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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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1.662 commenti

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  1. 981
    LUNA -

    analizzarlo, in modo implosivo, perché si ritrova in una specie di girone infernale in cui il dannato si ritrova a dover ripetere sempre ciò che fu la sua colpa.
    Questo tipo di modalità, il fatto di reiterare il passato in un certo modo, di “usarlo” in un certo modo nella comunicazione non è solo un problema di comunicazione. E quando dico ciò io non giudico lei, ma osservo (dagli elementi che ho) questo tipo di modalità. Che mi salta agli occhi, come forse salta agli occhi di Aleba. E nel momento in cui invito FDC a non perdersi nel passato, perché non gli serve, immagino anche per quale dinamica, lui creda di DOVERCI STARE in quel girone infernale in cui rivede certi fotogrammi sessantamila volte.

    Se il marito di Marcella non è stato a crocefiggersi sul passato in una certa maniera e pensando che il punto fosse nel passato forse è anche perché lei gli ha posto la questione sul tempo presente, anche in un potenziale futuro. Perché Marcella non si era cristallizzata nel passato e non lo stava usando, indifferentemente perché, in un certo modo.
    E perché, avendo lei ben chiaro ciò che voleva e a che punto stava la sua emotività rispetto al marito, ha saputo centrare la questione e porgliela in un certo modo.

    Questo il mio pensiero.
    Anche dovuto alla mia esperienza personale. Nella mia esperienza personale il problema non era solo di comunicazione. Da parte mia ci sono stati approcci alla comunicazione tra i più svariati e strategie più svariate. Nessuna è servita a nulla perché dall’altra parte c’era una fissità.
    E la fissità, per quanto pure autolesiva (una fissità di questo tipo non è mai “positiva”), aveva delle ragioni. Come nel caso del compagno di Aleba. Ciò non significa che il compagno di Aleba o il mio siano la stessa cosa o persona, non significa che la moglie di FDC sia la loro sorella gemella.
    Però credo che Marcella e Maximun abbiano centrato di più il punto, perché comunque riportano la questione su un piano emotivo di parità e di reciproca responsabilità e di scelta.
    Fuori dal Coro si è trovato di fronte una cosa più grande di lui, e non solo perché lasciarsi dopo 20 anni fa malissimo. Si è trovato di fronte una cosa più grande di lui anche per una certa modalità in cui è stato trascinato. Sicuramente non si sarebbe dato per vinto in ogni caso, non avrebbe accettato facilmente la fine. Sicuramente c’è la sua parte di “fissità” in uno schema. Ma la sua ossessione legata all’errore passato non è solo frutto del fatto che lei abbia detto di aver smesso di amarlo e si sia allontanata (questo è un allontamento,fisico, morale, emotivo, anche se attraverso la tensione un legame rimane) lo abbia sconvolto. E’ legata anche al modo in cui quell’episodio, insieme ad altri, viene usato da lei. La cosa che lui dovrebbe riuscire a dire è, principalmente, A QUESTO NON CI STO. Perché quel tipo di uso è assolutamente lesivo. E non sta ammettendo, mi pare, aperture, variazioni e repliche in un modo realmente paritario. Anzi.

  2. 982
    Chiara -

    Luna ciao, tu scrivi: “Chiara, non so che dirti. Io non leggo i miei post come li leggi tu.
    Nel senso che a volte mi attribuisci un approccio alla cosa che non ho, e viceversa.
    Comunque sia io non mi sono mai permessa di dirti che sei estenuante. Noto che hai molto bisogno di ribadire che ti stai impegnando molto in questa vicenda. Va bene che vuoi aiutare FDC, e ciò è generoso da parte tua, ma sei consapevole dei tuoi perché per i quali ti stai impegnando a cercare di aiutare FDC? E perché ti poni in un certo modo? Io lo so, di me. Tu lo sai?”.

