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Lettera pubblicata il 15 Dicembre 2008. L'autore, tabatha2, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ciao Anto62! sei tanto caro, come al solito :).
un abbraccio speciale anche a te e al tuo giovanotto. chissà se quando tutti toccheremo con i piedi a terra l’avremo mangiata quella famosa pizza!!
grazie di cuore per i vostri meravigliosi consigli e per le spiegazioni!! Mi chiedo come mai io meriti cosi tanto la vostra attenzione e il vostro aiuto!
Prima di partire, avevo gia pianificato quali sarebbero stati i week end da trascorrere in Italia..ma ora..rimando sempre e penso di tornare 10 giorni in aprile, per il periodo pasquale..Si, e importante che io continui cosi ma e altrettanto importante che lui non si metta piu in contatto con me perche in questo non mi sento cosi forte da non leggere i suoi messaggi..
riguardo al link..leggendo quelle storie mi ci sono ritrovata molto per certi aspetti..solo che quelle donne riconducevano una spiegazione alla loro infanzia e sapevano da dove partiva tutto quanto. Io no..tutto qui..Io non lo so. Ma ho anch io una bassa autostima..ho timore di ferire gli altri..mi sento sempre in piu..non voglio dare fastidio..e talvolta mangio cosi tanto cioccolato per sentirmi meglio con me stessa…Posso solo dire che sono sempre stata troppo timida e chiusa anche per dire a mia madre che in realta quello che aveva cucinato non mi piaceva..tutt oggi mi capita di arrossire per un nonnulla..e quando mi succede mi sento cosi imbranata e stupida…da adolescente era cosi frequente questo fenomeno che a volte rinunciavo ad uscire di casa..Forse si tratta di dna?? E puo questo far si che da grandi si sviluppi una dipendenza affettiva? In effetti, anch io sentivo spesso un vuoto interiore, ecco perche tornavo da lui anche dopo aver ricevuto delle sberle..non riuscivo a resistere da sola..nella mia camera..il mio cuore era sempre alterato e non dormivo ne mangiavo..andavo da lui…(quando in realta dopo delle sberle sarebbe dovuto venire lui..)..mi “inginocchiavo” e lo imploravo di tornare e ricominciare e lui faceva il sostenuto..diceva che era colpa mia..che se non avessi detto o fatto…non avrebbe alzato un dito..ragionamenti sbagliati ma che accettavo pur di tornare a quell apparenza di normalita e a sentire di nuovo il mio cuore leggero..
Anto: mi ha fatto molto piacere che tu sia passato di qua 🙂 per la persona che sei, per quello che sai e per la sensibilità con cui puoi leggere e commentare l’argomento di cui si chiacchiera qui 🙂
Tabatha: @Mi chiedo come mai io meriti cosi tanto la vostra attenzione e il vostro aiuto!
ti chiedi questo? in mezzo a tante domande pure questa? ecco, guarda che bello, ora prendiamo un bel foglietto simbolico e questa la depenniamo subito subito, perché non ha proprio ragione d’essere, ok? 🙂 🙂 🙂 🙂
in questo momento ci siamo scelti e va bene così. Non è bello?
E se un giorno ci saluteremo non sarà perché qualcuno avrà smesso di meritare qualcuno, reciprocamente.
dunque, tra le domande: fuori una!!! 😀
e già si è un po’ più leggeri 🙂 🙂
Passando al resto, e sperando di non sbagliare, ti dico come sempre di “panza” quello che mi viene…
dici:
@leggendo quelle storie mi ci sono ritrovata molto per certi aspetti..solo che quelle donne riconducevano una spiegazione alla loro infanzia e sapevano da dove partiva tutto quanto. Io no..tutto qui..Io non lo so.
lo sapevano? può darsi. Per alcune può darsi, perché ci sono eventi a volte così eclatanti che una effettivamente può saperlo. Ma molto spesso coloro che sanno ti dicono cosa hanno scoperto più avanti, non nel punto in cui adesso ti trovi tu.
Adesso è anche piuttosto naturale che tu abbia la sensazione di non saperlo.
Com’è naturale che tu leggendo quelle storie abbia cercato delle analogie, e che tu abbia cercato delle “spiegazioni” a monte, scandagliandoti. Tra le varie ragioni c’è, magari, anche questa (dico magari): se trovo dove sta la partenza magari capisco tutto.
In realtà tutti noi, però, ci siamo “costruiti” nel tempo passando attraverso varie esperienze, e quelle esperienze non importa che siano state eclatanti oppure no.
Siamo quello che siamo. E molto molto più di ciò che crediamo. Banale?
Il senso è che siamo talmente costruiti di tante cose che cercare una ragione univoca di quello che siamo ha molto molto molto meno senso, fidati, di capire come funzioniamo. E potremmo funzionare.
Ci sono eventi che per noi rivestono un’importanza particolare, anche belli, intendo, ma lo sono per la valenza emotiva che hanno avuto per noi.
Per te, per esempio, la camminata nella neve dell’altro giorno, che descrivevi, con la sensazione che ti dava, è stato un momento importante, credo.
Così l’ho percepito io quando l’ho letto.
Voglio dire che il valore delle esperienze, delle cose che ci colpiscono di più o di meno sta dentro di noi, non in una scala prestampata.
Ovvio, ma neppure tanto.
Quello che voglio comunicarti è che la cosa importante, ora, è che tu abbia individuato il fatto che certe sensazioni che provavi non sono una cosa aliena, che hai inventato tu, ma cose di questo mondo.
