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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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Già, Fuori dal Coro, la domenica diventa facilmente una giornata triste. Il treno non si può fermare, perchè il treno è la vita, va sempre avanti e non gli frega niente se tu vorresti tirare il freno di emergenza.. soprattutto perché si tratta di fermare il treno anche di un’altra persona: tua moglie. Lei non riconosce questa emergenza, forse lo riconoscerà più avanti e si mangerà le mani per non aver capito prima, esattamente come stai facendo tu adesso. Purtroppo nelle relazioni con il prossimo non bastano le intenzioni più buone e sincere se non sono condivise. Ci vuole comunione d’intenti e di progetti, a volte il eccessive dilazioni causano danni profondi e insuperabili. Io nutro tuttora un grande sconforto quando ripenso alla mia relazione, un senso di fallimento mio personale che non sono stata in grado di mantenere vivo il mio amore per lui e di non aver trovato il modo di farmi semplicemente amare. Faccio fatica a recuperare coscienza di me stessa, e in questo mi aiuta senza dubbio mia figlia. Per il solo fatto di essere al mondo, senza averlo richiesto lei, mi obbliga a mantenere una scala delle priorità dove necessariamente lei è in cima. Per garantire la serenità a lei io devo allontanare lo sconforto da me, così la domenica programmo sempre qualcosa per la bimba…del resto prima non si poteva fare mai niente perchè il divano reclamava sempre la sua priorità.
Mi sarebbe piaciuto che ci fosse stato anche lui, con noi, mi sarebbe piaciuto che le cose fossero andate in modo diverso, che la nostra relazione fosse stata sana, costruttiva, che l’amore fosse servito a creare altro amore. Con queste riflessioni, che bussano spesso comunque, rimarrei nel limbo. Il passato non si cambia, si può impiegare del tempo per analizzarlo, per considerare a posteriori certe vicissitudini SOLO in funzione di una migliore vita presente. Anche io ho trascorso mesi e mesi a disperarmi fra mille perchè, se lui, se io…ecc. Ancora mi capita, ma limito volontariamente il tempo da dedicare a questi pensieri. Ci sono pochi punti cruciali che contano nella mia storia, che l’hanno minata alle fondamenta!..ho intenzione di non ignorarli più…di non passarci sopra e di tenerli bene a mente per ogni momento di sconforto che si presenterà.
Andrà meglio, fidati!
Aleba
Aleba
Sai Aleba leggendo la tua storia, pensando alla mia, sentendo storie di tanti altri in questi ultimi tempi mi sono accorto che il matrimonio, la convivenza, sono oggi situazioni davvero complicate, difficili, assurde.
Sai, quando mi sono sposato, ti giuro, non pensavo onestamente che il matrimonio, la convivenza potessero rappresentare un qualcosa di così difficoltoso, di così fragile che doveva sorreggersi sulun sottile filo di equilibrio.
No. Assolutamente. Pensavo che in un matrimonio ci si dovesse voler bene e non stare a pensare a troppe sottigliezze. Credevo che il matrimonio volesse dire serenità, volesse dire conoscersi già da tempo. Ero abituato a vedere quello dei miei genitori, dei miei zii, dei mie nonni, dei miei cugini. Ho visto coppie litigare, prendersi anche a male parole. E a me sembrava assurdo. Perchè per me le parolacce, le brutte parole, non fanno parte del mio vocabolario. L’offendere l’altra persona. Eppure nonostante ciò non vedevo tutta questa difficoltà. Adesso, da quabndo è successo a me questa cosa e andando a vedere situazioni di altri mi accorgo che oggi tutto viaggia su un filo di nylon leggerissimo. No Aleba.Non credevo fosse così. Non mi sarei mai sposato giuro. Sento troppo spesso racconti di uomini o donne i cui mariti e/o mogli di punto in bianco hanno proferito le famose parole “non ti amo più” oppure “ti voglio bene ma non ti amo” oppure “mi mancano le attenzioni”.
Ma che significa dire “non ti amo più” oppure “ti voglio bene ma non ti amo” durante un rapporto quale il matrimonio. Sembra che il matrimonio oggi si fondi su una continua competizione. Sulle attenzioni continue. Se sbagli qualcosa son dolori. Se non capisci il pensiero dell’altro rischi che ci sia un altro o un’altra che lo capisca e di conseguenza te lo/la porti via.
