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Cosa succede quando si è arrivati a “metà strada” ?

di Tao

A dieci anni l’avvenire si presenta come un mondo sconfinato, in cui possono accadere tutte le storie immaginabili, tanto lo spazio è disponibile.
A vent’anni l’uomo si è già incamminato ma farebbe benissimo in tempo a cambiare strada dieci volte. Dinanzi a sé egli intravede una successione praticamente senza fine di occasioni, di amori, di viaggi, di avventure. Che paesaggi meravigliosi lo aspettano appena dietro l’orizzonte!
A trenta, questi paesaggi sono già visibili. Meno fantastici, meno radiosi, meno accoglienti di quanto si era immaginato, però sempre belli e interessanti. E l’uomo ancora pensa: nella peggiore delle ipotesi, domani posso ricominciare da capo. Le occasioni disponibili, le donne da amare, le imprese da tentare sono ancora moltissime, tuttavia un po’ meno di una volta.
A quaranta, lo spazio che si stende davanti all’improvviso si accorcia, si restringe. Quello che è stato è stato, ricominciare non è più possibile. Lungo la strada che rimane l’occhio cerca; e ancora crede di distinguere luci, città, foreste, giardini, dove si potrebbe essere felici; però non è sicuro, forse è soltanto un’illusione. E questo sentimento arido e amaro è il primo segno della vecchiaia che rapidamente si avvicina.
A cinquanta….

——————————————————————

Qui sopra ho riportato un frammento di uno scrittore, e nelle sue parole mi ci sono riscontrato pienamente.
Erano le stesse parole che andavo ricercando dentro di me e non è un caso che le abbia in qualche maniera ritrovate, se pur dette prima da qualcun altro, evidentemente è pure il segno che sia un passaggio “obbligatorio”
e finalmente l’ho capito.

Ho capito che stava succedendo anche a me, pero non me ne rendevo effettivamente conto, qualcosa che non mi faceva pure sentire sereno come volevo c’era senza capire ancora bene il motivo, ed ora credo finalmente di averlo realizzato, che forse si potrebbe definire un po’ semplicemente, come “crisi di mezza età” (ne ho 45).
E’ come cambiare pelle, e come ovvio questo all’inizio fa un po’ male, dopodiché in un certo senso si è un altra persona, non diversa ma lo sguardo alle cose si ribalta completamente e la vita pare assumere un senso che prima non poteva avere.

Non so se nel frattempo subentri pure un senso di “rassegnazione”, forse questa l’avrei appunto provata fino a poco fa, ora pero attraverso questa nuova consapevolezza quella che a me sembrava rassegnazione si è trasformata in qualcosa come.. ”Non ho più nulla da perdere, ed è estremamente liberatorio! ”

Chi di voi nella mia stessa età, o pressapoco, ha avuto momenti simili?.. e perché no, anche molto diversi?
Come avete vissuto questo passaggio?
O in generale mi piacerebbe leggere cosa ne pensate, le vostre sensazioni, e tutto quello che vi va di dire sull’argomento, la vostra personale esperienza.

Lettera pubblicata il 15 Giugno 2015. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    xleby -

    Metà strada?! Ma no, sei già a tre quarti…! se conti che puoi sperare di vivere oltre i 70… (a 80 diciamocelo in faccia, è difficile) diciamo che la crisi di mezza età dovebbe arrivare a 37,5/38 anni…! A 100 non ci arriva nessuno! (Pochissimi). La tua è una crisi e basta.Piuttosto il tuo stato d’animo mi sembra un po’questo:

    “Il mio sogno è nutrito d’abbandono,
    di rimpianto. Non amo che le rose
    che non colsi. Non amo che le cose
    che potevano essere e non sono
    state… Vedo la case, ecco le rose
    del bel giardino di vent’anni or sono!”

    C’è il lato positivo… fino all’ottocento si moriva a 40!…

  2. 2
    Rossella -

    Dipende dai punti di vista. Molti uomini preferiscono la compagnia di giovani donne perché le loro coetanee hanno vissuto con un altro stile. Per l’uomo la realizzazione professionale ha un valore diverso; la donna giovane nel lavoro cerca innanzitutto l’indipendenza. L’uomo dal canto suo sta gettando le basi per dare un futuro alla sua famiglia. Un uomo realizzato non mi spaventa perché è come se avesse lavorato per la serenità della nostra famiglia. Ci sono tante ragazze che pur lavorando scelgono di tenersi alla larga dalla mondanità perché così facendo saranno libere di fare la volontà del Signore. Pensa che delle mie conoscenti si sono sposate dopo la morte dei genitori con dei loro coetanei. Questo per dire che gli uomini non cercano ragazze giovani. Nel nostro paese il matrimonio è sentito come un sacramento e quindi tanto gli uomini quanto le donne cercano di costruire su un cuore immacolato. Certo: siamo anche un paese in cui lo scandalo è di casa. Nessuno può negarlo. Ma penso che tanti si nascondano dietro ad un dito.