    A questo punto, scusami, ma mi cascano le braccia. Dico sinceramente, e anche con dispiacere. Può darsi che davvero, in forma scritta intendo, sia troppo difficile spiegarsi, e capirsi. Ora, siccome però ti voglio rispondere (quantomeno per educazione), e siccome non sono qui per fare polemiche, né con altri/e, né tantomeno per te, ti rispondo su questo. Su “estenuante”, se vuoi, se credi, forse potresti rileggere. Hai già letto, ti è sufficiente e io mi sono espressa male, magari? Bene, magari sì, e allora mi spiego, non c’è problema: io intendevo “discussione estenuante”. Se ti ricordi dove l’ho scritto, era dove ti dicevo più o meno: sono certa che tu hai già detto certe cose a FDC, in lunghissimi ragionamenti ecc. e scrivevo anche “estenuanti eheheh” ridendo, per dire che sicuramente avevate fatto lunghissime discussioni, vi eravate, e TU, IMPEGNATI lungamente. Come devo dire? Mi dici che io ho detto a te che sei “estenuante”, Luna, ma che dici? Né l’ho detto a Fuori del Coro. Ho detto che lui, e l’ho detto anche lui, è ripetitivo. Questo sì, lo confermo, l’ho scritto.

    Scrivi sempre, Luna: “Noto che hai molto bisogno di ribadire che ti stai impegnando molto in questa vicenda”. Di nuovo: ma che dici, Luna? Se ho detto questa cosa è solo perché (visto che è così difficile intendersi per iscritto, e mi pareva – ma solo un po’ eh – che a volte ci fosse (anche da parte tua) un po’… Come dire, di irritazione nei miei confronti? Quella stessa che dimostri ora? Dunque io, che ero presa di dire cose, intanto, dovevo PURE specificare che mi stavo impegnando, e che non ero qua a divertirmi, guarda un po’. Tutto lì.

    Ma ancora, scrivi: “ma sei consapevole dei tuoi perché per i quali ti stai impegnando a cercare di aiutare FDC? E perché ti poni in un certo modo? Io lo so, di me. Tu lo sai?”.

    Luna, ma davvero, ma che stai dicendo? i miei perché, il perché mi pongo in un certo modo (ma quale? mah), tu lo sai di te, io di me… Ma che dici, Luna? Davvero non ti capisco. Solo, come più sopra, ed era già successo: leggo una tua irritazione. Punto. E manco so perché. (Ecco perché ribadivo il mio impegno).

    Allora, siccome ogni poco emerge questa “irritazione”, sai che cosa penso, ORA? (ipotesi) che semplicemente: siccome tu dici in un modo, siccome io dico in un altro, siccome pinco pallo dice in un altro ancora, non va bene, pare che qua si debba dire e interpretare tutti all’unisono.

  3. 983
    Chiara -

    Poi ora mi ricordo. Forse ti ha dato fastidio che io (nella replica a te e Lilly) credo di aver detto che era “stancante”? Embè? Sì, era stancante. Eventualmente, se uno sta cercando di dire delle cose già a Fuori del Coro, o di farci dei ragionamenti, che debba poi mettersi a discutere con altri, e contemporaneamente (e a me mica fa schifo discutere eh? no, per niente, mi piace, ma magari certi giorni uno è stanco di suo, magari – per me – ci son sempre state troppe cose da dire e non ce n’era tempo e spazio per il limite dei post). Era stancante: a volte discutere fa anche perdere concentrazione eh? su quello che volevi dire. Ma al tempo stesso ho pensato anche fosse “stimolante” e “arricchente”: soprattutto per Fuori dal Coro, e se gli serviva, evviva! Però non è che poi ci dobbiamo mettere, Luna, a discutere tra noi. Come tu stai facendo con me ORA, per – scusami – sciocchezze. Perché infatti io “non mi sono mai permessa di dirti”, Luna, giust’appunto io non l’ho fatto. Ti ho aggredito, Luna? No perché tu stai dicendo “come ti poni” a me: e non ti accorgi come ti poni tu, così, senza ragione? Mah, davvero. La chiudo qui. (Poi se comunque hai da dirmi qualcosa son qui, ti leggo).

    Tornando a Fuori dal Coro. Io credo che occorrerebbe avere, lo dico senza vena polemica, ma questo è quello che penso sinceramente, un po’ di umiltà. Se una strada non funziona, si cambia. Se una comunicazione non funziona, si cambia. Se (dico a te, Fuori dal Coro) si afferma, CATEGORICAMENTE (come fai tu, Fuori dal Coro), con CERTEZZA: le ho provate tutte, mia moglie torna sul passato e quindi “costringe” me a tornarci, mia moglie è negativa non positiva, mia moglie NON COMUNICA, è lei, è assolutamente lei, allora si deve CHIUDERE e si deve chiudere la comunicazione (che non c’è: prendo atto).

