il luogo in cui maggiormente si assiste alla “morte” di questa nobile signora è in macchina; sì, andando per la strada! È lì, a mio avviso, che l’essere umano riesce a dimostrare il peggio di sé!
Io viaggio molto per lavoro e vi assicuro che non ho parole per descrivere quello che succede in strada.
Non esiste più il rispetto per l’altro, la gentilezza, la pazienza! Ognuno crede di essere solo al mondo, o peggio ancora, la persona più importante.
Tutti corrono come matti, per andare dove non si capisce…qualcuno avrà mai detto loro che alla fine arriviamo tutti nello stesso posto?? A che serve tanta frenesia se poi, quando sei in auto, corri talmente forte da non aver idea di cosa ci sia intorno a te? Sono convinta che se chiedessi alle persone di descrivermi il paesaggio che vedono ogni giorno quando vanno al lavoro, la maggior parte di loro non avrebbe idea di come sia!
Correre è diventata la parola d’ordine, correre e infischiarsene delle altre persone. Qualcuno si ricorda di quello che c’era scritto sul libro di scuola guida? PRECEDENZE, FAVORIRE LE MANOVRE, METTERE LA FRECCIA! Ecco quest’ultima cosa poi mi disorienta. La mia macchina è un po’ vecchia e presto potrei aver bisogno di comprarne una nuova e mi dico sempre: ”caspita, quale periodo migliore? Le macchine ora devono costare davvero poco dato che hanno un sacco di dispositivi in meno, ad esempio la freccia!!! ”
Ma qualcuno la mette più???
È possibile che tutti si siano convinti che gli altri abbiano poteri sovrumani quali leggere nel pensiero e sappiano sempre le intenzioni altrui?
Sapete questo comportamento come si chiama in psicologia? REGRESSIONE: “in un processo psichico avente un senso di percorso o di sviluppo si indica con regressione un ritorno in senso inverso da un punto già raggiunto ad un punto anteriore ad esso. Nel senso più formale, la regressione designa il passaggio a modi di espressione e di comportamento di un livello inferiore dal punto di vista della complessità, della organizzazione e della differenziazione”.
Già, quello che penso è che l’essere umano non vada verso l’evoluzione ma piuttosto regredisca gradualmente!
La fase dello sviluppo a cui assocerei l’attuale progresso dell’essere umano è quella che Piaget definì “fase pre-concettuale”: è la fase in cui l’atteggiamento fondamentale del bambino è di tipo egocentrico, in quanto non conosce alternativa alla realtà che personalmente sperimenta. Questa visione unilaterale delle cose lo induce a credere che tutti la pensino come lui e che capiscano i suoi desideri-pensieri, senza che sia necessario fare sforzi per farsi capire.
Ecco qual è il punto! La gente si è convinta che l’unico modo giusto di pensare sia il proprio. Ci si è allontanati gradualmente dall’idea che viviamo in una società, che abbiamo accanto altre persone che pensano, che hanno un’opinione, a volte sì diversa dalla nostra ma non per questo meno importante.
Abbiamo perso la capacità di ASCOLTARE veramente, questo causa fraintendimenti, litigi, rabbia e, infine, tristezza e questo perché usiamo solo il cervello e non il cuore.
Non riusciamo più a comunicare perché diamo troppa importanza a ciò che abbiamo e che siamo, troppa importanza al “fuori” dimenticandoci che in ognuno di noi c’è un “dentro” fatto di bisogno di comprensione, felicità, amicizia, amore che prescinde totalmente da ciò che è materiale.
A questo punto, per concludere, vorrei proporre una riflessione: vale la pena di far trascorrere la propria vita preoccupandosi di accumulare beni materiali, affannandosi a correre qua e là nella speranza di trovare, forse, un giorno la felicità anziché cercarla nelle piccole cose che abbiamo già a portata di mano e che danno un senso di felicità e serenità immediato? Ne vale davvero la pena?

