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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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1.662 commenti

Pagine: 1 82 83 84 85 86 167

  1. 831
    LUNA -

    colpito, che lo ha cambiato e che lo fa agire male contro di lei. Lei vuole liberarlo e salvarlo. Perché NON PUO’ ESSERE. Leggilo, se vuoi.
    Ti ho già detto come la penso sull’amore. Cosa ho imparato a mie spese.
    Non conta solo amare, conta anche il significato che diamo dentro di noi a questo concetto e se amiamo bene o male. Lui, il mio ex, andrà avanti tutta la vita pensando di avere amato pure troppo e di essere stato ferito a morte da una donna che per fortuna ha capito in tempo di che pasta fosse. Il suo odio nei miei confronti è proporzionale a questa idea. A questa idea sulla quale ha costruito le sue azioni e reazioni per anni. Oltre al fatto, naturalmente, di non voler ammettere con se stesso un fatto di cose. E cioè che anche se fosse stato lui a non amare o amare male non avrebbe mai avuto il coraggio di pensarlo e di ammetterlo. Che era più facile sentirsi la vittima che ammettere chissà quali cose sue. Tutte le sue reazioni sono state impostate su: “Tu mi ferisci e se io ti ferisco è perché tu hai ferito me”. Non se ne esce, Fuori dal Coro, quando l’impostazione narcistica, anche totalmente inconsapevole, è questa. Perché comunque conta solo la sua sensibilità. Per la quale tu che stai fuori ti senti in colpa. Ti senti in colpa quando l’altro dice che si sente ferito ti senti in colpa quando chi viene ferito sei tu. Ti senti in colpa per la tua inadeguatezza, messa sempre in primo piano, e per l’inadeguatezza dell’altro perché non sei in grado di fare niente per farlo stare meglio. E’ una cosa allucinante, che chi non la prova, come l’ha provata Aleba, come l’ho provata io e la provi tu, capisce a fatica. Se l’altro si perde è colpa tua, e passi il tempo a logorarti a capire il perché (e non sai neanche fino a che punto tu c’entri davvero, e potresti DAVVERO credimi non c’entrare PER NULLA o MARGINALMENTE, e comunque fai da schermo, certamente… ma poiché non c’è parità e assertività non può verificarsi ciò che ti dicevo della prima storia), se ti perdi tu te lo meriti. Io ho provato, come Aleba, anche l’altra faccia della medaglia: quando dici no, e ti sposti, e allora è colpa tua anche quello. Sennò ti sposti e soffri per l’indifferenza. Che sia vera o no. Comunque paghi. Sono incubi veri, questi, ed io ti capisco. Io in vita mia avevo amato, ma in una cosa così non mi era mai capitato di stare.
    Sono stata con lui 10 anni, poi lui ha deciso cosa avevo in testa io e che lo avevo ferito e intendevo farlo. Nella logica, non narcisista, arriva il momento in cui ti interessa DAVVERO sapere cosa l’altro sente e pensa. Lui invece (come sua madre prima di lui con suo padre) ha deciso una sua versione. E ha fatto la guerra a chi lo amava, come se la guerra gliel’avessi dichiarata io. e ogni cosa è stata usata contro di me, nella sua rilettura. Non ho sofferto io, sai? Non ha sofferto Aleba. E non stai soffrendo neanche tu. Mai come loro. Stai attento Fuori dal Coro, te lo dico di cuore. E’ dura comunque ma se non stai attento è peggio.