    Altrimenti, come detto in precedenza, c’è da fare un profondo e pazientissimo lavoro di analisi, autoanalisi, e analisi dell’altro, per capire sé stessi, e al contempo le famose “ragioni dell’altro”, che qua, mi pare, non si sono capite granché.

    Perché quando leggo, continuamente, che una se ne è andata, però è lei che scarica responsabilità, è lei qui, è lei su, è lei sotto, ma è quello che vorrebbe tornare con lei, e che sembrerebbe voler capire eccetera, a vivere poi in un – spero sia evidente – paradosso, ciò dovrebbe almeno sollevare dubbi. E far sollevare domande. Altrimenti, se si vogliono risposte “semplici” al tutto, ci si rifà ad esempio a Maximum, e che a me possono stare benissimo: solo che Fuori dal Coro metta IN PRATICA le cose che dice Maximum. Se non lo fa, si torna lì: a che evidentemente le cose sono un po’ più complesse. E scusate se io non credo a risposte e soluzioni (?) facili a tutto con, tipo: ma io amo e dunque non mi rassegno, anche se non capisco. E magari, nella vita, bastasse far così.

    Con questo vi saluto. Aleba, l’autrice della bella lettera, Fuori dal Coro (a te naturalmente in particolare faccio anche tanti auguri), Luna e tutti

  4. 984
    LUNA -

    cara chiara, se cogli un’irritazione in me può darsi, ma non è per l’unisono o per altre ragioni. Se c’è (ma ‘irritazione’ è troppo, credimi) forse riguarda più un certo tono che i contenuti, che possono essere anche totalmente in antitesi. Detto ciò è chiaro che io non sono nessuno per sindacare sui tuoi toni, a parte perché riguardano una mia percezione, ma anche perché non son neanche rivolti a me direttamente. A parte che ti riconosco un’assoluta buona fede sia nelle tue intenzioni che nei toni c’è una cosa che mi stona, ma stona a me perché son particolarmente sensibile (no in senso che ho un tallone d’achille o intravedo spauracchi, ma in senso che colgo questi aspetti, certo a torto o a ragione) quando si mescola un atteggiamento da “metodo scientifico da psicologi”, affermandolo, a un qualcosa che esula totalmente da una delle basi stesse dell’approccio corretto. E cioè il giudizio, l’empatia proiettiva (‘un ritratto di lei’ – ‘tu l’hai assillata mentre lei’) e, nelle ‘analisi’ partire da presupposti (es. Tu hai ‘deciso’ che fdc si stia comportando in un certo modo. E’ vero, le chiami ipotesi. Ma anche quando lui dice ‘così non è’ tu vai avanti per la TUA strada, chiara. Analizzi le TUE ipotesi

  5. 985
    LUNA -

    e nell’enfasi di aiutarlo e di proporgli una diversa visuale che via via, affermi, in te si fa sempre più nitida (ma secondo un tuo percorso di analisi basato anche sui tuoi presupposti, nati dalla tua persona, dal tuo ragionamento, dalla tua esperienza anche rispetto a come pensavano tizio e caio quando dicevano questo o quello, di fatto però a volte neanche ascolti ciò che lui ti dice realmente. E poiché è di sè che ti parla, per quanto lui si veda come si vede quando parla di sè, un metodo realmente ‘scientifico’ non passerebbe sopra a ciò che lui dice di sè. Esempio pratico: ‘tu tiri fuori sempre il passato e lei allora…’ o ‘lei ha chiesto un distacco per queste ragioni (che ne sai, chiara?) e se non ti amasse te lo direbbe (che ne sai? A parte che glielo ha pure detto) etc. Io ho l’impressione che tu ti sia talmente immedesimata e ti sia fatta ‘la tua storia’ che a volte mentre gli parli manco lo ascolti, realmente, quando ti racconta la sua, con un’inconsapevole e in buona fede piglio dell’io c’ero. Ma non ci sei e se tutti possiamo fare soltanto ipotesi, anche su base esperenziale e proiettiva, e se anche visuali diverse e pure in antitesi son utili a fdc che infatti risponde e si ‘denuda’ sempre con grande disponibilità, e fa quel che va bene a lui, se chiedi a me, personalmente, cosa mi ‘irrita’ (ma io direi piuttosto mi stride) è quando si mescola un atteggiamento definito scientifico e analitico in senso psicologico ad un dare però le proprie sacrosante opinioni stando in realtá in una posizione da opinionisti e non da psicologi. Ma perché, anche, semplicemente chi padroneggiasse davvero un metodo analitico di un certo tipo non avrebbe questo approccio. Mi rendo conto che forse non riesco a spiegarmi, ma se ti domandi cosa mi stride è questo. Il tuo chiamare scientifico ciò che si chiama empatia, tanta buona volontá, interesse onesto e quel tanto di proiezione. Da ciò possono nascere ottimi stimoli di riflessione per fdc, ottimi anche, mi ripeto. Ma questo è ciò che penso.