  3. 3
    Tao -

    xleby sei piuttosto banale
    qui non e’ una questione matematica di cifre,proporzioni e calcoli

  4. 4
    nevealsole -

    Caro Tao, io sono ancora nella fascia dai venti a trenta, più verso i venti.. E quello che posso dire è che avere tante possibilità davanti a sé può anche mettere in crisi, è dura spiccare il volo quando si vive in una famiglia di risentimenti.. Magari vorresti una vita diversa, ma questa è vista come una ribellione e non come un’autoaffermazione. Magari hai mille possibilità anche economiche, ma tanta solitudine dietro l’angolo e allora è inutile guardare fuori se questo vuol dire ritrovarsi ancora più soli. Soffro nel dirlo ma, pur essendo una brava ragazza, sono molto immatura quando ci sono da prendere delle scelte. Sono quella che ha il pane ma non i denti.. Forse poca autostima e poco coraggio. Ma non credo che i vent’anni siano l’età più bella, e alcuni adulti me lo hanno confermato.

  5. 5
    xleby -

    È vero sono banalissimo. Quante volte abbiamo detto se non avessi preso quel treno non avrei incontrato la donna della mia vita… ecc.ecc. C’è pure gente a cui non succederà mai una tale fortuna!! Tao non farti troppi rimpianti. Godi di quello che hai. Non poteva andare diversamente.

  6. 6
    Tao -

    @ nevealsole

    Be’ sicuramente ogni eta’ ha il suo dritto e rovescio della medaglia,come tutto del resto,quello che pero cambia e’ la prospettiva e alla tua eta non ci si fa molto caso.
    ad essere sinceri credo di capire almeno un po quando parli di solitudine,se forse più in generale ti riferisci al fatto che la tua generazione sarebbe appunto più soggetta e secondo me perché ce’ troppo egoismo,troppo materialismo,e in pratica contano solo le apparenze..ovvio che poi ci si sente soli e non basta avere 10000 “amici” su facebook.
    quello che ti posso dire e’ di crearti almeno una nicchia dove puoi ritrovare persone che desiderano come te,farsi conoscere per quello che sono e in realtà la cosa ridicola e paradossale e’ che tutti più o meno vogliono la stessa cosa,soltanto succede che “vince” il modo e il modello di rappresentarsi esterno,che e’ INDOTTO da una società appunto consumista e superficiale,in pratica tutti hanno una bella maschera e nessuno trova il coraggio di levarsela di dosso,perché corre il rischio di essere emarginato…come se poi ritrovarsi “insieme” con tutti che indossano una maschera non significa sentirsi emarginati lo stesso,anzi molto peggio,perché si e’ veramente co......,a prendersi per il culo in quel modo!
    altra cosa mi sembra che riguarderebbe la tua famiglia,dove mi sembra di capire che anche li conterebbero più le forme che la sostanza,una classica famiglia dai valori conformisti e borghesi.
    Tu punta sulla tua libertà,che pero non significa andare per forza controcorrente,o “ribellarti” perché anche quello diventerebbe un conformarsi sugli stessi criteri,alla rovescia ma rimarresti sempre ingabbiata dentro.
    Liberta e’ autoaffermazione di cio che hai in te stessa,te lo devi cercare da te,non devi seguire nessun modello e a maggior ragione nel solito calderone familiare…se hai le possibilita ti consiglio di fare un esperienza all’estero,staccati ora,che più passa il tempo e più diventa difficile

  7. 7
    rossana -

    Tao,
    sono quasi a fine corsa, laddove si vive più dei ricordi di ieri che di prospettive per il domani. nonostante un grande dolore che mi porto dentro e che quasi certamente non avrà mai fine, sono molto serena, lietissima della libertà e del tempo che mi sono conquistata con decenni di duro lavoro e di sacrifici.

    il mio punto di forza nel guardare alla vita che ho alle spalle è quello di non rimpiangere nulla, anche perché ben poco mi ero prefissa, e il poco messo in cantiere è stato più che realizzato. nessuna delle mie scelte è stata imposta: tutte avevano un loro scopo e hanno avuto il loro compenso.

    non faccio bilanci fra quello che ho dato e quello che ho avuto perché il dare è sempre stato spontaneo, quasi sempre senza attendermi niente in cambio. ho comunque avuto moltissimo, molto più di quanto potessi sperare.

