Ciao ho 43 anni. il 22 novembre 2009 ho perso mia madre. Gli ultimi 10 anni della sua vita li ho dedicati tutti a lei. Ospedali…dottori cure…c ero io. Lei voleva me. 2 gennaio 2009 l’ennesima crisi respiratoria. il ricovero la rianimazione la respirazione artificiale. qualcosa va storto…lei esce ma non e più lei. io divento la mamma lei la figlia. Giorno e notte. Ho cercato di fate il possibile per lei. Il 21 novembre 2009 i dottori ci mettono davanti ad una scelta. farla andare serenamente o accanimento terapeutico. Se ne è andata il giorno dopo. Le ho tenuto la mano fino alla fine. E li per me è iniziato il dolore più profondo. l’inferno. La mia mamna non c era più. A volte mi chiedo dove ho trovato la forza. io che in quel momento volevo morire con lei. sono quasi 7 anni. E il dolore non si placa. anzi tutti i giorni aumenta. E una mancanza costante. Un dolore che lacera l’anima. Anche perché un anno fa ho perso anche il mio compagno. Lui che mi aiutava a sopportare un po’ di più la sua perdita. ora mi chiedo cosa ci faccio io qui? Per chi è per cosa devo lottare? Purtroppo non riesco a sentirla vicina. non la sogno. non la vedo. Vedo solo un grande buco nero dove vorrei sparire x sempre. Mi fa paura tutto questo… Non so fino a quando riuscirò a combattete.. sento che sto cedendo.
Cosa ci faccio io qui? Per chi e per cosa devo lottare?
di
Mary72
Lettera pubblicata il 2 Giugno 2016. L'autore, Mary72, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
La lettera ha ricevuto finora 13 commenti
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Io penso che non dovresti opporti a questo stato d’animo perché ti sta preparando a recuperare il senso delle responsabilità. Secondo la tradizione la famiglia che sta vivendo un lutto dovrebbe sospendere le attività per sette giorni e indossare qualcosa di nero fino al trigesimo della scomparsa, o giù di lì. Più che altro si tratta di una simbologia che serve ad accompagnare la ripresa delle attività. Nei decenni queste tradizioni hanno avuto una loro evoluzione… nel senso che un tempo l’uomo appuntava un bottone nero vicino alla giacca e la donna continuava a vestirsi di nero per dichiarare il suo stato di vedovanza. Ma parliamo di tantissimi anni fa… quando sono nata io il nero rappresentava l’io e il tempo dell’introspezione. Per quanto mi riguarda preferisco vivere questo tempo alla luce della fede perché ritengo che sia necessario contenerlo per rianimarsi e recuperare la forza di volontà necessaria ad andare avanti. Mi raccomando: non ti scoraggiare! Un caro saluto 🙂
Hai 43 anni, ma hai cominciato a 26 anni a doverti occupare di tua madre, così dici. Eri molto giovane e hai sicuramente sacrificato te stessa, le tue aspirazioni e i tuoi bisogni per aiutare tua madre, cosa che comunque volevi fare, ti comprendo nella tua scelta.
Il problema è tutto qui, il buco nero che provi è perché sei stata completamente assorbita da tua madre e la sua situazione. Dovresti provare a ritrovare te stessa, fare qualcosa per te, vivere per te e non solo per gli altri. Hai perso anche il tuo compagno in tutta questa situazione e tutto è diventato ancora più pesante per te. Ti capisco, ma per aiutarti a superare i lutti prova a parlarne con uno psicologo. E una volta fatto questo, dedicati a ricostruire te stessa, tua madre sarebbe felice di vederti riprendere a vivere un po’ alla volta. Se hai delle amicizie richiamale, riprendile, esci, distraiti, vai dal parrucchiere, cerca un lavoro, iscriviti a un corso di studi. Sono alcune delle cose che potresti fare, una volta che riesci a riprenderti un po’ e ad accettare il destino che purtroppo ha voluto questi due gravi lutti per te. Ce la puoi fare, la forza ce l’hai, l’hai dimostrata occupandoti di tua madre per tanti anni. Ora occupati di te. Ora tocca a te. Vivi e lotta per te stessa questa volta. Un abbraccio!
Penso che durante tutti gli anni passati a prenderti cura di tua madre, tu ti sia dimenticata di prenderti cura di te e della tua vita, non ci sei stata per te stessa per cui ora ti manca una sorta di scopo.
E` dura, ma dovresti cercare di riscoprire te stessa e le cose belle della vita, a piccoli passi..