Sapere di avere l’influenza è un’altra cosa rispetto a chiedersi, per tutto il giorno, perché si sente caldo, si ha male alle ossa, si suda come un caprone, si ha il naso che gocciola… esempio un po’ scemo, concordo: si capisce cosa intendo dire?
@Forse si tratta di dna?? E puo questo far si che da grandi si sviluppi una dipendenza affettiva?
A questa domanda ti rispondo così, come posso:
le persone che hanno avuto relazioni non sane, che hanno avuto problemi di dipendenza affettiva, che hanno subito molestie fisiche e morali quando parlano tra loro si capiscono, spesso anche senza bisogno di dirsi grandi cose.
Sono spesso persone molto diverse, c’è chi ha un passato da timido, chi da campione della squadra della scuola, chi si chiudeva in casa da adolescente e chi non si perdeva una festa (vado volutamente tra degli estremi, per farti capire, ma ovviamente ci sono mille e mille sfumature in mezzo), chi si sentiva l’ultimo della fila e chi era un leader, chi ha avuto venti storie brutte di fila, chi ne ha avuta una sola, orribile, in mezzo ad altre sane, chi ne ha avuta una sola, per anni ed anni e ad un certo punto si è sentito crollare il mondo in testa…
e il fatto che provengano da luoghi diverse, da esperienze infantili diverse, da dna diversi, non importa. Non importa perché è vero che ci sono tratti comuni nel passato di ciascuno, magari, ma i tratti comuni sono spesso e soprattutto: siamo stati male, ma non in grado di capire quanto, non siamo stati felici ma abbiamo pensato che esisteva un’infelicità ben peggiore, non siamo stati soddisfatti della vita che vivevamo, ma abbiamo avuto paura di essere abbandonati, ci siamo sentiti in colpa anche quando erano gli altri a farci male, abbiamo avuto la sensazione di non saperci difendere e che le nostre azioni, però, potessero fare un enorme male agli altri, anche quando erano piccole… ci siamo resi conto, quando qualcuno ci faceva male, che avrebbe dovuto chiederci scusa, ma il fatto che non ci chiedesse scusa era così insopportabile, ci faceva sentire così sbagliati anche quando sapevamo di essere nel giusto (ma ci sentivamo soli in quel “giusto”) che ci sentivamo spinti a perdonare, comunque, e a chiedere quello che non arrivava…
avevamo sempre la sensazione che toccasse a noi riparare, sopportare, cambiare…
quello che sta dietro, se ce n’è bisogno, quello che non funziona, non ha funzionato nel meccanismo di difesa, di consapevolezza, cara Tabatha, secondo me (e ripeto, secondo me, perché questa è la mia esperienza) si scopre strada facendo. Arriva a poco a poco mentre stai guarendo, non è un’illuminazione che devi cercare per guarire.
Lo so, forse quello che sto cercando di dire non si capisce.
La consapevolezza è un qualcosa che si raggiunge lungo il cammino, quando ci si è messi sulla strada giusta, quella della “guarigione”. allora i tasselli, uno ad uno, sembrano andare finalmente a posto.
Si comincia dal presente e poi si va indietro, Tabatha, semmai. Non si comincia indietro.
Ma la verità è che, secondo me, se tu andassi da chi può aiutarti sul serio, da chi ha studiato per questo, tutto ciò ti sembrerebbe più chiaro. Ti darebbe una bussola per orientarti 🙂
..infatti cara Luna io ho raccontato la storia con quel ragazzo di Roma per farti capire che..piu o meno ho ripetuto gli stessi sbagli..mi sono fatta male da sola in quanto potevo avere il controllo della mia vita ponendo la parola fine alla relazione, senza aspettare e trascinare.. Dopo circa una anno dalla fine di quella storia (se non mi avesse lasciata lui..chissa), ho iniziato a capire quanto fossi stata determinata a perseguire un progetto che in realta non c era..volevo credere che ci fosse..ma non c era un bel niente..Ho iniziato a riprendermi e mi sono detta piu volte “mai piu lascero me stessa e i miei bisogni per un uomo..mai piu!!!” E invece..anche se avevo capito..ci sono ricascata..e ora..chi me lo fa fare a ricominciare?? L amore? Dicevo..meglio di no..e come prendere una malattia..eppure quando capita ci sei dentro e il tuo io non e piu integro..e aggrovigliato a quello dell altro..
TINA: …niente, avevo voglia di mandarti un abbraccio 🙂 🙂 🙂
L’amore non è una malattia. E’ la cura, una medicina!
Da iniziare a prendere in piccole dosi…
Aumentandole di giorno in giorno… 😉
Abbraxx!
Tabatha: appunto, cara, ed è questo di cui parliamo, no? del fatto che si può fare qualcosa perché non si debba pensare più all’amore come qualcosa di cui pensare “meglio di no..e come prendere una malattia”.
Perché no, l’amore non è una malattia 🙂
Tu sei molto intelligente, e anche “presente” nel sentire cose come “eppure quando capita ci sei dentro e il tuo io non e piu integro..e aggrovigliato a quello dell altro…” e “mi sono fatta male da sola in quanto potevo avere il controllo (non è più bello dire: “essere al volante”? :), ndr) della mia vita ponendo la parola fine alla relazione, senza aspettare e trascinare”.
Adesso però puoi fare qualcosa perché tu non debba più sentirti così 🙂
e a questo puoi guardare con fiducia, Tabatha 🙂
non con paura.
Anto: trikketrakke tocca verde 😉
(o come si usa dalle tue parti quando si dice una cosa insieme 😉
al quadrato, anzi al cubo (mi permetto di parlare anche per Tina, facendomi una delega da sola… ;P):
l’amore non è una malattia!!! :DDDD