  6. 986
    Chiara -

    Cara Luna, vorrei risponderti, e perdona magari la lunghezza, ma ho i miei limiti e vorrei spiegarmi bene. (E perdona Fuori dal Coro anche tu, ma in fondo, vedrai, si parla sempre in qualche modo di te, magari ti è utile comunque). Tu Luna scrivi: “cara chiara, se cogli un’irritazione in me può darsi, ma non è per l’unisono o per altre ragioni. Se c’è (ma ‘irritazione’ è troppo, credimi) forse riguarda più un certo tono che i contenuti, che possono essere anche totalmente in antitesi. Detto ciò è chiaro che io non sono nessuno per sindacare sui tuoi toni, a parte perché riguardano una mia percezione, ma anche perché non son neanche rivolti a me direttamente”.

    Be’, sia quello che sia (irritazione no? Allora fastidio o perplessità? Sia quello che sia: mi hai detto delle cose e io ti rispondo), tu dici ora: forse è il tono, ok. Ma hai visto me fare appunti sul tono di qualcuno qua che sta facendo ragionamenti eccetera? Non mi pare, giusto? Dunque, se tu entri e d’improvviso mi dici: “io non mi sono mai permessa di dire a te che sei estenuante”, io che devo pensare che tu leggi e interpreti bene le cose che gli altri scrivono, in questo caso le mie? Cioè che era il tono, in realtà, nella tua percezione, che ti “stonava”?

    Ho poi, a pensarci, avuto a che dire “sul tono”, una volta, solo con Fuori dal Coro (con il quale ci siamo subito scusati e chiariti), avevo capito male, succede. Tuttavia, se io entro per la prima volta e inizio a dire delle cose, e Fuori dal Coro che mi pareva abbastanza “scosso” (emotivamente) mi dice subito cose come “tu forse non hai capito come io stia soffrendo!”, e ancora “per favore Chiara spiegati!”, a me pare del tutto normale che io – che appena entrata, e dopo avere letto tantissimo, ero tutta seria e concentrata – poi dica (e debba ribadire subito): scusami, ma io ho premesso appena entrata di aver letto parecchio, e se sono entrata è proprio perché soffri, quindi calmati, non c’è bisogno di dirmi subito spiegati, perché è quello che avevo appena iniziato a fare… Se mi dai tempo…. Questo, per dire, dei malintesi che possono nascere e di reazioni che poi possono essere quasi scontate…

    “[…] nei toni c’è una cosa che mi stona, […], ma in senso che colgo questi aspetti, certo a torto o a ragione) quando si mescola un atteggiamento da “metodo scientifico da psicologi”, affermandolo, a un qualcosa che esula totalmente da una delle basi stesse dell’approccio corretto. E cioè il giudizio, l’empatia proiettiva (‘un ritratto di lei’ [ecc.]”.

    Luna, ora a parte il tono (percepito da te, ma magari anche da altri, io mica lo escludo), ma tu eventualmente puoi riconoscere che una persona – che tu stessa confermi ha intenzioni serie, è in buona fede ecc. – possa, in caso, AVERE DEI LIMITI? Nel caso specifico: io? O dovrei essere tipo… “perfetta”, scusa? Non potrei avere, in caso, limiti? O strumenti limitati miei? Mi son presentata qui forse ufficialmente come psicologa?