A volte invidio alcune coppie di piccoli paesi. Le coppie che si sposano tra di loro che non vanno a cercare persone esterne con altre abitudini. Bè quelle reggono alla distnza. Sanno cosa vuol dire volersi bene. E non stanno a guardare cose banali.
Quando ripenso alla mia storia rimango basito. Mi guardo allo specchio e dico “ma cosa è successo ?”.
Credimi Aleba ancora non lo capisco. No è davvero lontano dal mio modo di vedere. Io credo che alla fine di tutto oggi ci sia un vistoso calo di valori. Tutto è usa e getta. Così anche le persone che si scelgono per la vita. Non viene più dato valore alla parola. E oggi un matrimonio è veramente un rischio. Una volta si pensava al matrimonio come ad una sistemazione. Oggi potrebe essere si una sistemazione ma…fallimentare.
Oggettivamente se avessi avuto un figlio maschio di certo gli avrei sconsigliato il matrimonio. Proprio per i rischi a cui sarebbe potuto andare incontro. Pensa se io mi fossi separato avendo avuto dei figli. Sarei dovuto andare a mangiare alla Caritas. E questo non è giusto. Ok la separazione ok il divorzio. Ma quando come nel tuo caso ci sono motivazione più che valide. Ma una donna che…..
Aleba….(segue)ù
….se va di casa perchè si innamora di un altro uomo abbandonando il proprio marito che magari ha la sola di colpa di far tardi la sera perchè si ammazza di lavoro per mandare avantio la famiglia. Bè in questo caso la donna non ha diritto nè agli alimenti nè a tenersi i figli nè la casa. Così come se la stessa cosa capitasse al contrario.
Le colpe vanno punite. Chi abbandona senza validi motivi deve essere “punito”. Così come chi maltratta le mogli.
Non sei d’accordo ?
Un bacio
Caro Fuori dal Coro, io ci credevo al valore del matrimonio, alla dedizione continua che richiede la vita familiare. Non si può creare una famiglia e pensare che tutto si autoalimenterà .. basta essere vivi. Eppure io non sono diventata moglie, non mi sono meritata quel trono, però mi sono comportata meglio di tante mogli ufficiali e i miei “compiti” erano molto più pesanti perchè la mia vita nella coppia è stata necessariamente improntata a dimostrare in tutti i modi di essere degna di diventare moglie. Non potevo mollare, rilassarmi neppure un attimo perchè altrimenti risultavo indegna pure come compagna. Mia colpa! non avrei dovuto accettare, non avrei dovuto anelare ad essere considerata degna. Colpa mia che non ho troncato, ma vedi io pensavo (sottolineo pensavo perchè ora non lo penso più) che quando ami una persona, quando ogni sera vai a dormire con quella persona, le difficoltà le devi affrontare. Ti devi tirare su le maniche e passarci attraverso e fare di tutto per non mollare la mano della persona che ami. Pensavo che se molli, allora non ami. Il non mollare, anche nelle difficoltà non lo consideravo un peso un obbligo, perchè il mio scopo principale era nutrire il mio amore e se per realizzare questo scopo dovevo faticare, allora davo il benvenuto alla fatica. Che gran balla!! Nella mia vita ho lottato contro dei fantasmi molto più forti della mia capacità di amare. Un uomo che ha filtrato il suo “amore” per me attraverso il pregiudizio radicato contro le donne. Sono inadeguata?? la sola cosa che so è che mi ci ha fatta sentire tale, per tanti anni. Penso che sia sbagliato costringere due persone che non si amano a rimanere unite fino alla morte, penso che sia giusto consentire le separazioni e i divorzi. Il problema non sta nel fatto che ci si separa, ma nell’incapacità di prendere atto che un rapporto di coppia ha senso se porta benessere reciproco. Quando si sta male 360 giorni all’anno, non si può tenere insieme la coppia per quei 5 giorni di pace. Bisogna darsi l’opportunità di analizzare la fonte del malessere e valutare tutte le possibili alternative. Nel mio caso, non c’erano alternative. Che oggi la società sia più per l’usa e getta lo vediamo tutti. La mia colpa sta anche nel fatto che per essere devota al mio ex, io non avevo praticamente più contatti con il mondo esterno. Solo casa..lavoro..spesa..casa. Mai avrei lasciato quella casa se solo lui mi avesse fatta sentire a casa qualche volta. Io non potevo invitare nessuno, ogni piccola personalizzazione dell’ambiente casa veniva denigrata e, appena possibile, estirpata. Non so che dirti Fuori dal Coro, la vita ti riserva strane sorprese, ma forse è solo per farci aprire gli occhi e prendere coscienza di ciò che abbiamo per le mani. Tu hai detto che tua moglie aveva una relazione con un amico di vecchia data da molto tempo. Pensi sia un comportamento da donna che ama suo marito? Pensi sia giusto che ne sia uscita pulita perchè tu hai coperto questo dettaglio?…