    la gioia e la serenità sono davvero nelle piccole cose e nei piccoli sogni, anche se questi non dovessero aver modo di concretizzarsi. mai avuto vere e proprie crisi: soltanto anni di transizione intrisi di sofferenza, che hanno accresciuto soprattutto la consapevolezza di me stessa e del mondo che mi circonda. quindi, anni più che fecondi, anche quelli!

    se non ci si attende troppo, si finisce con il ricevere abbastanza…

  8. 8
    Tao -

    @xleby

    Chiaro e’ cosi
    Penso pure che e’ un passaggio inevitabile e in quel momento senti come se stai cambiando pelle,quindi per come la vedo io non e’ solamente questione di nostalgia,e’ che devi renderti consapevole di essere una “nuova persona”,il che di per se non e’ affatto negativo,come dicevo nel post e’ liberatorio.

    Grazie ciao

  9. 9
    biancabianca -

    Ciao..se vuoi leggi la lad ‘il successo nella culla’…il tema nelle sue varie sfumature non differisce dal tuo.
    Per crescere si devono avere delle consapevolezze ma poi le stesse spesso ci bloccano o ci destabilizzano.
    Ho un amico di 48 anni che non ha mai lavorato seriamente, ma non consapevolizzera mai, gli basta avere,farsi mantenere dalla sua donna con lavoro fisso e casa, avere il suo pacchetto di sigarette giornaliero, le sue scappatelle regolari e la vita se la gode cosi. Per me non é edificante, lui non pensa ma sono certa e lo dice lui pure, non fa bilanci ed é contento cosí. A che serve elaborare e domandarsi se poi ci si sente smarriti? Non ho e cerco la risposta ma vi aggiungo un’altra domanda..se ti arrivano le consapevolezze di cui sopra mica puoi cancellarle, e allora? Io vorrei essere contenta di, vorrei come dice rossana non aver avuto troppe aspettative o mete prefissate lontane, ma se la vita me le ha portate, come si fa a non sentirsi in crisi? Mai crearsi problemi inesistenti ma se arrivano, si deve cercare una soluzione. E se non la si trovasse mai?

  10. 10
    rossana -

    Biancabianca,
    “vorrei come dice rossana non aver avuto troppe aspettative o mete prefissate lontane, ma se la vita me le ha portate, come si fa a non sentirsi in crisi? Mai crearsi problemi inesistenti ma se arrivano, si deve cercare una soluzione. E se non la si trovasse mai?”

    hai ragione: se la vita ti ha portato certe consapevolezze, che ti mettono al riparo dai rimorsi, non puoi che prenderne atto e cercare di “smazzarle” meglio che puoi.

    se fossi in te, comincerei a chiedermi da dove sono venute queste aspettative, che ora rendono arduo e doloroso il loro confronto con le potenzialità della realtà. forse dalla famiglia, fin dall’infanzia? forse come un debito che ti senti tenuta a saldare, per la gratificazione di uno o di entrambi i genitori? oppure da una costruzione che sei stata tu a crearti per compensarti, inconsciamente, di qualcosa che immagini ti sia stato sottratto, ledendo tutti i tuoi legittimi diritti in merito?

    nel mio caso credo di essere stata favorita da un’indole genetica molto aperta e da una crescita in famiglia quasi allo stato brado, avendo quindi avuto piena libertà di diventare quello che meglio mi riusciva, pagandone ovviamente tutti i prezzi (alcuni anche MOLTO pesanti). tu, come sei cresciuta? ti è stato insegnato ad amare almeno in uno dei tanti modi possibili?

    poi, nel tuo caso, entra forse in gioco anche l’intelligenza, che a certi livelli può diventare una maledizione. percepire chiaramente il prossimo, pretendendo quanto si ritiene giusto, magari in termini eccessivi, e prevedere istintivamente gli eventuali sviluppi futuri di un qualsivoglia rapporto è privilegio di pochi ma, nel contempo, è anche un freno al lasciarsi andare. e, se non si ha questo coraggio, che a volte è pure deleterio, non si potrà mai ambire a una possibile fusione di coppia, anche soltanto temporanea (non tutti possono condividere un sentimento in modo equivalente per entrambi, unica prerogativa che consente d’ipotizzare una lunga durata dello stesso).

    tieni presente anche l’ambito in cui vivi. certe persone, per potersi esprimere pienamente e averne i dovuti ritorni, dovrebbero essere immerse in ambienti di livello culturalmente e intellettualmente superiore.

    il temperamento, unito ai fattori ambientali e accidentali, contribuiscono a delineare un’esistenza, che difficilmente manterrà un equilibrio ottimale. a fine corsa, per alcuni prevarranno i rimorsi; per altri i rimpianti, a seconda di come si è riusciti nel complesso a destreggiarsi.

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