  2. 832
    aleba -

    Ciao Luna.Ciao Fuori dal Coro. Certo Luna, è proprio così.
    Io sono certa di aver amato in modo completo e sono sicura che il mio modo di amare sia quello giusto. Purtroppo mi sono innamorata di una persona che non è capace di amare. Io ho imparato a conoscere i suoi problemi e ho imparato a difendere lui da quei problemi per farlo sentire amato. Qui forse ho sbagliato….perchè invece se non mi fossi preoccupata di farlo sentire bene ma lo avessi costretto a mettersi di fronte ai suoi problemi, forse lo avrei perso ma gli avrei davvero dato l’occasione di mettersi in discussione veramente e di trovare un modo sano di amare. Purtroppo quando provi un sentimento così forte e ampio tendi a rimandare a tempo indeterminato il momento di fare i bilanci. Se è vero che amare implica il donare senza pretendere un tornaconto, è anche vero che il tornaconto deve esserci. Più volte ho descritto la mia relazione come un’autostrada a senso unico dove transitavano centinaia di autotreni al giorno asportando di tutto dalla mia vita…ma nessun mezzo tornava indietro, neppure con un misero bicchiere di acqua e ogni volta che chiedevo perché di questo impoverimento venivo troncata, zittita e infine additata come la stupida che non ha pensato a mettere un casello per esigere il pedaggio. Ebbene amare significa essere stupidi??
    No Fuori dal Coro, il confine esiste e se c’è una cosa che ho imparato è proprio che amare a fondo perduto va bene solo se chi amiamo ci ama a sua volta allo stesso modo. Essenziale in tutto questo è la COMUNICAZIONE. Rifiutare il confronto, attuare un ascolto selettivo, valutare attraverso filtri mentali e pregiudizi, negare le evidenze, nascondersi pure di fronte a sé stessi, questi sono tutti fattori che logorano il sentimento e a poco a poco sostituiscono le fondamenta del rapporto con sabbie mobili che fagocitano tutto senza lasciare scampo…e non serve a nulla aggrapparsi disperatamente a ciò che si pensava che fosse il rapporto, più utile invece cambiare prospettiva per salvare il salvabile senza morire con la relazione.
    Baci e abbracci.

  3. 833
    LUNA -

    ALEBA, ciao cara 😀

    @lui forse ho sbagliato….perchè invece se non mi fossi preoccupata di farlo sentire bene ma lo avessi costretto a mettersi di fronte ai suoi problemi, forse lo avrei perso ma gli avrei davvero dato l’occasione di mettersi in discussione veramente e di trovare un modo sano di amare.

    Io credo, Aleba, che non si possa “costringere” a mettersi di fronte ai propri problemi. Ho capito cosa intendi, eh. Però penso che in ogni caso ci debba essere un certo punto di apertura e disponibilità e riflessione dall’altra parte. E’ vero che sostengo che possiamo “aiutare” l’altro a poter mantenere un certo atteggiamento o dinamica nei nostri confronti se non ci spostiamo e se noi per primi non cambiamo il copione che glielo permette, di questo sono convinta.
    Però nè il nostro spostarci nè la nostra assertività da sola può bastare a far sì che una persona abbia la spinta a lavorare sul proprio copione e ad essere assertiva se crede che le sue ragioni siano quelle giuste, le ragioni su cui basa il suo equilibrio, per quanto “squilibrato” esso sia. Lo dimostra il fatto che anche di fronte alla più grande evidenza ci sono persone che gireranno sempre la frittata, che sia colpa degli altri, e vivranno qualsiasi reazione dell’altro, non solo l’azione, in modo “narcistico”. Anche a me piace l’idea della crescita personale che incontra un’altra crescita personale, e quando accade è bellissimo. Ma non sempre accade, facciamocene una ragione, per quanto dura sia.
    Certo che, se sbagliassi, preferirei che qualcuno me lo dicesse, per poter rifletterci su e correggere ciò che posso. Ma francamente dubito che tu, per quanto ti fosse assai difficile esprimerti liberamente all’interno della coppia (oserei dire impossibile), non abbia manifestato sia il disagio che certi atteggiamenti e comportamenti ti causavano sia quel desiderio che lui si mettesse in discussione e altre cose che dici.
    Lo dico, Aleba, perché capisco questa frase @se lo avessi costretto a mettersi di fronte ai suoi problemi, forse lo avrei perso ma gli avrei davvero dato l’occasione di mettersi in discussione veramente e di trovare un modo sano di amare/ ma al contempo temo che tu possa viverla comunque con un eccesso di TUA responsabilità. Un’altra faccia della medaglia di quel rapporto di interdipendenza responsabile, tua, rispetto ai SUOI problemi. Quelli che sono SUOI, stanno lì, dopo vari strati “protettivi” che il semplice amore, per quanto grande o anche enorme, non guarisce da solo.
    Tu di occasioni gliene hai date migliaia, ogni volta che il tuo disagio per la sua violenza verbale e non solo o per certi suoi modi di ragionare era palese. E non è che fosse cieco, sordo.
    Non è un bambino che aveva bisogno che tu lo COSTRINGESSI a DARSI e quindi DARVI un’occasione. Anche lui è responsabile di come ha gestito la sua vita. Ogni giorno anche lui si sveglia la mattina e sceglie, in base ai suoi criteri, ma comunque sceglie.
    Forse mi è difficile farmi capire, ma non vorrei che

