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Lettera pubblicata il 18 Ottobre 2009. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore marziav.
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Ciao Roby, Ciao Mario. Grazie per le sincere parole di sostegno. Mi auguro che questa “tela“ possa tessere anche delle straordinarie amicizie. A presto e un caro saluto a tutti voi. Massimo
Silvy,
è vero, la responsabilità delle difficoltà in una coppia è quasi sempre di entrambi, ma la colpa della decisione di NON affrontarli quei problemi (spesso anche negandone radicalmente l’esistenza, indignandosi dei dubbi nutriti dall’altro o rassicurandolo falsamente) è di solito di uno dei due che li sminuisce strenuamente, giusto per lavarsene le mani e, nel frattempo, si allontana in sordina o, più verosimilmente, non è mai stato realmente vicino. Perché mi rifiuto di credere nei distacchi, peferisco (probabilmente anche illudendomi, non so) pensare che non c’era mai stato un vero legame. Si tratta di impostori vigliacchi che usano e gettano come si fa con i kleenex. Solo che loro piangono solo finte lacrime.
Vigliacco perché sei fuggito dopo aver scelto di stare con me.
Falso perché hai guardato in fondo al tuo cuore solo quando io t’ho costretto.
Immaturo perché sei scappato di fronte alle tue responsabilità.
Codardo perché non hai parlato e affrontato insieme.
se questo è un uomo…
Immaginate che a ritornare nella casa di origine sia Lei.
dopo avere ottenuto di vivere in una casa prossima a quella dei genitori;
dopo aver mantenuto i legacci di “dipendente dalla mamma” in tutto ciò che era la sua vita da nubile;
dopo aver ottenuto con sapienza ed astuzia uno splendido bambino divenuto il gioiello di famiglia;
dopo aver infangato il buon nome del padre con violenze inesistenti e diffamazioni assortite;
dopo aver dato il benservito e le più atroci umiliazioni a chi prima veniva elogiato e tenuto ad esempio;
dopo avere illuso con la “consensuale” un indolore distacco per un rapido ritorno, dopo un periodo di riflessione;
dopo avergli poi strappato dalle mani il frutto del loro amore;
dopo aver fatto soffrire pene inaudite al genitore “rottamato” per gli interminabili giorni senza vedere il figlio;
….dopo questo… e tanto altro dolore, inclusa la silenziosa ed estenuante resistenza in famiglia (come se fosse un feto da abortire) prima della reale separazione, per non essere complice della disfatta, ed essere magari poi bollati, come dei “Vigliacchi”; non rimane che una amara riflessione…
Avere sbagliato mentalità di esistenza!
Scusate lo sfogo…
Max
Marziav, non so se ci siete ancora. Ho letto con molta attenzione le tue intelligenti riflessioni.
In particolare in questo ultimo post, chiedi cosa succede DOPO la separazione. Una delle sofferenze, tra le innumerevoli sofferenze conseguenti all’abbandono, è l’impossibilità di prevedere il futuro. Ne sono consapevole, però penso anche che la “prognosi” del nostro dolore dipende molto da come ci poniamo rispetto all’esperienza subita (anche se per mio percorso personale, penso che si subisca anche ciò che si è contribuito a realizzare al 50%……).
Mio marito si è innamorato di un’altra ed ha abbandonato il tetto coniugale, per una pausa di riflessione. Sai molto bene l’abisso in cui mi trovo e cerco di mettere in moto tutte le mie risorse per farcela, per non annientarmi, per trovare il giusto equilibrio tra il mantenere aperte tutte le ipotesi e il non lasciare che mi calpesti.
Cara Marziav, adesso che è passato un anno, qual’è stata la tua prognosi, la tua evoluzione? Puoi rispondere per favore tu, alla domanda che hai posto? Chiedo la stessa cosa anche agli altri che un anno fa hanno commentato la tua lettera.
Ti/vi pongo questi quesiti anche se credo che lo stare veramente bene, significa forse essere lontani con la mente e con il cuore mille miglia da questo sito……… forse non avere risposte, è la risposta più bella!
