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Cosa succede dopo il dolore della separazione?

di marziav
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Lettera pubblicata il 18 Ottobre 2009. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.178 commenti

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  1. 71
    Fabio -

    Cristina,
    ti comprendo benissimo sul fatto di aver voglia di morire.
    Io non ho figli e su questo ti capisco un pò meno, anche se il fatto di non averli amplifica la sensazione di vupto e di potenziale inespresso che mi lascia la fine del mio matrimonio.

    Comprendo benissimo anche la voglia di sentirlo, ma non è questa la via te lo assicuro.
    Fai la cosa più coraggiosa e continua a vivere!
    Il sorriso dei tuoi bambini credo non abbia prezzo.
    Se ti può servire, a me ha aiutato molto riflettere su questa frase zen: “l’amore, come l’amicizia, non si chiedono come si chiede l’acqua, ma si offrono come si offre il the”.
    La trovo molto vera.
    Pensa a quanto sarà buono il the che ti offrirà qualcuno fra qualche tempo. sognare il sapore di questo infuso mi dà la forza per affrontare il quotidiano.
    Se ti va chiamami, piangeremo insieme.
    Piangere è liberatorio.

    Ti stringo forte
    Fabio

  2. 72
    cristina -

    Fabio,sto continuando a chiamarlo,ad offrigli soluzioni.Sono arrivata a chiedergli di stare separati in casa pur di non perderlo completamente!Più mi umilio e più mi dice che è tutto inutile,che non si volterà indietro per nessuna ragione,neanche per i figli, i quali secondo lui ora vivranno meglio…Ho suoi messaggi risalenti ad appena 15 giorni fa in cui mi dice che tiene alla famiglia,che non smetterà di crederci,che sente qualcosa di forte nei miei riguardi e poi….Finito l’amore, finita la voglia di unione familiare ecc….Ma perchè diavolo non me ne faccio una ragione e non smetto di sperare l’impossibile?!

  3. 73
    cristina -

    Ok,magari sfogarci a vicenda ci farebbe bene.Fammi sapere come fare per sentirci.

  4. 74
    cristina -

    Fabio inizia a leggere qui: http://www.maldamore.it/superare_la_fine_di_un_amore.asp

  5. 75
    Fabio -

    ciao cristina,
    comprendo e purtroppo ti dico che questestrade non conducono di solito a nulla, le ho provate.
    Anzi, forse se c’è una possibilità su un milione di un suo ritorno, questa la cogli con un solo atteggiamento: distacco totale.
    Provo a lasciarti la mia mail, non so se verrà pubblicata: bomber10@libero.it fatti forza, buon fine settimana ciao

  6. 76
    Rob -

    Ciao a tutti,
    la mia esperienza è molto simile a quella di Alessandro (post 67), anche nei tempi: differisce solo nella presenza del terzo, o almeno credo; in realtà ho motivo di dubitare sulla sincerità della mia ex a riguardo, tenendo conto dei saliscendi emotivi che l’hanno animata negli ultimi tempi. Per il resto, il copione recita così: dopo sette anni di convivenza in armonia, avverto una forte e inattesa sensazione di distacco e freddezza emanata dalla mia ex a partire da gennaio, ai limiti della depressione; reagisco con continui tentativi di dialogo, inesorabilmente frustrati; il clima diventa sempre più anestetizzato, fino a quando non attacco frontalmente il problema, esternandole per la prima volta i miei timori su di una crisi sentimentale in atto: lei ha quindi una reazione dettata dalla paura e nega quest’ipotesi, attribuendo il malessere ad un notevole stato di stress lavorativo; la cosa è assolutamente plausibile (apparteniamo entrambi alla folta schiera dei precari), tiro un profondo sospiro di sollievo e inizio arasserenarmi. Ora siamo separati da più di un mese. Ho cambiato casa il giorno dopo essere riuscito a farle ammettere che qualcosa non andava più, in un contesto privo di affetti familiari (viviamo da anni lontano dai nostri) e con pochi amici, insomma in condizioni piuttosto avverse; non dimenticherò mai finchè campo l’automatismo autoindotto con cui ho selezionato, imballato e traslocato la metà delle mie cose, ovviamente da solo; e nemmeno le lacrime che sono riuscito a concedermi una volta arrivato nel mio attuale monolocale. Non vorrei mi fraintendeste: non ho intenzione di dipingere me come un martire e lei come una sciagurata insensibile; sento semplicemente il bisogno di ripercorrere questo doloroso viatico, fino in fondo, esprimendo per la prima volta tutte quelle sensazioni soffocate dall’angoscia, dall’illusione che tutto si potesse aggiustare, dalla rabbia, e soprattutto dal terrore di andare in mille pezzi se solo guardassi le cose per quelle che sono.
    Ma lo sapete meglio di me: è per questo che siamo qui e ci scriviamo quello che ci scriviamo. Scriviamo soprattutto a noi stessi, nella speranza di uno sfogo brevemente liberatorio, se non della catarsi.
    Dalla fine della storia ci siamo scambiati qualche sms, tutti dolorosamente goffi, fintamente neutri e improntati alle incombenze pratiche della cosa…quando invece ogni singola parola era semplicemente inadeguata. La morte di quella comunicazione così intima che hanno due amanti. L’ho rivista una sola volta: lo scorso sabato ho provato uno spaventoso attacco di panico e l’ho chiamata. Nessuna risposta. Altro panico (è con un altro, è con un altro…). Dopo una decina di minuti mi richiama: concordiamo per un incontro nella nostra ‘vecchia’ casa il pomeriggio stesso. Le dico tutto quello che ho provato fino ad allora, lei fa lo stesso. Nient’altro, niente di tutte quelle illusioni che ancora mi avvelenano il sangue. It’s over, me lo ripeto in continuazione.