  4. 834
    LUNA -

    sembrasse che non ti capisco. Aleba, per quel che posso, non essendo ovviamente te e nel tuo personale vissuto, ti capisco eccome. Mi sono chiesta anch’io una gamma di cose che avrei potuto fare invece di. Però sono anche consapevole del fatto che oltre ad avere amato, e anche fatto degli errori, a mia volta, ho fatto anche una serie ampia di cose che in un rapporto normale non solo sarebbero state “sufficienti”, ma neppure necessarie. L’aspetto paralizzante di queste vicende è anche questo, il rendersi conto che sembra che nessuna azione porti a nulla. Restare o andarsene, perdonare o provare collera, sostenere o togliere il sostegno. E’ bene rendersi conto che di per sè, a parte il fatto che una danza, anche mortifera, è sempre e comunque a due, e quindi è ovvio che una propria parte c’è, che esistono situazioni in cui non è che sei fai così o colà arrivano la pace di quella coppia, la serenità, la consapevolezza dell’altro. Non è così. Lo so quanto difficile sia accettarlo e quanto male faccia, perché se amiamo qualcuno il desiderio è di sentirsi amati, di vivere e costruire insieme. Ma non abbiamo il “controllo” sulle priorità dell’altro, il suo modo di ragionare o s/ragionare, e non esiste per forza una cosa che avremmo potuto fare e sarebbe stata quella giusta che. E nel momento in cui dici “se lo avessi costretto a mettersi di fronte ai suoi problemi, forse lo avrei perso ma gli avrei davvero dato l’occasione di mettersi in discussione veramente e di trovare un modo sano di amare” stai comunque, pare, pensando se tu, per quanto lo amavi, non hai fatto abbastanza. Ma lui ha fatto abbastanza, Aleba? Lui ha fatto abbastanza per permetterti di amare in un modo sano e di essere amata in un modo sano? Se penso alla mia storia, pur con tutte le autocritiche il più possibili oggettive che mi faccio, e ciò che capisco di ME, ho l’impressione comunque di aver sempre dovuto pisciare contro vento. E so che la sua versione non sarà mai la mia. Non solo per un fatto di comune soggettività. Della soggettività di ciascuno si può comunque, sino ad un certo livello e punto, discutere, ci si può comunque venire incontro. Ma non è quello che mi è successo, nè è successo a te.
    Quello che chiami “tornaconto” lo chiamerei “reciprocità”, cosa che si manifesta sotto mille aspetti, e non è una mancanza di generosità o vero amore pensare che sia una cosa normale e giusta. Ove ci sia reciprocità neanche ti poni il problema, perché la vivi. E non stai a chiederti se saresti troppo egoista tu se, nel caso di qualcuno da cui non ricevi, pensassi alla giustizia di un “tornaconto”. Non è amare “bene” fare continuamente i conti e rinfacciare all’altro ciò che si dà, esigere l’amore in base al proprio dare, ma non lo è nemmeno pensare che amare senza reciprocità sia un modo più puro, generoso di darsi. Dove c’è reciprocità esiste una generosità pura paritaria e costruttiva, naturale. Anche in chi fa il volontariato verso qualcuno in debolissime condizioni, per esempio.