Mi spiace Mary,
mi sento impreparato a risponderti di fronte a quanto accaduto. La vita è ingiusta, e spesso ci mette davanti a delle prove davvero insopportabili. Vorrei poter avere parole che riuscissero a farti sollevare dalla tua disperazione e darti quel minimo di conforto che serva per tirare avanti in un mondo dove il dolore sembra sempre avere la meglio. Lotta per te stessa, e cerca di trovare la forza nelle persone che ti vogliono bene e nella fede se ti è possibile; vivi come se questo fosse solo un distacco momentaneo, pensa che adesso lei non soffre più, che non hai nulla da rimproverarti perchè da brava figlia hai fatto tutto ciò che ti era umanamente possibile. Non scoraggiarti, anche se comprendo la difficolta in cui versa il tuo stato d’animo. Sii forte e cerca di trovare in qualche modo le risposte e la giusta carica positiva dentro di te.
Il 22 giugno 2012 ho dovuto prendete la decisione più assurda e tragica della mia vita. Decidere come dovesse “morire” la donna che mi aveva dato la vita. Mi sono trovato fronte alla scelta che si imponeva di sottoporla alla dialisi che si prospettava a causa di un tumore alle vie biliari che aveva compromesso le reni, aumentando altre sofferenze senza speranza che si sommavano a quelle già in atto, o lasciarla andare. Si può immaginare una responsabilità più atroce per un figlio?
Per una coincidenza “fortunata” era presente un anestesista che aveva preso a cuore il caso di mia madre, restando colpito anche dalla dedizione della sua badante, che poi divenne quella di sua madre dopo che la mia morì serenamente con l’aiuto di una sedazione adeguata che questo dottore riuscì a dare alla mamma, ma che tuttavia aveva compreso il momento e la mia scelta dal mio sguardo, facendomelo capire con gli occhi. Gli stessi occhi che mi ha “regalato” alla nascita e che rivedo ogni volta che mi guardo allo specchio.
Noi accompagnamo le persone che amiamo veramente, nella vita come nella morte, prima da genitori e poi da figli, ma ogni volta che ci lascia per sempre una persona che abbiamo amato ritroviamo in noi stessi quello a cui abbiamo dovuto rinunciare dell’altro.
x mary
le lunghe vite in simbiosi, nella gioia o nella sofferenza, rappresentano un serio pericolo per chi sopravvive, che a volte muore poco dopo, come se gli venisse a mancare ossigeno vitale.
ci si spoglia di sé per fondersi con l’altro, con tutti i contraccolpi che questo comporta.
sei stata forte, hai amato nel senso più elevato della parola ed ora ti senti svuotata, inutile. devi tornare a farti forza e a pensarti come entità singola, che ha tutti i diritti di vivere per se. anche solo semplicemente di riprendere a poco a poco ad esistere.
le persone amate non ci lasciano mai. le più care sono sempre presenti nel ricordo e nel cuore.
Ho letto tutte le vostre lettere.dentro di me so che avete ragione. Ho sempre vissuto per qualcuno mettendo a parte me stessa. Ma per mia madre lo rifarei altre mille volte. E stata una mia scelta quella di occuparmi di lei a tempo pieno. Ma le rinuncie non mi sono mai pesate.avevo lei.ormai vado avanti a medicine. È che lei mi manca tutti tutti i giorni.a volte mi viene ancora da dire quando so qualcosa…ora lo dico a mamma.per poi rendermi conto che lei nn c’è più. E sto male.io invidio chi dice di sentire la presenza di chi nn c’è più… Un’odore..io tutto questo nn lo sento. Nn la sento vicino a me..riesco a sognarla molto molto raramente.e invece ne avrei cosi bisogno.tutti i giorni vado al cimitero.da sola. A volte parlo..a volte sto in silenzio. Da quando poi ho perso il mio compagno… Sono in un buio totale. Ho delle sorelle con le loro famiglie. Ma nn mi capiscono. Continuano a dire che il tempo lenisce tutti i dolori.forse per loro.non per me. Forse l unica cosa che mi tiene ancora qua e mio padre. Ma poi? Nn riesco più ad uscire. Mi da fastidio la confusione…la gente. Qualcuno mi ha detto che il dolore mi ha cambiato.. Ed è vero. Non trovo più sollievo in niente. Maschero il mio dolore dietro ad un falso sorriso.perche sono stanca di sentirmi dire che ormai è passato tanto tempo. Odio chi mi dice che è il normale corso della vita. Che la vita continua.. Ma per continuare deve esserci uno scopo… Qualcosa che io nn ho più. Ormai dormo pochissimo…e il mio cuscino ormai è pieno di lacrime.che scendono da sole appena mi corico.
Golem mi hai fatto quasi piangere leggendo il tuo commento, non sono riuscita a leggere gli altri. Ti stimo molto, anche senza conoscerti, e hai tutto il mio rispetto.
Mary….vai a leggere il forum qui “ho perso la mia mammma”.. Forse troverai delle risposte..leggi
GLI ULTIMI 30 COMMENTI..INIZIANDO DALLA FINE..
vai a leggerli,..tornando indietro….
Un abbraccio…
Ciao Kylie.