  7. 77
    Rob -

    Dimenticavo qualche informazione su di me, sempre che possa essere di utilità a qualcuno che si confronti con la mia esperienza, come ho fatto in precedenza io: ho 34 anni ed ho avuto un’altra storia importante, sempre di sette anni, prima di quest’ultima. Per quanto in età più giovane, la sua fine fu altrettanto dolorosa, ma diversa perchè diversa era stata la relazione. La mia prima ex è diventata in breve tempo quello che forse era stata dal primo momento, la mia amica più cara: vi basti pensare che il monolocale che ho affittato me l’ha lasciato lei, adesso agli inizi di una convivenza col suo fidanzato a lungo agognata (e fino a non molto tempo fa a lei sempre negata; ma è un’altra storia, come si suol dire).
    Serendipity? Non saprei, di solito non mi faccio suggestionare facilmente; ma che la vita presenti occasioni e nessi che sta solo a noi avere l’attenzione e la capacità di interpretare e vivere al meglio, ecco, questo è innegabile.
    Credetemi, sono l’ultima persona al mondo a poter essere definita come ottimista o positiva, e poi la separazione è ancora fresca e sono tutt’ora preda di cicloni emotivi da togliere il fiato. Ma non vi nascondo il breve ma intenso sollievo che provo, a volte, quando riesco a intravedere la natura delle possibilità che un evento tanto traumatico può aprire nelle nostre vite.
    Di solito, e lo deduco anche dai vostri racconti, si arriva alla fine di una relazione dopo un periodo più o meno lungo di torbido assopimento, e nel caso di chi viene lasciato, di privazione d’affetto: riuscire, dopo qualche tempo, ad assaporare la sensazione di una nuova visione delle cose, di un’attenzione maggiore a ciò che ci circonda e magari anche a noi stessi, mi dà i brividi. Nel senso buono. L’ho amata con tutto me stesso, e lei altrettanto (e sembrano passati secoli, non qualche mese): ora non è più possibile.
    Scriverlo, e aver scritto tutto il resto, ha il dono di esorcizzare le mie paure; per il resto, e lo sappiamo tutti, ci vorrà Tempo. Intanto ho ripreso uno dei sette chili (e non mento) persi negli ultimi trenta giorni, dormo qualche ora in più, esco per strada con meno angosce.
    Annotare i miglioramenti è importante, aiuta a capire che se ne sta venendo fuori.
    Ed è anche per questo motivo che siamo qui. Grazie per la vostra pazienza e per ciò che vorrete raccontare.