..(segue). Anche io sono molto restia a parlare di ciò che mi ha condotta a chiudere la mia storia. Non mi interessa cosa pensa la gente. Non cambia ciò che so io. Ho impiegato tanto tempo per prendere coscienza, ed ho analizzato bene ogni dettaglio. Posso dire che sono proprio pochi i giorni che mi hanno vista felice con lui. La maggior parte delle volte i riscontri che avevo erano negativi e sprezzanti, malgrado il mio impegno e la mia lealtà. Un fatto ha dato un colpo netto alla visione che avevo della mia storia. Un giorno sono rientrata dal lavoro e ho trovato il mio ex a bere birra con un uomo che conoscevo appena. Quest’uomo stava raccontando di come fosse finito il suo matrimonio, ormai da due anni. Diceva che un bel giorno trovò la moglie a letto con un altro e partì la crisi. Lei non lavorarva e lui scoprì che quando lui le lasciava i soldi per pagare le bollette, lei stracciava le bollette e si comprava scarpe e vestiti. Scoprì che la banca tentava invano di contattarlo da mesi per via di un certo finanziamento acceso da lei (che lui ignorava) e per il quale non pagava le rate. Lui è stato sul punto di perdere tutto per le azioni di pignoramento. Lei è andata via (andata via, non cacciata!) con l’altro e lui è stato condannato a pagarle il mantenimento e gli alimenti. Povero, era a terra da due anni. Soldi zero, morale sotto le suole, orgoglio di uomo ferito e lei che pretendevapretendevapretendeva. Il mio ex se ne uscì con questa frase “le donne sono tutte sfruttatrici e puttane, ti mangiano tutto…sono tutte uguali va sempre a finire così”. Mi aveva già detto certe cose, ma quella volta mi vennero dei violenti conati di vomito. Intervenni e lo ringraziai di avermi paragonata alla ex moglie del suo amico, ma gli chiesi di spiegare bene a questo suo amico come lo avevo sfruttato, quanto puttana fossi, visto che per me c’era solo lui e praticamente lo mantenevo io. Scusami Fuori dal Coro, questi ricordi mi fanno male ancora oggi. Che vuoi che ne sappia io del perchè le relazioni tra persone “normali” che non dicono parolaccie, non bestemmiano, non urlano, non spaccano oggetti a calci e pugni finiscono. Scusa non ti amo più è una frase assurda, anche io non l’ho detta. Non sono riuscita a pronunciare quella frase. Ho faticato a capire che la mia storia, seppur durata tanti anni, non è mai decollata in realtà, perchè si era arenata in una distesa di fango senza via di scampo. Ho dovuto ammettere che amare lui significava uccidere me stessa. Non ho detto io non ti amo più, gli ho detto che io stavo morendo dentro e che era venuto il tempo che io dessi la precedenza all’amore per me stessa. Non all’egoismo, all’amore per me stessa. Gli ho detto che se rimanevo con lui era come consegnare la mia vita nelle sue mani, avrei potuto farlo solo sotto psicofarmaci, o sarei impazzita nel sentire quotidianamente i suoi salti bruschi dal “ti amo e ti ho sempre amata” al “voglio che te ne vai da casa mia, devi finire sotto un ponte”.
Aleba
Che ti devo dire ? Quando racconti nei dettagli la tua storia viene anche a me il voltastomaco. Mi fido di quello che dici è chiaro. Altrimenti non starei qui a parlare con te. Però mi stai descrivendo un uomo che con un eufemismo definisco “anormale”. Comportamenti come i suoi, parole come le sue, non so, chi le dice ? un uomo senza sentimenti, senza cuore, pieno di cattiveria. Ok capisco pure quando dice la frase “le donne sono tutte puttane e ti mangiano tutto”. Però avrebbe dovuto tirarti fuori da quel marasma conoscendoti per quello che sei realmente.