Lettera pubblicata il 22 Novembre 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Cittadini - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Mau. -

    Buongiorno. Leggo con interesse questo tuo scritto.
    La prima cosa che noto, al di là dei contenuti, è che dopo 3 giorni non hai nessun commento. Forse anche questo è un segnale….
    Parafrasando la famosa frase di Don Abbondio:”Carneade, chi era costui?”, io dico, richiamandomi alla scuola attuale, “Educazione Civica…cos’era costei?”
    E pensare che già dal 1955 nei sussidiari c’erano Elementi di Educazione Civica, diventata poi materia per le superiori nel 1958.
    Il suo significato morale, politico, storico, e direi anche religioso, non fa più parte della nostra cultura basilare.
    Alcuni sondaggi hanno mostrato che più in Italia rispetto ad altri paesi europei si è carenti di cultura civica. Violare le leggi, imbrogliare, mentire, guardare al bene pubblico come una cosa senza interesse e curare solo e comunque interessi personali o famigliari sono elementi che ci fanno riflettere sul perchè ci sia questo declino, speriamo non irreversibile, sia politico che sociale.
    Tu ti chiedi ..”…in quale momento storico ci si sia dimenticati di una cosa così importante”.
    La mia opinione è che ci si è dimenticati del buon convivere civile, dell’educazione, del rispetto, della ‘coscienza civica’, quando è iniziata a mancare una vera tutela dei cittadini da parte delle istituzioni. Più manca la presenza dello Stato, più sono manchevoli quelle semplici regole di civile convivenza.
    E’ sotto gli occhi di tutti: quando si ha un vero problema da risolvere oggi non ci si rivolge alle Istituzioni ma si scrive A Striscia la Notizia, alle Iene, o cose del genere.
    Il continuo richiamo di campagne pubblicitarie ad avere una maggiore attenzione su problematiche che investono tutti i cittadini cadono troppo spesso nel vuoto, anche se poi tutti sono pronti a esprimere, ma solo a chiacchiere, la loro solidarietà.
    Lo spreco dell’acqua, l’abbandono dei cani, il gettare rifiuti nella strada ovunque, l’abusivismo delle discariche, la nostra bella terra martoriata e maltrattata, imbrattamento dei monumenti…. si potrebbe fare una lista infinita.
    Tu parli dell’ineducazione nella guida.
    La conoscenza del Codice della Strada serve solo per prendere la patente, poi….lasciamo perdere.
    Tu scrivi..”Tutti corrono…ma per andare dove…alla fine finiamo tutti ‘là’…”. Agli ‘alberi pizzuti’ diceva mio padre.
    Già…finiremo tutti là.
    E ci finiremo con il rimpianto di aver lasciato ai nostri figli un mondo sicuramente peggiore.
    Mau.
    ( capmau2003@yahoo.it )

  2. 2
    silvia -

    Effettivamente anche io ho notato che i commenti non sono sicuramente piovuti! Ti ringrazio quindi per l’interesse non tanto alla mia lettera quanto all’argomento!!

  3. 3
    Giacomo -

    Ringrazio sia Silvia che Mau in quanto mi avete fornito dei bei spunti di riflessione riguardo ad una tematica così tanto importante e allo stesso tempo così lontana da noi giovani. Sono un ragazzo di 22, bene o male mi sono sempre messo in gioco nell’ambito sociale senza però mai soffermarmi troppo sul vero significato delle parole Coscienza Civica. Ora mi ritrovo a sbatterci la testa contro in quanto è il tema di Tesi di quest’anno. Credo che sia un’importante occasione che ci è stata presentata per poter finalmente smuovere (spero) qualcosa in noi giovani che a parer mio, siamo troppo assopiti e distanti dal tema.
    Penso che le istituzioni, le scuole in primis debbano educare verso un’atteggiamento civico e non pensare solo al proprio piano di studi da terminare prima della fine dell’anno. Purtroppo il modo di educare i ragazzi sta cambiando, ma ci stiamo lasciando indietro troppe cose.

  4. 4
    Yog -

    Bravo Giacomo. Ci hai messo 8 anni, ma hai quasi capito. Molto bene.

  5. 5
    Maria Pappalardo -

    Ho letto con interesse ed attenzione, cosa che non capita a tutti:l’egoismo e l’indifferenza sono diventati il carburante della società moderna. Ai miei tempi si studiava già alle elementari, e poi si approfondiva alle medie, l’educazione civica, utilissima, formativa ed ottima base per costruire l’uomo….ma tutto è cambiato in questa nostra società dove ognuno pensa di poter fare il proprio comodo a discapito di chi vive rispettando il prossimo e l’ambiente in cui vive.

  6. 6
    Konta Giante -

    Io adesso voglio fare coming out.
    No, non sono ri….one.
    Ma devo confessare che a me piace da matti fare un bel pacco di rumenta indifferenziata: carta, lattine, organico, plastica, vetro, fazzoletti usati, condom, me..a ecc.
    Impacchetto tutto insieme, a volte l’inscatolo e lo sigillo con il nastro adesivo.
    E poi butto tutto nei cestini, non nei bidoni.
    O magari metto la scatola così confezionata sul parabrezza di un’auto parcheggiata male.
    Sbaglio?

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