  8. 78
    sara -

    Caro Rob,
    siamo tutti nella barca.L’estate scorsa stavo come te e scrivevo delle mie speranze di riconciliazione dopo 5 anni di convivenza e 1 di matrimonio. anche io vivo in una città che non è la mia, senza amici nè famiglia vicini. Per questa mia difficile situazione ho sempre avuto l’ammirazione di tutti, tutti mi hanno sempre detto che ho le cosiddette p…. Ho attraversato momenti bui, tristi. A volte sono stata male fisicamente e ho avuto paura di essere sola. La verità è che essere abbandonati è la cosa più atroce che possa capitare alla nostra anima. Dopo 8 mesi, le cose sono migliorate ma molto lontane dalla risoluzione e la solitudine è ancora spesso presente e dolorosa. Stamattina, per esempio, sono qui a letto senza sapere come affrontare questo wwekend che mi sembra un tormento insopportabile. ti voglio fare coraggio, però e dirti che non è sempre così. a volte mi sono successe delle cose belle che hanno svolto una funzione importante per la nostra anima e che mi segnalano che sto guarendo. Ad esempio, prima non uscivo mai, ero sempre sola, poi un giorno ho conosciuto una ragazza che mi ha introdotta in un gruppo. E’ una cosa banale…ma mi sono sentita felice… ho capito che ce la posso fare anche da sola… Poi, cosa più importante ancora. mi sembrava che non mi piacesse mai nessuno, ero anestetizzata e, invece, frequentando un corso ho cominciato a ricevere delle attenzioni da parte di un istruttore e la cosa ha cominciato a piacermi molto. Alla fine, non ho combinato niente con lui, forse perchè non ho saputo sfruttare la siuazione.. ma non è così importante l’esito concreto. L’importante è che comincio a sentirmi di nuovo viva, questa cosa ha mosso dentro di me delle emozioni positive, belle, mi ha regalato la voglia, di nuovo, di andare in un posto carica di sentimenti positivi, di allegria, di sprint. Erano anni che non mi succedeva più. adesso, vabbè, le cose si sono complicate. A quel corso non vado più e il brio della situazione è scomparso, diciamo. Resta, però, il fatto che sono viva e sto male stamattina, non perchè mi manca mio marito e basta, come nei primi tempi, ma perchè sono sola… perchè vorrei vivere e invece non vivo..perchè ho voglia di divertirmi e, invece, son qua da sola. E’ un dolore diverso da quello iniziale. non è più vuoto e fine.. ma voglia di vivere. Ora tu sei nel vuoto e vedi tutto nero. Io ho capito 1 cosa:questo vuoto che avverti è venuto a trovarti perchè percorrevi una strada sbagliata, perchè la tua vita aveva bisogno di andare in un’altra direzione. Percepisci il tuo dolore e non cercare quando avrà svolto lasua funzione si allontanerà da soli. Adesso è tutto buio..e tu stai lì, nel buio, nel dolore, convivi con esso, senza cercare di combatterlo o di spiegarlo o di capire perchè o perchè proprio a te, senza cercare soluzioni, senza GIUDICARTI e se ora ti senti morto dentro poi dei piccoli segnali ti faranno capire che sei come un seme che ha bisogno del buio per rifiorire.In bocca al lupo

  9. 79
    Rob -

    Ciao Sara,
    ti ringrazio delle belle e sincere parole di conforto, tanto più importanti perchè arrivano da una persona che ha chiaramente provato e, in misura e qualità diversa, prova ancora un dolore così intenso, e soprattutto catalizzatore di tutte le nostre attenzioni.
    La cosa singolare è che negli ultimi giorni è proprio questa sua stremante peculiarità che inizia ad alimentare in me una decisa reazione contraria: come posso permettere che le passioni che nutro da anni per la letteratura, la musica, il cinema, vengano spazzate via da quest’ossessione a scadenza incerta?
    Non è possibile!
    Loro c’erano prima di lei, e ci saranno anche dopo.
    Perchè loro sono ‘me’, ed è una vita che mi danno forza nelle avversità di tutti i tipi, soprattutto adesso: una pagina di Richard Yates o di Saba hanno il dono di gettare luce sulla natura umana e delle cose, corroborandomi; per la prima volta realizzo davvero cosa intenda Leonard Cohen quando canta di certe cose, e il cuore mi si spezza, ma liberandosi.
    Insomma, ecco un amore che non delude!
    E soprattutto che dà forza: dopo un pomeriggio passato a leggere ed ascoltare musica, in serata sono stato fuori con degli amici e per la prima volta da mesi, considerando pure gli ultimi sfocati tempi con la mia ex, sono stato davvero bene. Ma sul serio, senza il bisogno di schermarmi dietro una caustica ironia che inganna così dannatamente bene chi ho di fronte, come spesso faccio per non dare ad intendere cosa provi realmente in quel momento.
    Lo so che qualcuno potrebbe ridurre quanto scritto finora alla trita solfa dello ‘scegliersi degli hobbies per tenersi occupati’; sbaglierebbe.
    Il punto è non trascurare ciò che c’interessa e rende felici da sempre: molto probabilmente saranno di maggior aiuto di qualsiasi manuale psico-fai-da-te pieno di stupide analisi e risibili precetti.
    Il vero problema è non averlo, un amore così: nel caso, è quasi certo che l’abbandono subito sarà ancora più devastante perchè non sarà rimasto niente, dentro di noi.

  10. 80
    cristina -

    Sono passati 15 giorni…Il dolore, anzichè calare, s’impenna ogni giorno di più.La rabbia è sparita e non è un bene.Ora penso solo a sentirmi in colpa e ad accusare fortissima la sua mancanza.Eppure mi ha lasciata nel modo più terribile, non ha mai usato “filtri” nel dirmi che non sentiva più niente per me, che negli ultimi tempi fingeva.In più l’inganno:quella nuova casa che probabilmente non era mai esistita davvero, quei messaggi pieni di sentimento scritti esclusivamente per tenermi buona fino a che non avrebbe messo a punto i suoi piani.Ha già contattato un avvocato, nemmeno i nostri due splendidi bambini piccolissimi lo hanno fermato.Già da tempo non mi dava più niente di buono, Non mi guardava neanche più, eppure quello che mi ha lasciato è un dolore tremendo e un vuoto incolmabile.Sembro un vegetale, gli occhi persi nel vuoto e il pensiero fisso a lui e a ciò che eravamo.A provare a (ri)vivere, a distrarmi non ci penso nemmeno,non ci riuscirei.

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