  5. 835
    LUNA -

    aleba cara, ogni giorno mi rendo conto di quanto sia difficile tornare a sentirsi veramente di nuovo ma davvero liberi dentro di sè quando ti accadono una serie di cose. Io ne ho passate tali e tante che mi sento ‘inseguita’ e non veramente libera anche quando faccio una passeggiata. Non è sempre così. A volte quasi non me ne accorgo, come un tempo, a volte penso che sia meraviglioso, a volte mi rendo conto di quanto certe cose mi condizionino ancora, anche nel momento in cui per me difendere la mia libertà è così vitale, a volte penso sarò sempre condizionata e sento tanta angoscia.

  6. 836
    LUNA -

    si pensa forse che la mancanza di libertà si provi solo quando qualcuno ti chiude da qualche parte. Non è così. I ricatti emotivi del disamore, della colpevolizzazione, dell’entrare anche nei tuoi pensieri, intenzioni, sensazioni sono potentissimi. Io son stata abbandonata, criticata, ma al contempo controllata, inseguita, shoccata. E quando accadeva era comunque colpa mia. Tutto è stato colpa mia, aleba. Tutto. Quando c’ero e come c’ero, quando non c’ero e come non c’ero. Per il mio viscerale attaccamento, per il mio egoismo che ovviamente era esponenziale. Ero talmente “giusta” fisicamente, interiormente, intelettualmente che chiunque poteva innamorarsi di me, ma talmente tutta sbagliata da non poter stare con me. Valevo così poco da non saper trovarmi un (altro) uomo e talmente stupida da non capire che è finita ma talmente stronza che se qualcuno si accorgeva di me e mi capitava di provare un’emozione minima, di riflettere su un’emozione minima, di sorridere ero già innamorata, mi facevo amare, avevo pensieri lascivi, permettevo che li avessero su di me, avevo tradito io il grande amore perché quella era la mia sporca natura, perché io usavo il mio fascino a mio comodo per fregare tutti, anzi no ero troppo ingenua e quindi pericolosa, anzi no etc etc etc. Almeno avessi sofferto per chi ero, aleba.

  7. 837
    aleba -

    Grazie amica mia. . Luna cara..piango leggendoti perchè scrivi di me anche quando parli di te stessa. Le tue parole sono una mano che stringe forte la mia mentre brancolo nel buio pieno di ostacoli. Vorrei essere di aiuto anche io per te, putroppo in questi giorni mi sento sperduta e, sebbene io cerchi di concentrarmi su ciò che ho..prima fra tutti la mia meravigliosa bambina, temo di sbandare. E’ difficile ripulire l’anima da tutto l’inquinamento che in quei 17 anni vi è stato riversato da me e da lui. Liberarsi dai condizionamenti che, come perfettamente scrivi tu, sembra che ti inseguano senza sosta. Ho paura di accettare di essere diventata cinica riguardo all’amore ed è una cosa che mi rattrista molto perchè io sono sempre stata convinta che l’amore sia l’energia più potente a nostra disposizione. Invece mi ritrovo sempre più spesso a pensare che non ho bisogno di essere amata e di amare.
    Grazie ancora, bacino.

  8. 838
    LUNA -

    aleba, tesoro, tu mi aiuti già confrontando i pensieri e le sensazioni e dicendomi, insomma, ‘che è normale’. Normale averle certe sensazioni. Io credo che si possa ‘guarire’, lo credo sul serio, che ci si possa ripulire da quell’inquinamento. E anzi aver imparato tante cose in più, anche su di sè. Del resto mica sto sempre così. E per quanto sicuramente il percorso di recupero non sia finito io vedo tante di quelle cose risolte rispetto ai traumi. Però poi ci sono degli ‘stimoli’ magari ed io sto male. E sai qual è uno stimolo? L’incomprensione. E non perché io cerchi comprensione, uno schema facilitato. Anzi. Cioè nel senso che il mio fine semmai è sentirmi di nuovo in pari innanzitutto con me. Con chi ero. Al cento per cento. Anzi ‘meglio’, nel senso più serena di prima. No migliore in senso di dieci e lode. Ma serena. Non giro per il mondo usando il fatto che mi sia passato dentro uno tsunami dicendo che per questo solo io son sensibile, non ‘uso’ le mie gambe rotte. E se penso solo lontanamente di farlo io mi dico NO. Ciò che posso fare è ricostruire me, non è una cosa per cui siano possibili deroghe. NON SI PUO’. Perché se non lo faccio io sto male. Io tremo di paura o mi duole la mia gamba spezzata. Inoltre so che solo io, per me, posso fare certe cose. Solo io perché so dove son