  7. 987
    Chiara -

    Mi son presentata qui forse ufficialmente come psicologa? Mi pare di aver, anzi, tentato di sollevare subito DUBBI, anche PROPRIO sottolineando, evidenziando un particolare che mi aveva colpito, che cioè Fuori dal Coro ne aveva avute già TRE, di psicologhe, e non aveva – dichiarava – “avuto alcun giovamento”. Dunque, poniamo, se uno legge (io) e si dispiace (io) e legge che tre psicologhe non hanno dato giovamento, io per prima cosa ho dei dubbi (che ben tre psicologhe, ad esempio, mi pare MOLTO STRANO che non abbiano capito nulla e che non abbiano potuto fare nulla… E semmai mi sorge il dubbio che magari Fuori dal Coro non è che sappia tanto aiutarsi, e/o che non è che sia tanto facile aiutarlo…) e per seconda mi viene naturale, istintivo, di porgere la mano, per dare proprio una mano. Come penso che sia accaduto a tutti qua, entrando: viene naturale voler entrare credo, per dare una mano.

    Dunque, Luna, ebbene sì: io ho dei limiti. E immagino che sì, che tu lo metta in conto, che io abbia limiti (ma pure tu, è ovvio, ma che, dobbiamo parlare di questa cosa ovvia?). E se sì, allora, come è ovvio che sia, che senso ha sottolineare un limite mentre quella stessa persona (magari eh?) sta dicendo anche altre cose e c’è pure poco spazio-limite dei post/tempo? Potevi concentrarti su cose interessanti che potevo aver anche detto, magari. Prendere diciamo “il buono che c’è” (di me), se c’è, e sfruttarlo e rilanciarlo. O svilupparlo. O prendere totalmente altra direzione, rispetto a quella che prendevo (o avevo preso) io, e che però a te andava bene perché ti sembrava più giusta, più “utile a”, considerato magari che anzi, la mia direzione non la condividevi per nulla (embè, che male c’è? Se tu hai una direzione tua e magari anche completamente diversa? O un approccio o una modalità di comunicazione o un tono? Mica offendi qualcuno? L’importante, mi pare, che una cosa basilare per tutti sia non offendere, avere buone intenzioni, e avere un’educazione verso tutti, dopo questo ognuno può dire quello che vuole e quello che crede, non ti pare? Fuori dal Coro permettendo, si capisce). Per dire. Anche a me lasciano perplessa a volte i toni o la sostanza di quello che possono dire altri qui, compresa te, ma gli/ti dico che il tono non va bene? Oppure che l’approccio è “troppo poco scientifico” mentre forse il mio di più? Ma scherzi, Luna? Non hai letto nulla, in questi anni, di post miei ad (e con) altri/e?

    Mi interessa, però, ora, sai, precisare questa cosa dello “scientifico”, per dire, che avrebbe visto perplessa te.

    (continua)

  8. 988
    LUNA -

    ciao chiara, poiché hai colto un'”irritazione” e hai formulato ipotesi ho ritenuto di spiegarti quale potesse essere una stonatura percepita. Io non penso che tu debba essere perfetta (quando mai l’ho detto?), né che bisogna essere senza limiti (idem), e tu puoi parlare con fdc come ti viene e come a lui va. Se chiedi a me io comunque ho già detto come la penso sui contenuti, anche interagendo e rilanciando. Quell’aspetto di cui ho parlato ‘non mi piace’ (lo colgo) in generale quando lo incontro. Ed è sempre, penso, inconsapevole. E’ proprio perché uno o una non è psicologo, ma entusiasta, magari anche di aver fatto un’esperienza personale ‘subendo’ l’analisi, che riporta il metodo. Ma facendo confusione tra nozioni assimilate in parte e cose che non c’entrano e anzi pure in totale antitesi. Esempio banale: parlare di cambio di strategia o copione come ‘cosa scientifica” ma poi, sullo stesso tono dire COSI COSTRINGERAI… E’ capra e cavoli. Non si cambia strategia per COSTRINGERE UNA REAZIONE nell’altro e CONTROLLARE eventi e emotività altrui. Affermi poi che lei NON HA POTUTO ESPRIMERSI (si è espressa, e se in parte in un modo o in parte no ciò non dipende solo da fdc, ma inconsapevolmente tu comunque parli a lui ma la tua maggiore empatia, anche per quel ANNIENTARSI va a lei. Quindi tu orienti la tua analisi comunque