Sai, purtroppo anche io vedo molte donne così come le ha descritte il tuo ex. E’ un dato di fatto. Ma quando ero insieme con mia moglie esaltavo il suo modo di essere diversa. Non la mettevo nel marasma generale. Anzi le dicevo espressamente che era unica. E che se malauguratamente mi fossi lasciato con lei sarei rimasto da solo perchè mai e poi mai avrei trovato una donna come lei.
Il tuo ex bestemmiava, urlava, spaccava oggetti, tirava calci, pugni, diceva parolacce. Io ti giuro non ho mai fatto nulla di tutto questo. E quando dico mai dico mai !!!!
Eppure quando è finita la mia storia ho sentito mia moglie dire le stesse cose che hai detto tu nell’ultima parte del tuo post: “diceva che stava morendo dentro, che oramai doveva pensare a se stessa, che si era annientata per me”
Queste sono state le sue parole. Mi ha dato dell’egoista. Di uno che non pensa agli altri, che guardava solo le sue cose, che per me lei era diventata un soprammobile. Ma perchè tutto questo ? Cosa ho fatto ? Più analizzo la nostra storia e più non mi capacito del suo comportamento e delle sue parole.
Mi ha dedicato una canzone in questi due anni. Si intitola “Non si accorgerà” degli Stadio. Ti invito ad andarla a vedere su you tube: http://www.youtube.com/watch?v=TIogDqjnJjg
Ogni volta che vedo questo video e ascolto la canzone mi sento distruggere. Non c’è volta che non mi sgorgano lacrime. Mi domando e dico “ma io ho fatto questo ?” e “lei soffriva in questo modo ?”
Ti invito ad ascoltarla e a parlarne insieme a me per capire come una donna possa arrivare a tanto. Ad incolpare in questo modo suo marito. A farlo sentire in colpa per evr commesso cosa ? Non ti anticipo nulla. Segui attentamente il video poi ne parliamo insieme.
Non ho mai detto a mia moglie “di andare a dormire sotto un ponte”. Mai una virgola di ciò che hai raccontato tu riguardo al tuo ex.
Eppure come ti ho detto prima le ultime tue frasi del tuo post sembrano pronunciate da lei.
Lei si annientava per me.
Mi sono analizzato tanto e continuo ad analizzarmi. L’unica mia colpa è stata riguardo al figlio. Che poi colpe.
Vorrei dirti delle cose che nei precedenti post non ti ho detto: io avevo due paure nella vita: la paura delle malattie e la paura dei grandi cambiamenti.
Non sto qui a specificarti la paura delle malattie, non credo di essere l’unico. Per quanto riguarda i cambiamenti: il matrimonio era un cambiamento, un figlio…..
Aleba …(segue)
….era un grande cambiamento. Due cose che mi hanno messo in difficoltà. Anche un cambio di lavoro poteva rientrare in quest’ottica.
E’ chiaro che ognuno di loro riveste la sua importanza:
1) figlio
2) matrimonio
3) lavoro
Voglio dirti Aleba sono cose fuori dal mondo queste paure ? Chi più chi meno ha le sue paure. Io avevo queste. Lavori ne ho cambiati nella mia vita. Ho trovato difficoltà ma ho superato il cambiamento. Così come il matrimonio. In difficoltà all’inizio ma superato alla grande. Sarebbe stato così anche per il figlio. Solo che a differenza del matrimonio non mi sentivo pronto.
Quale marito degenere sono io per aver provato paura di cambiare di fronte ad una cosa tanto importante ? Non so se e quanto tuo marito stia soffrendo. Io non credo. Un uomo non può comportarsi così verso la propria donna.
Io sto soffrendo da cani Aleba. Io mi alzo ogni mattina con l’infelicità di iniziare una nuova giornata. Al lavoro faccio una fatica bestiale a concentrarmi sul lavoro. Se non ci fosse mia madre non so come starei in questo momento.
Sono distrutto dentro. Ma non è depressione. E’ distruzione dei valori in cui credi. E uno dei valori era il credo verso mia moglie. Oltre al chiaro senso di colpa per non aver voluto un figlio.
Vedi il video Aleba. Poi parliamone insieme.