Un abbraccio
Cara Monic6,dopo un anno e mezzo da quella separazione tanto dolorosa,non avevo più scritto su questo sito,però se ricevo l’avviso di un nuovo commento alle mie vecchie lettere mi fa tanto piacere leggerlo.La mia convalescenza ha avuto,come sospettato a suo tempo,un decorso clinico quasi da manuale,con illusioni di guarigioni miracolose e successive,rovinose ricadute.Il mio ex mi ha dato l’assedio sia quando frequentava la sua nuova compagna che dopo che con lei è finita.Per lui,evidentemente,io ero molto più indispensabile di quanto lui lo fosse per me(non parlo di innamoramento ma di necessità).Ma io non me ne rendevo conto,mi sentivo insignificante,la parte debole.Ma non ero debole,ero solo debilitata.Il mio sistema immunitario ha dovuto combattere con ogni risorsa disponibile la malattia che mi devastava:non l’amore per lui ma il disamore per me stessa.Mi sono guardata dentro e resa conto che la sofferenza più profonda non era per la nostalgia,per l’umiliazione o per l’abbandono,ma per non avere più qualcuno a cui affidare la responsabilità della mia vita.Hai ragione quando dici che nelle separazioni c’è sempre,in una qualche misura,un concorso di colpa.La mia storia non poteva non collassare perchè l’avevo caricata del peso gravoso del mio vuoto affettivo, delle mie paure pregresse,di insicurezze preesistenti alla storia stessa.C’è un piacere masochistico nel lasciarsi torturare dagli altri:ci si può concedere il lusso di avere un atteggiamento passivo.Io,inconsapevolmente,ho fatto la vittima per anni.Ero più vigliacca che innamorata.Queste le riflessioni maturate durante questi mesi di pene finalmente fruttuose,anziché sterili e lamentose.
Dunque, per citare la domanda iniziale, sensibilmente ho pianto e ora,sì,sensibilmente riesco a sorridere.Mi sono innamorata,ma non di un cavaliere venuto a soccorrermi:sono innamorata della mia vita,delle mie opportunità.E’la relazione affettiva più faticosa e rischiosa in cui abbia mai investito le mie energie attivamente.Ne sono protagonista.E sto bene.Ho scelto di aspettare ad avere un uomo accanto perchè non è ancora il momento.Non mi lascio prendere dall’ansia,non mi avvinghio al primo che mi dimostra un interesse solo perchè ossessivamente timorosa di ritrovarmi sola o che poi sia troppo tardi perchè ho già 30anni.Vivo.Mi ascolto.A volte mi lodo,altre mi rimprovero,ma cerco di perdonarmi sempre.Ma questa è solo la mia storia.Ti auguro di cuore di stare presto bene.Non pensare a lui,ripensa a te.Lo meriti.M.
Grazie Marzia! E’ piacere leggere di te, delle tue scelte consapevoli, del tuo essere un fiore in fioritura, del tuo saperti perdonare e amare. Hai già 30 anni? Tesoro, sei giovanissima!!!!! Conosco persone che hanno ricominciato dopo i 50 anni. La vita sono certa ha pronto per te un bellissimo futuro, ricco anche di amore reciproco. Proprio perchè lo sai aspettare e non hai bruciato la tua opportunità di crescita, perchè ti sei assunta le tue responsabilità della tua storia. Perché sai che le difficoltà si possono affrontare, senza rimanere annichiliti. Perché sai che la nostra forza interiore con la quale affrontiamo le avversità, poggia sulla nostra serenità.
Il confronto con te mi è di grande aiuto, anche se ogni storia è a se e le differenze anche anagrafiche tra noi sono notevoli (ho 43 anni). La storia con mio marito era il mio progetto di vita, adesso sono come svuotata anche se in progress. In realtà, ci siamo riavvicinati ma…… a volte lo guardo ed è come un estraneo per me. Abbiamo deciso di abitare ancora in case separate e intanto di ri-frequetarci (parecchio devo dire), per capire se abbiamo spazio di ricostruzione, per ritrovarci migliori insieme o separati. E’ una scommessa rischiosa, sopratutto per me dato che so che con l’altra continua a vedersi per necessità comuni. Ma ho anche fiducia in lui e so che mi dice la verità. Io lo sento.