  9. 989
    LUNA -

    partendo da un presupposto di un certo tipo di ‘ruoli’. Lui non le ha permesso, lei non ha potuto, lei ha solo chiesto, lui l’ha assillata, lui sta nel passato mentre lui dovrebbe etc. E a ciò mi riferisco quando dico che, nel dire ‘voglio più elementi, bravo che me li dai’ però nella tua analisi enfatizzi gli aspetti al servizio dei tuoi presupposti etc. Ora, io non sto dicendo che lo strano sia questo. Ciò può farlo chiunque. Io dico che potresti dire le stesse cose ma senza mettere in mezzo un ‘piglio scientifico’ e trattare la questione parlando di analisi. Non sono le parole il punto. Analisi di per sè è analisi di elementi che hai etc. Ma tratti un po’ fdc da ‘tuo paziente’ e parli di metodo scientifico, ma a sproposito. Marcella, maximum, lilly han detto la loro, e anche molto diretti, ma non mettono in mezzo nozioni di scienza e un uso contrario dicendo che è scienza. Lo dico perché su certi aspetti secondo me sei confusa tu. Nella realtà comune faccio A perché B faccia, reagisca etc. Nella realtà comune cambio copione per avere un certo riscontro. Nella ‘scienza’ che citi NO. il concetto è diverso. Persino opposto. Cmq il punto non è questo, e buon dialogo e interazione libera. Solo, ti dico, notavo questo inconsapevole e in buona fede atteggiamento.

  10. 990
    Chiara -

    (continua per Luna e indirettamente per Fuori dal Coro)

    Mi interessa, però, ora, sai, precisare questa cosa dello “scientifico”, per dire, che avrebbe visto perplessa te.

    Tu scrivi: “quando si mescola un atteggiamento da “metodo scientifico da psicologi”, affermandolo, a un qualcosa che esula totalmente da una delle basi stesse dell’approccio corretto. E cioè il giudizio, l’empatia proiettiva (‘un ritratto di lei’ – ‘tu l’hai assillata mentre lei’) e, nelle ‘analisi’ partire da presupposti (es. Tu hai ‘deciso’ che fdc si stia comportando in un certo modo”.

    A parte che, aperta lunga parentesi, torno a dire: se si SCRIVE si deve per forza sintetizzare, e io sono prolissa PROPRIO perché la TROPPA sintesi, quando si tenta di analizzare in profondità, PORTA PIU’ FACILMENTE ai fraintendimenti, ora, alla luce che tu sia BENE INFORMATA DA ME PERSONALMENTE, di QUESTO, dunque, quando io scrivo (e in questo caso faccio UNA SINTESI, per forza che la faccio: devo) “un ritratto di lei”, o “conoscendola”, lo faccio semplicemente in quanto avendo poco spazio, e non volendo essere ripetitiva dovendo precisare che io lei, REALMENTE, non la conosco (e spostando così l’attenzione su qualcosa che in QUEL momento NON E’ la cosa PIU’ IMPORTANTE che, in un dato ragionamento, vorrei evidenziare) opero semplicemente una SINTESI per poter PROCEDERE, se tu permetti, in un RAGIONAMENTO altro.

    Non posso allora, Luna, ogni volta, col poco spazio che ho (per scrivere), SPECIFICARE in OGNI post, in OGNI discorso, in OGNI periodo, in OGNI ipotesi, OGNI virgola, che io NON CONOSCO (ma che, devo specificare qui a voi questo? Ma che siamo così scemi tutti qui? Qui solo Fuori dal Coro conosce questa persona e io dovrei forse specificare ogni volta agli altri che, come me, nessuno qua conosce REALMENTE la persona di cui si parla?). Dicevo, non posso specificare ogni volta che questa persona ovviamente non la conosco, che faccio ovviamente delle ipotesi, che cerco di mettermi, ovviamente, ANCHE (facendo ipotesi) in un suo eventuale (ipotetico sempre) punto di vista, perché non SCRIVEREI UN BEATO NULLA, col poco spazio che ho, Luna, alla fine, MAI. Mi spiego?

    Quindi, e te lo rispiego, e ci tengo a rispiegartelo, quando io dico “conoscendola”, o “un ritratto di lei”, sintetizzo il concetto che ormai, ripetuto più volte in precedenza (ipotesi, ipotesi, ipotesi, ipotesi, ipotesi, ipotesi; i vari “secondo me”, “credo che potrebbe essere che”; “ho impressione che”) dovrebbe essere IMPLICITO ORMAI che è ovvio che NON CONOSCO REALMENTE lei se non “sulla base di, eccetera eccetera eccetera, ho l’impressione che eccetera eccetera eccetera potrebbe anche essere eccetera eccetera eccetera”. Chiusa lunghissima parentesi.

    (continua)

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