Grazie
Un bacio
Ciao Fuori dal Coro, non conoscevo quella canzone degli stadio e devo dire che mi ha commossa. Parla di un uomo che si è adagiato sugli allori di avere una donna innamorata al suo fianco. L’innamoramento, passa e per rendere una coppia solida, deve essere seguito dall’amore. Lei ti fa intendere, con quella canzone, che tu non hai capito..non ti sei accorto dei suoi silenzi, non le chiedevi “come stai?” E’ forse vero? Il divano era il tuo regno? Non dicevi che spesso andavate a Roma o in giro per borghi romantici? No, non capisco. Non sono motivi sufficienti per smettere di amare. Tu hai vissuto talmente lontano da non accorgerti? Certo noi donne siamo molto brave (almeno le donne che consco io) a fare milioni di ragionamenti intorno a quattro parole messe in croce dette dal nostro uomo. Cerchiamo significati di tutti i tipi, sinonimi, contrari, motivi di una complessità astronomica per spiegare un gesto che magari era semplicemente un gesto. Mentre gli uomini di solito non si ingarbugliano i neuroni ripensando a qualcosa che la loro donna ha detto o ha fatto. Ma da come descrivi il tuo modo di essere marito, penso che l’unico punto dove non l’hai ascoltata è stato la quesione figlio. Certo, un figlio è importante ma non te ne vai con un altro prima di aver definitivamente chiarito con tuo marito se il figlio arriverà o meno. Non è per darti ragione, è solo che non capisco come abbia potuto iniziare una relazione con un altro prima di averti veramente messo in guardia sulla possibilità che vi sareste persi se tu non avessi accettato di parlare serenamente di figli. Ognuno nella propria testa ragione come gli pare, io non posso sapere come abbia elaborato tua moglie il distacco da te. Certo è che se uno crede con ogni fibra del suo essere di star vivento un matrimonio felice, si ritrova veramente in crollo totale se scopre che in realtà era molto infelice e l’epilogo è la separazione. Io davvero stavo morendo dentro, mi guardavo allo specchio e piangevo cercando la donna che ero prima di conoscere lui. Io mi sognavo di vedermi morente, sognavo me stessa tra le mie stesse braccia, e improvvisamente mi dissolvevo come se fossi stata nebbia. Sogni angoscianti che mi svegliavano di notte, a chiedermi che senso avessero. Ho rinnegato le mie passioni per lui, ho allontanato la mia famiglia di origine, ho soffocato le mie aspirazioni. Ti dico che davvero stavo morendo. Vorrei che tua moglie definisse con parole sue il termine “annientata” Penso che non sappia cosa significhi, penso che poche persone lo sanno. Tutto nella vita è frutto di scelte personali, tutto parte con un SI o con un No. Solo che ci sono certi si che ti incanalano in un labirinto di specchi che sbocca in un tunnel buio e senza uscita. Brancolando di qua e di la non ti ricordi neppure quale fosse la domanda alla quale rispondesti si. Vivi una vita che non ti calza affatto, ma che riconosci tua perchè ti autoconvinci che sia l’unico vita possibile. Serve una luce, spesso si sa dov’è ..
l’interruttore, eppure non si ha la forza, non si trova il coraggio di pigiare quel tasto per illuminare il tunnel e ispezionarlo in cerca dell’uscita. Poi se c’è qualcuno con te, qualcuno di cui ti fidi, che ami, che continua a ripeterti che non riuscirai mai a trovare l’interruttore, che la vita è questa e devi accettarlo. Allora vivi in rassegnazione. Ma se sei anche solo un pochino più intelligente di una mosca, continui a chiederti perchè la tua vita si svolge in un antro oscuro, mentre fuori da qualche parte ci sono boschi, prati verdi, montagne innevate e calde spiagge baciate dalle maree?. Parlo di me, è chiaro. Tu non mi conosci e non conosci il mio ex, tutto ciò che scrivo è pura verità. Io ho mancato verso me stessa ed ho accettato di fatto di essere condannata all’annientamento, alla morte interiore per continuare a vivere con lui, per assolvere la mia missione (che mi ero autoattribuita) di salvare il suo cuore dal cinismo, dall’astio e dal rancore. Rientrando a casa la sera, ogni sera!, mi auguravo che il prossimo camion che avessi incrociato potesse sbandare sulla mia corsia…così tutto sarebbe finito. Era un pensiero ossessionante. Lo dicevo a lui, ma questa cosa gli scivolava addosso. La tua sofferenza per questa separazione è grande e la ferita è ancora sanguinante. La canzone ti fa piangere perchè ti identifichi nell’uomo che non si è accorto e ti ritrovi ad autoflagellarti. Questo non ti aiuta, certo è difficile non colpevolizzare sè stessi, ma devi anche pensare di provare a perdonarti. Perdonati tu! Devi pensare, anche solo piccoli pensieri, di poter perdonare te stesso per non esserti accorto. Eri sereno nella tua vita, non hai colto dei segnali (vabbè poteva parlare più chiaro) non hai fatto delle scelte importanti, non hai capito i suoi silenzi, non ti sei accorto che lei si era allontanata. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno che ha scatenato una tempesta di portata impressionante. Basta, Fuori dal Coro…il temporale finisce prima o poi. Qualcosa improvvisamente farà spuntare un raggio di sole e le nuvole si diraderanno. La scelta di chiudere è stata sua, tu l’hai subita…la tua parte di colpe la stai analizzando. Tra un pò, decidi tu quanto, prova a dire a te stesso: non avrei potuto fare di meglio. Io ci sto provando.