  9. 839
    LUNA -

    i punti dolenti. Perché certe cose mi spaventano a morte, perché mi riescono difficili. Non è supponenza, aleba. Ma è come avere una ‘malattia’ e sapere come funziona. La mia ‘malattia’ non è l’amore, si chiama piuttosto shock post traumatico. C’è anche di mezzo il dolore per l’amore finito, ci son cose che è più facile dire e comprendere. Ma ciò che fa confusione, precipitare nell’angoscia si chiama post traumatico. E dei sintomi ‘depressivi’ che ho non sono di resa ma di stanchezza, paura, sconforto. Io sono una persona sensibile, ma anche combattiva, e ho una resistenza allo stress enorme. Se io mi sento ‘persa’ mi addolora, ma io so che purtroppo mi è successo qualcosa che non solo ti spezza il cuore ma può spezzarti il cervello. Qualcosa che può portare anche alla morte. Alla morte perchè il fisico somatizza fino a portarti alla malattia fisica, alla morte sociale e civile, alla morte per suicidio per angoscia, disperazione, non reggere alti stati di angoscia e l”idea di non poter dimenticare e di essere sbagliati, matti, colpevoli pur sapendo di essere vittime, alla morte fisica per violenza fisica in taluni casi. E’ già difficile prenderne atto e considerare che sia vero. Non ti senti liberato a pensarci. Ti spaventa. A me non frega niente di odiarlo. Io se avessi i soldi andrei IMMEDIATAMENTE a fare una specifica terapia breve utile a coloro che hanno subito shock come terremoti. So che funziona. A me non serve sapere cosa già so, mi serve questo. Ma ora non ho i soldi.

  10. 840
    aleba -

    LUNA @E dei sintomi ‘depressivi’ che ho non sono di resa ma di stanchezza, paura, sconforto. Io sono una persona sensibile, ma anche combattiva, e ho una resistenza allo stress enorme. Se io mi sento ‘persa’ mi addolora, ma io so che purtroppo mi è successo qualcosa che non solo ti spezza il cuore ma può spezzarti il cervello. Qualcosa che può portare anche alla morte. Alla morte perchè il fisico somatizza fino a portarti alla malattia fisica, alla morte sociale e civile, alla morte per suicidio per angoscia, disperazione, non reggere alti stati di angoscia e l”idea di non poter dimenticare e di essere sbagliati, matti, colpevoli pur sapendo di essere vittime, alla morte fisica per violenza fisica in taluni casi.- Esattamente! La resistenza allo stress è deleteria per la salute quando lo stress viene comunque vissuto intensamente. Voglio dire che un conto è riuscire a vivere fino in fondo tipo zen, un altro conto è tenere botta, incassare a oltranza e stare in piedi nonostante i momenti di sconforto, poi tirarsi su le maniche e proseguire. Lottare per i propri sogni è giusto e non provoca mai i danni che porta la lotta intestina. Luna negli ultimi 12 anni io ho avuto 3 problemi di saluti importanti di cui 2 con ricovero di 7 giorni ciascuno per accertamenti i medici, dopo approfondite analisi non hanno rilevato cause concrete per i miei sintomi che, ti assicurano, erano stati sconvolgenti per quanto di breve durata. In tutti e 3 i casi mi hanno detto che che la causa era lo stress e mi hanno raccomandato di allentare la presa. . Chiesi alla mia dottoressa di prescrivermi dei calmanti, lei si rifiutò categoricamente. “Io non curo i tuoi sintomi”, disse,” scopri la causa del tuo stress e vedi di eliminarla o ti ammalerai gravemente”. . di li a pochi mesi mi rivolsi ad uno psicologo e poi è storia nota.

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