La difficoltà ora è ritrovare la mia serenità per lasciare spazio a questa nuova evoluzione, qualunque sia. Senza bruciare nulla ma senza neppure aggrapparsi a qualcosa che deve essere lasciato andare. Per te è ancora tutto da venire e sono certa che avrai molte soddisfazioni. Un grande, grande abbraccio ad una magnifica trentenne (l’età della vera bellezza, anche se pure a 40 e oltre……!). Buona vita.
Cara Monic6,
le tue parole emozionano.
Ti lascio la mia email nel caso ti faccia piacere scriverci e condividere ancora pensieri, esperienze, sensazioni. Io ne sarei ben contenta 🙂
marziavaccaro@hotmail.com
In caso contrario, ti saluto affettuosamente con un grande incoraggiamento a reinventare e rinnovare ma anche a riscoprire. Credo che il perdono e la dignità possano coesistere e che, quando succede, sia meraviglioso ritrovarsi di nuovo insieme. Questo ti auguro, perché sento quanto lo desideri. E’saggio, comunque, concedere di queste seconde opportunità prendendo il proprio tempo, come stai facendo. Goditi ogni attimo di questo riavvicinamento, vivine la leggerezza e la spontaneità, fatti corteggiare, ridi, gioca. Riscopriti divertita e divertente. Ti immagino radiosa mentre sorridi.
Un abbraccio, Marzia
Eccomi di nuovo qui, e’ passato un anno dalla fine della mia storia. Ho quasi 35 anni e
non ti nascondo che ho paura di restare sola, di non poter più avere dei figli, di non
trovare un compagno di vita. Per il resto ho attraversato varie fasi senza mai affrontare
quella dell’autodistruzione. Al contrario ho cercato da subito di curarmi e mi sono sentita
dire “Sei rinata, stai benissimo, devi ringraziarlo per averti lasciata…” stendiamo un velo
pietoso, in compenso però il fisico ha accusato lo stress generando una serie di disturbi
di cui prima non soffrivo!
Sono partita dalla cura di me stessa e sono arrivata alla conclusione che la mia vita era
sbagliata. Come tu dici avevo fatto l’errore di affidargli la responsabilità della mia felicità
e della mia esistenza, della quale, negli ultimi anni, non ero affatto contenta. E questa
mia insoddisfazione mi ha in parte spinta a chiedergli con insistenza una famiglia, dei
figli, come via d’uscita, come se in questo nuovo ruolo di madre e moglie potessi
finalmente sentirmi appagata accantonando tutta una serie di problematiche che non
avevo la forza di affrontare (lavoro, casa etc). Così piano piano sto imparando a volermi
bene ed ora ho capito che devo riprendere in mano le redini della mia vita. Questo
significa un enorme sforzo, significa essere sempre presenti a se stessi. Sono solo
all’inizio. Continuo a sentirmi sola, ma sai cosa m’ha fatto aprire gli occhi? Un libro e la
domanda che mi sono posta: ma io vorrei al mio fianco una persona con delle questioni
irrisolte come le mie? la risposta è stata no! Costa fatica mettere mano a queste
situazioni ed io non ho ancora iniziato ad agire, però ho la consapevolezza di voler
essere una persona migliore.
Un’altra cosa: non mi è rimasto nessun bel ricordo della nostra storia, possibile? L’ho
sognato (da un pò non più) e sempre in termini negativi. Il mio cervello m’ha protetta dal
dolore e dalla sofferenza? oppure il mio non era più amore? Vorrei riavere indietro
almeno gli ultimi tre anni della mia vita passata con lui… dopo i 30 ogni anno speso a
non perdere tempo con la persona sbagliata è un anno preziosissimo. Solo ora me ne
rendo conto, prima ho lasciato passare le settimane, i mesi, gli anni nella sua confusione
e indecisione. Non sono stata presente a me stessa ed ora ne pago le conseguenze.
Marzia tienimi aggiornata sul tuo percorso di rinascita in cui mi riconosco molto, sei una
ragazza molto intelligente e più matura dei tuoi 30 anni.
Ti abbraccio
Aho, ci fosse mai una donna che sta insieme non per risolvere i suoi problemi ma per amore.