Ciao
Aleba
Aleba
Leggerti è fantastico. Sei di una intelligenza e di una perspicacia unica. Ma mi pare di avertelo già detto. Hai ascoltato la canzone e visto il video. Lo so è commovente. Ed io mi dispero ascoltandola perchè mi suona come una condanna.
Mi chiedi se io mi comportavo così Aleba. Guarda io mi sono analizzato e continuo ad analizzarmi. Cosa posso dire che non mi sedevo sul divano ? No non posso dirlo. Ma io guardavo le partite della mia squadra. A volte documentari. Ma Aleba noi tronavamo a casa alle 8 le 9 di sera. Accenedvo la Tv spesso per ascoltare le notizie di un canale sportivo come credo facciano tantissime persone quando entrano in casa. E a volte prima di cenare mi mettevo davanti la TV. Non sono mai stato un maniaco della TV. Piuttosto mi piacevano le cose tecniche. Infatti ero spesso “dietro” la TV per perfezionare collegamenti di dvd, impianti home cinema, decoder. Quello si. Era una mia passione e lei lo sapeva. Così come mi piaceva andare alla ricerca di satelliti per ricevere i più disparati canali stranieri. Ma se stavo davanti alla TV era per seguire le partite di calcio. E più spesso dopo cena quando c’era un bel film ci mettevamo io e lei davanti alla tv. Purtroppo capitava che a volte mi addormentavo. Non lo facevo certo apposta. Mi addormentavo su di lei.
La canzone parla di silenzi. Quali silenzi Aleba. Io dopo due anni continuo a non capire di quali silenzi mia moglie parlava. Eravamo a cena negli ultimi tempi. Mi chiedava di versarci del vino. Facevamo “cin cin” insieme brindando con i bicchieri. Spesso quando ero sul divano mentre lei magari era nell’angolo cottura a sgranocchiare qualcosa mi alzavo di botto e le facevo le vocine chiamandola Amore. Scherzavo sempre con lei e lei spesso si metteva a ridere. Parlo sempre dell’ultimo periodo. Quando c’erano le partite di Champions era lei spesso a dirmi di spostarmi dal tavolo per andare a vedere la partita da vicino (l’angolo cottura era distante dal tv).
Non sono un pantofolaio. Non sono un patito della tv. Vedevo le partite di calcio e i documentari. Basta. Qualche film a volte. Ma ripeto verso le 10 di sera. E la partita della mia squadra del cuore quando giocava. Ma lei conosceva da sempre questa mia passione.
Vorrei sapere come lei pensava di vivere in un antro oscuro così come l’hai descritto tu. Vivevamo fuori tutto il giorno lavorando entrambi. Usciti dal lavoro difficilmente (purtroppo) andavamo diretti a casa. Si passava dai suoi genitori, si andava a fare la spesa, si andava per centri commerciali. Spesso ci si fermava a mangiare una pizza. Quante volte facevamo passeggiate in centro. Una due volte l’anno (secondo possibilità) facevamo viaggi all’estero. L’estate ad agosto andavamo al mare nel suo paese che tanto amava. Si organizzavano spesso week end in altre città. A volte si andava a mangiare una pizza con la sua migliore amica. Di tanto in tanto il cinema (portando a volte anche suo padre). Dov’era questo antro oscuro ?
Nel fatto che…..